i racconti erotici di desiderya |
La mia vacanza a jerba |
Il capitolo della separazione con mio marito si era finalmente concluso, con la sentenza del tribunale potevo finalmente ritenermi una donna libera e pronta a ricostruire, qualcosa senza l’assillo di vecchi errori o antichi rancori, in fondo alla soglia dei 35 anni sono pronta a rimettermi in gioco ma soprattutto a godermi la vita dopo le angherie e le prepotenze subite nel rapporto con mio marito.
Per festeggiare avevo deciso di accettare l’invito fattomi da Andrea, il mio nuovo pseido compagno, di partire per la Tunisia con un last minute. Mi sembrava una buona idea, per conoscerci meglio, ma mi ero resa conto di aver commesso un terribile errore, già non lo sopportavo più. Il viaggio non stava partendo sotto una buona stella, già il viaggio in macchina da Torino a Roma era stato terribile, Andrea stava dimostrando limiti caratteriali notevoli ed io già non lo sopportavo più. Poi all’aereoporto di Fiumicino questa mia sensazione ebbe un ulteriore conferma, mi sembrava di essere di vivere l’esperienza di quel famoso film di Alberto Sordi, con Andrea, che correva avanti e indietro ora per i biglietti, ora per i cleenex, ora per le travelgum. Ero in fila al chekin accanto a me c’erano solo coppiette in viaggio di nozze e famigliole con figli piccoli al seguito, tutti con lo stesso charter e diretti verso lo stesso villaggio, nulla che presagisse verso qualcosa di stimolante o eccitante, la tentazione di ritornare a Torino era forte, e l’unica cosa che mi trattenne fu l’idea che comunque sarebbe stata una settimana di riposo e che avrei potuto dare un pò di tono alla tintarella. Che il buon giorno si vede dal mattino è sempre stato un detto corretto, infatti appena arrivati al villaggio, iniziammo subito a litigare, lui voleva fare le escursioni pretendendo che io andassi con lui, ed io volevo state a crogiolarmi al sole, la sera inoltre, secondo lui, a letto presto per essere freschi la mattina e pronti per un’altra escursione. La sera del secondo giorno, lui a letto ed io in discoteca, da sola, mentre ero seduta al bancone a bere qualcosa che doveva essere in teoria un negroni ma che in realtà non lo era, vengo avvicinata da un ragazzo, lo avevo notato mentre ballavo come mi guardava, era simpatico, disse di essere napoletano di chiamarsi Gianni, era in Tunisia con un viaggio premio assieme ad un amico ed anche lui non spruzzava allegria dai pori per il viaggio. Vedendomi da sola aveva pensato che fossi una turista in cerca di avventure e cercò di abbordarmi, ma non si scoraggio nemmeno quando gli comunicai che non ero sola in viaggio e che il mio compagno era a letto per riposarsi. Le avances di Gianni mi lusingavano, il ragazzo oltre ad essere belloccio era simpatico e nonostante la giovane età aveva l’aspetto di un dritto. Lo lasciai fare, e pur tenendolo a distanza gli feci capire che ero lusingata e che la cosa mi faceva piacere, non spensi quindi le sue speranze, ed andai a dormire. L’indomani in spiaggia, io come al solito sola, in compagnia del suo amico si avvicinò e continuò la l’opera iniziata la sera prima, con l’amico che gli faceva da spalla, io ero lusingata ed anche eccitata ma si dovette interrompere a causa del ritorno del mio compagno, in quanto il giro sui “buggy” nel deserto, che aveva prenotato, e programmato per la mattina era stato spostato, al pomeriggio. Subito dopo pranzo, il cielo si era coperto e quindi niente tintarella, ero sola, lui chiaramente era andato con i buggy, nel bar del villaggio ascoltavo musica leggevo qualche vecchia rivista, praticamente mi annoiavo. Questo mio stato d’animo doveva essere stampato sul mio viso tant’è che Gianni arrivò dicendomi, “ti annoi, forse facevi meglio ad andare a fare il giro con i buggy”. Iniziammo