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Ottavo seguito a “ecco come fu…”


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Ottavo seguito a “Ecco come fu…”

Ci rivedemmo da Nino, qualche giorno dopo, ed ormai ero preda consenziente di loro due. Non vedevo l’ora, andando da loro, di essere toccato, accarezzato, baciato, inculato. Finì il periodo scolastico e, approfittando del fatto che suonavo in un complesso e che eravamo riusciti ad avere un contratto alla Taverna Municipale per tutta l’estate, potei far vedere ai miei di stare, per la stagione, a Grado. Leo, che vi aveva un appartamento, mi requisì immediatamente.

Sin dal primo momento lui aveva fatto un progetto su di me: ero la sua troietta e mi avrebbe usata come tale. In definitiva era il mio “magnaccia”, come dicono a Roma. Sin dai primi giorni mi portava in giro esponendomi agli sguardi di persone che, lui lo sapeva, sarebbero state interessate a questa “troietta”. I primi giorni, soprattutto, mi portava in spiaggia al solarium dove ci si poteva esporre nudi a prendere il sole e dove, lui sapeva, c’erano dei pedofili che avrebbero sbavato per questa “fighetta”. Se avevo necessità di andare ad orinare, c’era sempre qualcuno che si alzava dalla sua sdraio per seguirmi e, se possibile, non perdeva occasione di palparmi il culo mentre orinavo. La mia parte femminile “sbavava” per questi contatti. Nel frattempo Leo intesseva trame e contatti, a mia insaputa, con varie persone le quali avevano capito che, per avere accesso a me, dovevano passare attraverso lui. Così, dopo qualche giorno, al pomeriggio iniziarono ad arrivare persone alle quali lui mi metteva in mostra chiedendomi, neanche velatamente, di spogliarmi e di farmi vedere ed essere gentile con loro. Mi sentivo molto “troia” e la cosa mi eccitava, anche perché, alla fine di ogni incontro, c’era una mancia generosa per me. Godevo e…. ero pagata per godere. Pura libidine.

Quando eravamo in casa aveva iniziato a farmi girare con un paio di zoccoli, che rialzavano il mio culo, e un pareo attorno alla vita, senza mutande sotto. Così, quando arrivava qualche cliente, avevo un’aria più femminile ed ero più facilmente denudabile per mostrare la merce. Uno dei primi che ci venne a trovare, evidentemente informato da Leo, fu il Giulio, il pescatore. Venne da solo: mi voleva senza altre divagazioni, mi voleva tutto per se e lo disse esplicitamente al Leo, dandogli i soldi prima di chiuderci in camera. Fu molto delicato, sapeva di avere un cazzo molto grosso, perciò si prese tutto il tempo per impomatarmi, rendermi dilatato e pronto ad accoglierlo. Nel mentre mi preparava me lo mise in bocca chiedendomi di succhiarglielo, cosa in cui mi applicai con molto piacere avendo soddisfazione nel sentire come riuscivo a farlo inturgidire, finché non mi allontanò prima di godere per mettermi a pancia all'aria, alzarmi le gambe e prendermi come una femmina, guardandomi negli occhi mentre, millimetro dopo millimetro, entrava in me godendo del mio culo stretto, dicendo ” Nonostante te la avessi allargata per bene, hai ancora la fica stretta, ma adesso te la riallargo tutta”. E una volta entrato si inchinava su di me e mi baciava, infilandomi tutta la lingua in bocca e succhiando la mia iniziava, lentamente, a trapanare il mio culo.

Poche volte, in vita mia, ho provato brividi come quelli che riusciva a farmi provare quel cazzo. Pur se inizialmente dolorosa la sua penetrazione riusciva a portarmi a livelli incredibili, stimolandomi la prostata al punto che, senza alcuna manipolazione ed a cazzo molle, iniziavo a sborrare come una fontana. Una goduria!! Tra l’altro aveva una resistenza incredibile: potevo far di tutto per stimolarlo ma riusciva a trattenersi a lungo, prima di godere. Pazzesco, sensazioni incredibili !!

Leo, ogni giorno, mi sottoponeva a nuove esperienze: con due tedeschi, con tre, con due maschi ed una femmina (la moglie di uno di questi), addirittura una gang bang con sei di loro, ed io ero… erotizzato al massimo, non desideravo altro. Facevo difficoltà a realizzare quali erano le sere che dovevo andare a suonare (tre sere a settimana).

Bisogna dire che, soprattutto grazie a come me lo aveva allargato Giulio, il culo, nonostante l’uso ormai quasi continuo, non mi bruciava più, era “elastico” ed accettava di tutto. Chiaramente continuavo ad essere la “troietta” di Leo, che ogni notte, dal momento che mi faceva dormire con lui, mi usava: ero la sua “femmina”.

Ed io ero succube della sua personalità e del suo…cazzo! Mi aveva plagiato. Ero sempre desideroso dei suoi baci, delle sue carezze, del suo… trattarmi da femmina e non farmi mancare nulla. Ed incularmi da femmina, succhiandomi nel contempo il mio clitoride. Solo lui riusciva a farmi questo, facendomi impazzire e godere da matti. Una giornata che non dimenticherò mai è stata quella in cui mi ha portato sulla barca di un grosso imprenditore, uno yacht da 19 m. dove trovai tre uomini e quattro donne che mi usarono anche peggio dei maschi, con vari cazzi finti allacciati alla vita e vari gadget. Ne uscii sfinito e quella sera Leo dovette farmi gli impacchi e coccolarmi. Ma era felice di come lo ricompensavo e della soddisfazione che gli davo con i clienti.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 17/05/2017 22:07:25
Giudizio personale:
la storia diventa sempre più porca, e più eccitante...


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