i racconti erotici di desiderya

Io e il mio padrone

Autore: Porcellina772007
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Commenti: 3
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Un sabato sera come tutti gli altri, erano ormai le 11,00 e nella confusione del lavoro non avevamo scambiato neanche una parola presi come eravamo a dar da mangiare ad una scalmanata orgia di clienti. Io nel mio ormai non più bianco grembiulino e lui sempre più con i nervi a pezzi.



Dopo ore ed ore finalmente l'ultima ordinazione.



Erano ormai le due passate; prese una sigaretta la poggiò sulle labbra e diede fuoco; ora che la settimanale battaglia era finita tornò a sorridermi e a scherzare come al solito.



"Stanca?" - mi disse.



"Si sono a pezzi, mi ci vorrebbe una buona bottiglia di vino o magari una bella scopata!" - rispondevo sempre così, era il nostro modo di scherzare, forse l'idea di andare a letto con lui mi aveva sfiorata qualche volta, ma mai ci avevo pensato sul serio...



Alle tre e mezzo eravamo fuori, e via nella notte al solito bar per la colazione prima di andare a dormire.



Infondo ero stanca di quella routine, il week-end era per me sempre più noioso, i miei amici fuggivano per chissà quali mete e io invece rintanata in quella cucina a lavorare come una schiava!



Non avevo alcun genere di stimolo.



Quel magico sabato invece accadde l'inimmaginabile:



"Facciamo un giro?" - mi chiese.



"Certo, non ho voglia di andare a dormire".







Il mare era calmissimo e durante il tragitto, lui aveva continuato a parlarmi del suo matrimonio fallito e di quanto avesse sofferto, dio quanto era carino così serio e romantico allo stesso tempo; nonostante la differenza d'età stavo bene con lui, 11 anni non sono pochi!



Ma neanche tantissimi, perchè no!



Ad un certo punto mi chiese da quanto tempo non andassi a letto con un uomo, uno vero si intende (beh di veri uomini non credo di averne mai avuti).



"E' da molto" - riposi.



"Ti masturbi?" - era una domanda che non mi metteva mai in imbarazzo anche perché nelle nostre scherzose conversazioni saltava sempre fuori l'argomento



"Seghe, pompini ditalini ed affini", ma il modo in cui me lo chiese mi provocò il classico colpo allo stomaco e sentii un inaspettato caldo - umido tra le gambe.



"Ti interessa?"- sorrisi maliziosa.



Nel frattempo non mi ero accorta che ci ritrovavamo di nuovo davanti alla porta del locale in cui lavoravamo.



"Non voglio scopare con te!" continuai, e in parte era vero, ancora mi spaventava l'idea di lasciarmi andare tra le braccia di un trentaquattrenne,



"Ho voglia solo di baciarti di sentire che sapore hanno le tue labbra".



Non avevo ancora finito che già la sua lingua mi arrivava fin giù in gola.



Il modo in cui la sua lingua si attorcigliava alla mia mi faceva girare la testa e già non vedevo l'ora delle sue mani su tutto il mio corpo.



"Andiamo dentro" - mi disse.







"Spogliati" - non ero abituata ad essere dominata così da un uomo ma il tono della sua voce mi impediva di fare diversamente.



Avrei voluto fuggire via da quella situazione, ma ormai ero rapita dal suo modo di fare.



Quasi mi strappò di dosso i pantaloni



"Biancheria nera, non mi piace, la prossima volta bianca, mi eccita di più, Troia. Ora versami da bere"



"Cosa bevi padrone?" - chiesi sorridendo.



"Sheridan" - era nudo anche lui e il suo enorme e nerboruto cazzo svettava al di sopra di un fitto vello di riccioli neri.



Quando mi avvicinai per porgergli da bere le sue mani si delicatamente toccarono le mie tette,



"Sono bellissime" mi sussurrò,



"Dai adesso fatti un goccio di sheridan" aveva bagnato la sua asta nel bicchiere e con decisione tirandomi per i capelli me lo infilò in bocca.



Non avevo mai succhiato un cazzo più buono di quello, il suo glande mi riempiva completamente la bocca



"menalo mentre succhi troia, sei proprio una gran troia!" ansimava, mi staccò dal suo dolcissimo flauto e stringendomi per i capelli, prese a sbattermelo in faccia mentre se lo menava su e giù con veemenza



"Dimmelo che sei troia, dimmi che sei la mia cagna!"



"Si sono la tua cagna sono la tua troia padrone" non resistevo più, la mia fica ormai in fiamme pretendeva attenzioni, ma lui niente quindi presi a sditalarmi, mentre lui se lo menava facendolo sbattere sulla mia lingua.



"Sei una gran troia dai fammi vedere come ti sditali". mi sdraiai sul tavolo e con le gambe ben aperte gli offrii uno spettacolo mai visto, le mie dita velocissime battevano sul clitoride ed un onda di piacere mi scosse cominciai a gridare; lui intanto si era avvicinato per leccarla insinuando la sua lingua ovunque mentre scosso da un forte gemito mi inondava le tette di sperma viscido e bollente, asciugandosi poi sulle mie labbra.



Ancora ansimante mi disse



"Sabato prossimo lo facciamo in cucina" ...


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Adolfo35 Invia un messaggio
Postato in data: 18/01/2008 00:51:20
Giudizio personale:
insomma è durato un pò poco il racconto ..e da una brava cuoca come te mi aspettavo un pò più di condimento ... quello non guasta mai :-))))

Autore: Porcellina772007 Invia un messaggio
Postato in data: 05/11/2007 11:25:51
Giudizio personale:
Effettivamente il termine usato è un pò pesante chido venia e modifico quanto prima.... quanto alle cose turche.... provare per credere ;)

Autore: DrakEva Invia un messaggio
Postato in data: 03/11/2007 16:38:32
Giudizio personale:
... coinvolgente, simpaticamente \"porcellino\"

Brava

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