a chiacchierare e decidemmo di fare due passi per il villaggio, ma che cosa volesse era evidente, ed era anche evidente che io ero ben disposta a darglie-lo, intanto che passeggiavamo ridendo e scherzando finimmo nei pressi del suo bungalow, mi chiese quindi se volessi andare su in camera da lui. C’era poco da dire e da immaginare, andare su in camera voleva dire una sola cosa, io non sono mai stata una santarellina, inoltre in quell’occasione con un ragazzo che non avrei mai più visto e quindi libera da qualsiasi pensiero di sputtanamento, era nullo quindi decisi di lasciarmi andare ai mie istinti andare e godermi la situazione. Gianni dimostro subito nonostante la giovane età di essere ben sveglio, capi che aveva a che fare con una donna che aveva tanta voglia di godere e di esternare il suo istinto di troia, per cui non perse tempo, ed appena entrati, mi mise le mani sui fianchi, mi tirò a se mi baciò sul collo, io mi lasciai andare indietro con la testa facilitandogli il compito. Avendo verificato che io avevo ben reagito bene all’approccio si strinse a me facendomi sentire che il suo cazzo era già duro e pronto all’uso, io annuii di piacere. Dai fianchi le sue mani scesero veloci verso le il mio culo, e si posarono sulle mie natiche, facendomi capire già da quel contatto come i miei glutei avessero stimolato le sue fantasie. Nel giro di pochi istanti rotolammo nel letto con le sue mani che frugavano d’appertutto, io anche se sono nata a Torino, sono una ragazza mediterranea un po’ larga di bacino, lui sembrava entusiasta di questa cosa, avevo praticamente sempre le sue mani sul culo che lo pastrugnavano che lo stringevano che lo accarezzavano, le dita passavano sul solco tra le natiche provocandomi piacevoli sensazioni. I pochi miei indumenti durarono su di me pochi instanti, il copricostume era rotolato a terra prima ancora di finire sul letto, il reggiseno aveva già lasciato libere le mie tette, che in quel momento si godevano le attenzioni che Gianni prestava loro ora con i le mani ora con la bocca. Praticamente incollata a lui sentivo che quello che aveva in mezzo alle gambe era sempre più duro e animato dalla voglia di uscire dal costume, portai quindi la mia mano sul cazzo, scorrevo il palmo della mano da sopra il costume lungo il fusto ed avevo la sensazione che il cazzo si facesse sempre più grosso e duro, era il momento di liberarlo dal costume che o conteneva. Infilai la mano quindi sotto il costume ed iniziai a sentire finalmente il contatto di quel magnifico cazzo con la pelle delle mie mani, avendo un braccio bloccato sotto la spalla di gianni non riuscivo ad abbassagli il pantaloncino, Gianni per tutta risposta capii le mie intenzioni, inarco la schiena e abbasso il costume, il cazzo salto fuori libero e svettante. Fu così quindi che dopo averlo accarezzato un pò scivolai verso il basso e presi in bocca quel magnifico cazzo, e mentre io iniziavo ad assaporarlo lui andò a frugare tra le mie cosce rendendosi conto che colavo quindi mi giro e rigiro fino al punto che ci trovammo in un classico 69. Il ragazzo ci sapeva fare, utilizzando contemporaneamente dita è lingua inizio farmi gemere come una cagna, sentivo proprio che colavo, la linguetta birichina mi scavava e mi stuzzicava nei punti giusti, le dita invece mi tormentavano il clitoride, le labbra ogni tanto si sostituivano alle dita e mi stringevano il clitorite in una morsa inebriante, inoltre qualche dito birichino di tanto in tanto prendeva la strada del secondo canale intrufolandosi nelle mie viscere. Io d’altronde mi davo da fare con quel magnifico cazzo che svettava, lucido e duro come il ferro, cercavo di metterne in bocca il più possibile e me lo facevo arrivare in gola, scorrevo la lingua sul fremulo o scendevo a brucarli le palle. In