i racconti erotici di desiderya

L'inizio di una lunga avventura

Autore: Massimo.bari
Giudizio:
Letture: 742
Commenti: 2
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"avevo pochi anni, e vent'anni sembran pochi, ma poi ti volti a guardarli e non li trovi più..." la voce di DeGregori arrivava meravigliosa dall'autoradio mentre giravo senza meta per la città. Il motivo era banale, avevo preso la patente da pochissimo e lo sterzo dell'auto mi sembrava sempre troppo pesante da girare al momento giusto, così ogni curva era una scommessa, un rischio da correre per avvicinarsi alla tanto agognata libertà. L'aria calda passava attraverso i finestrini aperti dell'auto, un'utilitaria rossa fiammante, scassata come solo le auto che ami davvero possono essere, ma una meraviglia per un ragazzo di 19 anni che si affaccia a conoscere il mondo. Cullato da quella meravigliosa musica e dal tepore del sole della tarda primavera pugliese, imboccai la strada che si dirigeva verso lo stadio. All'epoca lo stadio della mia città era conosciuto da tutti come un luogo pieno di trasgressione, "ci vanno gli scambisti", così dicevano; io non sapevo neppure cosa fosse uno scambista, ma di certo nutrivo una forte passione per tutto ciò che sembrasse "proibito", così, decisi che era giunto il momento di andare a vedere di cosa si trattasse.

I parcheggi sembravano enormi, molto più di quando frequentavo lo stadio come tifoso, in compagnia di amici o familiari; c'erano diverse auto che giravano apparentemente senza meta, come me, alla ricerca di chissà cosa.

Ad un primo impatto non mi parve ci fosse nulla di interessante: una decina di auto con a bordo uomini di ogni età che vagavano alla ricerca della loro preda, tutto qui, niente di trasgressivo. La mia attenzione fu quindi catturata dal campetto di allenamento della squadra, dove 4 o 5 calciatori stavano completando la loro seduta quotidiana; mi sembrava addorittura più attraente rispetto a quel movimento all'apparenza inutile ed immotivato. Restai a guardare l'allenamento fino al termine e non mi accorsi che il numero delle auto vaganti, nel frattempo, si era dimezzato, rendendo i parcheggi decisamente più tranquilli ed adatti ad eventuali incontri.

Restai parcheggiato nella stradina che costeggia il campo di allenamento ad osservare, curioso, quello che avveniva attorno a me: le auto che vagavano, quasi distratte, a volte si affiancavano, permettendo ai guidatori di scambiare velocemente qualche parola, salvo poi proseguire senza che nulla cambiasse.

Stavo quasi per rimettere in moto ed andar via, piuttosto deluso, quando, guardando nello specchietto retrovisore, vidi un'auto accostare dietro di me, a non più di cinque metri di distanza. Ero convinto che si trattasse di un uomo, visto che, fino a quel momento, non avevo visto altro in quei parcheggi. Incredulo mi accorsi, invece, che nell'auto c'era una coppia sui 45 anni, ed immediatamente sentii il cuore battere più forte.

Tensione, eccitazione, sorpresa, anche un po' di paura, mi chiedevo cosa sarebbe accaduto e scrutavo attentamente dallo specchietto ogni loro movimento: lui era abbastanza piccolo, mi ricordava Alvaro Vitali, solo un po'meno fesso, lei sembrava alta e formosa, aveva capelli castani ricci e parlava con lui come se stesse alzando la voce.

Vidi l'auto accendere i fari e pensai che stessero rimettendo in moto per andare via ma, con mia somma sorpresa, l'auto avanzò di un paio di metri verso di me e spense nuovamente le luci.

Il cuore batteva ancora più forte, io ero davvero un novellino con pochissime esperienze nel sesso tradizionale, figuriamoci in quello trasgressivo, non avevo idea di cosa fare, se scendere o rimanere in auto, se voltarmi o continuare ad osservare dallo specchietto; spensi la radio e rimasi concentrato a guardare, timoroso di perdere qualche segnale che potesse indicarmi la scelta giusta.

Continuavano a parlare finchè vidi lei piegarsi verso di lui ed iniziare un movimento inequivocabile: glielo stava proprio succhiando. Potevo vedere solo i suoi capelli salire e scendere lentamente e godermi la faccia dell'uomo, a dir poco estasiata. I miei battiti ormai erano impazziti da tempo e finalmente, compreso che davvero erano lì per trasgredire e che parte delle mie paure erano immotivate, anche la mia erezione potè liberarsi serenamente. Mi toccavo piano mentre continuavo ad osservare la meravigliosa scena senza staccare gli occhi dallo specchietto neppure per un attimo. In quel momento non esisteva più nessuno, non badavo alle altre auto, poche in verità, che giravano a qualche metro da noi, ero in una dimensione parallela in cui esistevano unicamente la mia auto e la loro.

I fari dell'auto si accesero nuovamente, stavolta per un paio di secondi, e capii che forse era quello il segnale che tanto attendevo; presi coraggio ed aprii piano lo sportello, dopo aver rimesso al coperto la mia evidente eccitazione, con le mani insicure che tremavano, scesi dall'auto e richiusi piano, come se non volessi disturbare l'intimità della coppia.

