i racconti erotici di desiderya |
La mia storia - inizio: incesto con mia madre. |
Io voglio raccontare la storia della mia vita a puntate. Comincio da quando all’età di circa 14 anni caddi nella tromba delle scale dal terzo piano.
Stavo dando l’acqua alle piante quando persi l’equilibrio e caddi di sotto. Per fortuna non caddi di peso in quanto la ringhiera, man mano che precipitavo, andando a sbatterci contro attutiva la caduta. In sostanza rimasi privo di conoscenza e con parecchie fratture. Tutto quanto mi venne raccontato da mia madre che, presente al fatto. Dopo la degenza in ospedale, della quale io non ricordo nulla, i miei ricordi vanno al mio letto di casa. Mi dissero di essere rimasto in coma per qualche giorno e che poi avevo riaperto gli occhi. Tuttavia non riuscivo né a parlare, ne a fare dei movimenti volontari. Mia madre si prese cura di me. Mi dava da mangiare, mi faceva fare i bisogni, mi lavava. Intanto il tempo passava ed io non davo segni di ripresa. Però anche se non parlavo io sentivo tutto. Avevo voglia di fare qualcosa, muovermi ma dentro la mia testa era come se stessi ancora in coma, come se stessi dormendo. Vari medici si erano alternati al mio capezzale, finché uno disse che avevo bisogno che il mio cervello venisse stuzzicato, come quando un’auto ha la batteria scarica e la si spinge per metterla in moto. Mio padre faceva il panettiere ed andava al lavoro alle 3 di mattina per poi far ritorno nel pomeriggio e quindi andava subito a letto, per cui non poteva avere il tempo di stare con me. Mia madre, dopo che finiva le sue faccende di casa, veniva accanto al mio letto e si metteva a parlare, a raccontarmi delle favole, a dirmi qualsiasi cosa, come se stesse parlando ad una persona normale. Io sentivo tutto e avrei avuto voglia di rispondere, ma non ce la facevo a parlare. Potevo muovere solo gli occhi. Una volta accadde che era venuto a trovarmi mio zio, fratello di mio padre, il quale mi parlava e mi faceva delle domande. Naturalmente io non rispondevo e mia madre gli disse che non davo nessun segno se non il solo movimento degli occhi. Ad un certo punto mio zio, mentre mia madre gli aveva portato una cosa da bere, l’afferra per i fianchi, la tira a se e le dà un bacio in bocca. Mia madre non si tirò indietro, anzi sembrava gradire il bacio ed in breve lui le tira le tette fuori e gliele palpa e le succhia i capezzoli. A quella visione ricordo che cominciai a sentire il mio pisello indurirsi, finalmente una parte del mio corpo iniziava a reagire. Vedere il seno di mia madre così da vicino mi stuzzicava parecchio e anche le sue cosce mi davano la scossa. Poi i due andarono via, probabilmente andarono a fare l’amore in camera da letto. Poco più tardi mia madre rientra in camera mia perché era venuto il momento di fare i bisogni. Mi tira giù il pigiama per mettermi la padella sotto il sedere. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi, e anche ai miei, fu quello di vedere il mio pisello durissimo. Per farmi fare la pipì mia madre dovette prenderlo con le mani e cercare di piegarlo. La sensazione di pisciare mentre mia madre me lo teneva in mano era stupende. Quando venne il medico a visitarmi, mia madre gli raccontò della reazione che avevo avuto senza, tra l’altro, dire che lei stava pomiciando con lo zio e poi era andata a farsi scopare. Disse che a causa del gran caldo lei aveva la camicia aperta e le si vedeva un po’ il seno e anche la gonna, nel sedersi, era andata su scoprendole le cosce. Il medico le disse di tirarmi giù il pigiama, ma in quel momento non ero eccitato. Poi lui chiese a mia madre di fare gli stessi movimenti dell’altra volta in modo da vedere se la mia reazione era stata una cosa casuale o perché data da una situazione ben precisa. Con un po’ di imbarazzo mia madre sbottona la sua camicia facendo uscire un po’ le tette, poi si siede sul letto scoprendosi le cosce. A quello spettacolo il mio pisello riprese vigore. Il medico disse che forse quello avrebbe potuto essere un metodo per