quella posizione ebbi un primo orgasmo, liberatorio stringendo la testa di Gianni tra le cosce, lui non interruppe un attimo il suo lavoro neanche quando si rese conto che gli stavo colando in faccia, e continuo a lavorarmi il la figa con le mani e con la lingua. Quando si rese conto che cominciavo a smaniare e che avevo bisogno di essere sbattuta, si svincolo dalla posizione che eravamo mi mise con la schiena appoggiata al letto, si portò le mie caviglie sulle spalle appoggio la punta del cazzo alla figa e spinse dentro lentamente ma senza indugiare, mi tolse il respiro. Appena dentro lo lascio stare un attimo, fermo, così che me lo godessi tutto e quindi dopo essersi piazzato per bene inizio a stantuffarmi, iniziando lentamente, con un ritmo lento, quasi fastidioso, io avevo bisogno di cazzo, di essere sbattuta, e lui invece si muoveva lentamente, provocando da un verso una mia irritazione, per l’altro facendo crescere ancora di più il desiderio che avevo. Iniziò quindi ad aumentare il ritmo, ad spingere i colpi con foga, dimostrando ancora di più che ci sapeva e che aveva vigore da vendere, aveva inoltre capito che in quel momento io avevo tanto bisogno di essere sbattuta, di scaricare con quella scopata tutte le tensioni nervose accumulate nei giorni precedenti, lui d'altronde non si risparmiava dava colpi secchi e vigorosi facendomi mancare il respiro. Mi stavo godendo quel magnifico cazzo avevo tutta una serie di orgasmi conti-nui, lui mi girava e mi rigirava cambiandomi di posizione fu così che mentre ero alla pecorina con il mio culo ben esposto alla sua vista, mi resi conto che sempre con più insistenza le sue dita sfioravano il mio buchino posteriore, il sesso anale mi sempre piaciuto molto e da come capivo piaceva anche a lui, e stava cercando di capire se io ero disponibile a farmi inculare. Fu così che appena lui torno a sfiorare il mio buchino mi lasciai scappare un mugolio di piacere, era quello che aspettava, sfilo il cazzo dalla passerina lo appoggio all’ano il quale fu felice di schiudersi e far entrare il pistolone di Gianni. Si era proprio quello che ci voleva, un bel cazzo nel culo che mi lavorasse per bene, appena entrato Gianni non fu banale con domande del tipo “ti fa male”, lo spinse dentro tutto e inizio a muoversi lentamente, sfilandolo quasi al punto di uscire e rimettendolo dentro fino ad appoggiare le palle alle natiche. Questo gioco piacevole mi mandava in estasi, non capivo niente ogni volta che lo spingeva dentro mi faceva mancare il fiato, così facendo sentivo che stava montando in me un orgasmo anale, non avevo bisogno di toccarmi, quindi decisi di godermi quell’orgasmo anale così al naturale senza cercare altri stimoli. Incrociai le braccia ci appoggiai la faccia e sentii che le natiche si schiusero ancora di più. Gianni da questa visione deve aver avuto nuovo vigore, inizio a sbattermi con ancora più foga afferrandomi per i fianchi e tirandomi a se. Sentivo tutto il mio corpo che ballonzolava sotto l’azione coordinata del ragazzo che se con il bacino assestava colpi dai fianchi mi tratteneva e mi tirava a se facendo si che i colpi si sentissero di più. Le tette nonostante fossero in parte a contatto con il materasso ballonzolavano avanti ed indietro, i capezzoli strusciavano sul copriletto e mi portavano un ulteriore sensazione di piacere. Sotto questa serie di azioni un orgasmo monto violento, mi fece urlare e muovere il culo verso di Gianni quasi volessi che quel cazzo magnifico entrasse ancora di più nel mio culo. Gianni animato dalle sensazioni che lo spettacolo a cui lui assisteva da protagonista, spingeva sempre più forte iniziando a grugnire facendomi capire che anche lui era prossimo ad una sborrata, fu così che io mi lasciai andare in tutta una serie di incitamenti del tipo “dai sborrami nel culo” o riempimi tutta di sborra. L’orgasmo di Gianni stava montando su per bene, i colpi che dava erano veramente forti, ci aggiunse anche un qualche di pacca sul culo ben assestata che mi fece scappare dei gridolini di piacere, l’orgasmo di Gianni arrivo come un eruzione vulcanica, sempre tenendomi per le natiche mi assesto una serie di colpi violenti che furono seguiti da un rantolo di sfogo, il cazzo piantato in fondo al mio culo e le sue mani che per la natiche mi tenevano a se. Sentii lo sperma caldo invadermi tutta, lui si accascio sopra di me e senza tirarlo fuori ci siamo messi su un fianco, la sensazione era magnifica, sentivo il cazzo che pulsava di quelle pulsazioni post coito e questo mi portava un’eccitazione incredibile. Fu così che sfilai il cazzo dal culo e mi avventai su di esso con la bocca, il gusto asprigno dello sperma si mischiava ai miei umori rendeva ancora più eccitante il pompino che stavo praticando. Sotto l’azione inaspettata della mia lingua il cazzo riprese subito di vigore, Gianni ben felice del trattamento che stava ricevendo si godeva lo spettacolo, io dal canto mio ogni tanto alzavo gli occhi e me lo vedevo bello beato con gli occhi socchiusi che si godeva il pompino. Eccitata da quello che avevo appena ricevuto unitamente al piacere di avere tra le labbra un cazzo che diventava sempre più duro portai una mano tra le cosce ed iniziai a toccarmi, Gianni quindi vedendo che la mia voglia di cazzo era tutt’altro che sedata, si giro, mi fece montare cavalcioni su di lui e mi dimostro, anche se non c’e ne era bisogno, che il suo cazzo era pronto e funzionante. A cavallo di lui inizia io a muovermi con il ritmo che più mi gradisse, lui d’altro canto stava aveva messo le mani sulle mie tette e le pastrugnava con foga stringendole insieme ai capezzoli. Sotto l’azione combinata del cazzo e delle mani di Gianni sulle tette, non tardò ad arrivare un ennesimo orgasmo che mi faceva colare sopra il cazzo di Gianni, così quindi mi lasciai andare sopra di lui portando le mie tette a contatto con il suo petto. Mentre ero in questa posizione con il viso sul cuscino e con il pisello di Gianni ben piantato nella passera, sentii netto il rumore della serratura che scattava, mi resi conto che non poteva essere la donna delle pulizie, capii ancora prima che facesse capolino da dietro il muro chi poteva essere, si trattava di Ciro, il compagno di stanza di Gianni. Si infatti Ciro, il compagno di viaggio di Gianni, era entrato in stanza e si era trovato davanti quello spettacolo, io alla a cavalcioni di Gianni con il culo proprio verso la porta il cazzo di Gianni ben piantato nella mia passera. Non so se fosse stata preparata o se fosse stato un caso, ma di sicuro anche lui rendendosi conto che io non avevo battuto ciglio al suo ingresso decise che era il caso di darsi da fare, e l’unica cosa da fare in quel momento era buttarsi in mezzo. Quindi salì sul letto anche lui non era ancora entrato nel mio campo visivo, so che quando inizia a metterlo a fuoco era già con l’arnese in mano e puntava dritto verso la mia boccuccia. Appena lo presi in bocca ebbi un orgasmo immediato, e deve essermi sfuggito qualche mugolio di piacere, segno evidente che la cosa non mi spiaceva anzi, non era la prima volta che andavo con due uomini, e la cosa mi piaceva molto. Fu proprio per quel mugolio che Gianni inizio a pistonarmi con ritrovato vigore, ed io per tutto risposta mi infilai fino in gola il cazzo di Ciro. Ciro aveva un cazzo un po’ più corto di quello di Gianni, ma quello che perdeva in lunghezza lo recuperava abbondantemente in diametro. Dovevo veramente forzare la bocca perché riuscissi a non prenderlo tra i denti, Gianni dal canto suo si godeva lo spettacolo e mi stantuffava per bene, nonostante la posizione