i racconti erotici di desiderya

La mia prima volta


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Come si dice ”la prima volta non si scorda mai”, ed è vero, almeno per me.

Avevo da poco compiuto 14 anni, e frequentavo il primo superiore, in una scuola di Frascati, una scuola con una grande maggioranza di ragazze, nella mia classe eravamo mi sembra 30 o 31 alunni, di cui solamente 8 ragazzi, il resto tutte ragazze, e non è come nei film in tv tutte stupende, alcune erano davvero inguardabili, altre belle ma acide nel vero senso della parola.

La mia classe era in fondo ad un lungo corridoio, vicino alle scale di servizio, il ritrovo di noi ragazzi nell’intervallo, ci divertivamo moltissimo, anche i nostri professori erano davvero simpatici e bravi con noi, forse per la nostra inferiorità numerica, comunque si stava una favola, anche se il mio corso era un corso sperimentale, aveva degli orari diversi dagli altri due volte alla settimana rimanevamo a scuola fino alle 14:45 circa e altre due volte alla settimana uscivamo alle 11:45.



Verso la metà dell’anno scolastico, la scuola organizzò per la nostra classe ed un'altra, una gita a Siena, per un giorno intero, partenza ora 6:30, rientro ore 20:00. Entrammo tutti su un solo pullman, poiché non vennero tutti alla gita, all’andata il viaggio era stato piuttosto tranquillo, anche per l’orario che ci eravamo svegliati. Arrivammo a Siena, splendida città, ci fecero fare un giro per le vie, poi ci portarono alla piazza di Siena, e ci lasciarono liberi di girare ovunque volevamo. Avevamo formato un gruppetto da noi ragazzi 8 e 4 ragazze, e tra loro c’era Valentina, una ragazza, piccola di statura forse 160 cm o poco meno, ma con un corpo perfetto, un bel culo sodo, due belle tette dure una 3 se non ricordo male, biondina con i capelli non molto lunghi, la metà più ambita da noi ragazzi, della nostra classe s’intende, ma c’era un particolare, lei era fidanzata da circa 1 anno, con un ragazzo di quasi 18 anni, della sua zona, ed era anche molto geloso ed ignorante, il classico attaccabrighe, e quindi onde evitare problemi, nessuno gli rompeva le scatole.



Girammo in quelle vie per diverso tempo, scherzando, ridendo, abbiamo fatto di tutto, fino all’ora del ritorno a casa. Saliti sul pullman, dopo un po’ di tempo, ad un nostro compagno venne l’idea di fare il gioco della bottiglia, avevamo un unico tavolo, coni quattro posti a sedere intorno ad esso, e vi partecipò anche Valentina. Si mise a sedere sopra le mie gambe ed incominciammo a giocare, dopo qualche giro la bottiglia puntò Valentina, lei scelse obbligo, e gli dissero che doveva farsi sbottonare la camicetta da un ragazzo a sua scelta, e lei scelse me. Si girò verso di me e mi disse “ci pensi tu?” gli sbottonai la camicetta, ma senza aprirla e mentre la riabbottonavo lei apri leggermente la camicetta quel tanto che bastava per farmi vedere il contenuto, e mi diede un bacio leggero sulle labbra. Il gioco era finito, eravamo arrivati, ed ognuno con i propri genitori a casa.



Il giorno seguente non andai a scuola, la sera avevo fatto molto tardi con gli amici, non ce la facevo proprio ad alzarmi. Quando poi riandai a scuola, un mio amico appena mi vide, corse verso di me, e mi disse “ allora come mai non sei venuto ieri a scuola? Valentina è stata tutto il giorno a chiedere di te, cosa gli è successo, perchè oggi non è venuto, forse è malato, è proprio cotta di te”, lo guardi per un attimo e gli risposi “ come mai tutto questo interesse verso di me? Per metà anno non si è filata nessuno, neanche me, ora ha scoperto che sono il ragazzo dei suoi sogni? Mi sembra tutto così strano”, e mi diressi verso la classe. Appena entrai lei era lì davanti la porta la salutai con “ciao” e lei mi diede un bacio in bocca. Rimasi impietrito, non capivo cosa era successo, era tutto così strano, ma il mio pensiero si diresse subito vicino ad un'altra ragazza.

