i racconti erotici di desiderya

L'inganno

Autore: Criptoslave
Giudizio:
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Commenti: 1
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Dopo un periodo di pausa vanilla, due anni fa all’età di cinquant’anni suonati, avvertii nuovamente il richiamo del mio istinto di slave che ricominciava a farsi sentire, sempre con maggiore insistenza. Cominciai a cercare una Padrona e dopo un paio di tentativi di approcci con mistress, interrotti nel giro di un paio di incontri per incompatibilità, finalmente ebbi la fortuna di trovare colei che, mio malgrado, fu l’artefice del mio grande passo che, mai e poi mai, avrei pensato di fare.

Dopo la risposta della Signora al mio primo messaggio, obbedii alla richiesta di inviare alcune foto. Non ricevetti alcuna risposta fino a quando, ormai persa la speranza, senti il tintinnio di telegram che mi avvisava di un messaggio in arrivo. Aprii il messaggio e scoprii che era lei e mi convocava per un incontro conoscitivo.

Mi convocò nella palestra dove si allenava e all’orario fisato si fece trovare all’ingresso.

Era una donna matura, mora, dal viso simpatico, di fisico abbastanza abbondante, soprattutto nei seni.

Dopo che mi ero presentato, mi face entrare nella palestra dicendo alla segretaria che dovevo fare una prova, e mi disse di cambiarmi.

Scesi nello spogliatoio e, mentre mi cambiavo, mi chiedevo il motivo della convocazione in una palestra. Lì per lì infatti, nonostante mi avesse chiesto di portare la borsa da palestra, avevo pensato che sarei dovuto passare solo a prenderla e la borsa sarebbe servita per non dare nell’occhio.

Salito al piano di sopra, la Signora mi invitò a seguirla e ad aiutarla a svolgere alcuni esercizi, mi chiese di tenerle ferme le caviglie durante gli addominali, contare gli esercizi, passarle i pesi e pulire le panche ed i tappetini prima del suo allenamento.

Terminati gli esercizi la Signora mi ringraziò e mi congedò; pensai quindi di non essere il suo tipo e ne fui certo quando nemmeno rispose al mio messaggio con cui le avevo scritto che mi aveva fatto piacere conoscerla.

Dopo una settimana mi arrivò un messaggio che mi ordinava di andare casa sua. Mi chiese se sapessi cucinare e, alla mia risposta affermativa, mi disse di portarmi il grembiule da cucina.

Da lì iniziò una frequentazione con la Padrona di circa due volte a settimana, a seconda delle sue esigenze e degli impegni a casa, era infatti sposata ed il marito, come da lei riferito, era a conoscenza della sua indole dominante e le lasciava campo libero con eventuali schiavi.

Gli incontri inizialmente vennero dedicati alla sola cura e pulizia della casa, che eseguivo seguendo i suoi ordini indossando come divisa il solo grembiule. La Padrona di casa mi faceva rifare i letti, le lavatrici ed a volte mi faceva cucinare; una volta terminati i compiti assegnati venivo rispedito a casa. Nello svolgimento delle faccende domestiche la Signora si divertiva a contestarmi inesistenti imprecisioni per aver la scusa di punirmi a suon di sculaccioni o con il frustino, cosa che, mi diceva, le dava immenso piacere.

Con il tempo le richieste della Padrona si estesero all’adorazione dei piedi, ai massaggi del suo corpo, fino a sfociare nell’uso di toys ma solo per il suo esclusivo piacere. La Signora aveva un morso con fallo da legare sul viso e, quando mi voleva premiare - magari per i complimenti da lei ricevuti dal marito per la casa pulita o per un buon piatto preparato - me lo faceva indossare e me lo faceva usare o su di lei distesa o, come massimo premio, cavalcandomi e inondandomi del suo piacere.

Gli incontri andarono avanti così, con concessioni sempre maggiori fino a quando mi chiese se fossi stato in grado di fare un pompino ad un uomo. Lì per lì rimasi impietrito anche perché era un limite che le avevo rappresentato fin dall’inizio. La Signora sorrise e disse che si trattava solo di una sua curiosità e con l’occasione mi chiese di fale vedere cosa sapevo fare al dildo che spesso mi faceva utilizzare su di lei.

Con imbarazzo mi cimentai nello spompinamento del dildo e lei, nel farmi i complimenti, mi dava suggerimenti.

La cosa finì lì e gli incontri proseguirono regolarmente.

Un giorno, mentre eravamo nel letto a giocare con i suoi giocattoli, si sentì chiudere la porta di casa. Gelai. Lei nel panico mi disse che era suo marito rientrato inaspettatamente da una trasferta, uscì dalla stanza e mi ordinò di nascondermi.

Non me lo feci dire due volte, arraffai al volo i miei vestiti e mi infilai al volo sotto al letto con il cuore a mille.

Ero nel panico, avevo una paura da matti. Da sotto al letto sentivo i padroni di casa discutere senza capire le parole fino a quando lui, nonostante la Signora gli avesse chiesto di andare a parlarne in cucina, entrò di soppiatto nella camera. Smisi di respirare.

