Non so perché, ma Angelo non veniva più a casa nostra. E dire che in ufficio entrambi si facevano gli occhi dolci, a volte con il rischio di farsi scoprire da qualcuno come con la collega trasferita. Una volta parlai con mia moglie per la mancata visita di Angelo a casa nostra. Lei disse che ad Angelo piaceva fare le cose peccaminose, quelle che facevano alzare l’adrenalina, le cose forti e non il semplice rapporto intimo. Mi raccontava che lui le diceva che gli sarebbe piaciuto vederla tutta nuda a svolgere il lavoro seduta alla scrivania per poi andare a fare qualche fotocopia e camminare per il corridoio dell’ufficio mentre gli altri colleghi le avrebbero accarezzato le tette ed il culo. Certo che Angelo si faceva bello con la moglie degli altri, mica con la sua (anche se non l’aveva). E questo fatto mi indispettiva in quanto tutte quelle fantasie le volevo sfruttare io con mia moglie. Ed invece a lei piaceva farlo con Angelo. Dal punto di vista sessuale non potevo di certo lamentarmi in quanto mia moglie mi faceva godere tantissimo. A volte non facevano nulla, ma si dicevano tante cose, perché stando nello stesso ufficio nessuno li disturbava, e anche il solo fatto che mia moglie si tirasse su la gonna lasciandosi ammirare le cosce da Angelo, saliva ad entrambi l’eccitazione, sempre per il fatto che da un momento all’altro sarebbe potuto entrare qualcuno. E così mentre io facevo l’amore con mia moglie, lei mi raccontava gli episodi accaduti nella giornata, come quella volta che lei fece finta che le fosse caduta la penna (l’aveva buttata a terra di proposito) e aveva pregato Angelo di prendergliela. Quando Angelo si abbassò per prendere la penna, ecco che lei allarga a più non posso le cosce mostrandogli la figa pelosa dal momento che non indossava le mutandine. Ormai lei faceva a meno delle mutandine, le indossava solo quando le veniva il ciclo. E così mentre io parlavo a casa del fatto che lui non si presentava più a casa nostra, mi disse che il giorno successivo gliel’avrebbe chiesto. Il giorno dopo mia moglie venne a prendere il caffè con me ed Angelo, ma non la sentii accennargli a quell’episodio. Quando fummo tornati indietro chiesi a mia moglie come mai non gliel’aveva detto e lei mi disse che gliel’avrebbe detto nel mio ufficio. Entrai nel mio ufficio seguito da mia moglie, ma non da Angelo il quale era andato nel suo. Mia moglie mi disse di andarlo a chiamare in quanto voleva invitarlo davanti a me “alla sua maniera”. Sinceramente non capii nulla di quanto stesse dicendo, comunque andai a chiamare Angelo. Appena aperta la porta del mio ufficio vidi mia moglie accovacciata sulla poltroncina a cosce spalancate mentre si accarezzava la figa. Sia io che Angelo rimanemmo estasiati da quella visione. Mia moglie prese a parlare dicendo ad Angelo di venire a casa nostra quella sera stessa. Nel frattempo che parlava si accarezzava il pelo della figa, facendo presupporre ad Angelo ciò che avrebbero fatto. Inutile dire che quella sera Angelo la possedette in tutte le posizioni. Le sue scopate con mia moglie si intervallarono con le mie, in modo che mia moglie avesse sempre un cazzo a disposizione. Dopo quella serata, tuttavia, Angelo non si vide più, facendomi capire che non accettava il fatto di venire a casa nostra in quanto non si eccitava come avrebbe voluto. A quel punto io intimai ad Angelo di non avere più nessun tipo di rapporto con mia moglie in ufficio in quanto non volevo che venissero scoperti, anzi parlai col Direttore chiedendo di spostare mia moglie in una stanza singola. Passarono dei mesi, tornò nuovamente l’estate, quando mi venne qualche sospetto. Mia moglie, come avevo già detto in precedenza, faceva la settimana corta, quindi anziché fare sei ore al giorno per sei giorni, faceva sette ore e dodici minuti per cinque giorni, recuperando così la giornata