Era lì in piedi vicino a Valentina, una ragazza, alta, con i lunghi capelli mori, un viso bellissimo con un trucco molto leggero, ed un corpo incantevole, i nostri sguardi si incrociarono per qualche secondo, poi chiesi a Valentina chi era quella ragazza, non l’avevo mai vista prima di allora, e lei mi rispose che si chiamava Vania, faceva il secondo, e la sua classe era in fondo al corridoio opposto alla nostra classe, mi voltai e lei non c’era più, era tornata nella sua classe.



Durante l’intervallo, andai verso la sua classe, per cercarla e conoscerla, ma avevo continuamente Valentina tra i piedi, non perché non lo apprezzavo, ma lei era fidanzata, ed io ero certo che cercava solo una scappatella, con bacio e non oltre, allora visto che durante la metà dell’anno se l’era tirata tanto, ora toccava a me, cercai Vania un po’ ovunque ma non riuscivo a trovarla, intanto ero riuscito a togliermi Valentina dai piedi. Ad un tratto mi sento chiamare, era un mio amico che mi cercava, diceva che Valentina era al piano di sopra e voleva parlarmi, così salii, ed andai da lei. Vicino a lei c’era anche Vania, mi avvicinai e le chiesi che cosa voleva, e mi chiese il motivo per cui mi comportavo così con lei, e gli dissi che non era il caso giocare con me, era fidanzata da 1 anno, con un altro ragazzo, ed era giusto che restava con lui, e gli dissi anche, che se mi voleva poteva cercarmi, quando il suo rapporto con il fidanzato sarebbe finito, e la liquidai. Valentina andò via di corsa, quasi piangendo, e nel mentre che Vania, se ne stava andando mi presentai.

Ricordo ancora oggi che sono passati 15 anni da quel giorno il modo come mi presentai a lei, gli dissi “ ciao, mi chiamo Fabrizio, e per me sarebbe un vero piacere conoscerti! Scusa per quanto è accaduto poco fa, ma non mi piace trovarmi al centro di situazioni poco piacevoli come questa. Forse mi hai trovato un po’ brutale nel modo come ho trattato Valentina, ma credimi era l’unico modo per dissuaderla.” Fece un leggero sorriso e mi disse “ hai trovato un modo un po’ insolito per conoscere una persona, ti sei giustificato di una cosa che non mi riguarda affatto, non sono problemi miei.”



In quel momento non sapevo bene come e cosa mi sentivo, ma feci una sola cosa, e credo fosse la più giusta, le dissi “ scusami devo scappare in classe, mi sono dimenticato una cosa importantissima, spero di rivederti presto, ciao.”, ed andai via. Quel giorno era l’unico giorno che uscivamo da scuola con lo stesso orario degli altri, e all’uscita vicino al cancello c’era lei Vania, quando le passai vicino la salutai e lei mi disse “oggi pomeriggio cosa fai?” risposi “niente”, e lei “ ti va se ci vediamo verso le 15:30 in passeggiata?”, io “ va bene, ci vediamo allora”, e me ne andai.

Il pomeriggio, andai in orario preciso, anche qualche minuto prima, e lei ancora non si vedeva, e pensai subito, che era una buca sicura, ed eccola arrivare, la vedo da lontano e gli vado incontro, la raggiunsi e ci salutammo con un bacio in guancia, come amici, e cominciammo a parlare, scherzare, e camminare fino ad arrivare nel parco di Villa Torlonia, la metà di quasi tutte le coppie e amanti delle corsette. Ci sedemmo su una panchina, faceva un po’ freddo quel giorno, e non c’era molta gente anzi, quasi nessuno, una chiacchiera tira l’altra e via in un lungo bacio appassionato. Le nostre lingue si erano letteralmente intrecciate, lei cominciò ad accarezzarmi ed io cominciavo ad avere una bella erezione, mi stava scoppiando dentro i pantaloni, non ce la facevo più, ma il primo appuntamento non potevo osare, così trattenni i miei bollenti spiriti. Erano le 17:30 o le 18:00, comunque era già buio, e ci riavviammo verso la stazione dei pullman, un ultimo saluto ed ogni a casa propria.



