i racconti erotici di desiderya |
Salotto speciale 2011 |
“Raffinata e cerebrale”: così aveva scritto nella sua e mail quella che si firma “ Sex Madame de Staël , la signora di Modena che stiamo aspettando qui al bar . Paola parla molto, come raramente fa, sembra su di giri e questo mi fa piacere. Dopo le ultime esperienze della scorsa estate ed un paio di incontri con Anna e Andrea ( anche con loro c’è rilassamento) è subentrata tra noi una specie di pausa sensuale. Succede a tutti, e siccome era contemporanea e considerando il tipo di esperienze vissute non ci è dispiaciuto affatto passare qualche mese a godere solo di noi, dei pensieri e dei ricordi. Però poi è arrivata lei. Solo un paio di gambe ( eleganti nonostante i 56 anni che dichiara) nella fotina di messenger, il rifiuto di qualunque approfondimento visivo , le lunghe chiacchierate in chat con Paola e con me sull’erotismo e sulle esperienze riportate nel nostro sito (e le tante sue domande curiose) qualche accenno al suo salotto erotico ,come lo chiama, fatto di testa e di desiderio e non di invadenza corporea. Niente foto ma ha voluto parlare a voce con noi, per telefono. Ha una voce giovanile e nello stesso tempo calda e avvolgente, gattona e accogliente.
Che cosa voglia da questo incontro, però, non ce l’ha voluto dire. Forse per questo la nostra curiosità è aumentata giorno dopo giorno e quei racconti che ci ha inviato denunciano una grande cultura, una straorinaria vena di sensualità e grande fantasia. Una coppia Raffinata e cerebrale, ci ha detto, “che mi piacerebbe conoscere meglio, di persona, e alla quale vorrei fare una proposta del tutto nuova in grado di farvi conoscere una frontiera che non sospettate”. L’attesa dura dieci minuti più del previsto; quando “Sex Madame de Staël” al secolo soltanto e semplicemente Maria Grazia , arriva non ci delude. Bella signora, capelli ordinati, cappotto nero lungo sotto il quale indossa una gonna sobria, appena sopra il ginocchio, gambe eleganti con calze scure, mani curatissime e trucco discreto. Elegante in tutto, nel modo di salutare, di accavallare le gambe, di gesticolare controllandosi. La conversazione è diretta piacevole, amichevole. Dopo un paio di battute su qualche chilo in più che so di aver messo su e lo stile e la bellezza di Paola e dei suoi occhi, ci spiega che non è assolutamente corporeo il suo interesse. Potremmo essere bellissimi o bruttissimi senza che questo possa cambiare la sostanza di ciò che lei ha colto nella nostra vita e nei nostri scritti: una capacità assoluta di vivere la sensualità in modo intelligente e cerebrale, però ancora troppo condizionata (sostiene) dalla carnalità dell’approccio. Ci racconta del su percorso, del suo “ salotto” dei tanti contatti (migliaia e migliaia) con uomini e donne che avevano bisogno di altro che un sostituibile membro eretto o di un buco da penetrare. La parola, lo sguardo, la situazione, il contatto, la confidenza, lo spogliarsi delle inibizioni e non dei vestiti: questo secondo lei rende indimenticabile l’erotismo nella massima forma possibile per il genere umano. La fisicità dell’atto assorbe, contamina, porta direttamente all’istinto animalesco facendo sparire la sublimazione del pensiero sensuale, la soddisfazione del più importante organo erotico che possediamo, il cervello. E che ci creda veramente è tangibile: il suo sguardo avvolge, accarezza, ammicca, lo strofinio delle sue gambe penetra dentro facendo passare in secondo piano persino la sgradevole musica di questo locale. “ Pronti al grande salto” ci dice : noi siamo ad un passo da quel qualcosa che lei possiede e che rende il convegno di amorosi sensi e l’amore nutrito dalla coppia qualcosa di quasi sovrannaturale. Paola la segue in silenzio rapita, io cerco di comprendere dove voglia parare ma mi sento a mio agio, come se questi