i racconti erotici di desiderya

Io e mia moglie patrizia con l’amico di suo fratel

Autore: Versoilsole
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Quella sera mentre cenavamo Patrizia, mi annuncio che l’indomani Roberto, un amico di suo fratello, sarebbe passato da noi nel pomeriggio a prendere qualcosa di fresco. Si perché eravamo in piena estate e come si sa in estate i “pruriti” aumentano. I miei si moltiplicano.

Ormai non l’ascoltavo più, la mia mente viaggiava a mille facendo progetti (fattibili o meno) e come trovare il coraggio per chiedere a Patrizia di renderli reali

Le chiesi, per introdurre il discorso, se Roberto le avesse mai fatto avances di alcun genere. Mi rispose con una sonora risata per poi….: “ ma l’hai visto bene Roberto? “è fuori dubbio che già quando avevo 14 anni stravedeva per me” “ ma da qui ad avere il coraggio di farmi avances, ne corre”. “Pensa” continuò “che solo nel salutarmi, quando veniva su da noi a studiare con mio fratello, diventava rosso come un peperone”. Cosa che accadeva sistematicamente ancora sdesso.

Perfetto pensavo, il soggetto è proprio quello giusto ora bisogna passare all’esposizione del piano e… speriamo che sia predisposta.

La guardavo, mentre lei era lì sul divano di fronte al mio, bella come sempre, indossava un vestitino a fiori trasparente. Gambe lucide ben curate: le si intravedevano le mutandine che non riuscivano a trattenere a pieno quel bellissimo pelo di colore nero che io adoravo e che aveva fatto impazzire nel tempo camerieri, benzinai, camionisti passanti e chi più ne ha più ne metta. I suoi seni avvolti dal vestitino attillato lasciavano chiaramente vedere i suoi capezzoli turgidi. In mano il suo bicchiere di tè freddo che sorseggiava sapientemente rispondendo al mio sguardo con un aria quasi a voler simulare un punto di domanda.

Che abbia capito? Mi chiesi, sa già che ho qualcosa in mente? Tra le tante idee strane che mi erano venute, tirai fuori quella più classica. Quella che per intenderci ti da qualche soddisfazione ma non ti compromette.

Feci un gran sospiro (era da un po’ di tempo che Patrizia non mi assecondava) e....iniziai. “Senti Patrizia perché domani non ci divertiamo un po’?”

“in che senso?”-“ si, quando viene Roberto”.

“non iniziare con le tue idee strane. Ma poi che vorresti fare?”

“Eccola” pensai. Quel tira e molla che mi eccitava ancor più di ogni sua performance. Quel mio insistere e quei suoi “ma dai... ma sei matto?” Che goduria quando poi, dopo interminabili trattative accettava di farmi contento.



Anche quella volta fu così. Andammo a letto entrambi eccitati al pensiero di quello che sarebbe accaduto l’indomani. Facemmo l’amore con ardore e mentre ero dentro di lei e sentivo il suo piacere, le ripetevo “voglio che Roberto veda la tua pelosissima fica. Voglio che ti metta un vestitino cortissimo e che allarghi le tue stupende gambe per sbattergliela in faccia”. Lei venne eccitatissima più volte riempiendo il mio cazzo con i suoi umori.



Ore 16,00. Avevo atteso quel momento con ansia. Patrizia non altrettanto: Aveva avuto un ripensamento dovuto al fatto che lei e Roberto si conoscevano da anni e non le sembrava giusto. “Poi sai che figura” ripeteva. “ma quale figura tu devi fare in modo di essere naturale per fargli credere che il tutto accada senza la tua volontà”. “Ti ricordi al mare quando ti avvolgevi l’asciugamano intorno alla vita? Ti sedevi, orientavi le gambe verso i fortunati di turno (in genere un gruppetto di bei giovanottoni in cerca di pelo) e poi ti sfilavi il costume”? “Sembravi proprio un’ingenua, pudica ragazzina che per cambiarsi il costume, involontariamente faceva vedere la passera a tutta la spiaggia”.

