i racconti erotici di desiderya

Pomeriggio libero


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Avevo il pomeriggio libero da impegni di ogni genere ed ero solo in casa.

E dopo il lavoro, come al solito, la mia voglia di sesso era aumentata dopo aver visto diversi annunci di trans e mi decisi di incontrarne una in particolare.

Una stangona di circa un metro e novanta dalla pelle di colore d’ebano, con lingerie finissima e capelli neri lunghi aveva attirato la mia attenzione.

Appartamento non distante da dove abito io e quindi facilmente raggiungibile anche a piedi, circa 5 minuti di strada con piacevole passeggiata tra i negozi.

Le foto molto attraenti, in pose sexy, denotavano una persona dalle curve femminili molto accattivanti, ma rimasi sorpreso di più quando guardai le foto hot.

Un bastone di carne dal colore nero chiaro che arrivava oltre il suo fianco da sdraiata. Rimasi colpito e immaginai che non era per niente reale pensando che il foto ritocco avesse fatto la sua parte.

Forse più per curiosità mi decisi di andare a trovarla e feci la chiamata.

La voce era sensuale e molto calda e mi disse che era libera e si sarebbe dovuta preparare. Anche io dissi che mi sarei preparato lasciandola nella sua curiosità e perplessità senza dire di più.

Scesi in garage sotto casa dove ho un armadio con i miei vestiti e le mie cose e tirai fuori la valigia con i miei indumenti più segreti.

Indossai un paio di calze autoreggenti che feci scivolare sulla mia pelle bianca liscia e depilata; un reggicalze nero e sopra un perizoma sempre nero; una guepiere che mi strinse i fianchi e il tutto coperto da una tuta da ginnastica comoda da togliere sul luogo; un paio di scarpe da ginnastica e un giubbotto per coprirmi dal freddo con cappello. Ero pronto e pulito e mi incamminai verso l’uscio dello stabile.

Camminavo normalmente come una persona normale ma sotto ero eccitato e mi sentivo una grandissima troia che va all’appuntamento dalla sua amante con il cazzo che fuoriusciva dal perizoma.

Infatti ero preoccupato che qualcuno si accorgesse di quella mia situazione e tenevo stretto il giubbotto chiuso sul davanti per evitare che qualcuno mi scoprisse.

Non nascondo il freddo che sentivo ma il calore dentro di me aumentava ad ogni passo che facevo dirigendomi nell’appartamento della mia amante.

Giunto dopo circa 10 minuti suonai al campanello e una voce mi indicò di salire al terzo piano, cosa che feci in fretta per evitare di incontrare delle persone.

Al pianerottolo vidi che la porta era semiaperta e senza bussare entrai dentro salutando quella figura femminile che mi aspettava.

Dal vivo sembrava molto più alta e mi trovai una donna a tutti gli effetti con una vestaglia di seta e un profumo che mi prese alla testa.

La baciai sollevandomi sulle punte e lei mi carezzò il viso sorridendo. Le feci i complimenti perché le foto secondo me non le davano giustizia e dal vivo era molto meglio e lei sorridendo mi prese per mano facendomi accomodare sul salotto.

Fatto ciò, tolse la vestaglia e rimanendo solo con le calze e il perizoma rosso iniziò a girare per farsi ammirare ancora di più. Io continuai nei complimenti e cercavo si sbirciare tra le gambe per capire se quello che avevo visto in foto rispecchiasse la realtà o non si trattava di foto ritocco.

Lei capì i miei desideri e toltosi il perizoma fece cadere fuori un fardello di carne che quasi arrivava al ginocchio. Rimasi a bocca aperta per lo stupore e avvinatasi verso di me iniziò a baciarmi e a condurre la mano su quel bastone di carne caldo penzolante.

“Ti piace? Inizia a menarlo con la mano che diventa grosso e poi lo assaggi con la bocca” continuando a baciarmi sulla bocca e sul collo e iniziandomi a spogliare.

Tolto tutto lei rimase sorpresa dal mio abbigliamento e ridendo per la sorpresa mi disse: “ Non pensavo che ti saresti presentato così; la sorpresa l’hai fatta tu a me; ora capisco cosa intendevi per prepararti però così non sei completa, ti ci vuole una parrucca e delle scarpe che io posso prestarti, vieni di là” e prendendomi per mano mi accompagna in camera da letto dove mi fa indossare le scarpe, parrucca e inizia a truccarmi.

“Ora sei completa e diventerai la mia troietta per questo pomeriggio; mi voglio divertire con te e fare divertire anche qualche mia amica”.

Non capivo bene cosa intendesse dire ma prese il cellulare e fece qualche chiamata mentre, facendomi inginocchiare, iniziò a pomparmi la bocca con lentezza.