discorsi fossero miei. “Fiducia e considerazione” , la sensualità dell’affidarsi e di credere : questa la chiave per entrare nel paradiso del suo salotto , questo ci chiede senza altre spiegazioni che non siamo quelle fornite dalle sue parole, trasmesse dai suoi occhi, dalle sue e mail. Noi gli ospiti del prossimo incontro sensuale-culturale, i protagonisti, l’oggetto del desiderio e dei desideri sapendo che non ci saranno ammucchiate, contatti sessuali , che non ci sarà bisogno di preservativi o analisi per godere della nostra essenza dei nostri desideri e di quelli degli altri liberati da tutto il fardello del sesso da fare per giungere al sesso da pensare, solo affidandosi alle sue scelte. Sto per rispondere che dobbiamo parlarne e pensarci nello stesso attimo in cui Paola allunga la sua mano a prendere quella di Maria Grazia per dirle “ Ok senza dubbio , ci stiamo” senza neppure guardarmi, senza neppure consultarmi. Cosa assolutamente insolita per lei e per noi, segnale che sta seguendo il proprio istinto che, ho imparato, ha quasi sempre ragione. I dettagli sono importanti- ha detto ieri per telefono – a partire dal vestirsi. Non in modo volgare, ma neanche castigato. Deve essere un primo contatto con il pensiero degli altri, un modo di proporre la propria sensualità senza essere aggressivi, senza voler imporre la propria. Paola è andata apposta a comprare autoreggenti color carne, una gonna nera a pieghe una maglietta di cashmere nera e bianca appena scollata. Elegante e sensuale lo è stata sempre ma osservandola prima di uscire come stavolta mai: ha qualcosa dentro di diverso, qualcosa che trasmette su una insolita lunghezza d’onda. Maria Grazia ci riceve in uno studio piccolino e ricco di fascino: un paio di sculture , un grande dipinto di una donna nuda di spalle ( che potrebbe essere lei qualche anno fa) colori rilassanti. Ci spiega in cosa consisterà il suo salotto: noi saremo gli ospiti a disposizione per l’intera serata o nottata. Niente è proibito e quindi teoricamente neppure l’amplesso ma la condizione è che siano trascorse almeno tre ore dall’inizio del salotto ma è considerato un fatto negativo da tutti. In sostanza dobbiamo capire che sono cose che possono accadere, potrebbero, e questa possibilità reale è quella che deve alimentare la fantasia e il desiderio. Se avvenissero davvero rapporti sarebbe un ritorno al passato, un passo indietro. Ci chiede se afferriamo la differenza tra il “poter accadere” e “l’accadere” e le sue implicazioni. Sino a qui ci arriviamo. Per il resto il linguaggio del corpo, la postura, i dialoghi…tutto libero. Persino il “toccare se stessi” è ovviamente naturale se uno ha voglia di farlo, ma toccare solo il proprio corpo e non quello di altri è segnale di rispetto, di cultura del se e non di imposizione ad un altro od un'altra. Anche qui il discorso è chiaro: non è vietato farlo, allungare le mani o venir toccati da altri o altre, ma sarebbe una ricaduta, un livello inferiore. Il resto sarà il piacere del confronto,della confidenza nostra e di altri, l’ascolto delle altrui fantasie e la comunicazione aperta delle nostre a fare il resto. Non c’è bisogno di altro. Ci conduce per mano ,entrambi, a sottolineare la confidenza voluta, verso il salotto grande. Tre divani, due poltrone a cerchio, qualche poltroncina negli angoli, un camino acceso, una luce diffusa e discreta. Indica a Paola una delle due poltrone , a me il divano vicino. Lei si siede a diversi metri di distanza sull’altra poltrona di fronte sempre sorridendo e chiedendoci cosa gradiamo da bere. Sul grande tavolinetto al centro vino, liquori, acqua, tartine di vario tipo. Si mette comoda scoprendo un po’ le sue leganti gambe e Paola pochi istanti dopo la imita mentre lei, dopo aver suonato un piccole campanello, ha iniziato a parlarci della nostra doppia avventura