i racconti erotici di desiderya |
The end |
Ti odio perché ti amo. Ti odio perché l’odio è l’altra faccia di quella medaglia chiamata sentimento.
Come esiste il buio in contrapposizione della luce, come il dolce è contrapposto all’amaro, così l’odio trova ragion d’esistere perché vi è stato amore. Ed io ti ho amata tanto. Ed ora ti odio perché mi hai tolto la possibilità di continuare ad amarti. Ed anche tu sicuramente mi odi perché mi hai amato. Ohh se ci siamo amati. Solo le nostre anime, i nostri cuori sanno quanto ci siamo amati, quante volte ci siamo donati l’un l’altra la nostra essenza. Mi odi perché sono riuscito a tirarti fuori quello che non riuscivi a confessare neanche a te stessa. Mi odi perche ti ho fatto vivere i tuoi desideri più reconditi. Mi odi perché la tua fantasia è volata alta come un’aquila. Mi odi perche ti ho liberata dalle catene della noia, della routine e della falsa morale e ti ho portato sulle cime ardite del piacere dove tutto quello che da noi era voluto, era lecito. Vedo ancora nella mia mente, come una foto digitale quei brevi pomeriggi invernali, consumati dentro la macchina che a cagione veduta era diventata la nostra alcova ambulante…. Davanti ad un mare tempestoso, con i marosi che si abbattevano sulla battigia come due amanti focosi. I nostri occhi che brillavano di gioia, le nostre lingue cercarsi, lottare, avvinghiarsi…. Poi ….uno sguardo maligno…. le palpebre dischiudersi, le mani intrufolarsi, mentre dentro lentamente, le fiamme cominciavano ad ardere. Oppure tu prona sul mio equatore mentre ti imbevevi della mia linfa di maschio. Il tuo coprire gli occhi con occhiali ed arrossire davanti al prtiere quelle poche volte in cui l'albergo ad ore è stato teatro delle nostre performance. E…quante volte le poltroncine dell’ultima fila del cinema hanno assorbito i tuoi umori. Quanti sogni abbiamo fatto insieme ben sapendo che sarebbero rimasti sogni. Quanta adrenalina abbiamo prodotto e consumato nella paura che arrivasse tuo marito. Per le mie fughe dal lavoro e le scuse per mia moglie. Quante volte mi hai strappato l’anima con l’eco dei tuoi siii. Ma poi è arrivato il giorno del triste risveglio. Come in un qualsiasi gioco d’azzardo, quando tiri troppo le corde della fortuna, così si spezzò l’incantesimo del nostro amore. Tuo marito scoprì tutto e ti pose il suo diktat. L’annuncio del nostro addio fu come anticipato da un presagio. Solo poco tempo prima ti avevo fatto conoscere i Doors, la cui musica più volte accompagnò i nostri amplessi, mischiandosi ai nostri gemiti e lamenti…. ed il giorno del nostro ultimo incontro, mi chiedesti di portare il loro CD. E quel giorno in macchina, mentre la triste voce di Jim Morrison cantava “this is the end, my beautiful friend the end, i’ll never look into your eyes again….” in quei terribili 11 minuti che dura la canzone, mi comunicasti tra le tue lacrime che si mischiavano alle mie, la fine della nostra storia. Tra la passione forte, libera, travolgente, irrazionale ed il freddo calcolo matematico, dettato dal raziocinio, scegliesti il secondo. Ti odio per la tua scelta, ma cosa avrei potuto offrirti??? Non le stupide convenzioni della società, ma la cruda maledetta realtà avrebbe fatto di noi due zingari del piacere. Ti odio perché prima mi hai fatto bere a profusione dall’aurea coppa del piacere, quella coppa cui sempre assieme ci siamo abbeverati. Ed ora sono qui solo a soffrire la sete e la fame… Ma ti amo, e sono sicuro che anche tu mi odi e mi ami. E sono sicuro che a lungo ti risuonerà nelle orecchie quel riff finale di Jimi …”thiiiis iiiis theee eeeend”. |