i racconti erotici di desiderya

Io, puttana


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Avevo 13 anni quando iniziai a rendermi conto di avere un bel culo da femmina. All’epoca leggevo molti fumetti porno e vedevo molte riviste, e guardandomi allo specchio non potevo fare a meno di notare che piu’ del pisello che era privo di peli e piccolo, avevo un culetto rotondo e femminile proprio come nelle riviste. Fu così che iniziai a immaginare che qualche mano mi ci passasse sopra, io nudo con il culetto all’aria e le gambe da femmina, e la cosa mi piacque parecchio. Sentivo una strana sensazione quando immaginavo qualcuno dei miei amici che mi trattava da femmina, e iniziai a fantasticare. Era estate, ed io giravo sempre con pantaloncini corti, che piano piano spingevo sempre piu’ nel culetto, fino a quando finalmente qualcuno si accorse che avevo un bel culetto. Era Fabio, un mio amico di quartiere di 18 anni, che un giorno al mare iniziò a scherzare con me dicendo che avevo proprio un bel culetto da femmina. Erano i giorni in cui si iniziava a bere birra, la testa girava piacevolmente, così stetti al gioco stuzzicandolo per scherzo. Fino a che, una sera, un gruppo di amici organizzò una bevuta alla casa al mare di Giacomo, perchè i suoi genitori erano partiti. Fumo e alcol a volontà. Non volevano farmi partecipare perché ero piccolo ma Fabio appoggiò la mia candidatura dicendo, con tono scherzoso, che altrimenti non sapeva chi scoparsi. La sera indossai i soliti pantaloncini ma senza mettermi le mutandine, mi girava la testa al pensiero che Fabio se ne accorgesse e le conseguenze che sarebbero derivate dal mio comportamento da puttanella. La passatella di birra durò per parecchie ore, io ero seduto, manco a dirlo, vicino a Fabio che ogni tanto, sempre facendo finta di scherzare, mi mollava pacche sul culo. Da vera troia lo lasciai fare, anche quando indugiò per piu’ di qualche secondo, chiedendomi se si fosse accorto che ero senza mutande. Mi ricordo perfettamente che sentivo una specie di febbre dentro mentre pensavo al dopo e immaginavo le sue mani sul mio culetto. Ero così eccitato che dovevo smetterci di pensare, altrimenti mi sarei sceso i pantaloncini lì davanti a tutti e avrei messo il culo nelle mani di Fabio per sentire il contatto tra pelle e pelle. Bevemmo tanto, e verso l'una, dopo aver anche fumato, crollarono tutti, chi sulle poltrone chi su imaterassi stesi a terra per l'occasione, ed io mi infilai in uno di questi letti di fortuna con Fabio. Appena spenta la luce sentii la sua mano sui miei pantaloncini ed ebbi un brivido di piacere. Con la mia mano alzai

l'elastico e subito la sua mano si inserì scivolando sul mio culo nudo,emise un mugolio di piacere e sorpresa e mi disse - Sei senza mutande! Allora sei proprio zoccola eh? Lo vuoi il cazzo ? - Per tutta risposta mi scesi completamente i pantaloncini e mi allungai sulla pancia. Le sue mani correvano su tutto il mio culetto e sentii che il suo dito si infilava nel mio buchino, e presi a muovermi assecondando il suo movimento di entra ed esci. Dato che ero pieno di alcol ci misi tempo a capire che quello che pensavo fossero due dita sue che mi premevano sulla chiappa era invece il suo uccello bollente. Lo volevo nel culo, adesso lo sapevo con certezza, e lo afferrai con una mano e lo avvicinai al mio buchetto - Cos'è? Non ce la fai piu', lo vuoi subito ? - - Si, lo voglio - Mi chiese di fargli un pompino per lubrificarlo ma io non mi sentivo pronto anche per quella

esperienza, così rifiutai. Allora lui si alzò e andò in bagno. Pensavo si fosse arrabbiato e già stavo pensando di prenderglielo in bocca quando tornò con un vasetto di crema idratante nivea. Sentii che me lo spargeva attorno al buco e poi sentii che il suo uccello mi scivolava dentro. La sensazione che provai fu stupenda, non solo non mi faceva male, ma avvertivo piacere e sfregavo le mie chiappette nude sul suo corpo peloso. Mi scopò facendomi sentire veramente una puttana ed ad un certo punto sentii che mi si riempiva il culo di un liquido bollente. Lui andò in bagno ed io rimasi lì, mi piaceva avere il culo sporco del suo sperma e i pantaloncini calati, difatti mi addormentai così. La mattina dopo mi svegliai con il culo bagnato e solo nel letto. Dormivano tutti, compreso Fabio che dormiva su di un divano. Mi disse poi che mi aveva pisciato sul culo mentre dormivo...