con l’ingegnere chiedendomi che cosa mi abbia dato così tanto fastidio. Il suo sorriso e l’accoglienza a me destinate si allargano a una giovane coppia ( sulla trentina ) appena entrata, ad un signore elegante con i capelli bianchi di età indefinita, ed un altro paio di suoi amici che in silenzio sono entrati nella stanza e si sono seduti indirizzandoci appena un cenno di saluto con la testa senza interrompermi. Strano che stia parlando così facilmente del mio disagio di fronte a sconosciuti ma l’ambiente sembra sostenere queste confidenze. Paola ascolta, interviene, risponde alle domande prima discrete poi più intime della padrona di casa e degli altri che via via entrano in sintonia con la storia. La lei della coppia inizia a raccontare una sua fantasia prendendo spunto da una frase di Paola, lui, il marito credo, la guarda con desiderio. E’ una fantasia tutto sommato banale, fatta di dolce e concordata violenza, di essere offerta a sguardi e desideri ma non nasconde nulla dei dettagli che vorrebbe vivere in questo suo sogno che riferisce con tale capacità evocativa da far pensare più ad una avventura vissuta che ad un progetto. L’atmosfera si riscalda subito. Uno degli uomini presenti inizia a fare i complimenti all’eleganza di Paola ed alle sue gambe che meritano di essere guardate. Meglio. Paola ringrazia e si sposta sulla poltrona e la gonna si alza di parecchio. Il bordo delle autoreggenti è ormai fuori ma del resto anche le altre non nascondono. Lui confessa di aver cercato il nostro sito dopo aver saputo del nostro ingresso nel salotto e dopo qualche domanda intima cui Paola risponde senza vergogna o esitazione passa a raccontarle una sua fantasia che lo tormenta sin da piccolo, e quello che farebbe volentieri a mia moglie. Sul suo racconto si innestano anche gli interventi degli altri che arricchiscono di particolari, di ipotesi, di suggerimenti. Ora le gambe di Paola sono esposte come i suoi slip : non scosciata in modo plateale , seduta in modo composto ma senza ipocrisia. Sa di essere guardata la, che gli occhi cercano i passaggio e non fa nulla per opporsi. La mia erezione è fortissima come quella degli altri da quello che posso intuire. L’uomo della coppia ad un certo punto chiede il mio parere un suo desiderio ricorrente che la moglie non soddisferà mai perché ha paura ed è giusto che sia così, però lui ce l’ha e gli piace pensarlo e mi chiede se nelle nostre avventure abbiamo vissuto qualcosa di simile e come reagirei se Paola lo facesse. E’ una storia da cuck, da guardone della moglie, di sperma altrui e di umiliazione. Non appartiene al mio vissuto né alle mie fantasie anche se qualche volta ci siamo andati vicino ma sentirla esposta così con passione e semplicità diretta crea in tutti una forte eccitazione ulteriore. Mentre sta raccontando la moglie lo guarda, fa in modo che lui capisca che gli sguardi di tutti sono tra le sue cosce ormai aperte,e gli appoggia la mano strofinandola appena sui pantaloni. E’ un attimo e le ultime parole del suo racconto sono strozzate dal singulto dell’orgasmo che lo fa sussultare sul divano. Respira forte, chiede scusa, si alza e seguito dalla moglie abbandona la sala mente entrano altri due uomini, un ragazzo sulla trentina ed un signore più anziano, circa la nostra età. Ora Paola è al centro delle domande e dell’attenzione: le guardano le gambe, le raccontano quello che desiderano, le chiedono cose e dettagli, propongono immagini le più assurde e svariate con una naturalezza disarmante. Uno, quello con i capelli bianchi, le chiede consigli per avvicinare la moglie al mondo della trasgressione e poi confessa a mia moglie che forse i problemi sono dovuti al pene troppo piccolo. Guarda la signora maria Grazia, chiede a Paola e a lei se può mostrarlo ed avere un parere. Madame sorride e fa un gesto cordiale aprendo