“E se lo va a dire a mio fratello”? Ribattè.

“E cosa gli va a dire che è venuto a casa tua e ti ha visto le mutande mentre tu eri seduta? Così ci fa la figura del porco”.

Sembrò rassicurata da quello che le avevo detto anche perché il ragionamento non faceva una piega.



Il citofono. “e’ lui” le dissi “stai tranquilla. L’abbiamo fatto migliaia di volte”. “Si ma con gente che non conoscevo”. “La cosa eccitante è proprio questa” le risposi ed andai ad aprire.

Roberto si accomodò nell’ampio salone di casa nostra e già alla vista di Patrizia, vestita con una gonnellina corta e vaporosa (trasparentissima) e un top bianco che nulla lasciava all’immaginazione, incominciò a balbettare.

“Siediti” gli dissi indicandogli il divano di fronte a Patrizia e mi accomodai accanto a lui. Discutemmo del più e del meno per un po’, poi chiesi a Patrizia di andare in cucina a prendere delle birre.

Che spettacolo, non appena attraversò la luce che proveniva dalle ampie finestre della cucina, la sua gonna d’incanto scomparve. Era praticamente come nuda. Una dea. Roberto rimase di stucco. Io feci finta di niente e questo lo rassicurò. Notavo come nel parlare con me girava continuamente la testa verso la cucina aspettando il ritorno di mia moglie. Eccola. Ancora meglio vista così le intravedevamo pure i seni.

Patrizia ci porse la birra e risedette al suo posto. Passò la prima mezz’ora ma mia moglie non si decideva e allora incominciarono da parte mia i segnali sempre più insistenti e....finalmente eccola ad iniziare seppure in modo impacciato, lo spettacolino. Dapprima accavallò le gambe sempre più spesso e sempre più lentamente e poi il colpo di grazia. Tirò su la gamba destra appoggiando il piede sul cuscino del divano facendo finta di grattarsi il polpaccio.” Sai Mauro credo proprio che queste maledette zanzare quest’estate ci daranno filo da torcere. Guarda qui come è gonfio ”. Naturalmente entrambi, io e Roberto ci inginocchiammo a guardare premurosi il danno provocato dalla zanzara. In verità le premure di Lui erano rivolte altrove a giudicare da com’era intento a guardare la passera di mia moglie che, in quella posizione era in gran evidenza.

Patrizia rimase così a massaggiarsi e dal divano di fronte noi ci godevamo lo spettacolo. Non solo le si vedevano benissimo le mutandine ma anche il solito ciuffetto ribelle di peli. Roberto ormai era cotto e incominciò a sudare vistosamente. Patrizia intanto (sarà stata la birra che aveva bevuto?) era “partita”completamente. Infatti aveva assunto una posizione da capo sioux a gambe incrociate e stando così, il micro perizoma le finì al centro delle grosse labbra carnose e pelose. Io morivo dall’eccitazione e…figuratevi Roberto. Il suo arnese, che non mi sembrava cosa da poco gli si era gonfiato notevolmente.

Si era creata però un’aria molto pesante, imbarazzante direi. Avevo notato che neanche la mia Patrizia era rimasta indifferente. Infatti le sue mutandine bianche erano tutte bagnate. Inequivocabilmente davano segno della sua eccitazione.

Decisi allora di togliere tutti dall’imbarazzo e annunciai che sarei andato fuori in giardino a prendere da un altro frigorifero altre birre ghiacciate di birra.

“Si col cazzo che vado fuori” pensai. “adesso voglio proprio vedere cosa succede”. Aprii la porta esterna e la richiusi rimanendo dentro. Mi sollevai senza far rumore su di uno sgabello e da quella posizione potevo guardarli da una piccola finestra in alto creata tra cucina e salone per dare luce allo stesso. Scostai leggermente una delle tendine e…vidi Roberto che si era alzato e seduto accanto a Patrizia.