Dopo la mia prima esperienza tornai a casa sconvolto. Mi lavai il buco nel bidè e potevo ancora sentire l'odore forte dello sperma. Mi sentivo veramente puttana, e mi piaceva l'idea di essere diventata la troietta del mio amico. Ogni volta che ripensavo al suo uccello che mi entrava nel culetto impazzivo di piacere e sentivo di essere ormai una puttana da rombare e sottomettere. Il giorno seguente non lo vidi e la sera tornai a casa pensando continuamente a quanto era successo la sera prima e eccitandomi al pensiero di venire di nuovo scopata quanto prima. La mattina dopo lo incontrai al campetto e mi fece un segno di appartarci. Andammo dietro le scuole, dove di solito ci riunivamo per bere e fumare di nascosto. Lui mi disse che non avrebbe detto niente a nessuno a patto che io facessi quello che voleva lui e che da quel momento ero la sua schiavetta. Quando mi chiamò schiavetta mi eccitai così violentemente che volevo prenderlo nel culo in quel momento, così mi girai e mi tirai giù i pantaloncini. Lui mi schiaffeggiò il culo - Che puttana che sei, non qui però,andiamo nel mio garage - Andammo nel suo garage e subito si scese i jeans e le mutande mettendo in mostra l'uccello. Era lungo e grande, duro, e io pensai che la sera prima lo avevo avuto nel mio culo. - Succhiamelo stavolta troia - disse. Io tentennai ma lui mi minacciò - Se non lo fai vado subito a raccontare dell'altra sera - Mi tolsi i pantaloncini e le mutandine restando a culetto nudo e mi inginocchiai davanti a lui. Il suo uccello era duro e bollente quando ci passai sopra la lingua. Decisi che se lo dovevo succhiare tanto valeva farlo per bene, così me lo mangiai di gusto leccandolo da troia. Mentre succhiavo lui mi offendeva chiamandomi puttana,e piu' lo faceva piu' io glielo succhiavo da troia traendone piacere. Ad un certo punto mi afferrò la testa allontanandomi dal suo uccello e mi fece girare. Strofinai il mio morbido e liscio culetto sul suo uccello insalivato e umido e mi misi a 4 zampe sentendo l'aria sul mio buchetto dilatato e tanta voglia di cazzo. - mettimelo nel culo - mugolai da zoccola. – Si, puttana, prendilo – disse lui ficcandomelo dentro e iniziando a pomparmelo su per il buchetto. Con le mani ogni tanto mi tirava pacche sul sedere e io continuavo a dire – si, puniscimi, sono la tua puttanella, la tua schiava.



Passarono delle settimane, continuavo ad andare nel garage a succhiare e a prenderlo nel culo. Un giorno ero in un grande magazzino vicino a casa mia per comprare un paio di jeans, quando passai dal reparto calze per donne. L’occhio mi cadde su delle autoreggenti bianche e pensai che, essendo ormai diventato la puttanella privata del mio amico Fabio, era ora anche di vestirmi da tale. pesso usavo delle mutande messe al contrario, ma in effetti non avevo mai pensato a qualcos’altro. Acquistai le autoreggenti e presi anche un paio di mutandine da donna. A casa li indossai subito e quando mi guardai allo specchio il risultato mi piacque parecchio. Non vedevo l’ora di mostrarmi così a Fabio e farmi scopare con le autoreggenti addosso. Uscii e andai a cercarlo. Era pericoloso uscire così, ma sotto i jeans non si vedeva nulla. Sentivo le mutandine che mi si infilavano piacevolmente nel solco delle natiche e mi sentivo così troia tanto da farmi girare la testa. Lo trovai che bevevo una birra al bar insieme a Gaetano, un altro amico ancora piu’ grande di età di lui, che anche a volte mi mollava battute porno tanto da farmi sospettare che Fabio gli avesse raccontato qualcosa. Chissà, pensai, se avesse saputo cosa portavo sotto, e un brivido di piacere mi percosse tutto il corpo. Mi sedetti insieme a loro pensando a come poter comunicare a Fabio la mia voglia di cazzo, quando propose di comprare altre birre e andarle a bere nella cantina di Gaetano per così poter giocare a carte (nel bar non si poteva). La proposta mi parve strana, avevo paura che la cosa si allargasse e si venisse a sapere, però con le mutandine e le calze mi sentivo ancora piu’ troia e accettai di buon grado. Ero sicuro che sarebbe successo qualcosa, ma la prospettiva di venire scopata da entrambi nella cantina con addosso quelle mutandine mi piaceva da morire. Andammo e iniziammo a giocare e bere. Ad un certo punto mi alzai, già brillozzo parecchio, per andare a fare la pipì e Fabio mi schiaffeggiò il culo – Hai visto che culetto da zoccola si ritrova eh Gaetà ? –