La nostra storia andò avanti per un mese circa, ci incontravamo sempre in passeggiata, e finivamo sempre in Villa Torlonia, ma ha differenza del primo incontro, le volte successive, non i si limitava al bacio, ma anche alla masturbazione. Mi spiego meglio, baci, coccole ed abbracci, finchè c’era luce, al calar del buio, la mia mano scivolava dentro le sue mutandine, ed il mio dito scivola nella sua figa completamente fradicia, le sgrillettavo il clitoride fino al raggiungimento dell’orgasmo, che bagnava tutto il dito del suo umore, e lei faceva altrettanto, la sua mano nei miei slip e mi tirava una bella sega fino a farmi esplodere, e bagnare tuta la sua mano della mia calda sborra, e poi dritti a casa. Ma come dicevo la nostra storia durò un mese e un mese esatto dal nostro primo appuntamento, ci fu la svolta. Come al solito appuntamento in passeggiata, poi dritti in Villa Torlonia, seduti in panchina, baci, abbracci, coccole e al calar del buio questa volta niente masturbazione, la presi e la portai in una zona molto appartata, c’era una recinzione, ma la rete in un tratto era tagliata, e così entrammo lì, scelsi proprio il giorno sbagliato per mia prima volta, anzi la nostra prima volta, perché anche lei era vergine. Quel giorno tirava un vento freddo, ma la voglia era tanta che non mi avrebbe fermato neanche una tormenta di neve, così trovammo un posticino perfetto, l’erba tagliata rasa, ben curato, e soprattutto non c’era un anima. Mi tolsi il cappotto, e lo misi in terra, lei ci si sdraio sopra, le salii sopra e comincia a baciarla, e pian piano scendevo verso il suo seno abbondante e bello sodo, tirai giù la zip del suo cappotto, le alzai la maglietta, le sbottonai il reggiseno, e cominciai a leccargli le tette, che per il freddo aveva i capezzoli dritti e duri. Ma la mia discesa non era finita lì, continuai a scendere, le sbottonai i pantaloni, le tirai giù le mutandine, già tutte bagnate e comincia a leccargliela, in modo discreto direi visto che era la prima volta che leccavo una figa. Poi sfilai i miei pantaloni e slip, mi misi in ginocchio davanti al suo viso, e senza chiederle nulla lo cominciò a leccare, era la prima volta che il mio pene raggiungeva un erezione come quella, poi giù tutto in bocca, ma quel pompino non durò molto, perché comunque anche per lei era la prima volta e devo dire che per fu molto doloroso quel pompino, avevo sentito tutti i suoi denti sul mio pisello, così la fermai, tirai fuori dalla tasca un preservativo, mi girai e lo infilai nel pisello, ma per la foga e l’eccitazione, lo feci in mille pezzi. Ero in preda al panico, faceva freddo, avevo il pisello al massimo dell’erezione, avevo lei lì pronta, sdraiata a gambe aperte che mi apriva le porte del piacere, che fare? Lo infilo lo stesso mi girai e lo infilai dentro con molta delicatezza. La sua figa era tutta bagnata, e quindi scivolò dentro da solo, era bella calda, cominciai a sbatterla, lo tiravo quasi fuori e poi giù dentro, lei si contorceva, mi abbracciava forte, mugolava, ansimava, ed io mi eccitavo sempre di più, ormai eravamo partiti, non ci avrebbe più fermato neanche il gelo, più lo sbattevo dentro e più lei si contorceva, poi cominciò a dirmi “ dai, dai, non ti fermare ti prego continua, mi sento tutta strana, ancora, dai spingi, dai, dai , di più ancoraaaa!!!!Siiii” aveva raggiunto l’orgasmo. Tirai fuori il mio pisello tutto bagnato del suo umore, lei mi prese con le mano sul viso e mi diede un forte bacio, e disse “ dio mio, che sensazione bella!!!”. Ma io ancora dovevo scaricare i miei ciglioni, così pensai, di buttarglielo nel culo, avevo visto molti film porno, e non sembrava una cosa preoccupante, e così la feci mettere a pancia sotto, e le dissi “ allarga bene il culo” e lei “ come? Cosa vuoi fare?” io “ voglio visitare questo tuo stupendo buchetto, me lo concedi?”, un attimo di silenzio e poi disse “ cosa aspetti? “. Piano lo infilai in quel buco, così stretto, e mentre lo infilavo sentivo che lei si contorceva, mai in modo diverso da prima, forse era per il dolore, ma ormai era entrato dentro, e fino in fondo, e fu proprio quando comincia a pomparla, e sbatterlo tutto dentro, che cominciò ad emettere i primi gridolini di dolore, “ è bello ma doloroso, non spingerlo tutto dentro fino in fondo, mi fa male”, ma non l’ascoltai perché sentivo che dai coglioni stava salendo un fiume di sborra. Lo tirai fuori di colpo, e nel mentre che lo tiravo fuori lei girò la testa in dietro verso di me per dirmi di smettere che gli cominciava a fare molto male, ed io cominciai a sborrare, i primi tre o quattro schizzi uscirono fuori a getto violentissimi e gli finirono dritti in faccia, il resto tutto sulle sue chiappe, ero al settimo cielo, la mia prima volta ed avevo provato tutto, una specie di pompino, la figa ed il culo, e la cosa più bella che eravamo tutti e due vergini. Quando riaprii gli occhi, vidi la mia sborra sul suo viso che gli colava sulla fronte e sulle guance, ma non parlava, così mi alzai, presi dalla tasca un fazzolettino di carta e gli pulii il viso, lei mi guardò aprii la bocca e vidi che aveva la sborra in bocca e mi disse” il primo schizzo di sperma mi è finito dritto in bocca, l’ho assaporato, non sapevo se sputarlo o ingoiarlo, ma ho deciso di ingoiarlo per te, perché ti amo, e devo dire che con questo freddo una cosa calda mi è piaciuta anche se è un po’ salata”, ci rivestimmo e ognuno a casa.