stuzzicare il mio cervello a riprendersi. Ricordo che mia madre pianse davanti al medico, forse perché lui le suggeriva di far qualcosa fuori dalla morale, però anche lei si rese conto che quella poteva essere la soluzione ai miei problemi. In casa eravamo da soli in quanto mio padre era al lavoro e mia madre iniziò con la sua opera proprio la mattina seguente la visita del medico. Quando mi portò la colazione, si sedette sulla sedia accanto a me e mentre mi dava il caffellatte, aveva il seno quasi scoperto. Vedevo un po’ delle sue areole e gliele fissavo e intanto sbarravo gli occhi. Lei, vedendo questo, con un gesto aprì completamente la camicia facendosele uscire completamente. Io dentro ero sveglio e volevo fare chissà che cosa, ma non riuscivo a fare nessun movimento. Ricordo solo che le dita della mia mano sinistra ad un certo punto si stiracchiarono. Mia madre pianse per il risultato che stava ottenendo. Al momento di lavarmi, lei metteva la cerata sul letto e mi ci faceva rotolare sopra, poi mi spogliava completamente e prendeva a lavarmi con la spugna. Quella volta venne in camera con il seno scoperto, senza nessun indumento, indossava solo la gonna. Alla vista di quel ben di Dio i miei occhi stavano per uscire dalle orbite e le dita delle mani si erano tutte stiracchiate. Guardano i capezzoli di mia madre in modo appetitoso, avrei voluto assaggiarne uno, ma non potevo né dirglielo né farglielo capire. Quando mi spogliò avevo il pisello durissimo. Mia madre prese a lavarmi con la spugna per tutto il corpo e dopo aver finito mi asciugò. Ero ancora nudo col pisello duro e lei stava seduta sul letto con le tette quasi a contatto del mio viso. Io gliele guardavo con avidità e lei, avvicinatasi, mi mise un capezzolo in bocca. Presi a succhiarlo e a leccarlo avidamente, come quando ero piccolo e lei mi allattava, quando sentii la mano di mia madre accarezzarmi il pisello e poi impugnarlo per iniziare una lenta masturbazione. Mi stavo beando in quella posizione. Avevo gli occhi chiusi e li riaprii solo perché avevo sentito qualcosa che mi aveva bagnato il viso. Era mia madre che stava piangendo. Le sue lacrime mi bagnavano la guancia ed io non capivo se stesse piangendo per la gioia oppure per la vergogna. Intanto mia madre non smetteva di masturbarmi e quando vide che stavo per raggiungere l’orgasmo accelerò il ritmo. Ricordo che quel primo orgasmo fu stupendo, anche perché fu l’inizio del mio risveglio. Infatti mentre godevo emisi anche dei gemiti e sospiri forti e alla fine dissi “mamma”, seppure in modo confuso. L’amore di mia madre che mi aveva fatto nascere, adesso mi aveva dato la spinta perché io mi svegliassi e quindi che rinascessi nuovamente. Nel pomeriggio venne nuovamente il medico e lei gli disse ogni cosa. Il medico naturalmente le consigliò di continuare con quella terapia, anche se mia madre gli aveva detto che in un certo senso lei si vergognava. Il giorno appresso, sempre durante l’operazione del lavaggio, mia madre agì nuovamente in quel modo. Mentre godevo lei vide che le mie gambe si muovevano e si stiravano, come ci si stiracchia la mattina subito dopo svegli. Forse quei risultati la convinsero a premere sull’acceleratore, fatto sta che iniziò una serie di stuzzicamenti, tralasciando le favole. Mi si presentava con addosso reggiseno e mutandine in pizzo nero e reggicalze con calze a rete da mozzare il fiato a chiunque. Il reggiseno era piccolo e fatto in modo che i capezzoli uscissero fuori con le areole. Era uno spettacolo molto ma molto stuzzicante, fino a che io non alzai le braccia nella sua direzione. Lei, capendo che quello spettacolo non mi faceva altro che bene, continuava a mostrarsi a me senza avvicinarsi o si avvicinava quel tanto da farsi sfiorare. In quel modo mi spingeva a combattere con me stesso in modo da fare reagire il mio corpo. Iniziai a dire qualche parola soprattutto ad elogiare le bellezze di mia madre la quale tutte le volte piangeva per la gioia. Ancora non parlavo del tutto normale, mi mangiavo