non fosse molto adeguata. Fu così che mentre Ciro si distese sulla schiena continuando a godersi il pompino, Gianni svicolo da sotto mi lascio alla pecorina e mi piantò il cazzo nella figa. A-desso si che lo sentivo bene, i colpi mi scuotevano facendomi scappare dalla bocca il cazzo di Ciro, il quale beato si godeva o spettacolo mentre ero in quella posizione Gianni più volte mi infilò delle dita nel culo, presagendo quello che aveva intenzione di combinare da li a poco. Prendere due cazzi di carne insieme era per me un’esperienza già fatta, ma ogni volta che capitava mi eccitava sempre come la prima volta che mi successe. L’eccitazione di avere un cazzo in bocca unita al pensiero di cosa sarebbe suc-cesso da li a poco mi fece avere un ulteriore orgasmo, che diede il segnale a Gianni per iniziare le operazioni che conducevano alla doppia penetrazione. Gianni quindi si sfilo dalla mia passera e mi fece mettere a cavalcioni di Ciro, il quale con il cazzo ben duro ancora non aveva capito a cosa voleva arrivare Gianni, il cazzo di Ciro come mi aspettavo era più grosso di quello di Gianni in circonferenza e nonostante avessi già preso abbondantemente il cazzo dell’amico quando entrò si fece sentire, anche lui molto vigoroso iniziò a stantuffarmi tenendo le mani sulle mie tette, io presa dall’eccitazione di quel cazzo vigoroso che mi limava per un attimo avevo perso di vista le intenzioni di Gianni, ma fu proprio lui che me li ricordo bussando con il suo cazzo alla porta del mio culetto. Nonostante il mio culo fosse abbastanza dilatato e lubrificato dalla inculata pre-cedente, la penetrazione diede un leggero fastidio Gianni si rese conto di questo e una volta entrato restò qualche istante immobile lasciando che fosse il compagno a muoversi. Dopo questa prevedibile difficoltà iniziale il culo si rilasso iniziando a trasferir-mi sensazioni sempre più piacevoli e forti, godevo come una cagna, non so quanti or-gasmi ho avuto fino al punto che Ciro mi disarcionò e mi proprio in tempo per non riempirmi di sperma, ma lo schizzo fu così violento che mi schizzo la pancia le tette ed il viso. Anche Ciro dimostro un rapido recupero, infatti su sufficiente mettere in bocca il suo cazzo solo qualche istante che riprese vigore e consistenza, a questo punto lui volle provare il mio culetto, mi mise di schiena sul tavolo porto le mie stesse gambe verso il mio petto e mi infilo il suo cazzo in culo. Ciro come Gianni ci sapeva fare, usava il cazzo con un misto di lentezza e di fo-ga alternando i ritmi in base a come io rispondevo, e quando io ero prossima all’orgasmo i colpi diventavano violenti trasferendomi sensazioni di immenso piace-re, Gianni mentre Ciro mi inchiappettava allegramente dopo essersi goduto lo spetta-colo seduto sulla poltrona si avvicinò al fianco del tavolo e facendomi girare la testa sul fianco mi mise in bocca il suo cazzo già rianimato dallo spettacolo a cui aveva as-sistito. Dalla posizione in cui ero io non potevo muovere la testa, e lui per nulla scorag-giato da questa mia impossibilità iniziò letteralmente a scoparmi la bocca, tenendo la testa ferma con una mano e muovendo il cazzo avanti ed indietro. In quel momento il mio istinto di troia, ebbe un sussulto di soddisfazione, ero con due ragazzi che mi stavano mi riempiendo i buchi di cazzo, usandomi proprio come una troia. Ciro non tardò a venire, riempiendomi ancora una volta il culo di sperma, Gian-ni invece tardò ancora qualche istante prima di sborrarmi in bocca riempiendola di sperma che assaporai per bene prima di deglutire tutto. Finimmo sul letto a riprenderci e rilassarci un po’, la scopata che avevamo ap-pena concluso ci aveva aumentato la confidenza per cui rilassati chiacchieravamo del più e del meno, quindi vista l’ora mi rivestii e andai in camera