L’indomani, a scuola feci il più grande sbaglio della mia vita, che ancora oggi benché siano passati 15 anni, pensandoci, mi mordo i gomiti, e non mi perdono per quello che ho fatto, la vidi lei venne tutta sorridente verso di me, mi abbracciò e mi diede un grandissimo bacio, era piena di gioia, le si leggeva chiaro nel viso, ed io come un povero stupido, non riesco ancora a capire cosa mi passò per la mente in quel momento, le dissi, che forse era il caso di non vederci più. Mi guardò senza dire una parola, si girò ed andò via, dopo qualche minuto venne una sua amica, e mi disse”sei stato proprio bravo, Vania stà piangendo, è distrutta, ma perché le hai fatto una cosa simile? Sei uno stronzo, mi ha raccontato di ieri so tutto e tu dopo tanta gioia e passione la getti via?”. Mi feci coraggio ed andai da lei, ci parlai, e gli spiegai che lei era davvero una ragazza fantastica, e che non l’avrei mai più dimenticata, ma il problema non era lei, ero io, e che mi dispiaceva davvero tanto.

Da quel giorno non la rividi più, io non andai più in quella scuola, non terminai l’anno scolastico, andai via dopo qualche giorno e poi cambiai completamente scuola, da un’altra parte. Ed oggi ancora in alcuni momenti penso a lei, al mio primo vero amore, e la mia prima volta. Ma soprattutto, penso che sbagli come il mio anche se ero molto giovane non possano essere giustificati, perché la donna non è oggetto di desiderio e basta, non è una cosa usa e getta ma è una parte integrante del nostro mondo, il mondo di noi uomini, la donna è una cosa molto preziosa, che deve essere adorata. Vi siete mai soffermati ad ammirare il corpo femminile? Guardandolo non con gli occhi di un allupato, del tipo” se ti avessi qui ti romperei” o cose del genere, ma con gli occhi, di una persona matura in grado di vedere anche oltre il sesso, oltre il piacere, provateci, ammirate le loro forme, i loro visi, ma soprattutto cercate di ascoltarle, perché vale molto di più il pensiero di una donna che il pensiero di 1000 uomini. Parlo per esperienze personali, e perché adoro il corpo femminile in ogni sua forma, la sua bellezza, la sua eleganza, la sua sensualità.



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