qualche lettera o non la pronunciavo bene e lei alla fine mi accontentava masturbandomi. Poi accadde che una mattina mia madre entrò in camera con addosso solo una guépiére con reggicalze incorporato, un paio di scarpe con tacco alto, senza mutandine e con le tette che uscivano fuori dalle coppe che lei teneva ripiegate all’interno. Quella vista mi diede una tale scarica elettrica che sentii come una folgore su e giù per la spina dorsale. Il respiro mi si era fatto affannoso e sicuramente ero rosso in viso in quanto sentivo il viso andare a fuoco. Prima di lavarmi mia madre fece una cosa bellissima, mi tolse il lenzuolo da sopra, mi spogliò e si mise sopra di me nella posizione del 69. Prese a succhiarmi il pisello mentre io, istintivamente presi a leccarle la figa. Le mie braccia rispondevano, così pure le dita delle mani. Ricordo che tenevo larga la figa di mia madre con entrambe le mani e le infilavo la lingua dentro. Mia madre raggiunse più volte l’orgasmo. Quando anch’io raggiunsi l’orgasmo, lei si alzò e prese a lavarmi per poi darmi il caffellatte. Tuttavia non prese ad imboccarmi come faceva prima, mi aveva portato il vassoio ed io, non con poca fatica, presi il cucchiaio in mano ed iniziai a mangiare. Nel frattempo dicevo anche qualche parola, soprattutto ringraziavo mia madre dicendole che era stata brava a stuzzicare il mio cervello in quel modo. Quando mio padre non era in casa, mia madre stava abbigliata con la guépiére e tutto in mostra, ed io emettevo dei sospiri perché mi deliziavo di quella visione. Lei mi chiedeva cosa provassi nel vederla nuda ed io le sottolineavo le sue bellezze, quello che mi piaceva di più di lei, cioè il culo e le tette, e poi quando me lo prendeva in bocca. Mi disse, sorridendo un pochino, che si sentiva una puttana a comportarsi ed abbigliarsi in quel modo. Io le dissi, sempre sorridendo, che se poteva fare la puttana con lo zio, avrebbe potuto farlo anche con me. Mia madre mi venne vicino in fretta ed io pensai volesse darmi un ceffone ed invece mi diede un bacio in bocca. Mi disse che mio padre non aveva tempo per fare l’amore con lei perché era sempre impegnato col lavoro e lei aveva bisogno di un uomo per sfogarsi. Le dissi che ora c’ero io e che poteva sfogarsi con me. Mi baciò nuovamente in bocca dicendomi di non dire niente a nessuno in quanto quello sarebbe stato il nostro segreto. Ormai anche le mie gambe davano segno di volersi risvegliare, segno che la terapia funzionava. Una mattina mi feci trovare seduto sul letto. Lei ne fu stracontenta. E qualche giorno dopo cercai di alzarmi da solo. All’inizio feci un po’ di fatica, poi presi ad esercitarmi con la sedia facendo degli esercizi. Mi mettevo seduto sul letto ed alzano la sedia con i piedi, per tonificare i muscoli delle gambe. E una mattina di quelle, sapendo che mio padre era al forno, mi alzai e pian pianino andai in camera di mia madre che ancora dormiva. Mi piazzai accanto a lei in piedi tutto nudo e col pisello dritto e glielo strisciavo sulle labbra. Quando lei aprì gli occhi emise un grido, forse per lo spavento. La poca luce che filtrava dalla tapparella semi aperta faceva notare la mia sagoma ma non il mio viso, per cui lei pensò si trattasse di qualcuno che si era intrufolato in casa. Allora io andai verso la finestra camminando non molto veloce ed alzai la serranda. Mia madre si portò le mani alla bocca per non gridare e i suoi occhi si riempirono di lagrime per la gioia di vedermi in piedi. Io la guardai e le dissi che quello era tutto merito suo, anche il pisello dritto. Poi avanzai verso di lei con il pisello duro e minaccioso. Mi fermai all’altezza della sua bocca e glielo strusciai sulle labbra. Lei mi disse “ma non sono una puttana” ed io le dissi “ed invece si, sei la mia puttana”. Mia madre scostò le lenzuola e si mostrò a me tutta nuda a cosce spudoratamente spalancate. Mi disse “fottimi”. Non me lo feci dire due volte, mi distesi sopra di lei e glielo infilai dentro. La sua figa ed bagnata e vogliosa ed il mio