del sabato. Dal momento che avevamo solo un’automobile ed ero io a guidarla, lei era costretta a venire a casa con l’autobus. Dal momento che il nostro ufficio era in periferia, l’autobus partiva ogni ora, esattamente alle 15,30. Visto che lei svoltava alle 15,12 aveva tutto il tempo per uscire dall’ufficio e recarsi alla fermata dell’autobus, anche perché questi faceva proprio capolinea da noi. Però vedevo rientrare a casa mia moglie con notevole ritardo. Calcolando il tempo del tragitto, l’autobus poteva impiegare una mezz’oretta, quindi al massimo alle 16 lei avrebbe dovuto stare a casa, ed invece a volte rientrava alle 17,30 o alle 18 e a volte anche più tardi. Naturalmente questo non accadeva tutti i giorni, ma almeno un paio di giorni la settimana. Le sue scuse potevano essere plausibili, come: “ho perso l’autobus quindi ho dovuto attendere il successivo dopo 1 ora”; “sono andata in giro a vedere le vetrine dei negozi”; mi ha chiamata la tale amica e sono stata con lei fino ad ora”. Quest’ultima frase è stata quella che mi ha permesso di risalire alle sue bugie in quanto era l’unica controllabile. Detto fatto, senza che lei se ne accorgesse, telefonai all’amica, che conoscevo benissimo, chiedendole se avesse visto mia moglie in quanto non era ancora rientrata ed il suo cellulare risultava spento. L’amica rispose che non era con lei e che era da tanto che non la vedeva. Quindi potei appurare che mia moglie mi stava mentendo. Ma come fare per scoprire dove andasse e cosa facesse? Pensa e ripensa, la cosa più ovvia era quella di chiedere evasivamente notizie all’usciere del nostro ufficio che stava in portineria. Naturalmente presi alla larga l’argomento dicendo all’usciere che ieri mia moglie aveva perso l’autobus per un soffio e se non fosse stato per…coso… sarebbe rientrata a casa tardi. Io continuavo a dire “coso” senza dire nessun nome, e l’usciere disse che le aveva dato un passaggio Angelo, come del resto faceva tutti i giorni. Quindi mia moglie non prendeva mai l’autobus, ma era Angelo ad accompagnarla. E così il giorno appresso dissi a mia moglie che sarei andato a trovare un mio amico in ospedale il quale era stato operato di appendicite, facendole credere che non sarei rientrato a casa presto, quindi lei avrebbe avuto tutto il tempo per organizzarsi. All’uscita dall’ufficio parcheggiai l’auto distante da dove la parcheggiavo di solito, in modo che mia moglie, uscendo non avrebbe visto l’auto e quindi non poteva sospettare che la stessi seguendo. Attesi la sua uscita. La vidi andare verso l’autobus e pensai che sarebbe salita e che quindi non avrei potuto mettere in atto il mio piano. Ed invece no! Vidi che si fermò accanto all’autobus ma non vi salì sopra. Era come se fosse in attesa di qualcosa o di qualcuno. Ecco poco dopo uscire fuori dal parcheggio l’auto di Angelo. Si ferma accanto a mia moglie, lei entra e vanno via. Aspetto un pochino prima di mettere in moto, poi mi avvio anch’io. Li seguo da lontano e vedo che si dirigono verso il centro. Angelo parcheggia la sua auto nei pressi del parco cittadino proprio rasente il muro di cinta dietro gli alberi il cui folto fogliame copriva la visuale dai passanti. Accelero, li sorpasso e parcheggio oltre. Vado a piedi verso di loro e a circa una decina di metri, vedo le loro teste unite, segno che si stavano baciando. Mi avvicino cautamente, in giro non c’era nessuno, e potevo contare sul fogliame basso degli alberi per celarmi alla loro vista. Ma si vede che erano talmente presi che non si sono accorti proprio della mia presenza accanto alla portiera dell’auto. Va bene che ero messo dietro il tronco, ma un pochino mi si doveva vedere, almeno quando mi sporgevo per guardarli. E guardando dentro l’auto viche che mia moglie ed Angelo si baciavano beatamente in bocca con tanto di lingua. Lui la palpava le tette che mia