le mani, come a dire: puoi fare come vuoi se non invadi la sfera degli altri, e lui incoraggiato si alza calandosi pantaloni e slip. L’erezione dovuta ai discorsi lo fa scattare fuori deciso: un membro normalissimo una quindicina, di centimetri al massimo 17, piuttosto largo. Paola lo commenta tranquillizzandolo ,Madame lo guarda con curiosità e gli chiede di avvicinarsi a lei per farselo vedere bene. Quello aspettava e capisco che si tratta di un esibizionista dal modo in cui si toglie scarpe, pantaloni e slip e si precipita davanti alla poltrona di lei che lo esamina con attenzione con lo sguardo ( ma deve averlo visto altre volte) e scuote la testa. Uno dei presenti inizia a raccontare a Paola di quanto gli piacerebbe farselo vedere da lei e di come vorrebbe vederla nuda e scansarle quelle mutandine bianche sta ammirando. Madame continua in silenzio a scrutare la verga del suo ospite e poi dice a Paola di guardarlo bene lei “ Mi sembra che sia interessante ma troppo largo che dici Paola?” le chiede invitando l’uomo a posizionarsi davanti a mia moglie che scavalla le gambe e si tira su dallo schiena per guardarlo ancora da più vicino. Lui è li in piedi davanti a lei a pochi centimetri dal suo volto. L’erezione ha una strana curvatura in basso. E’ dritto per dritto ma leggermente curvato in basso. Lui continua a parlare della moglie, della sua voglia di essere guardato, di far guardare la moglie e dei problemi del suo pene tenendo le mani dietro la schiena come uno scolaretto. Paola chiede permesso alla signora e dopo un cenno di assenso allunga la sua mano prende l’asta con due dita e la solleva per guardarla sotto. Lui interrompe il discorso per u n sospiro profondo e mentre Paola gli sta esaminando la base comprende che è al punto di non ritorno. Non lo masturba: lo tiene semplicemente con due dita, accenna solo da quello che posso vedere, ad un lieve scappellamento tirando appena giù la pelle mentre il liquido bianco inizia ad uscire dalla punta lentamente,senza schizzi, scivolando lungo l’asta , lo scroto, le cosce bagnando le dita di mia moglie e scivolando a gocce grosse anche sul tappeto. “Sei il solito frettoloso” le dice comprensiva Madame, scusandosi con Paola e spiegandole, mentre mia moglie coscienziosamente non lo abbandona e finisce con lievi movimenti, che Luigi è un amico caro e che soffre un po di eiaculazione precoce come abbiamo potuto vedere ma che stavolta è stato sin troppo bravo e che spera che a Paola non abbia dato fastidio questo fuori programma. Mia moglie è troppo presa dall’atmosfera e dalla tensione erotica. Lascia la presa mentre lui si allontana e davanti agli altri fa una cosa del tutto inaspettata. Si lecca le dita asperse di sperma! “ Dicevi invece tu?” chiede all’uomo che le stava raccontando quello che le avrebbe fatto e lo interroga con malizia finendo di leccarsi le dita. Non resiste. Si porta la mani sui pantaloni ancora chiusi e viene anche lui strofinando ed io sono ad un passo dal farlo anche io guardando gli slip di mia moglie e quelli di madame offerti in modo altrettanto generoso. Basterebbe che mi toccassi e verrei anche io dopo tutti questi discorsi. I due escono lasciando il posto ad un altro signore ed una coppia anziana. I discorsi proseguono: è tutto un immaginare, un raccontare, un chiedere a Paola dettagli erotici, un condividere le fantasie che gli uomini hanno su mia moglie, le cose che le vorrebbero fare , le cose che vorrebbero facessero le loro compagne. Il tono è calmo, come se si stesse parlando di calcio, ma l’eccitazione alle stelle. Quando il ragazzo dice che si è fatto tante seghe sulle foto di Paola nel sito e che darebbe chissà cosa perché mia moglie lo guardasse mentre se ne fa una pur non essendo la cosa più erotica che ho sentito, sento che sono ormai al punto prima di venire. Madame chiede