Girai attorno alla mia auto per mettermi dal lato del marciapiede e mi fermai all'altezza dello sportello del passeggero per osservare meglio la scena: lei gli stava facendo un pompino che aveva tutta l'aria di essere un'opera d'arte, mentre lui provava ad infilarle le mani sotto la gonna alla ricerca del suo calore.

La sua testa si alzò e potè guardarmi con occhi rassicuranti e probabilmente meravigliati dalla mia giovane età, vidi il finestrino abbassarsi e lei esordì dicendo: "ti va di seguirci senza fare domande e guardarci senza chiedere nulla?" Non potevo credere alle mie orecchie, tante volte avevo fantasticato di osservare una coppia che facesse l'amore, non spiandola, ci mancherebbe, ma complice della loro voglia di trasgredire. Ero pietrificato e le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono le più stupide possibile "posso stare tranquillo?". Il suo sorriso sciolse i miei timori "seguici e non ti preoccupare, conosciamo un posto appartato".

Il tragitto non fu più lungo di sei o settecento metri, una stradina di campagna che portava tra gli ulivi, tipici di quel paesaggio che, da sempre, accompagnava le mie giornate. Si fermarono all'ombra di un albero ed io feci lo stesso, rimanendo a pochi metri per non essere di disturbo. Li vidi scendere dall'auto e mi accorsi che la prima impressione era stata corretta: lui era più basso di lei e non particolarmente bello, lei invece trasmetteva sensualità ad ogni movimento, aiutata da un corpo davvero intrigante e da una camicetta beige che a stento tratteneva le curve.

Lei si accovacciò subito, riprendendo il lavoro che aveva interrotto poco prima; adesso potevo vederli bene, ma decisi di scendere per godermi al meglio la scena. Lei succhiava piano, a volte andando fino in fondo ed a volte giocando con la lingua sulla cappella, lui gemeva ed il suo cazzo venoso sembrava gradire particolarmente quel tipo di trattamento.

Io ero lì, più vicino di quanto avrei mai potuto immaginare, e non seppi resistere alla tentazione di tirare fuori il mio sesso e toccarmi per mostrar loro quanto mi piacesse quella situazione inaspettata e meravigliosa.

Mi masturbavo piano per il timore di raggiungere troppo presto l'orgasmo, volevo che il nostro gioco fosse complice e che fossero loro a decidere quando premiarmi con l'apice del godimento, attendevo la loro mossa successiva.

Lui disse "basta" e lei si alzò, rossa in viso e con gli occhi animati da un'eccitazione profonda e travolgente; in un attimo lui iniziò a spogliarla e la camicetta beige e la gonna verde petrolio sparirono, lanciate nell'abitacolo ormai vuoto dell'auto. La voltò in modo che avesse il viso nella mia direzione e, scostandole il tanga, la penetrò a fondo, lasciandola a bocca spalancata. La mia masturbazione proseguiva lenta, ero estasiato da quella immagine meravigliosa e mi spostai di lato per poter vedere meglio il cazzo che entrava ed usciva con regolarità. Entrambi godevano senza trattenersi, lì non poteva sentirci o vederci nessuno, e lui inziò a muoversi sempre più forte, finchè lei non gemette, scossa da un orgasmo che mi fece arrivare sull'orlo del godimento. Erano bellissimi, complici in una trasgressione di certo non programmata, con un ragazzo che poteva avere la metà dei loro anni, eccitato come mai nella sua vita, che stava per godere realizzando una delle sue fantasie più frequenti.

Lui le chiese "ti va di premiarlo? E' stato bravissimo", lei non rispose neppure, semplicemente tese la mano verso di me ed io, incredulo e felicissimo, feci i tre o quattro passi che mi dividevano da loro e che le permisero di stringere la mia eccitazione.

Si accovacciò nuovamente ed iniziò a masturbare entrambi, il gioco stava arrivando alla fine e quasi la cosa mi dispiaceva; lui le prese la testa e la avvicinò al suo cazzo ancora duro e lei accettò di buon grado riprendendo a leccare e succhiare in un modo che, visto da così vicino, sembrava davvero favoloso.

La mia eccitazione era al culmine e, preannunciato da un flebile "vengo", giunse uno degli orgasmi più belli della mia vita; lei non si staccò neppure per un attimo da lui, anzi, aumentò il ritmo, finchè lui non estrasse repentinamente il cazzo dalla sua bocca per schizzare sul seno, ancora coperto dal reggiseno.

Non ci dicemmo nulla, un semplice "ciao" mise il sigillo ad un'esperienza che avrebbe cambiato per sempre il mio modo di vivere il sesso e la trasgressione.

Risalii in auto, l'aria mi sembrava più fresca ed il bagliore del sole più luminoso, percorsi distrattamente la strada che mi riportava verso casa, mentre la radio ancora mi cullava "tra bufalo e locomotiva, la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere..."


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Rotterdam19 Invia un messaggio
Postato in data: 05/06/2013 09:41:01
Giudizio personale:
Ogni tanto capita di leggere qualcosa che, se non stupisce per il contenuto, è scritto bene e con la dovuta ironia.

Autore: Peter_Ray Invia un messaggio
Postato in data: 03/06/2013 03:47:46
Giudizio personale:
molto carino, poi c'è anche la punteggiatura!


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