moglie aveva tirato fuori dopo avere sbottonato la camicia e lei lo masturbava lentamente. Avevano entrambi gli occhi chiusi, quindi era anche per questo che non mi vedevano. Ma ad un certo punto si staccano, Angelo mette una mano dietro la nuca di mia moglie e le dirige la testa verso il suo cazzo pulsante. Mia moglie imbocca quella verga turgida e pronta per esplodere da un momento all’altro e inizia a spompinarlo. Non dà che pochi colpi che Angelo esplode in un sborrata che mia moglie non spreca affatto. Fa in modo di farsela entrare in bocca e quella che esce se la lecca con la lingua. Ad un certo punto sento una voce che mi apostrofa malamente: “brutto guardone, vattene via”. Era un passante che aveva visto i due in macchina e credendo che io fossi un guardone mi stava dicendo parolacce. Mi allontano in fretta, anche perché i due in macchina avranno sicuramente sentito le parole dell’uomo. Volevo dire qualcosa, ma non potevo dire che quella era mia moglie e quello il suo amante, altrimenti oltre alla figura del guardone avrei fatto anche quella del cornuto. Sparisco tra il fogliame degli albero, salgo in macchina e vado a casa. Al suo rientro, dopo circa una mezz’ora, mia moglie mi chiede del mio amico ed io rispondo che non era stato ancora operato e che l’avrebbero operato il giorno dopo. Poi che chiedo come mai avesse una macchia sulla camicia (era una macchia di sborra). Mi risponde che aveva preso un gelato e che si era sporcata. Il giorno appresso faccio la stessa manovra. Però questa volta non si fermano in macchina. Angelo parcheggia ed insieme si avviano verso la piazza del mercato. Mentre li seguo da lontano con lo sguardo, vedo che continuano a baciarsi in bocca fermandosi di tanto in tanto. Mia moglie cingeva Angelo col suo braccio mentre lui la cingeva per i fianchi e le palpava il culo. Ad un certo punto vedo da lontano un nostro collega. Divento giallo. Gli occhi mi si aprono paurosamente in quanto sicuramente si sarebbe accorto della loro manovra. Mia moglie ed Angelo si fermano e prendono a baciarsi in bocca appassionatamente senza accorgersi del collega che passa accanto a loro e che li guarda meravigliato. Io ero fermo, ammutolito, immobile quando il collega mi raggiunge. Mi guarda e mi dice di aver visto mia moglie ed Angelo baciarsi appassionatamente. Gli rispondo con la prima cosa che mi era venuta in mente: “abbiamo fatto una scommessa ed io ho perso, quindi Angelo poteva baciare mia moglie andando a spasso in centro con lei”. Il collega mi guarda ma non credo abbia bevuto la panzana, mi dice che ognuno è libero di fare come ne ha voglia, poi si allontana. Angelo e mia moglie si erano già allontanati, non li vedevo più. Si erano infilati in uno dei vicoli e quindi adesso mi era difficile trovarli. Mi guardo intorno e mi accorgo che Angelo abita proprio da quelle parti, quindi penso che stiano andando a casa sua. Non mi precipito, do loro il tempo di raggiungere casa. Giro l’angolo e li vedo proprio sotto il portone mentre lui sta infilando la chiave nella serratura. E’ un’abitazione fatiscente, come del resto tutte nel centro storico. Ad un certo punto vedo una cosa che mi sconvolge: mia moglie si stava sfilando la gonna, lì in mezzo la strada. A quell’ora non c’era quasi nessuno, ma qualcuno avrebbe potuto vederla. Ed infatti vedo due anziani ortolani che avevano il banco della frutta e verdura che guardavano la scena. Mi avvicino di qualche passo e loro mi dicono che quella è proprio una troia esibizionista, che quasi tutti i giorni arriva con il suo uomo, si toglie i vestivi mentre lui apre il portone e poi entra dentro con lui tutta nuda. Chiedo ai due cosa intendessero per “tutta nuda” e i due ribadiscono: “tutta nuda, tutta nuda senza nessun vestito addosso”. Rimango allibito in quanto proprio in quel momento mia moglie si stava togliendo anche