i racconti erotici di desiderya

La caletta - parte prima

Autore: DrakEva
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La caletta. (parte prima) ---







Sole.



Caldo, non torrido, ma forte, col raggio che non brucia ma scalda la pelle, lo senti dentro, ti penetra fino nelle ossa.



Considerato che si era gia' a meta' novembre, era proprio una situazione meteo da far invidia ad una giornata ferragostana.



Quale idea azzecata, saltare la scuola ed andare solo soletto nella caletta naturista nel promontorio a mare della citta', che quasi tutti conoscono ma nessuno ha tanto coraggio da ammettere di andarci, forse perchè intimiditi dal fatto di dover giustificare il motivo della frequentazione .... perchè, è risaputo, che oltre ai "nudisti" ci vanno pure i "caghineri" froci ed i guardoni "boccomeni" e nessun giovane studente vorrebbe certo rischiar di venire catalogato dai compagni di scuola in queste categorie, neppure sapendo magari di appartenerle.



Che bella giornata, pensava Paolo, sdraiato nudo sull'asciugamano a ridosso della ripida parete rocciosa che si slanciava verso l'alto, in una delle piccole anse di quella baia riparata ed intima, un vero microcosmo a se' stante, a due passi dal centro caotico della citta' in piena espansione; e pensava sorridendo ai compagni che in quel momento erano a scuola a sorbirsi la prof di italiano e storia: non aveva manifestato le sue intenzioni a nessuno di loro per non dover dare spiegazioni; aveva però sperato sino all'ultimo di portare con se' al mare Cinzia, la sensuale sedicenne piccoletta e tutto pepe della 2^ G, detta "la sovversiva" per il suo abbigliamento da nostalgica sessantottina, cosa un po' vintage gia' in quell'autunno del 1978 .



Il progetto iniziale era di poter finalmente concludere, in una cornice da sogno qual'era Cala Patella, l'unione carnale tra loro due, fino ad allora limitata, per problemi logistici, ad estenuanti pratiche di petting che, pur permettendo di soddisfare in parte i reciproci istinti sessuali ed in particolare per lui di abbattere il livello degli ormoni del testosterone in circolo, lasciava comunque un senso di incompiuto per non aver potuto congiungere completamente i loro corpi.



Purtroppo quel giorno, la santa protettrice degli studenti in fuga dalle lezioni era in altre faccende impegnata e, quindi, la bella Cinzia non pote' svincolarsi, poichè i genitori gli avevano sequestrato il libretto delle giustificazioni ,avendo scoperto una vela scolastica dei giorni precedenti; ed a malincuore aveva quindi deciso di andare comunque al mare pur senza lei, forte del fatto che ormai grazie ai 18 anni appena compiuti poteva auto giustificarsi a scuola.



Ed ora era li', "sciagalla all'aria" (come in slang i ragazzi definivano il loro pisello), a godersi quei caldi raggi fuori stagione, pensando a cio' che avrebbe fatto avendo la bella Cinzia a fianco, immaginandosi quasi come una divinita' indù con tante mani da passare su quel piccolo corpo vero concentrato di sensualità pura.



La baia era praticamente deserta: nel lato sinistro, molto in fondo, una coppia di attempati omosessuali, che aveva gia' avuto modo di notare qualche altra volta, i quali sorridevano gentilmente ogni volta che gli passava vicino .



Un'altro singolo, sui 35 anni, stava sdraiato nel mezzo della spiaggia di sassi principale, sfoggiando un'abbronzatura scura quasi come un pezzo di brace.



Lui stava nella penultima caletta, prima di quella finale detta "del cucco", in quando la piu' riservata, per la conformazione delle rocce che ne delimitavano il confine, rendendola abbastanza riparata da sguardi indiscreti provenienti dall'alto e prevedeva un unico sentiero d' ingresso, con un passaggio obbligato in una specie di piccolo valico, agevolmente controllabile da chi stava all'interno.