mia ero spossata, stan-ca ma soddisfatta lui tornò, circa un’ora dopo che io avevo fatto la doccia e mi ero ri-posata, raccontandomi che con i buggy nel deserto si erano divertiti, io mi ero goduta la scopata ed ero soddisfatta. L’indomani lui andò a vedere le oasi berbere nel deserto, io dopo pranzo tornai nella stanza dei ragazzi i quali se il primo giorno avevano mostrato qualche limite specialmente da un punto di vista di affiatamento nella seconda giornata, si sono di-mostrati molto più affiatati e concentrati nel perseguire un unico obbiettivo, riempir-mi di cazzo il più possibile. Già mi avevano anticipato la cosa quando a pranzo mi avevano detto “vatti a ri-posare subito dopo pranzo che oggi avrai bisogno di tutte le tue forze” io avevo rispo-sto schernendoli che non ne avrei avuto bisogno e che le energie le dovevano recupe-rare loro. Finito il pranzo sono andata in camera, mi sono data una rinfrescata e sono andata nella loro camera, mi aspettavano in piedi con addosso solo il costume da bagno, mi hanno fatto entrare, quindi da in piedi mi hanno messo in mezzo, uno si strusciava a me da davanti, e Ciro da dietro appoggio il suo pistolone ancora dentro il costume al solco delle mie natiche. Io portai in basso la mano e tirai fuori dal costume il cazzo di Gianni per iniziare a masturbarlo, Ciro dalla sua posizione aveva le mani sulle mie tette e continuava a strisciarmi il cazzo sul solco del culo, io leggermente piegata in avanti continuavo a masturbare il cazzo di Gianni, sino a quando senza mezzi termini prese la mia testa tra le mani e l’abbasso verso il cazzo. Il segnale era troppo evidente, da quella posizione mi inginocchiai e gli presi in bocca il cazzo, Ciro dal canto suo si sposto e mi mise anche lui il cazzo a portata di bocca, praticamente senza neanche avere il tempo di togliere il pareo avevo in bocca i loro piselli già belli tosti. La cavalcata del giorno prima deve averli scaricati bene perché si controllavano e riuscivano a gestire loro i tempi, mi sono messa di impegno per cercare di farli ve-nire subito ma non ci sono riuscita. Loro dall’alto si godevano lo spettacolo della mia boccuccia riempita a turno ora da uno ed ora dall’altro pisello, forse per questo che riuscivano a farla durare tanto, provando ogni tanto ad infilarmeli entrambi in bocca. Era proprio cambiato qualcosa, mentre il giorno prima erano imbarazzati quando c’era il contatto tra i loro sessi o tipo tra le mani di uno e il pisello dell’altro oggi era-no indifferenti a questo tipo di contatto e si aiutavano tra di loro. A questo punto mi hanno tirata sul letto e mentre Gianni si distese sul perché io continuassi quello che avevo iniziato appena entrata, l’altro con la calma e la flemma di un lord inglese mi ha tolto il pareo mi ha slacciato il costume e di colpo mi ha infi-lato il cazzo nella passerina che a causa di quella situazione era abbastanza umida. Il verso che usci dalla mia bocca deve essere stato qualcosa di osceno, Gianni infatti esordì dicendo certo che ti piace proprio il cazzo, io per tutta risposta diedi un morsetto alla cappella, e poi per farmi perdonare affilai la lingua ed iniziai a tormen-tarli il fremulo, sentivo che quando che sollecitato in quel punto Gianni si tendeva come una corda di chitarra, e questa cosa mi inorgogliva. Ciro dal canto suo dopo il primo colpo con cui mi aveva infilzata mi stantuffava con colpi decisi, era inebriato della visione del mio culo, aveva le mani sui miei fian-chi e con la punta dei pollici mi allargava le chiappe, continuando a dire che culo ma-gnifico. Secondo me Ciro nella vita normale doveva essere un ragazzo un pò timido, infatti il primo giorno si era un pò trattenuto, oggi invece stava si era lasciato andare e stava venendo fuori tutta la porcaggine che era in lui. Dopo