a Paola se possiamo accontentare il giovanotto e quando lei risponde certamente aprendo le gambe meglio per farsi vedere, senza neanche toccarmi vengo nelle mutande. E’ un orgasmo insolito, fortissimo, totale, inaspettato: Sento il liquido caldo abbondante scivolare ovunque e il respiro affannoso tradisce ciò che mi è successo. Madame mi guarda soddisfatta. “ bello vero godere così?” “ Ora tocca a lui “ e indica il giovane che si sta masturbando dopo aver estratto un grosso pene. Lo fa con lentezza incurante del fatto che la signora seduta accanto a lui lo guardi con tenerezza e inizi a raccontare a Paola un’esperienza vissuta molti anni fa. La sega è lunga. Altri intervengono come se il ragazzo non stesse facendo nulla, una situazione surreale che mi eccita di nuovo sentendo il bagnato e l’appiccicaticcio nelle mutande. Paola, guarda ascolta, commenta, risponde poi ad un certo punto le vedo gli occhi lucidi che conosco, il fremito della voglia. “Madame io dovrei…” “Masturbarti, venire di già Paola? “ “Si, non ne posso più io sono una che…” “ Che viene molte volte, si lo so ho letto, e per questo non apprezzi. Vedi Paola il multi orgasmo è una bella cosa ma devi imparare a resistere. Ascolta ancora i racconti e le fantasie, non ti toccare, dammi retta, poi ci penso io… fidati” Mia moglie mi guarda quasi chiedendo aiuto ma ubbidisce. Torna a sentire ,rispondere,ascoltare di cazzi che la vorrebbero, di piccole e grande perversioni, di leccate di ore, di sperma che la riempe senza che nessuno stia mimimamente pensando di farlo. Trema a trattenere l’orgasmo, la capisco mentre il ragazzo spruzza densi fili davanti alle sue mutandine ed un altro si alza con una vistosa macchia sui pantaloni. “Ti prego Maria…sussurra paola” “ Ancora un attimo amica mia, le dice, abbi pazienza, resisti. Guarda questo amico mio che ha tanto bisogno di essere rassicurato” Il quarantenne che era seduto dietro nella poltroncina si alza e si cala i pantaloni. Ha un coso enorme, duro e dritto, sarà almeno 23-24 cm e piuttosto largo, sul genere di quello dell’ingegnere e il pensiero mi crea una fitta tra le gambe costringendomi finalmente a toccarmi da sopra i pantaloni. L’uomo si avvicina a Paola : se conosco mia moglie sta morendo dal desiderio di toccarglielo, prenderlo in bocca e ovunque con la voglia che ha caricato. Paola si volta verso di me quasi per chiedere aiuto mentre il grosso pene è vicino a lei . “ Maria .. ora ti prego , posso?” quasi implora La nostra ospite si alza. “Aspetta. Non ti toccare. I nostri ospiti meritano qualcosa di più , no?. Ei pronta a farti fare una cosa pur di venire?” “Si ma se subito perché se no vengo così senza toccarmi” “ Paola calma. Ora verrai, davanti ai nostri amici, ma in un modo che sentirai del tutto nuovo. Tranquillizzati e aspetta. Il membro grosso è li con lui che lo tiene e fa lentamente avanti ed indietro facendo diventare paonazza la cappella. So che Paola lo vorrebbe , lo guarda con insistenza ma ubbidisce. Madame si avvicina alla poltrona di paola.ù “ Alzati un attimo Paola”. Ubbidisce quasi in trance. Lei le alza la gonna decisa e con gesto sicuro le sfila gli slip zuppi. La fa risedere. Prende di peso una sua gamba e la mette sul bracciolo della poltrona facendo cenno di fare altrettanto con l’altra e le tira su bene la gonna. Ora è nuda davanti a tutti oscenamente aperta con le sue eleganti autoreggenti e la peluria curata e rada del pube esposta. Le grandi labbra della figa sono spalancate e bagnatissime . ” Non venire paola e non ti toccare. Vedrai, scoprirai una cosa. Intanto i nostri amici possono avvinarsi a te e guardare bene come sei diventata la sotto con i loro racconti ,con le floro fantasie le loro parole. Tuo marito si sta masturbando sai? “ e mi fa cenno di farlo liberamente,. Gli uomini presenti e persino la signora si