i racconti erotici di desiderya

La prima volta...

Autore: Masterzephir
Giudizio:
Letture: 1451
Commenti: 5
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Pratico il fisting da molti anni, nel corso dei quali ho studiato anche trattati di anatomia per migliorare le mie performance, d'altro canto si sa', il braccio non ha un sensore che ti procura piacere, ma (almeno nel mio caso) il piacere lo traggo da chi in quel momento sto fistando.



Chi pratica questa disciplina mi capirà benissimo, per quanto tu possa essere bravo, per quanta esperienza hai accumulato, rimane sempre il fattore umano. Per quanto io abbia fistato, schiavi e schiave, ogni episodio, ogni persona incontrata, rappresenta una nuova volta, simile ma mai uguale alle volte precedenti. Il ricordo delle varie sessioni crea in me un record, un album virtuale, che la mia mente ama sfogliare, di tanto in tanto, ma come per ogni album che si rispetti, c'è una foto alla quale mi sento particolarmente legato, in questo caso un ricordo che fra tutti prediligo, ed è quello che sto per raccontare....



Riconosco da subito un neofita, lo riconosco dalle parole che usa, dal modo con cui le pone, dalla frenesia di conoscere, la raffica di domande.... Marco, ( lo chiamerò cosi) era uno di quelli....

Rispose ad un mio annuncio, seleziono da sempre (almeno da quando sono "cresciuto") i messaggi contenenti questioni di carattere sessuale, (un Master, almeno secondo il mio modesto punto di vista, non dovrebbe mescolare il sesso con il BDSM) scartandoli di getto, cosi come tendo a scartare le persone troppo giovani, armate di tanta curiosità e desiderio, ma, in questo caso qualcosa colpì la mia attenzione, anzi non qualcosa ma una frase molto particolare...." dopo aver sofferto tanto, continuo a cercare qualcuno che mi possa fistare per bene senza dolore..."



Riconosco che la pratica del fist possa passare attraverso una logica del dolore, d'altro canto è pur vero che un buon Master deve portare il proprio slave vicino alla soglia massima di dolore sopportabile, perché è altrettanto vera la teoria di Bourderòn, secondo la quale il piacere estremo, è vicinissimo al massimo dolore sopportabile, cosi come conosco la massa di idioti che spacciandosi per Master infliggono dolori insopportabili (se non quando recano danni fisici a volte anche permanenti) che hanno il solo scopo di allontanare le persone da questa disciplina, che in questo modo viene anche vessata o vituperata. Ma conosco anche (e sono davvero tanti) molti Master coscienziosi e preparati, mai superficiali, che sanno donare molto piacere ai loro schiavi, passando per le infinite vie del dolore non dolore....



Decido quindi di rispondere a Marco....pregandolo di scrivermi le sue esperienze passate, in modo da rendermi conto del vero problema da affrontare....Tutti i suoi racconti sono figli delle madri di cui sopra, inutile menzionarli ancora, mentre dopo diverse settimane di scambio epistolare, decido di incontrare Marco...

Avevo, come sempre preparato con cura l'ambiente dove avrei incontrato Marco (una parte della mia casa) e con dovizia di particolari ogni piccolo strumento. Ma come detto in premessa, il fattore umano gioca un ruolo fondamentale....



Marco era un bravo ragazzo, semplice, pulito, tutti i suoi muscoli nella scatola cranica, magro, glabro, con grandi occhi espressivi, che da subito mi hanno parlato con franchezza e curiosità, ho cercato di fare da subito quello che ogni Master dovrebbe fare, accogliere tutta la fiducia della persona che desiderava più di ogni altra cosa, provare piacere da una cosa che gli aveva procurato solo dolore....



Passammo ai preparativi di una sessione che per me ha sempre rappresentato solo un inizio, nella consapevolezza di dover ripetere più volte la sessione prima di raggiungere un buon risultato....

Lasciai che Marco scrutasse e studiasse l'ambiente in cui si trovava, illustravo man mano gli strumenti che avrei usato e le tecniche, notai un cambiamento di colore nella pelle del viso di Marco...