questa cosa il pomeriggio è stato un continuo sali e scendi, con calma sen-za fretta, prendendosi i loro tempi, (uno dei due si è fermato almeno tre volte a fu-marsi una sigaretta) me lo hanno infilato in tutti i buchi in tutti i modi, sempre quello che fumava ad un certo punto ha voluto che gli facessi un pompino mentre lui si fu-mava una sigaretta con l’altro che mi inculava. Durante una di queste pause chiacchierando sui desideri e le voglie che avevamo gli parlai del desiderio che avevo e che non sapevo se mai avessi mai avuto il corag-gio di esaudire, anni prima infatti ero andata a curiosare con un mio amico in un club privè di Torino, ne avevo sentite tante e volevo sapere se erano balle o era la verità. In una di queste stanze in un enorme letto circolare in raso rosso c’era una si-gnora bendata che soddisfala le voglie di chi saliva sul letto. Non avevo capito subito la cosa e chiesi al mio amico, la ragione di quella cosa e lui mi rispose, così lei si può concentrare solo sul piacere del sesso, non viene di-stratta dall’aspetto dell’amante di turno inoltre non vedendo l’amante non andrà in difficoltà un giorno che lo incontrasse. Quindi ricominciammo e la sera verso le 19,00 andai in camera a sentire quello stolto che mi raccontava del deserto, delle abitazioni berbere e di tutta una seria di sciocchezze che non avevo voglia di stare a sentire. La sera loro non cenarono con noi, in quanto facendo parte di un gruppo per un viaggio premio ed avevano una cena di gala. Non vennero nemmeno nell’anfiteatro a vedere lo spettacolo delle ballerine tuni-sine e dell’incantatore di serpenti (dei quali non me ne poteva fregare di meno), dopo lo spettacolo il mio lui, tanto per confermarsi, decise che era stanco e che voleva an-dare a dormire, io ero stanca e un pò dolorante, ma proprio per spirito di contraddi-zione gli dissi che volevo fare un salto in discoteca. I ragazzi arrivarono dopo una mezz’oretta, erano abbastanza alticci, (devo dire con orgoglio che avevano le borse sotto gli occhi) mi fecero ballare ridendo e scher-zando, mi presentarono loro amici, il responsabile del viaggio, ecc. Dopo un pò mentre stavamo bevendo qualcosa uno dei due all’orecchio mi disse “te la senti di esaudire il tuo desiderio”, io risposi subito, mi sarebbe piaciuto ma che sarebbe stato impossibile, come faccio a giustificare l’assenza, il mio compagno non ha altre escursioni prenotate, sarebbe impossibile. L’indomani mentre eravamo sulla spiaggia un gruppo di una decina di persone tra cui questi ragazzi, si misero accanto all’ombrellone nostro e dopo un pò iniziarono tutta una discussione a proposito di un escursione che si sarebbe fatta il venerdì per andare a vedere le oasi di montagna. Raccontavano che era qualcosa di impedibile, che un loro amico l’aveva fatta e si raccomandavano assolutamente di non perdersela. Riuscirono a coinvolgerlo che ad un certo punto lui mi dice “a sentirli parlare, mi hanno fatto venire voglia di fare questa escursione, solo che mi spiace di lasciarti ancora sola”, io chiaramente dissi, “ma figurati, vai tanto io mi rosolo al sole in spiaggia, tu ti annoieresti, l’importante che mi prometti che la sera non ti fai venire l’abbiocco e mi porti allo Smailas?. Detto fatto, dopo mezz’ora lui era bello e prenotato per andare a vedere le oasi di montagna, a me iniziò a venire il panico. Ho iniziato ad avere proprio paura, e mi sono trovata nella condizione di quasi rinunciare, poi un ulteriore screzio avuto con il mio pseudo compagno mi ha fatto di-re ma vaffan…. ogni lasciata è persa, ed ho deciso di proseguire nei miei intenti. La sera i ragazzi in anfiteatro erano seduti lontano da me, io vedevo che mi guardavano speranzosi di un mio cenno o di un mio sguardo confermativo, ma volevo lasciarli sulle spine tutta