Il Signore girò per la stanza e chiamò la Padrona e le disse: “Qui c’è qualcuno!” Lei rispose “no dai non c’è nessuno” e cercò di portare il marito fuori dalla stanza fino quando io, sempre sotto al letto, non sentii cadere delle chiavi, lui si chinò alzò la coperta e mi vide. “Esci subito di lì” ordinò. Lo feci e lui cominciò a sbraitare più con me che con lei; avevo il cuore in gola non riuscivo a proferire parola, se non: “scusi non sapevo che fosse sposata…”. Il Signore si arrabbiò ancora di più indicò le foto ai lati del letto e disse: “mi prendi per il culo stronzo? Ora ci penso io a te”, e si sfilò la cintura. “Non ti siederai per un bel po', piccolo parassita” continuò.

Lei cercò di fermarlo assumendosi ogni colpa e lo invitò a uscire ed a parlarne insieme. Lui acconsentì ed io esclamai “allora posso andare?” Lui si infuriò ancora di più e disse “no stronzo!! te aspetti qui” e mi strappò i vestiti dalle mani, lasciandomi impalato solo con i boxer ed uscirono.

Sentìì grandi urla e rumori di cose che cadevano a terra… tra me e me mi promisi che se fossi uscito vivo, avrei smesso di seguire le voci della dominazione.

Poco dopo il silenzio, entrarono entrambe nella stanza con accappatoio indosso, non ci feci caso, ero devastato dalla paura.

Lui venne da me con la cinghia in mano e mi ordinò di girarmi e disse: “ora ti massacro, girati”!

Cercai lo sguardo della Padrona implorando una sua intercessione, lei mi guardò in silenzio facendo cenno con la mano di non preoccuparmi (si, pensai io, tanto ora massacra me).

Mi girai e, guardando il muro, mi trovai proprio davanti ad una foto dei Signori al mare. Chiusi gli occhi. Lui discuteva con lei e nel frattempo, a sorpresa, Slam…! Mi arrivò una frustata sul sedere. Mi fece un male boia, e d’istinto misi le mani sulle mele. “Levale subito!” urlò, “non ho ancora finito”.

Finalmente intervenne La Signora e disse al marito: “dai la punizione l’ha avuta, mandalo via”. Lui rispose: “no, andrà via con un sedere talmente rosso da non potersi sedere per un po', così ricorderà la sua avventuretta”.

“Aspetta” disse la Signora al marito, “cosa potrebbe fare per farsi perdonare?”. Lui rispose: “nulla, deve andare via con il culo a strisce”.

La Signora chiese: “e se ti facesse una pompa?” Lui rimase in silenzio. Io, interdetto, in quanto stavo aspettando un’altra scudisciata osai dire che avrei preferito di no. “Bene allora”, disse lui, “se questa stronza me lo fa bene la lascio andare”.

Sempre girato, provai in tutte le maniere a dire di no, con scuse tipo non lo so fare e non l’ho mai fatto.

Lei si rivolse a me dicendomi “con un dildo l’hai fatto” (ma che stronza pensai)”dai ti aiuto io e ti dico cosa devi fare”.

Lui ordinò di girarmi. Dal suo accappatoio faceva già capolino una protuberanza. Avvicinati e mettiti in ginocchio. Eseguii come in trance quasi non sapendo cosa stessi facendo.

Il marito aprì l’accappatoio e spuntò fuori un cazzo depilato barsotto. Lei disse: “dai prendilo in mano”. Eseguii tremolante. E continuò: “accarezzalo, disse ancora lei”. In realtà accennai ad una mezza sega e d’impeto il cazzo si drizzò.

La Padrona mi accarezzava la testa spingendomi verso il membro, ma io facevo resistenza.

Disse lei: “dai, apri la bocca”. Abbozzai una richiesta di mettere il preservativo. Come risposta ella ordinò “apri la bocca”. La spalancai e lei mi spinse dalla nuca verso il membro che entrò in bocca. La mia mano, che ancora teneva il cazzo del Signore, impedì che entrasse tutto in bocca. Lei cominciò a muovermi la testa dandomi il ritmo. La bocca era ancora spalancata e non avvolgeva bene il cazzo del Signore. Lui ordinò: “succhia bene troia”! Chiusi bocca e occhi e cominciai a fare quello che mi era stato ordinato. Lui disse: “vedi che ci sai fare?”. Dopo qualche minuto lui disse “brava zoccola, sto quasi per venire”. La Padrona mi ordinò di smettere, smisi subito rincuorato ed il membro uscì dalla bocca turgido, pulsante e ben lubrificato.

La Padrone disse al marito: “vieni qui e scopami, mentre te schiavo guarda”.

Rimasi di stucco. La padrona cominciò a scopare con il marito. Non capii più niente. Ero in ginocchio davanti al letto dove la Padrona ed il marito stavano scopando. Dopo poco vennero.

Lei scese dal letto, si avvicinò a me avvicinandomi al viso il suo sesso e disse: “bravo, vedi che ce l’hai fatta?” Seguì una grossa risata di entrambi i Padroni.

Ci rimasi di stucco. Chiesi: ”ma eravate d’accordo?” e loro due annuirono, lei disse: “con te ci voleva un aiutino, ed alla fine ci sei riuscito”.

Mi vestii e scappai senza dire una parola.

Non risposi più ai messaggi né alle chiamate della Padrona, fino a quando dopo dieci giorni arrivò un messaggio con una foto dei due Padroni, nudi sul letto e con su scritto. “Sei stato bravo, da oggi, se vorrai potrai essere il nostro schiavo, ti aspettiamo sabato alle otto, ci devi preparare la cena”. Non me lo feci dire due volte.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Truth Invia un messaggio
Postato in data: 04/11/2024 07:32:27
Giudizio personale:
Non è il mio genere ma complimenti ben scritto!


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