Conosco molto bene quei momenti, potrei descrivere quanti battiti riesce a fare un cuore, quanto sudore è possibile produrre, quanti ferormoni stanno lavorando, ma l'unica cosa che davvero mi interessava era rilassare Marco, riprendermi una sorta di rivincita per l'intera categoria (almeno di quelli seri e veri) fargli conoscere una pratica che negli anni mi aveva dato tante belle soddisfazioni....

Ordinai a Marco di spogliarsi, di farlo lentamente, mentre lo guardavo, il colore del suo viso era davvero cangiante, le sue mani tremavano, ma notai anche che i suoi occhi cercavano i miei, in un gioco di conferme...

Feci mettere Marco supino sul lettino, infilati i guanti, cominciai l'esplorazione tattile del suo corpo, che sembrava di vetro, tanto era tirato ed emozionato....



La mia voce, le mie mani, lasciarono che al posto della paura entrasse il desiderio, mi dedicai a questo aspetto alle carezze molto più tempo del solito, fino a quando notai che le natiche di Marco si stavano aprendo lentamente....

Iniziai a toccare l'ano di Marco che come da manuale di contrasse a difesa, non forzai la mano, ma la lasciai li come quando voglio accarezzare un gatto che non conosco, la mia mano ferma aspetta che il gatto ci passi sotto, cosi mi fermai con le dita appoggiate al suo buchetto rosa, fino a che piano piano fu lui a venire da me, appoggiandosi con timorosa fiducia....



Ascoltavo il respiro di Marco, il suo ritmo, la mia voce lo guidava verso il rilassamento, ma in mio aiuto giunse la sua voglia di farlo...quel pezzo di corpo dichiarava il suo desiderio.....

Avevo scelto dei guanti in vinile, scartando cosi a priori la possibilità di un eventuale allergia al lattice, avevo iniziato con una crema leggermente anestetizzante (la mitica ed impareggiabile Luan) mescolata ad una crema all'acqua....



Puntai il dito verso quell'ano, con pazienza lasciandolo appoggiato senza forzare, il respiro di Marco si era fatto più caldo, le sue anche iniziarono un lento quasi impercettibile movimento ondulatorio, in una danza senza musica, con un crescendo di sensualità...Marco non era più Marco, ma un corpo in movimento, un corpo alla ricerca, un corpo pieno di desiderio....ma il mio dito era ancora li....mi faceva male il braccio, non ricordo il tempo trascorso, ma ricordo che mi faceva male, ma ero fortemente deciso a non mollare, non avrei fatto il il primo passo....

Con l'altra mano carezzavo le natiche di Marco che adesso si muovevano in modo più armonico, Marco aveva il viso piegato verso di me e potevo vedergli l'espressione, gli occhi chiusi, la bocca aperta, il colorito forte delle sue guance, non c'è popper al mondo che possa eguagliare quel colore...Marco non era più li, era partito, aveva lasciato a me solo il corpo...potevo toccare il suo desiderio, tutta la sua sensualità....ad un tratto mi accorsi che il dito non era più fuori, ma dentro, era stato il corpo di marco a cercare la carezza, avevo vinto la prima diffidenza....

Marco aveva iniziato una leggera cantilena di godimento che accompagnava i suoi movimenti ai quali io trovai il giusto ritmo, stando attento a continuare la mia danza con lui, mentre con l'altra mano tenevo lubrificata la mia mano....



Le dita adesso era tre, ma Marco non le contava adesso che il suo ritmo era frenetico, mentre il suo corpo non ondeggiava più ma indietreggiava verso la mia mano, che ormai lo possedeva....

Carezzai il suo interno saggiandone gli umori, le pareti lisce invitandolo a lasciarsi andare, ma lui, il giovane danzatore, non mi ascoltava più si era già lasciato andare....



Chi conosce il fist, sa benissimo che la parte più critica della disciplina sta nel far passare il carpo radiale di pollice, ovvero la parte più ampia della mano, perché in quel punto la mano non si può piegare più di tanto, e allora l'ano si deve dilatare in un movimento unico con lo sfintere, ma, anatomia a parte il vero guardiano è il cervello, perché qui gioca un ruolo fondamentale il dolore, la gestione del quale sta nel cervello....