la serata, poi dopo in discoteca, io al solito da sola, incontro i ragazzi, che non stavano più nella pelle e mi chiedono se per l’indomani è tutto a ok? Al mio sorriso di conferma hanno fatto un urlo tipo pazzi e si sono scambiati per tutta la sera sguardi di intesa. L’indomani lui alle 6 del mattino si alzò si preparò per l’oasi di montagna, io mi alzai alle 9 ed andai a fare colazione con molta calma, incontrai i ragazzi, concor-dammo che sarei stata in camera loro alle 10 bendata sul letto. Quindi con calma andai in camera mi diedi una rinfrescata, scelsi un completino intimo che mettesse in evidenza le mie forme, alzai anche l’aria condizionata così che fosse un pelino più fredda ed alle 10 meno 5 utilizzando una cravatta del mio lui mi bendai. Ti garantisco che è una sensazione stranissima, essere bendata e sapere cosa succederà e non sapere con chi con quanti, avevo il cuore in gola ma allo stesso tem-po ero eccitatissima e mi sentivo la passera già colante. Ad un punto sento lo scatto della porta, da distesa mi metto in ginocchio in mez-zo al letto, non so verso dove fossi rivolta, il cuore è andato a mille, per un attimo ho anche avuto la paura che fosse la signora delle pulizie, (sai che figura), sentivo rumo-ri passi, qualcuno che sottovoce diceva dai avanti, avanti, un altro che diceva mi sa che è uno scherzo, qualcuno altro che diceva dai zitti zitti. Mi è sembrato che passas-sero mille anni dal momento che ho sentito lo scatto della porta a quando ho sentito la porta che si chiudeva e quindi la prima mano che mi sfiorava. Qualcuno mi ha preso la mano sinistra e mi hanno fatto toccare un cazzo, con-temporaneamente sento che dall’altra parte del letto qualcuno saliva sul letto, un altro cazzo, in mano. Quindi ecco inizio a succhiare il primo, anche un secondo mi strusci sul viso e arriva in bocca ne avevo un altro in mano erano almeno in tre. Da li mi sono lasciata andare non so quanti erano di sicuro almeno 4 ma credo di più, sono stata scopata, in tutti i modi. Ad un certo punto mi hanno messo alla pecorina e mi inculavano a turno, come a turno me lo infilavano in bocca. Mi sono venuti addosso, in bocca, in faccia (ho dovuto lavare la cravatta), sui capelli, sul seno, sulle natiche, sulla pancia. Uno di loro doveva essere veramente dotato perché quando me l’ha messa in culo ho fatto un grido misto di dolore e piacere, era l’unico che distinguevo dagli altri, lo sentivo in bocca o in culo o nella paperina e lo distinguevo dalle dimensioni. Devo dire che era una situazione magnifica, mi concentravo solo su me stessa, il mio unico pensiero era godere, in alcuni momenti riflettevo mentre possibilmente ero sul letto messa a caval-cioni di qualcuno con un cazzo in bocca ed uno in mano, sulla scena che potevo offri-re in quel momento. Siamo andati avanti fino alle 13.30 poi ero effettivamente distrutta non so quan-te volte sono venuta e quante volte mi sono venuti addosso. Come d’accordo sono andati via e io mi sono tolta la benda solo dopo che sono usciti, sono andata in bagno mi sono guardata, ero impressionante, a parte che sugli occhi avevo sperma d’appertutto, ho dovuto fare due shampoo per farlo andare via dai capelli. Dopo la doccia sono andata a pranzo da sola, non ho incontrato i ragazzi, me-glio, in quella occasione forse mi sarei vergognata, la cosa andava digerita, il pome-riggio ho dormito come un sasso per almeno tre ore poi sono andata in piscina. Verso tarda serata è arrivato il mio compagno, ha esordito dicendo ”peccato che non sei venuta, non sai cosa ti sei persa”. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Blaster1 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 08/10/2008 20:29:53 | |
Giudizio personale: | ottimo racconto | |
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