pisello non era molto grosso per quella figona. Allora avevo quasi 15 anni e non ero molto esperto nel far l’amore, l’avevo solo visto in certi film porno. Mia madre fu la mia maestra. Mi insegnò come fare per soddisfarla col pisello con la lingua e con le mani. Eravamo due amanti e non più madre e figlio. Tuttavia io la rispettavo come mamma in tutto e per tutto, solo quando dovevamo fare l’amore allora lei diventava la mia puttana. Passò il tempo ed io mi ristabilii completamente, grazie comunque al sacrificio della mi mammina. Ormai ero diventato quasi un uomo, il mio pisello si era ingrossato per bene ed aveva cambiato nome, passando da pisello a fava. Mia madre però lo chiamava “il mio cazzone” e se lo sbaciucchiava un’infinità di volte. Un giorno mi disse che aveva intenzione di insegnarmi un nuovo giochetto. Mi avvertì che questo nuovo gioco era un pochino pesante, ma io, conoscendo la sua voglia di sesso, non mi tirai indietro. Eravamo entrambi nudi, sentivo un’attrazione per il suo corpo come fossi una calamita che attrae un pezzo di ferro. La sua peluria ricciola nera e le sue belle tette, per non parlare del suo bel culetto rotondo, mi mandavano in estasi. Ad un certo punto lei prende la tela cerata, quella che un tempo mi metteva sotto quando doveva lavarmi, la mette per terra e mi ci fa distendere sopra, poi si piazza sopra il mio viso accovacciandosi sulle sue caviglie quasi in ginocchio e mi dice di leccarle la figa. Io mi do da fare e con le mani nel frattempo le stuzzico i capezzoli. Mia madre viene in un batter d’occhio, una, due e anche tra volte. Quanto termina di godere rimane sopra di me ed io le chiedo quale fosse questo nuovo gioco, visto che quello di leccarle la figa era una normalità per noi. Non risponde, mi guarda fisso negli occhi e sorride. Io avevo la testa imprigionata dalle sue ginocchia e non potevo muovermi, quando all’improvviso vedo un getto di urina potente schizzare fuori dalla sua figa. Lei si allarga la figa con entrambe le mani quasi come a voler dirigere il getto dritto sul mio viso. Sul momento rimango stupito e forse anche un po’ schifato, ma sentire quel getto caldo sul mio viso mi eccita tremendamente, quindi apro la bocca e ne faccio entrare anche dentro. Assaggio la pipì di mia madre, è salata, calda e dolce. Quando ella termina di pisciarmi in faccia riprendo a leccarle la figa, come per pulirla, facendole un bidet. Raggiunge nuovamente l’ennesimo orgasmo ed io le dico “mamma, sei proprio una puttana”. Mia madre mi dà la mano facendomi alzare e mi bacia in bocca. Adesso è lei che assaggia i suoi umori, dal gusto della sua pipì ancora presente nella mia bocca, a quello dei suoi orgasmo. Guardandomi sempre negli occhi e senza dirmi nulla, si inginocchia davanti a me ed inizia a spompinarmi. Le sborro in bocca quasi subito in quanto sono eccitatissimo. L’idea di avere una mamma così troia mi mandava il cervello in estasi. Ad un certo punto, visto che lei era rimasta in ginocchio davanti a me, ci guardiamo fisso negli occhi senza dire una parola. Vedo un accenno sul suo viso voglioso e capisco ciò che vuole, ciò che si aspetta da me. Mi concentro e mi libero della mia pipì sul suo viso. Lei apre la bocca ed io le piscio dentro, sugli occhi e sulle tette. Mi sentivo come un pompiere che stava spegnendo un incendio, e quell’incendio era il vulcano che era dentro mia madre. Quella perversione mi ha nuovamente fatto eccitare, ma non solo a me, in quanto anche lei è su di giri, quasi non la riconosco più. Mi dice “scopami, fottimi, mettimi incinta”. Quelle parole piene di ardore mi mettono il fuoco dentro. La prendo per mano e la porta nella mia camera. La infilzo immediatamente e la pompo per diversi minuti. Avevo già raggiunto l’orgasmo e quindi potevo durare di più. Dopo averla sentita urlare di piacere più di una volta, anch’io godo scaricandomi dentro la sua figa. Dopo realizza che effettivamente sarebbe potuta rimanere incinta, quindi glielo dico e lei dice “voglio un figlio da te”. “ma tu sei matta” le