i racconti erotici di desiderya |
Maestro di sci |
Stagione invernale alle porte, io come ogni anno mi preparavo ad accogliere frotte di bambini indiavolati sugli sci e sulle tavole… si sono un maestro di sci lavoro a S. Martino di Castrozza e di adulti e bambini incapaci non ne posso più… La stagione è iniziata abbastanza bene, nevica spesso e pochi turisti in giro, certo non dovrei lamentarmi so che è il mio lavoro, ma provate voi a farlo per anni, sempre la stessa cosa, classi con 20 bimbi che mettono gli sci ai piedi per la prima volta…. Un delirio insomma.
Dopo mesi di routine appare all’orizzonte una novità… una lezione individuale alle 13, ma dico io si può essere cosi rincoglioniti da chiedere un maestro di sci alle 13?? Avrò pur il diritto di mangiare anche io ? o no? Ma la mia dedizione al lavoro mi dice che devo andare è in gioco la mia professionalità. Vado negli uffici della scuola alle 12:50 avevo solo un nome nella scheda, Michela , gli scarponi quel giorno mi facevano un male boia, 5 all’una e nessuno all’orizzonte, le 13 e ancora nulla…. Tra me e me mi son detto che se Michela non arriva in 5 minuti tolgo gli scarponi e vado a mangiare un bel piatto i polenta fumante. 13,05 nulla all’orizzonte, inizio ad aprire gli scarponi sento il piede riprendere forma e ringraziare per l’operazione che stavo facendo, quando da lontano vedo una che si avvicina agli uffici della scuola e con fare deciso mi dice “ è lei il maestro Giorgio??” e io “si” le dico, ma lei chi è? A bene mi fa lei almeno è giovane, poi continua e mi dice io sono Michela ho due ore di lezione e non vorrei perder tempo ancora qui. Ragazzi non ci crederete ma guardandola la fame mi era passata, i piedi si eran ripresi insomma grazie a madre natura che aveva fatto Michela, una tuta aderente fasciava un corpo seducente e sinuoso, forme perfette in un armonia di culo e tette da togliere il fiato. Io con un po’ di bava alla bocca e non per la fame inizio a far strada verso gli impianti di risalita che erano a pochi metri, prima le chiedo il livello e lei con orgoglio mi dice che era un 3 stelle oro, ma che non metteva gli sci ai piedi da un paio d’anni, allora assieme con lei decidiamo che era il caso di partire non dalla pista baby, ma potevamo avventurarci su verso le piste più impegnative. La giornata era serena, un sole a tratti caldo rendeva il manto nevoso ideale per passare un po’ di tempo con una strafiga come la Michela, arriviamo agli impianti inforchiamo gli sci e andiamo verso la seggiovia, non c’era nessuno tutti nei rifugi a mangiare, ma ero felice di essere li con lei in quel momento, io lascio l’esterno dei seggiolini a lei per facilitare poi la discesa. Una volta partiti ci lasciamo cullare dal dondolio dell’impianto di risalita e chiacchieriamo un po’, lei mi dice che è sposata un figlio etc… ci godiamo un po’ di sole e arriviamo su, una pista non impegnativa ma abbastanza lunga, iniziamo a fare un po’ di esercizi per affinare la sua tecnica io le mostravo cosa fare e lei seguiva, e col pensiero immaginavo il suo stupendo culo fasciato dalla bianca tuta che si muoveva su e giù per curvare nel manto nevoso, arriviamo di nuovo giù e gli propongo di continuare almeno un'altra volta sulla stessa pista, lei mi dice sorridente che per lei era ok, risaliamo sulla seggiovia e di nuovo verso monte, lei visto il sole caldo si apre un po’ la tuta per prendere il sole durante la salita e credetemi ho avuto quasi paura di cadere dall’impianto, si non mi era mai successo, aveva solo il reggiseno e non molto coprente, guardandomi mi dice, spero che non ti spiaccia se ne approfitto per prendere un po’ di sole, e io ma noooo figuriamoci. Avevo la pressione all’altezza del mio inguine sempre più elevata, oltre ad avere un corpo da urlo Michela aveva un altro particolare a dir poco stupendo, ed erano le labbra, si avete capito bene le labbra carnose ed invitanti succose e morbide, insomma belle. Lei parlava ed io ero quasi inebetito, guardavo le sue labbra e poi gli occhi mi cadevano in quella profonda scollatura, ero talmente distratto che quasi dimenticavo di aprire la sbarra della seggiovia, eravamo arrivati di nuovo su e non mi ero quasi accorto. La seconda volta era già più sciolta lei mi seguiva fluida sugli sci e con una buona tecnica, allora a metà pista le dico mettiti avanti Michela, così posso vedere meglio come scendi… una banale scusa per guardare il suo