i racconti erotici di desiderya |
La moglie in vacanza 2 (finalmente la ho raggiunta |
Finalmente la ho raggiunta. Ulltimi giorni di lavoro devastanti, ma finalmente sono in vacanza anch’io. Mare splendido, caldo bestiale. Gonfio il gommone, riavvio fuoribordo dopo un anno di fermo, ritrovo dotazioni sicurezza, sono a pezzi, ma eccoci, salpiamo per il primo bagno. Io tutto incriccato lei fresca come una rosellina, ma ora mi sciolgo, mi sento rilassato, il ricordo delle trasgressioni dell’anno scorso mi sembra lontano, magari quest’anno potremo fare del sesso normale, come tutti, forse riuscirei a fare qualcosa di piu’ e di meglio, chissa’.
Comunque adesso tutto questo e’ via, i miei ruoli di sottomesso non mi appartengono. Sono io che ho saldo il timone del fuoribordo, ahime’ solo di quello come vedrete ben presto. Ehm. Girelliamo al minimo per una rada poco affollata, qualche barca all’ancora, occhieggio qualche signorina in topless che prende il sole, lei e’ a fianco a me, praticamente nuda, davvero in forma smagliante, sembra innamoratissima, mi tocca, si guarda intorno curiosa, guarda quello che succede sulle barche. Avvicinati a quella – mi dice piano - e con gli occhi mi indica una barca ad un cento metri dove un bel signore sta facendo la doccia, nudo come mamma lo ha prodotto. Normale in queste rade non troppo affollate fare la doccia nudi, le barche sono distanti, la cosa non infastidisce nessuno, anche se in genere la ho vista fare piu’ agli uomini che alle donne. Comunque mi avvicino mentre lui continua tranquillo. Gia’ da lontano si vede che ha dotazione super, non giovane, neanche bello, ma per quanto a quel particolare, niente da dire, peloso quanto basta, tipo normalissimo insomma. La sua lei, morbidamente semisdraiata legge invece con un pareo ben legato forse per proteggersi dal sole. “Avvicinati ho detto” mi fa sottovoce – “ma come, non vedi che e’ nudo? “ rispondo, ma so che quando parla con questo tono, l’unica e’ obbedirle. Lui ci guarda, accenna un sorriso, un po’ a denti stretti, non ha nulla nei paraggi con cui coprirsi, voltarsi sarebbe darci il culo in faccia anche peggio, aspetta evidentemente che invertiamo la rotta. A questo punto anche la sua lei avverte la nostra presenza e ci guarda da sopra gli occhiali. Io ho capito, sto al gioco, obbedisco, oramai non sono piu’ io, quello normale di tutti i giorni, sono il suo schiavo, il suo sottomesso, in questo momento soltanto quello che la porta in gommone dove preferisce. E ho capito molto bene dove e cosa preferisce. Se lui aveva sorriso stretto, lei gli sorride con tutto il corpo, “Salve” gli dice, oramai siamo vicinissimi, “anche noi abbiamo questa barca, percio’ mi vede cosi’ incuriosita, ma la nostra sembrava diversa, non e’ vero caro?” e mi guarda, Intanto ci siamo avvicinati ad un paio di metri e poiche’ il gommone e’ molto piu’ basso siamo praticamente al di sotto del suo splendido scettro, che fortunatamente e’ rimasto educatamente floscio data l’atmosfera salottiera. “Ma si vedi la nostra e’ diversa, guarda il portello d’ingresso, senta, ma mi scusi non vorrei essere importuna, non e’ che potrei dare un’occhiata?” A me e anche a lui sembra che non stia guardando il portello d’ingresso ma piuttosto qualcos’altro. Lui comunque e’ del tutto lusingato, ovvio, la sua lei dimenticata immobile, mentre lui aiuta la mia a salire a poppa e si avvia in coperta sempre tenendola per mano in teoria per darle appoggio, che gentile. Io lego il gommone, salgo anche io a bordo come se non ci fossi, e infatti non ci sono. Loro intanto sono un po’ piu’ avanti verso il portello di ingresso sottocoperta e devo dire sono piu’ avanti in tutti i sensi lei gli sta vicinissimo, come se lui fosse in doppio petto e come se la presenza di quell’affare nudo li a venti centimetri fosse la cosa piu’ naturale del mondo. Do uno sguardo e mi sembra che l’aggeggio stia avviando una trasformazione, guarda sempre verso il basso, ma pare acquisire una maggiore consistenza e aumentare un po’ di diametro. “Scusi” sento la voce cristallina che ben conosco, “non mi consideri impertinente, ma non non e’ che me la farebbe vedere dentro? Sa sono cosi’ curiosa”. “ Ma certo come no! Si accomodi” e lo vedo scendere dietro di lei, mi sembra di vedere che il coso gli si e’ irrigidito, ma e’ un attimo, loro spariscono sotto, si sentono solo le voci, un po’ confuse. Intanto mi ero seduto di fronte alla sua lei e le facevo un sorrisino tirato, buongiorno come quando in treno ti siedi di fronte a qualcuno gia’ seduto con cui non vuoi assolutamente scambiare parola. Intanto le loro voci si spengono, poi il rumore di una porta che si chiude dolcemente. La sua lei di fronte a me si leva gli occhiali scuri, mi guarda, “e lei “ mi dice” non vuol vedere niente su questa barca?” E apre un lato del pareo, mostrandomi un pube candido, perfettamente depilato. Guardo, come uno scemo “Non vorrei far torto alle sue grazie rispondo , ma la situazione sarebbe assai imbarazzante per me e deludente per lei”. “Ah imbarazzo, capisco”, mi dice con un risolino e poi mi guarda con aria di schifo, come uno scarafaggio. Richiude il pareo e si rimette a leggere. Intanto da sotto dopo un periodo di silenzio arrivano un po’ di rumori, colpi sordi e poi un “Aaargh!!” inequivocabile. Io guardo le altre barche all’ancora, la sua signora legge, poi dopo dieci minuti si ricominciano a sentire le voci . “Davvero bella dentro, sai caro, molto piu’ della nostra, grazie grazie per avercela fatta vedere e a lei signora complimenti, grazie anche a lei, vieni caro andiamo, e voi, proseguite il viaggio? Noi no, siamo qui fissi, giriamo di giorno con il gommone, grazie ancora, arrivederci”. E intanto siamo scesi dalla barca stacco il gommone, avvio e in moto, un ultimo saluto di lei con il braccio. Lui risponde guardandola. Lei mi ignora, rotta verso casa. “Non vuoi fare un bagno?” le chiedo. “Oh noo!” Risponde, non capisco perche’ con tanta enfasi. Comunque torniamo, ecco siamo a casa. “Vai in camera da letto” mi fa, poi entra anche lei si stende a pancia sotto. “Sai mi ha aperta come mai sono stata, era enorme, mi ha inculato quasi tutto il tempo, me l’ah messo nella fica solo una volta, forse per farmi capire che ero sua dovunque, poi e’ ritornato dietro, guarda come e’ aperto mi brucia ancora, adesso leccami leccami bene infila la lingua dentro pulisci bene tutto, tanto stasera non mi lavo, voglio sentire il suo odore tutta la notte e impregnarne le lenzuola, cosi’ lui dormira’ con noi tutti questi giorni. Che c’e’ perche’ mi guardi ? A te pensero’ un altro giorno stasera penso solo a lui.” |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Marc741 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 28/03/2014 17:21:26 | |
Giudizio personale: | gran puttana...a trovarne di queste donne | |
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Autore: | Joseph62 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 11/08/2013 23:02:04 | |
Giudizio personale: | Carino!! | |
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