Io ero su di giri e sentivo quel cazzo che si induriva tra le mie labbra e la mia gola; mi soffocava quando premeva fino in fondo e iniziava a farmi male la bocca per quanto l’ho tenuto dentro. Lo afferrava con due mani per cercare di limitare l’ingresso in gola per non strozzarmi ma lei, premendo sulla testa con le mani mi spingeva verso di se incitandomi a prenderlo tutto.

“Vedrai quando lo sentirai dentro il culetto come ti apro e ti rompo, altro che bocca, li ti arriverà in gola ma da dietro” sorridendo e premendo mentre mi sculacciava sulle natiche che si arrossivano ad ogni colpo.

“Poi mi dirai di volerne ancora e per questo sta arrivando una mia amica che abita sopra per farti la festa in due; non vorrai più andare via da qui e quando lo farai sarai sfinito”.

La cosa mi preoccupava un poco ma ero incuriosito ancora di più dalla situazione. Mi disse di mettermi a pecorina sul bordo del letto e dopo avermi passato una crema sul buchetto e avermi infilato un dito prima e poi due e tre mi disse che ero pronto a riceverlo.

Inarcai la schiena il più possibile e mettendo le mani davanti a me con il culetto alzato al massimo dato che lei, anche in ginocchio, era molto alta e iniziai a sentire che la cappella premeva sul mio buchetto.

Non era molto grossa e penetrò facilmente lo sfintere ma quello che mi preoccupava era il resto: infatti aveva una cappella piccola, quasi a punta e quindi sarebbe entrata molto facilmente ma il resto era a forma di cono.

Man mano che arrivava verso la base quel cazzo si allargava a dismisura raggiungendo una larghezza impressionante come quella di una lattina e per di più era di circa un 24 centimetri.

Inizia a sentirlo dentro che scivolava facilmente all’inizio ma poi sentivo che mi stava aprendo come una mela e le pareti del mio culetto si dilatavano a dismisura.

Iniziai a gemere di dolore ad ogni centimetro che scendeva; poi ritornava su per penetrarmi e guadagnare il mio intestino.

Ad ogni colpo la pressione diventava più forte e il buchetto si allargava fino a slabbrarsi e avviluppare quel tronco che mi faceva andare in estasi; sentivo i colpi sulla schiena e il diaframma mi spezzava il fiato e ad ogni uscita la depressione tirava fuori le viscere come se volessero uscire.

Gemevo sotto quei colpi e chiedevo di fare piano ma lei forse per ripicca continuava a stantuffarmi forte fino a quando non sentì che le mie chiappe sbattevano sul suo bacino; 24 cm erano dentro e lo sfintere era ormai rotto al punto che lo sentivo slabbrato ogni volta che tirava fuori quel bastone di carne olivastra.

Provavo un piacere mentre scivolava dentro spezzandomi il fiato e ancora più piacere quando scivolava fiori per tutta la lunghezza. Un calore mi assaliva dentro, sui fianchi e sulla schiena quando iniziò a penetrarmi velocemente avanti e dietro.

Ormai ero aperto totalmente e i miei muscoli si erano rilassati ed abituati a quelle dimensioni notevoli di quell’amante prepotente ma nello stesso dolce come il miele.

“Sei una femmina in calore; sento il caldo del tuo culetto dentro e gemi come una cagna in calore” diceva mentre pompava e stingendomi i fianchi e la pancia.

Ad un tratto mi girò di schiena sul letto e prese le gambe portandole sulle sue spalle e continuando a pomparmi iniziò a baciarmi sulle labbra.

A quel punto la penetrazione era al massimo; lo sentivo spingere dentro con forza che i colpi si ripercuotevano sulla mia pancia e schiacciandomi il ventre con la mano sentivo i colpi da dentro.

Capì che stava arrivando dato che tremava ad ogni affondata e ad un tratto, di scatto, me lo porse sulla bocca.

Io da gran troia lo presi tutto aspettando che il liquido caldo entrasse dentro di me: un colpo, due e i fiotti di sperma iniziarono a scendere in gola e fuori dalla bocca.

Sembrava un idrante il cui getto non finiva mai e mi sporcò il mento e il collo: un liquido caldo e amaro scendeva dentro di me e con la lingua cercavo di non sprecarne nemmeno una goccia.

Ero assetato e bevvi tutto con avidità.

Dietro sentivo che stavo sbrodolando dal culetto e pulsando ancora non riuscivo a chiudere le natiche e il buco perché ero rotto e la sensazione mi faceva comunque piacere.

Accasciatasi sopra di me e continuando a baciarmi diceva che le era piaciuto tantissimo e io sorridendo rispondevo che era piaciuto di più a me.

Mentre la carezzavo e parlavo di questo una voce altrettanto femminile rispose a quelle parole:

“Pure io mi sono divertita a guardarvi; ma ora anche io voglio la mia parte di piacere con te”.

Durante l’amplesso nessuna delle due si era accorta che l’amica del piano superiore era scesa e piano piano si era goduto la scena.

Ma è un’altra storia…….

Auguri di Buone feste e Buon 2017



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