i racconti erotici di desiderya

L'amante


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Un battito …d’ali…di mani… del cuore… che importanza ha. E’ il segno che la vita pulsa nelle mie vene, che ancora posso sciogliere il ghiaccio che vetrifica le mie emozioni, ammorbidire il cinismo che uso come scudo, addolcire le parole che sputo come dardi di veleno per ferire te e che invece uccidono me, un masochistico boomerang che uso per lavare le mie colpe e che spero ogni volta riesca a colpirmi. Ci riesco. Anche adesso. Sono quasi felice del dolore che mi provoca ripensare a te, come se la mia attuale sofferenza mi privasse dalla colpa. Rido, no…mi derido.Mi sdoppio per concedermi la possibilità di autocriticarmi, guardarmi con distacco e considerarmi un’imbecille.



Sono passati due anni dal nostro primo incontro. Guardavo rapita le tele di Gauguin. Sei entrato nella sala sicuro, come nella mia vita. Uno scambio di sguardi, un impercettibile sorriso, hai passato una mano tra i capelli lunghi e già volevo essere quella mano. Ti vedevo fumare e speravo tu respirassi anche me.

Gauguin non esisteva più, quella stessa sera ero tra le tue braccia. Volevo nutrirti col mio seno, mi aprivo a te donandoti amore incondizionato. Ti offrivo ogni parte del mio corpo, geisha innamorata. Godevo per ogni tuo bacio, per il profumo del tuo sesso sulle mie mani, per il sapore del tuo seme. Non osavo lavarmi dopo aver fatto l’amore per conservare il tuo odore sulla pelle, reliquia di quegli attimi. Il pensiero del tuo desiderio mi procurava un brivido di voglia nel ventre ogni volta.

Ti baciavo con avidità, tu ridevi e mi dicevi “mi violenti…” Non mi hai mai detto “ti amo”. Ripetevi “ti voglio”, “ti desidero”, “sei mia”, ma amavi Lei. La tua Scelta. Di lei mi parlavi: le vostre liti, i suoi difetti, le difficoltà fra voi. Ascoltavo col cuore stretto mentre costruivi un muro invisibile tra noi.” Ormai ho fatto una scelta, non posso offrirti di più”. La tua trincea per difenderti dal mio Amore totalitario. Mi accontentavo.



Poi ti ha scoperto! In una telefonata mi hai mostrato la tua viltà. Non potevi rinunciare a lei, perderla avrebbe distrutto la tua vita, piangevi e supplicavi il suo perdono. Codardo.

Volevo anch’io la possibilità di dimenticarti. Ti è bastata una frase: “E’ stato bello, ma adesso per me sei niente!”… NIENTE!? Penso che sulla terra ci siano più di cinque miliardi di persone e credo fermamente che ognuna abbia un suo valore, anche piccolo. Io no. Io ero Niente. Ed essere niente per te era tutto per me. Magra consolazione pensare di non essere l’unica donna a soffrire per una relazione troncata. Dovremmo sentirci solidali per l’incapacità di essere amate? Le donne non si compatiscono tra loro. Sanno ricominciare.



Tic-tac. E’ il tempo che passa e ti porta via. Il tuo ricordo sbiadisce. Il rancore di ieri, che oggi è amarezza, domani sarà niente. Tu sarai niente. Finalmente.

Finisco il racconto e un capitolo della mia vita si chiude. Per sempre.

Ancora un battito d’ali. Posso volare.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Giovannifdn Invia un messaggio
Postato in data: 08/10/2016 19:07:49
Giudizio personale:
Ti auguro di volare altissimo nel cielo blu.


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