- Ho visto ho visto – rispose lui palpandomelo a sua volta. Io li lasciai fare e anzi sporsi il culo ancora di piu’ – E gli piace pure a quanto vedo – aggiunse. Mi arresi alle loro palpate e mormorai – si, mi piace – iniziando a slacciarmi i jeans. Fabio me li abbassò e rimasi in autoreggenti e mutandine – Madò che puttana! Guarda come se ne va in giro – sentii il dito di Fabio che mi entrava nel buchino e mi allungai di pancia sul tavolo. – Lo vuoi nel culo eh zoccola? - - Si, lo voglio – mi girai e mi inginocchiai davanti a Gaetano. Vedevo il rigonfiamento nei jeans e non vedevo l’ora di averlo in bocca. Gli slacciai la cintura e la cerniera e tirai fuori un uccello molto piu’ grande di quello di Fabio. Subito ci passai la lingua sopra per tutta la lunghezza e un aroma inconfondibile di cazzo e di maschio si sparse nella mia bocca. Fabio si avvicinò con l’uccello fuori e io mi misi a leccarli alternativamente – Dai puttana, lecca – mi incitavano entrambi – Non vedo l’ora di scoparmi quel culetto da zoccola che ti ritrovi – mi disse Gaetano scopandomi in bocca. Mi fiondai sull’uccello di Fabio e intanto mi giravo cercando di strofinare il culo sul cazzo di Gaetano. Lui si aggiustò meglio dietro di me e sentii qualcosa di molto duro che mi si infilava fra le chiappe. La sua spada infuocata all’inzio mi fece male ma poi iniziò a piacermi da morire. Ero in autoreggenti inginocchiata con un cazzo in bocca e uno nel culo, e capii che ero proprio nata per essere puttana.



La cantina di Gaetano e Fabio fu il mio chiodo fisso per mesi. Ogni tanto mi facevo portare da loro lì sotto e scopare e umiliare in tutti i modi. Mi ricordo che mi feci legare, frustare il culetto con le loro cinte, bere birra dopo che loro avevano affondato i loro cazzi nel mio bicchiere. Compravo mutandine, autoreggenti, gonnelline, stivali da zoccola. Fabio mi comprò anche una parrucca,così quando scendevo nella cantina mi trasformavo in Emy, la loro puttana vogliosa di cazzo. Non volevo che la cosa si allargasse, e a loro comunque conveniva tenere tutto segreto, avevo comunque 14 anni e forse avevano paura delle conseguenze. Un giorno ero fuori a giocare a pallone con altri amici quando Marco, il fratello di Gaetano, mi si avvicinò dicendomi all'orecchio - Guarda che ho visto quello che fai con mio fratello e Fabio, troietta - Mi si gelò il sangue all'istante e sentì che la sua mano mi si poggiava sul culetto velocemente - Ora vieni con me - mi disse incamminandosi verso casa. Di tutti quelli che lo potevano venire a sapere lui era sicuramente la persona peggiore. Aveva 17 anni, era il piu' deliquente e il piu' fuori di testa del quartiere. Andammo nella cantina e lui mi ordinò di togliermi pantaloncini e mutandine - Ora devi fare la puttana anche con me,fare tutto quello che ti dico, altrimenti ti vado subito a sputtanare - mi ordinò. Mi scesi i pantaloncini e sotto avevo delle mutandine aderenti ficcate nel culetto. Mi schiaffeggiò il culo e subito sentii le solite vampate di calore che mi facevano sentire così troia. Ormai ero fregato, tanto valeva fare la puttana per bene. - In ginocchio troia - mi ordinò tirandosi fuori un uccello enorme e nodoso. Tirai fuori la lingua e iniziai a leccargli le palle, poi risalii lungo tutto il cazzo e infine me lo misi in bocca inziando a ciucciarlo con gusto - Oh si, brava zoccoletta - diceva lui afferrandomi dalla nuca e scopandomi in bocca. Pensare di stare in ginocchio a ciucciare il cazzo di Marco mi faceva sentire così umiliata che desiderai di esagerare, volevo ancora di piu'. Mentre glielo succhiavo iniziai a sfilargli la cinta dai jeans e gliela misi in mano - Voglio che mi punisci - dissi con voce strozzata, allungandomi sul tavolo a pancia in sotto e mostrandogli il mio culetto nudo e voglioso. Iniziò a frustarmi ma troppo forte, a me piaceva piu' la situazione che il dolore, così lo pregai di mettermelo nel culo subito. Era così eccitato che me lo infilò immediatamente e sentii il suo uccellone entrare morbido nel mio buco. Mi scopò come meritavo e alla fine venne nel mio culetto - D'ora in poi sarai la mia puttanella e farai tutto quello che ti dico - - Va bene - risposi ancora a culo all'aria - Domani fatti trovare sotto casa alle quattro che ti porto in un posto, porta anche i vestiti che ti metti con mio fratello e Fabio, puttana - - Va bene, basta che mi scopi come oggi, mi è piaciuto da morire - risposi come una vera zoccola ubbidiente.