Un rumore distante di passi da sinistra, sui sassi del sentierino, annunciava l'arrivo di nuovi frequentatori; le voci cominciavano a distinguersi e fortunatamente una delle due era cristallina e brillante, facendo intuire una presenza femminile.



Incuriosito si giro' leggermente sul fianco, lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole, posizionadosi per poter vedere meglio i nuovi arrivati non appena avessero passato le rocce che delimitavano quella parte di caletta; e finalmente entrò nel suo campo visivo prima lui, un uomo sui quarant'anni, un matusa pur se ben tenuto, sul metro e settantacinque di altezza, non grosso ma con una muscolatura ben disegnata che si intravedeva dalla camicia completamente aperta davanti.



Di seguito lei: splendidi capelli neri e lunghi, leggermente ondulati, che incorniciavano un viso asciutto ed abbronzato come le parti del corpo scoperte in quel momento: le affusolate gambe che facevano da base ad una figura dalle forme dolcemente mediterrane, slanciando il tutto ad un metro e sessantacinque di altezza, indossava un paio di hot-pants chiari aderenti come una seconda pelle alle perfette forme delle sue rotonde natiche, una camicetta annodata per i lembi inferiori, che a malapena copriva e tratteneva un seno prosperoso inguainato in un reggiseno di tessuto nero, una splendida donna dall'eta' indefinibile con certezza, che poteva essere dai 25 ai 40 portati da dea.



Passo' seguendo il suo compagno, con passo leggero e morbido, camminando sulle sue scarpette da tennis basse in tela: si giro' a guardare il ragazzo disteso nella caletta e noto' che evidentemente doveva essersi appena svegliato da un sogno erotico, perchè le prove erano assai evidenti, eccome se lo erano.



Paolo la segui' con lo sguardo rapito dall'ondeggiare ritmico di quei fianchi morbidi e rotondi: i loro sguardi si erano incrociati per un attimo e lui, era rimasto incantato, come pietrificato dallo sguardo della piu' potente delle Gorgoni, la Medusa, con la differenza che nella mitologia queste pietrificavano il malcapitato per la bruttezza, mentre questa splendida dea con la sua sensuale bellezza.



Scomparvero alla sua vista nella caletta, quindi il giovane studente si aiuto' coi gomiti a tirarsi su e sedersi sul piccolo vecchio asciugamano che furtivamente aveva portato via da casa: si rese conto quindi del suo stato di evidente erezione e si senti' imbarazzato per non aver provveduto a coprirsi al passaggio della donna; ed ora comprendeva il motivo del sorrisetto divertito che lei gli aveva rivolto, mentre per pochi istanti lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi marroni da cerbiatta.



Si tiro' su e cominciò a passeggiare per l'area della calettina: si avvicinava all'acqua, andava verso la zona confinante con quella della spiaggia di sassi centrale, saliva su uno scoglio e distrattamente andava con lo sguardo all'altra parte verso la caletta, che ora aveva come ospiti la coppia appena passata: pur sapendo che era inutile, cercava di vedere cosa succedeva da quelle parti, sapendo per sicuro che chi andava lì solitamente ne approfittava per una botta di trasgressione all'aria aperta ... e magari piu' di una .







Passò una mezzora, nella quale si era dato una piccola rinfrescata nell' acqua, ancora piacevolmente tiepida: pensava a cosa potevano fare i due della coppia dall'altra parte, immaginava che avrebbero fatto l'amore e sperava di poter carpire loro un momento di intimita' .







Prese la decisione di osare, perchè, secondo una sua scaletta di considerazioni tutta maschile, riteneva che il lui non poteva piu' essere con le mani in mano ma, con quella meraviglia di donna sicuramente nuda vicino, le mani non potevano che essere già "in pasta"!







.................. (continua) ...........

































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Autore: LUKA_SINGLE Invia un messaggio
Postato in data: 06/06/2008 01:55:22
Giudizio personale:
che cagata


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