avvicinano, si chinano ad osservare mia moglie da vicino tra le gambe ,nessuno osa toccare, tutti la guardano bene e si allontanano. L’uomo accanto a lei,quello con il cazzo grosso è ormai in sega e decido di avvicinarmi anche io per vedere liberandomi di pantaloni e slip bagnati. Mentre la guardano tutti così aperta e lei si lamenta pregando di farla venire Madame fa i complimenti al mio cazzo e poi le rammenta i racconti le confidenze. “Ora Paola devi essere brava. Sarò io a farti venire, voi state qua attorno e guardatela bene e tu Pino guarda e dimmi se tua moglie ha mai fatto così. Si inginocchia tra le sue gambe spalancate. La mano destra lentamente si avvicina al suo monte di venere. “Paola no n venire, fallo solo quando te lo dico io, fai uno sforzo” Mia moglie annuisce e in quel momento l’uomo dal cazzo grosso si allontana “aspetta paola le ripete Maria Grazia. Le esplora i peli con la mano, con le dita completa la schiusura delle grandi labbra, e a quel contatto mia moglie sta per esplodere. “Aspetta aspetta ancora Paola. Le stringe forte la figa un attimo. Torna ad aprirla. Prende il clitoride diventato enorme con due dita e comincia a carezzarlo stringendolo forte procurandole dolore e piacere tanto che inizia a lamentarsi forte. La mano sinistra di maria Grazia si fa strada. Due dita scompaiono dentro la vagina di Paola che sta per esplodere. “No, aspetta aspetta ancora” le ordina stringendo ancora forte il clito. Tutti sono chinati a guardarla La mano di maria grazia continua a penetrare dentro Paola.Incredibilmente con facilità enorme l’intera mano le scompare dentro : un fisting che Paola non ha mai fatto. La mano è tutta dentro sino al polso mentre continua a tormentare il clito con l’altra. Paola urla quasi ma di piacere. “Ora facciamo vedere agli amici come è un orgasmo così ben preparato, uno solo. Ti leverò la mano e tu sei libera di venire” La estrae di colpo, tutta bagnata e strofina forte. E’ un attimo. Paola urla come raramente l’ho sentita ed incredibilmente un spruzzo, un getto forte di suoi umori, le esce dalla vagina , si contorce, si agita, urla ancora si dibatte a gambe spalancate, poi le chiude di scatto e crolla sulla poltrona svenuta, letteralmente svenuta ,nel momento in cui vengo anche io sulle sue gambe seguito da qualche altro che non vedo. Mi preoccupa a vederla così priva di sensi e mi precipito ma Maria Grazia chiede a tutti di allontanarsi e con garbo le carezza il viso con piccoli colpetti . “Tranquilli, la prima volta fa così per le persone più sensibili, ci dice . Paola sembra ancora priva di sensi sulla poltrona le gambe leggermente dischiuse. Continua con la destra a carezzarle il viso mentre la sinistra rialza la gonna che aveva abbassato e inizia un piccolo massaggio circolare tra le gambe zuppe , i peli intrisi e la poltrona macchiata. Paola si muove sospirando . “Brava,amica mia, brava, un grande orgasmo ora puoi venire ancora davanti a tutti come piace a te poi l’uccello te lo darà casa tuo marito ma pensa a tutti quelli che ti hanno desiderato, pensa alle cose che volevano fare di te a come ti hanno guardata spalancata, dentro, a come hai ubbidito e ti sei prestata alle loro fantasie, brava Paola vienimi di nuovo piano, piano, in mano così” Lei continua il massaggio tra le cosce di mia moglie strofinando appena senza penetrarla e paola respirando più forte la aiuta assecondando con il bacino il movimento e puntando i piedi a terra. E’ questione di pochi movimenti, so che il secondo orgasmo di Paola arriva subito, quasi a scaricare la tensione e il suo “ahhhhh” stringendo le cosce attorno alla mano di lei , è il segnale della fine. Almeno credo Due minuti dopo mia moglie è di nuovo seduta composta sono rimasti in tre o quattro nel salotto. Paola le conferma di non aver mai goduto così tanto e Madame spiega come questa