dico, ma lei, in preda ad una specie di crisi di astinenza da sesso, mi sale sopra dopo avermi spompinato un altro po’ per farmelo tornare duro e si infilza nuovamente. Stavolta è lei che cavalca sul mio cazzone. Mi incita come fosse ad un rodeo sopra uno stallone da domare. Intanto sento la porta di casa che si apre, sicuramente è mio padre che torna dal lavoro. Le dico di tacere per non farsi sentire, ma lei non ne vuole sapere, anzi urla più forte dicendo cose indicibili, parla apertamente di sesso tra me e lei, decanta il mio cazzone, come lo chiama lei. La porta della camera si apre ed io vedo la figura di mio padre sulla soglia. Lei si ferma e si volta verso di lui, entrambi si fissano e poco dopo mia madre riprende la cavalcata sul mio cazzone sempre rimanendo a guardare mio padre. Poi raggiunge l’orgasmo in un modo osceno dicendo frasi oscene piene di sesso. Mio padre si ritira ed io sono rosso per la vergogna. Quella troia di mia madre invece è fiera di se, mi prende per mano e mi porta in bagno a far la doccia. Quando più tardi a cena siamo seduti a tavola, io cerco di scusarmi con mio padre il quale mi guarda, sorride e non mi dice nulla. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Ad un certo punto mia madre, rivolgendosi a mio padre, dice “ma lo sai che tuo figlio ha proprio un bel cazzone?”. Mio padre mi guarda, la guarda e dice “bene, vorrà dire che adesso non andrai più a cercarti gli uomini per farti montare”. Rimango esterrefatto. Ma allora mia madre era proprio una puttana! Cerco di dire qualcosa a mio padre il quale mi blocca dicendomi delle cose che non sapevo. Mi parla del fatto che a causa del lavoro lui la trascurava e che quindi lei in un certo senso si sentiva autorizzata a cercare altri uomini per essere soddisfatta. Mi spiega un sacco di altre cose ed infine dice “sono contento che a soddisfare tua madre sia proprio tu e non un estraneo”. Poi continua dicendo “non avere vergogna di me se a tua madre viene la voglia di farsi scopare in mia presenza, lei lo fa apposta perché è anche una sfegatata esibizionista”. Il seguito, se a qualcuno interessa, lo racconterò dopo. Ciao a tutti. |
I vostri commenti su questo racconto | |||||
Autore: | Singolo_37 | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 28/05/2011 08:02:19 | ||||
Giudizio personale: | ottimo.... | ||||
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Autore: | Tatino71 | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 25/05/2008 20:03:56 | ||||
Giudizio personale: | Ottimo racconto...bravo | ||||
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Autore: | Sacera | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 25/05/2008 02:23:29 | ||||
Giudizio personale: | Ok. | ||||
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Autore: | Coppia Strepitosa | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 25/05/2008 01:35:40 | ||||
Giudizio personale: | complimenti vivissimi davvero, complimenti da giusy ed angelo. | ||||
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Autore: | Nikole | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 07/04/2008 16:12:36 | ||||
Giudizio personale: | Un bellissimo racconto, e penso sia vero, l\'amore di una madre arriva a questo ed altro. Scritto bene e sia per la forma e sia per i contenuti molto ma molto eccitante, speriamo che il sguito sia pubblicato presto e che sia all\'altezza di questo. | ||||
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Autore: | Pollosecco | Invia un messaggio | |||
Postato in data: | 15/02/2008 12:53:18 | ||||
Giudizio personale: | Potrebbe anche essere vero. Al giorno d\'oggi non ci si scandalizza più di nulla. Il racconto in ogni caso è scritto in buona forma e senza errori, escluso qualcuno di distrazione. Comunque, per chi piace questo genere, è tremendamente eccitante. Complimenti sia per la storia che per il coraggio di averla pubblicata. Secondo me puoi anche regalarci il seguito. | ||||
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