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La mia storia di cuckold 3

Autore: Romano1967
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Il sabato successivo tornammo a trovare il nostro pigmalione. Durante la settimana io e lei eravamo stati febbricitanti al pensiero di cosa era successo. All'epoca eravamo fidanzati e lei viveva insieme ai suoi genitori. Abitavamo lontano, su due consolari diametralmente opposte di Roma, quindi normalmente stavamo insieme nel weekend e al massimo ci vedevamo una sera a settimana. Dopo l'incontro invece lei mi supplicava di andarla a trovare ogni sera perchè non riusciva a fare a meno del cazzo. Per non insospettire i suoi ci davamo appuntamento nel suo garage, lei mi aspettava li a luci spente, già seminuda, e la scopavo su un vecchio materasso. La insultavo facendola godere e le chiedevo ossessivamente quanto le fosse piaciuto masturbarsi la fica e il culo davanti al cinquantenne. Le scopate duravano pochi minuti, perchè appena le dicevo che lui ci aspettava il prossimo sabato venivamo insieme. Venerdì pomeriggio andammo a fare shopping in negozi di intimo e le regalai due bellissimi completini sexy, una minigonna molto corta e diverse paia di calze autoreggenti. Nel camerino del negozio entrai con lei e per un paio di minuti le leccai golosamente la fica.

Devo precisare che io ero molto innamorato di Selene. Nei tre anni precedenti la nostra felicità era fortemente sostenuta anche dalla consapevolezza di esserci sverginati a vicenda. Lei, nelle dolci notti d'amore, mi sussurrava sempre all'orecchio quanto si sentisse felice di aver fatto l'amore soltanto con me nella sua vita. Io non ero ancora un cuckold, o almeno non ne avevo ancora coscienza. Selene era la mia donna, era soltanto mia e solo io dovevo toccarla. La sua fica apparteneva a me soltanto. Mi sentivo certamente un allegro porcellone esibizionista, ma quello era il limite oltre il quale non avrei mai pensato di andare.

Arrivò il sospirato sabato sera. R. ci aprì la porta sorridente, Selene era rossa di eccitazione. Erano le 20 circa e lui ci propose di andare a mangiare una pizza insieme. ma ci chiese di seguirlo un attimo in camera da letto prima di uscire. Chiese a Selene di appoggiare le mani sul letto, di sollevarle la minigonna e abbassarle le mutandine. R. prese un plug anale in lattice, lo lubrificò e senza sfiorare nemmeno la mia donna glielo inserì delicatamente nel buco del culo. Lei iniziò a sospirare di piacere, tirò su le mutandine e sistemò la minigonna. Uscimmo nella fresca serata discorrendo allegramente di seduzione e fantasie sessuali. Selene al centro tra noi due era luminosa, addirittura radiosa, e si leggeva sul suo viso l'esaltazione di avere due uomini dedicati soltanto a lei. Quando ci sedemmo al tavolo della pizzeria iniziò qualche smorfia di fastidio. Il plug che teneva inserito nel culo iniziava a farsi sentire.

Anni dopo, quando anche io iniziai ad andare in giro con i plug inseriti nel culo, capii cosa doveva aver provato lei quella sera. Un fastidio sordo e persistente che si mischia ad un piacere indecente. Il culo lentamente si indolenzisce e reclama il rilassamento. E lei potè mangiare solo mezza pizza, dovendo scontare con la sofferenza fisica il piacere di stare con due uomini molto porci, completamente concentrati su di lei e sulla sua esuberante sessualità.

Tornammo a piedi a casa di R. Lei camminava male, non ce la faceva più a sopportare il plug, ma il cinquantenne sadicamente le impose di tenerlo fino a casa.

I cuscini sul tappeto del piacere erano già pronti. Selene obbedì all'ordine di spogliarsi davanti a noi. Tolse camicetta e minigonna, e subito dopo le mutandine. rimanendo con il reggitette sexy a balconcino che le lasciava scoperti i capezzoli, il reggicalze e le calze a rete, con scarpe a tacco alto.

Era uno spettacolo. R. le ordinò di coricarsi sul tappeto in posizione prona, mostrandoci il culo ancora riempito dal plug. Si armò di una spatola di cuoio ed iniziò a sculacciare metodicamente il culo di Selene che gemeva di dolore e piacere. Dopo 10 minuti di spanking lei aveva le chiappe arrossate, e solo allora lui le permise di sfilarsi il plug dall'ano. Selene non riuscì a trattenere forti sospiri lamentosi al momento dell'estrazione del plug. R. le andò vicino impugnando un grosso pitone di lattice, un fallone largo e lungo. Le disse che era il momento di pensare alla sua fica.

Fu quello che successe nella mezzora successiva che diede il via al processo che, nel giro di poco tempo, mi avrebbe fatto prendere coscienza della mia natura cuckold.


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