volta il piacere sia venuto dal cervello. Ci rivestiamo tutti, ancora un paio di chiacchiere e ci salutiamo con affetto dandoci appuntamento ad una prossima occasione. Mi bacia con passione appena scesa la prima rampa. “Che meraviglia Pino” mi dice mentre sobbalzo perché a noi si è avvicinato un uomo che era nascosto nella penombra. “Scusatemi . ci dice – vi prego, scusatemi- ripete. E’ l’uomo dal cazzo grosso che in effetti è ancora più grande e ancora fuori dai pantaloni. “Vi supplico, vi supplico, io non ce la faccio a venire con una sega e la mia signora non vuole che…” Dunque è lui il marito di Madame. La teoria dell’amore cerebrale funziona , ovunque e per tutti, meno che per il marito. “Ti ho desiderato in un modo folle, mi scusi anche lei- dice a me- ma mi è parso di vedere che anche tu Paola lo desideravi. Mia moglie la penetrazione me la fa fare pochissimo ed io …” piange quasi dal desiderio represso. “ ma come…? Ma ti pare” prova a rispondere Paola che però è calamitata da quell’enorme coso “ Aiuto, aiuto. Non ne posso più . Lo so che è assurdo ma …ti voglio, ti voglio, un sol oattimo” Sto per rispondere malamente ma ancora una volta Paola mi precede. “ Pino io ne ho voglia, lui ne ha bisogno, mi aiuti?” “ Vi prego vi prego” insiste “ Ma dove…? Come? “ chiede paola che intanto ha allungato la mano e glielo tocca. “ Di qua” urla quasi lui con entusiasmo. Scende ancora una rampa, infila una porticina sulle scale, ci conduce per un breve corridoio ed entriamo in una stanza completamente vuota con una poltroncina vecchia al centro. “ Così così si agita lui in preda ad un raptus” Mi fa sedere sulla poltrona. Sembro anche io in trance non capisco . Guida Paola bruscamente a fianco della poltrona, la fa piegare sino a riversarsi sulle mie gambe con il sedere in fuori . “Posso Paola, posso penetrarti?” Lei si alza la gonna in questa improvvisata pecorina con i l suo viso sulle mie gambe. “Pino toglimi lo slip tu e aiutalo, ce l’ha grosso” Glielo sfilo mentre lui si sistema alle sue spalle. E’ ancora bagnatissima da prima quando le passo la mano tra le natiche per insalivarle un po’ la vulva. Gliela dischiudo con la mano destra mentre lui impaziente con la punta del suo grande cazzo scansa la mia mano per iniziare a penetrarla. Sento il desiderio di Paola mentre vedo la lunga verga entrare dentro di lei a scatti. Qualche secondo e Paola mugugna forte quasi mordendo il mio pantalone e stringendomi le gambe mentre lui ha iniziato a scoparla avanti e indietro lentamente sino in fondo. Vedo il grosso cazzo penetrarla ed uscire e le tengo appena dischiuse le natiche per facilitare la penetrazione profonda in una posizione in cui lui in pratica rischia di cadere su di lei. Quando aumenta il ritmo dei colpi infilo il mio dito medio nel buchino di mia moglie, sino in fondo. Così sento benissimo il grosso membro scivolare dentro di lei, allargarla, muoversi con forza. Pochi istanti e percepisco il piacere di Paola che però no n sembra in grado di arrivare all’orgasmo e i primi sussulti del suo grosso cazzo. “ Scusate, ma posso…?” “Venirle dentro? Completo la frase. “Si posso?” “Su sborra senza problemi. Riempimela” A queste parole Paola viene, nel momento in cui sento con il dito infilato dietro i lunghi schizzi scaricarsi dentro mia moglie . Un orgasmo lungo e silenzioso . Appena ha finito di scaricarsi si stacca e fugge via balbettando. Paola ride, si rimette in piedi. Un fiotto di sperma le esce dalla vagina e cade a terra. Poi prosegue a scivolare una lunga cascata bianca tra le sue cosce. Usa le mutandine per pulirsi, poi senza dire niente, le avvolge in un fazzolettino le mette in borsa e finisce di pulirsi con un altro fazzolettino. Mi bacia toccandomi l’uccello divenuto durissimo. Andiamo a casa amore mio, ti devo molte cose non ti pare: lui ha bisogno di cure. |