La mia preoccupazione era li, dove molti cadono, dove il piacere deve lasciare il posto ad un momento di dolore...come comunicare con corpo ed il cervello di Marco? La mia unica preoccupazione stava nel fatto di non far sentire dolore a Marco o tutta quello per cui avevo lavorato sarebbe andato perduto....mentre pensavo a questo guardai come non avevo fatto prima il corpo di Marco, era bagnato di sudore, si muoveva come un onda nel mare, e allora mi resi conto che stavo interagendo con Marco e non solo con il suo corpo....se avessi spinto la mano cosi come eravamo messi, gli avrei procurato sicuramente dolore, dovevo pensare a qualcosa che lo facesse salire ancora di più in modo da perdere ogni freno e lasciare che il cervello smettesse di ragionare lasciando il posto al piacere puro....



Marco, mi aveva parlato nei giorni precedenti, della sua ricerca del fisting, non tanto come mera pratica fisica, ma come un momento di congiunzione della parte più profonda della sua sensualità con il suo corpo, ovvero Marco era il corpo e la mia mano toccava la sua anima profonda, quella che nessuno era mai riuscito a toccare....

Feci la mia scelta, chiusi gli occhi e cercai di fondermi con Marco, con il suo corpo, che era li fisicamente in contatto con me ma che non era lui il mio vero obiettivo, ma la sua anima, il suo desiderio profondo, quel desiderio che ogni slave ha dentro e che chiede al Master di poterlo tirare fuori....



Appoggiai le mie labbra al corpo di Marco in un sottile bacio di ammissione, gli volevo dire "sono qui con te, non preoccuparti lasciati andare, non ti sto fistando il corpo ma la tua anima profonda, lasciamela toccare..." il corpo di Marco, al contatto con le mie labbra vibrò come non aveva ancora fatto, Marco alzò la testa reclinandola indietro, il corpo intero si mosse verso di me, ma non verso la mano, ma verso di me come persona intera.....questo movimento aumentò di ritmo, via via portandosi a livelli altissimi, Marco godeva ma da dentro, ad un tratto come ad aver violato una combinazione magica, la mano scivolò dentro interamente e al posto del dolore Marco urlò di piacere mentre veniva per mano mia...

Da quella volta ho rivisto Marco in varie sessioni....sempre più piacevoli e mature.... per poi come ogni foglia prendere il suo ruscello e la sua nuova direzione....



Ho imparato alcune cose molto importanti in quell'esperienza...che ancora oggi contribuiscono nella mia formazione....una in particolare, quando si fista il fattore umano fa la differenza, perché ho imparato che non fisto un corpo, ma mi metto in contatto con la sua anima....


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Skyline Invia un messaggio
Postato in data: 23/07/2012 09:29:43
Giudizio personale:
Sei accurato e preciso, complimenti mi è piaciuto molto i suoi muscoli erano tutti ...
Non so se questo sia avvenuto tutto in un fiato come hai raccontato perchè non conosco i tempi della cosa, ma il racconto ha un ritmo perfetto.
Racconti ciò che scorre usando bene i punti in cui l'evento diventa reale e "carnoso", in cui viene trasferito al corpo.

Come al solito si è in due a fare le cose, non uno con l'altro, qualsiasi cosa si faccia. Tu almeno hai presente a stare con l'altro non a fare con l'altro, è buona cosa.

Non so se hai scritto altro poi vedrò però per questo ricevi un buon voto.
Poi magari ti scriverò esattamente su cosa tu abbia fatto e cosa sia in realtà il fisting, sempre che la cosa ti possa interessare.
Parlando di anima e di intimo.

Autore: Cucciolo_68 Invia un messaggio
Postato in data: 29/11/2007 15:26:13
Giudizio personale:
mi colpisce la cura, la delicatezza e l\'amore con cui vengono raccontati i particolari...Tu sei un Master vero...complimenti !!!

Autore: Disposizione2000 Invia un messaggio
Postato in data: 09/10/2007 22:15:41
Giudizio personale:
sei grande Gianni,non vedo lora di guarire con la spalla per venire da te. La mia fiducia l\'hai conquistata

Autore: Kiki74kik Invia un messaggio
Postato in data: 13/07/2007 22:35:37
Giudizio personale:
Delicato...

Autore: Pippo16 Invia un messaggio
Postato in data: 13/07/2007 21:29:46
Giudizio personale:
la descrizione accurata delle sensazioni emotive del protagonista sono coinvolgenti, se si vuole capire che il godimento è nella testa prima che nel corpo.


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