i racconti erotici di desiderya

Quando la realtà è una fantasia incrementata

Autore: Diplomatico
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Martedì, fine maggio, giornata piuttosto calda.

Sono al mare a ridipingere la casa in attesa di una incipiente estate.

Spennella spennella, finalmente la cucina sembra finita, anzi è decisamente carina. Mi merito un premio? Decido che me lo merito! Ripongo pennelli, secchi e solventi e me ne vado sulla spiaggia.. Non avendo costume ne approfitto per andare al Nido dell’Aquila, vicino a Baratti, così almeno vedo anche un posto nuovo. Nel parcheggio ci sono una ventina di macchine, trovo un posto all’ombra e mi addentro nella profumata macchia mediterranea alla volta delle dune. Siccome la realtà raramente ricalca l’immaginazione, sono preparato a trovare omini tristi in cerca di qualcosa da sbirciare e invece.. sorpresa!

Morbidamente e languidamente posizionate ad arrostire al sole ci sono diverse coppie e qualche ragazza sola, oltre a qualche singolo tranquillo (sembra che essere singoli sia una cosa turpe, ma in realtà ci sono anche persone squisite..). Srotolo l’asciugamano, libero le affannate membra dai vestiti e, prima di tutto, godo della sensazione dell’acqua freddina sulla pelle. E’ un meraviglioso istante di tempo inatteso, rubato e regalato. Quando esco dal mare e riconsidero la situazione storica, mi domando se le coppie lì presenti sono le stesse che propongono cose indicibili su questo sito.. sembrano tutti così tranquilli e rilassati, chi legge, chi si unge, chi sonnecchia. Qual è la realtà? Forse la realtà è proprio in questo dualismo. Mi siedo, ci penso un po’ su, chiudo gli occhi.

Ma le dinamiche sociali sono troppo stimolanti per dormire e allora osservo.

Si percepisce in realtà una certa tensione, ma manca un innesco, una situazione in grado di rompere il ghiaccio.

Finalmente una coppia si alza, si sgranchisce le lunghe gambe e comincia a giocare a frisbee. In questo modo un innocuo gioco preadolescenziale diviene veicolo di comunicazione. Vediamo un po’ cosa succede..

La coppia è formata da una signora mulatta con forme che nessun costume potrebbe celare, ammesso che lo indossasse, e da un signore di mezza età molto distinto, certamente elegante, quando vestito. Ridono e scherzano come bambini, seminando apprensione tra i bagnanti. Ma ora è facile parlare, si commentano il mare, il sole e la mancanza del gene per il frisbee nelle donne, ci si sorride. I lanci si allungano, forse il gioco non è così ingenuo, ed infatti i due migrano lentamente verso la coppia più bella del Mediterraneo: lui è decisamente bello, bronzeo, non giovane e sorprendentemente dotato; lei somiglia (pare a me) a Catherine Zeta Jones e riesce a prendere il sole soltanto in studiatissime pose estremamente eccitanti. Sono affabili e cortesi, ma decisamente poco attratti dai dischi volanti e dai loro possessori. Matteo e Francine (scoprirò poco dopo che si chiamano così) ripiegano allora sulla seconda scelta (non male come risultato..) e, con lui leggermente dispiaciuto, bagnati e affannati, si siedono nel mio territorio. La conversazione è gradevole e varia, a tratti soltanto maliziosa. Mi sento un po’ come a un colloquio di lavoro, ma se la ricompensa è quella che penso vale la pena di mantenere il self control. Balbetto soltanto un po’ quando incrocio gli occhioni di Francine che indugiano sul mio ombelico o quando ridendo mi appoggia una mano sulla coscia (ma se ne rende conto degli effetti?), ma sento di essere stato ormai accettato e mi rilasso. Mi piace una frase di Matteo: “andiamo al chioschino a bere qualcosa, così poi possiamo spogliarci di nuovo”. Vecchio lupo di mare! Riesce a trasmettere un nuovo senso di intimità che ci fa sorridere..

Giunta l’ora in cui le brave persone tornano a casa, ci incamminiamo su un sentiero poco battuto verso il parcheggio dove, a loro dire, sono soliti consumare il rituale del saluto.. “che oggi durerà un po’ di più..” mmhhh… Sbucato dal nulla, compare tra i bassi pini un tavolo di legno da pic-nic, su cui Matteo si siede e io altrettanto. Francine si accomoda sulla panca e le scorgo una nuova malizia negli occhi, mentre ci apre gli asciugamani e comincia a carezzare i nostri membri scandalosamente tesi. A volte la realtà supera decisamente la fantasia! Da quel momento ho un ricordo piuttosto confuso, a tratti molto vivace, della lingua e delle labbra di Francine che sibilano parole francesi sicuramente efficaci, di Matteo che la solleva per le ascelle e la bacia con passione, di lunghe carezze e di pelle color del miele, salata e profumata di sole. Mi lascio andare per primo, Francine lo capisce e accoglie il mio orgasmo nelle sue mani. Mi sembra giusto che possano ritrovare la propria unità e salutarsi intimamente. Matteo non cerca neanche di entrare dentro di lei, si capisce perfettamente che è a tutti gli effetti un rituale che i due conoscono e rispettano. L’orgasmo di Matteo è lungo e arriva da lontano, vedo la schiena di Francine che si contrae leggermente, il bacino ruota in avanti, la bocca si schiude come un fiore a ricevere il polline. Nessun grugnito o urlo, nessuna traccia all’esterno della passione consumata, solo un sorriso scambiato con gli occhi negli occhi. Sono bellissimi.



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