“Tu adesso abbassi le mutandine e me la fai vedere. Bene stavolta e da molto vicino. Voglio sentirne l’odore.” Le stava dicendo proprio questo. Alla faccia della timidezza.

“Roberto ma sei impazzito?”

“ Si sono pazzo di te da una vita e tu lo sai. Ma adesso basta, l’ho capito questo che giochino è tutto preparato. A te e a quel cornuto di tuo marito piace farvi guardare. Anzi a te piace farti guardare e a lui che ti guardino o che addirittura ti sbattano in sua presenza”.

“Ma che dici Roberto tu sei fuori di testa”. Si difendeva Patrizia.

“Stai zitta e fammi finire. Levati subito quelle cazzo di mutandine altrimenti te le strappo. Voglio vederla come si deve non resisto più”. E indicando il suo pacco.. “vedi come sono ridotto? Cosa credi, pur non avendo nessuna esperienza diretta con le ragazze, queste cose le capisco benissimo. Passo intere nottate su internet e di storie come questa ve n’è a centinaia”. Mi distruggo il cazzo a furia di menarmelo”.

“Ma smettila che qui succede un casino se torna Mario”. Diceva Patrizia sperando di farlo tornare in se.

Ma per tutta risposta Roberto si abbassò la cerniera dei pantaloni e se lo tirò fuori.

Patrizia zittì immediatamente e le lessi in viso tutto il suo stupore (almeno quanto il mio). Roberto aveva un cazzo enorme. Non solo in lunghezza (25-26 cm?) ma soprattutto in circonferenza. Praticamente un tronchetto della felicità (in tutti i sensi). Lo scappellò e incominciò a menarselo di brutto. “Se non ti togli le mutandine giuro che quando arriva tuo marito è così che mi troverà”. Patrizia ormai consapevole che Roberto fosse fuori di se e valutato che le sue erano minacce serie, si sfilò lentamente il perizoma.

“ora allarga le gambe voglio tuffarmi con le radici in quel tuo frutto succoso” e così dicendo si inginocchio tra le gambe di Patrizia. A giudicare dai mugugni oltre ad un cazzo enorme doveva avere anche una bella lingua grossa”. Passarono alcuni secondi e Patrizia si riebbe. “ Adesso che ho fatto come volevi, ricomponiti ti prego”.

“Lo faccio solo se mi prometti che resterai tutto il tempo a gambe larghe e non solo oggi. Intanto ti prego solo di prenderlo alcuni secondi in bocca”. Patrizia non se lo fece ripetere due volte e si abbassò ad assaporare quella cappella enorme.

Per quanto riguarda me, ero con l’ uccello tra le mani e me lo sbattevo alla grande.

Era tutto bellissimo. Le cose avevano preso una piega ben diversa da quello che avevo immaginato. La realtà che superava la fantasia e io stavo provando sensazioni che fino ad allora avevo solo vissuto nella mia mente. Vedevo il culo di Patrizia che si agitava voluttuosamente e dal suo sesso venire giù fiumi di umori (godeva di brutto la mia mogliettina). Smanettava quel cazzone su e giù senza lasciarselo sfuggire dalla bocca. Ogni decina di "botte" però, gli passava la lingua sulla grossa cappella e lo rimirava alcuni secondi prima di farlo scomparire a fatica di nuovo all’interno delle sue labbra. Ormai non si preoccupava (forse)neanche più di me. Nel preciso istante in cui vidi che Roberto aveva raggiunto il limite e immaginai litri di sborra inondare la gola di Patrizia, venni. Venni come non ero mai venuto prima (non si può spiegarlo a parole) di allora.