la camicia consegnandola ad Angelo assieme alla gonna raccolta da terra. Spariscono dentro il portone che si richiude alle loro spalle. Rimango sbigottito, quindi uno dei due anziani dice che a volte lei, con addosso soltanto la camicia tutta sbottonata e aperta con tette e figa allo scoperto, veniva a comprare due zucchine o due cetrioli per poi tornare dal suo uomo che l’aspettava sul portone. Potevo dire loro che quella era mia moglie? Non di certo! Altra figura di cornuto, ma cornuto lo ero di certo. Non so cosa mi abbia preso, fatto sta che mi avvicinai al portone, guardai i nomi suo campanelli e suonai a quello accanto ad Angelo. Mi rispose la vocina di una nonnina. Dissi di essere Angelo e che avevo lasciato che chiavi in casa. La nonnina mi aprì gentilmente ed io salii adagio a casa di Angelo. Rimasi un po’ a pensare dietro la porta perché non sapevo come comportarmi, poi mi venne l’idea di suonare e spacciarmi per la nonnina facendo la voce tremula e camuffata. Angelo venne ad aprirmi. Immediatamente lo scostai ed entrai in casa. La mia azione lo colse di sorpresa, quindi non ebbe il tempo di reagire. Il suo era un monolocale con angolo cottura e servizio, quindi il suo letto era in vista. Mia moglie vi giaceva sopra naturalmente tutta nuda con le due zucchine infilate nella figa e nel culo. Gliene dissi di tutti i coloro e le diedi anche un paio di sonori ceffoni, poi affrontai Angelo dandoli un paio di sberle anche a lui. Entrambi non dissero nulla. Io ero arrabbiatissimo, ma alla mia arrabbiatura faceva compagnia anche l’eccitazione. Avevo il cazzo durissimo e lo si vedeva dal gonfiore dei pantaloni. Quella puttana di mia moglie mi si avvicinò tirandomelo fuori, me lo prese in bocca e prese a spompinarmi. In men che non si dica le sborrai in bocca, poi prese a spompinare Angelo che sembrava essersi ripreso dallo shoc. Toltasi le due zucchine dalle sue entrate, mia moglie fece distendere Angelo andando a sedersi sul suo cazzone facendoselo entrare le culo con facilità dal momento che se l’era allargato con la zucchina, poi mi fece cenno di scoparla. La penetrammo in due sborrandole dentro. Terminata l’orgia, presi a parlare dicendo che io non meritavo questo tradimento. Io ero consenziente a ché lei facesse l’amore con Angelo, ma avrei voluto partecipare o quanto meno assistere. Angelo prese la parola dicendo che era tutta colpa sua in quanto era stato lui a circuire mia moglie dicendole un sacco di fesserie, come il fatto di farla camminare nuda per strada ed altre cose che scoprii proprio quella volta, come quella di andare in giro per negozi con addosso solo un soprabito leggero e niente sotto in modo da aprirlo non appena c’era qualche commesso timido, mentre lui guardava la scena un po’ scostato in modo da eccitarsi e controllare. Quelle erano cose che piacevano anche a me, ed invece io mi dovevo accontentare di sentirmele raccontare da mia moglie. Da lì a qualche mese Angelo venne trasferito. A causa di quel collega che li aveva visti baciare per strada, con il quale poi mi ero messo d’accordo per andare dal nostro direttore. Per evitare brutte conseguenze in quanto non sapevo se quel collega avesse o meno la lingua lunga. Al direttore dissi che in un certo senso Angelo insidiava mia moglie ed il collega aveva confermato quanto visto per strada. Angelo venne convocato e d’accordo si è deciso il suo trasferimento presso la sua città natale. Credo che a lui sia convenuto molto il trasferimento. Adesso lui non c’è più, però a me è rimasta la voglia dentro di vedere all’opera mia moglie mentre si esibisce nei negozi o tra i banchi del mercato. La voglia era talmente tanta che l’ho voluta vedere all’opera e devo dire che questa sua nuova performance, l’esibizionismo, mi attrae molto di più di ogni altra cosa.
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