culo in realtà… lei si mise davanti a me le sue curve sinuose danzavano sulla fredda neve, e su e cambio peso e giù… non vi nego che immaginavo lei nuda con gli scarponi e nonostante la situazione non fosse ideale ebbi un erezione non indifferente che mi accompagnò sino al fondo della pista e che forse intravide anche lei… decidemmo di cambiar zona, scendere ancora un po’ a valle e prendere una cabinovia che conoscevo, lei mi seguì, entrammo nella cabina e dopo pochi metri ci sedemmo uno accanto all’altro, eravamo soli, e fu allora che accadde l’impensabile, non so cosa mi successe, sarà stato il suo profumo, il suo corpo, ma mi uscì senza volerlo un pensiero a voce alta e dissi nel silenzio dei boschi “ dio che bocca.. con quella bocca chissà che pompini…” Dio mio lo avevo fatto, ma che cazzo ti passa per la testa Giorgio… che figura di merda… diventai un po’ rosso e le dissi scusa Michela non volevo mi…. Stavo per dire mi spiace ma fu lei a togliermi dall’imbarazzo facendo una cosa inaspettata, si avvicinò a me e senza parlare mi baciò, un bacio lungo e appassionato, calde labbra sulle mie, il mio cazzo nella tuta ebbe un sussulto, lei poggiò le mani e iniziò a slacciare la mia tuta, lo prese lo sfiorò un po’ era duro come il marmo e portò la sua bocca calda sul mio pulsante cazzo… dio dissi tra me e me, fa che non smetta, fa che non sia un sogno, e no ragazzi non lo era, sentivo le sua calde labbra sfiorare il mio sesso la sua lingua toccava la mia cappella turgida all’inverosimile, le mie mani intanto avevano violato la sua tuta, il suo seno lo sentivo, sfioravo i suoi capezzoli turgidi e duri come chiodi… la cabinovia saliva e saliva anche la nostra eccitazione, le sfioravo i fianchi le abbassai un po’ i pantaloni ed era come immaginavo un culo da urlo… ci baciammo e ancora lei prese in bocca il mio sesso sempre più caldo e duro… sapevo però che stavamo per arrivare, l’impianto era al termine dovevamo scendere da li a poco, gli e lo dissi, e purtroppo ci risistemammo, scendemmo dalla cabinovia e al sole caldo di quella bella giornata le dissi se voleva continuare con la cabinovia, lei mi fece cenno di si con la testa e allora affrontammo quella discesa senza mai fermarci in un mix di eccitazione e fremito, in un baleno eravamo di nuovo giù, ma purtroppo c’era un po’ di gente aspettammo sino a che non fummo soli e saltammo dentro una cabina, le abbassai la tuta, era ancora bagnata fradicia, un lago caldo e umido tra le sue belle cosce colava nella mia mano, dopo aver infilato un dito ne assaporai il gusto, era dolce quasi come miele, lei era eccitatissima, e anche io a dire il vero, la presi li in piedi dentro la cabinovia, la girai verso di me e la penetrai lentamente ma con decisione, cm dopo cm lei ululante di piacere mugolava e godeva mi chiedeva di spingere e io affondavo dei colpi ritmici assecondando l’andamento dei suoi fianchi, le afferrai i lunghi capelli scuri e li tirai un po’ a me, si inarcò ancora un po’ e la presi ancora più in profondità… iniziò a gridare dal piacere, io affondavo nella sua calda carne e lei godeva, non ci credevo quasi ma era tutto vero, sentì che stava raggiungendo l’orgasmo e affondai dei colpi assestati bene, la sentii godere, i suoi umori bagnarono la mia verga, mi chiese di venirgli in bocca… come non accontentarla… accelerai i miei colpi e quando sentii che stavo per venire gli e lo dissi, lei con un gesto repentino si inginocchiò davanti a me e mi porse le sue calde labbra che inondai di caldo e bianco nettare… sfiniti e felici ci baciammo e subito rivestimmo.. eravamo a 30metri dall’arrivo… rischiavamo di esser visti… scendemmo dagli impianti e sorridenti entrambi continuammo la nostra rimanente ora di lezione…. Al termine della quale con due occhi da cerbiatta mi disse “Giorgio domani stessa ora??” e facendogli l’occhiolino io le dissi “Michela 13 in punto alla scuola sci” lei si avvicino, poggiò le sue labbra alle mie e disse “non vedo l’ora sia domani”…… (continua) |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Singolo Castelli Romani | Invia un messaggio |
Postato in data: | 21/02/2021 10:52:54 | |
Giudizio personale: | ottimo racconto spero sia vero .. | |
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Autore: | Xx77x | Invia un messaggio |
Postato in data: | 01/02/2010 14:55:18 | |
Giudizio personale: | che bello:) | |
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