La mia cara mogliettina intanto (forse per non lasciare tracce) non fece cadere neanche una goccia della pioggia di sborra. La vedevo ora stranamente girare il suo posteriore verso quella mazza che non aveva affatto risentito del trattamento di poco prima. “Ehi ehi un momento” pensai, “cornuto no he, qui si stà esagerando, si sta passando ogni limite. E ripulitomi alla meno peggio mi fiondai in frigorifero (quello della cucina) a prendere due birre (non era vero che erano finite). Aprii la porta facendo più casino possibile e mi trattenni un po’ in cucina ad armeggiare col cavatappi perché avessero tempo di ricomporsi ( e capirai ci sarebbero volute delle ore). Entrai solennemente in salone con le birre in mano e dovevo avere proprio una faccia da imbecille perché i due mi guardavano stralunati. O erano stralunati per altri motivi?

Ormai il ghiaccio era rotto e tutti eravamo più tranquilli.

Mentre si parlava del più e del meno io facevo il resoconto della giornata.

Roberto si era appena “svuotato” e in bocca alla donna dei suoi sogni. Non era sicuro che io avessi preparato la cosa perché Patrizia non l’aveva confermato, ma ne era fortemente convinto ed era sicuro che ci sarebbero state altre occasioni per verificare.

Patrizia aveva assaggiato il cazzone dell’amico di suo fratello e sono sicuro che se solo avesse immaginato le dimensioni, la cosa sarebbe già avvenuta molti anni prima. Un solo cruccio da parte sua: l’unica a non aver goduto a pieno, ma a quello avrei pensato io dopo.

Inoltre dubitavo che i due si fossero accorti di essere visti.

Io mi ero fatto una megapippa ed avevo ottenuto molto più di quello in cui avevo sperato. Un po’ turbato lo ero però ed una domanda mi tormentava: aveva acconsentito a prenderglielo in bocca per non fare nascere casini o lo aveva fatto in quanto troia? E aveva veramente porto il culo per farsi impalare o era stata una mia impressione?

“Oh, insomma basta” mi dissi “l’hai voluto tu no? E allora zitto e buono”.

Ma la risposta alle mie domande arrivò subito. Infatti mi accorsi che mia moglie, senza forzature da parte mia e senza che ormai ve ne fosse necessità, spalancò le gambe ed il suo sesso apparve in tutta la sua bellezza. Ora l’imbarazzato ero io. Cazzo le mutandine non se l’era rimesse davvero.

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saluti

antonio da otranto





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Passionale_intrigante Invia un messaggio
Postato in data: 07/01/2013 13:10:03
Giudizio personale:
una situazione davvero eccitante, una donna cpsì stuzzica molto la fantasia erotica..... bravi

Autore: Ladyct Invia un messaggio
Postato in data: 17/06/2007 04:22:42
Giudizio personale:
molto carino....ma dovevi farla scopare!!!

Autore: Nerone03 Invia un messaggio
Postato in data: 27/01/2007 21:53:06
Giudizio personale:
bravo,Eccezzionale, spero che ci siano le pìuntate successive, sei molto bravo,

Autore: Bisexual Invia un messaggio
Postato in data: 09/01/2007 18:21:57
Giudizio personale:
OTTIMO RACCONTO.
PIACEREBBE ANCHE A ME VEDERE MIA MOGLIE FARE LA PORCA E MOSTRARE LE MUTANDINE AD ALTRI UOMINI.

Autore: Cpxl Invia un messaggio
Postato in data: 08/01/2007 16:11:37
Giudizio personale:
ecco quello che ogni tanto desideriamo, magari non con un singolo,meglio con una coppia. però il racconto illustra,secondo noi, il desiderio di tante coppie di allargare gli orizzonti, provare sensazioni nuove e...perchè no? ripeterle se piace. tu hai illustrato anche i limiti di alcuni che ,poi, diventano gelosi come noi abbiamo,purtroppo, sperimentato...ma è una storia nostra.


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