Il giorno dopo andai a casa sua alle quattro, avevo uno zainetto con dentro calze, mutandine, vestiti, rossetto e parrucca. Non sapevo cosa mi aspettava, ma alla fine a dire il vero ero molto eccitata perché sapevo che Marco era un vero delinquente e frequentava persone poco raccomandabili. Difatti uscì con il motorino e mi disse di salire. Ci avviammo verso la città e io chiesi dove fossimo diretti. – Da un mio amico – rispose – Ma io non vorrei che si sapesse troppo in giro - - Non preoccuparti, non è di qui, ha 45 anni ed è divorziato, viene da Catania. A sentire l’età rimasi scioccato, ma non dissi niente. Arrivammo a casa di questo tizio che ci aprì la porta. Indossava una canottiera bianca e dei pantaloncini slavati, aveva una pancia bella grossa ed era molto peloso. – E’ questa la zoccoletta ? – chiese a Marco indicandomi – Si – rispose lui. Io mi girai subito per fargli vedere il culo rendendomi conto di quanto ormai fossi troia. Difatti non mi bastò girarmi, ma per di piu’ mi scesi i jeans per fargli vedere il mio culetto nudo. – Ah!- disse subito lui compiaciuto mentre le sue mani callose e rugose si poggiavano sul mio culo – e’ proprio zoccola zoccola - - Su, vatti a cambiare – disse Marco. Mi recai nella stanza accanto e mi spogliai nudo. Indossai le autoreggenti, il perizoma, la magliettina aderente rosa con l’orsacchiotto davanti, la parrucca e mi misi un velo di rossetto. Mi resi conto che ci volevano anche le scarpe con il tacco e mi riproposi di comprarle. Mi guardai allo specchio e rimasi molto soddisfatto “ adesso vai di là e fatti scopare come una puttana “ dissi alla mia immagine nello specchio.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Waltermaria Invia un messaggio
Postato in data: 07/02/2008 16:13:07
Giudizio personale:
Bellissimo mi fa impazzire pensare di essere al posto dei tuoi amici quando ti scopavano

Autore: Terminetor61 Invia un messaggio
Postato in data: 17/07/2007 18:21:05
Giudizio personale:
carino e particolare....

Autore: Monica Bella Invia un messaggio
Postato in data: 27/11/2006 14:12:49
Giudizio personale:
piacerebbe anche a me fare la puttana come te........monica

Autore: Franco57 Invia un messaggio
Postato in data: 08/11/2006 13:44:18
Giudizio personale:
sarebbe bello poterti rendere grazia alla tua femminilità e prendere il tuo culetto soffice e penetrarlo.

Autore: Deciso043 Invia un messaggio
Postato in data: 01/11/2006 20:27:59
Giudizio personale:
mi piacerebbe averti a mia disposizione....

Autore: Pilotino3 Invia un messaggio
Postato in data: 01/11/2006 10:27:07
Giudizio personale:
sei cosi brava che ho letto 3 volte il racconto e sono venuto tutte e 3 le volte

Autore: Target55 Invia un messaggio
Postato in data: 31/10/2006 19:04:52
Giudizio personale:
Il tuo racconto è troppo efficace per non avere un grande fondamento di verità.
Ricorda i miei esordi, anche se io ho dovuto rivolgermi non ad amici ma a conoscenze casuali. Comunque, è emozionate, bravo!

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