i racconti erotici di desiderya

Io e anna parte quarta

Autore: Claudia&mario
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Parlai con Anna di quanto detto la Luca circa il passaggio del cugino (almeno così disse) per Napoli.

Le dissi che credevo poco al fatto che era un passaggio per caso ma credevo che era qualcuno che, pilotato da Luca veniva a “bagnare il biscotto”.

Anna pero' era decisa a vivere anche quell'avventura.

Sempre con Luca seguirono altri contatti per l'appuntamento.

Andammo quindi alla stazione a prendere questo fantomatico cugino proveniente dalla Calabria.

Ero lì solo per far contenta Anna che ancora aveva in mente il weekend di fuoco a Rimini e chissa' cosa sperava da questo incontro.

Arrivo del treno ci riconosciamo per avere entrambi in mano un giornale.

E' un ragazzo non molto alto, scuro di pelle, occhi e capelli neri.

Si presenta (ometto il nome, lui e Luca vivono in un piccolo contesto e non vorrei renderli troppo riconoscibili a terzi), ci presentiamo.

Non me lo aspettavo ma ci da del lei.

Racconta che il cugino gli ha parlato di due amici a Napoli ma che lui gli aveva detto di non disturbare.

Da come si comporta non sembra proprio un “galletto”.

Un po' piu' grande di Luca (24 anni) da impressione di grande serieta' e timidezza.

Lo accompagnammo al Centro Direzionale dove deve sostenere un colloquio di lavoro.

Nell'attesa siamo a fare spesa presso un supermercato per poi attendere fuori un bar come concordato.

Anna è in lungo.

Gonna di velluto nera elasticizzata che le risalta il culo, con spacco laterale regolabile da bottoni, stivali camicetta bianca.

Anche questo ragazzo le piace e non fa mistero che ha voglia.

Dopo un'oretta il ragazzo è in macchina.

E' demoralizzato perchè, dice, quantunque sara' selezionato dovrà rinunciare perchè il salario prospettato non gli consentirebbe di vivere a Napoli che è la sede di lavoro.

Anna si gira (lui è seduto dietro) ed ha parole di conforto per lui e gli accarezza una gamba.

Facciamo un tour della citta' fermandoci a Posillipo per bere uno spumantino.

Passeggiamo nel parco della Rimembranza con il ragazzo che, evidentemente a suo agio con noi, ci esterna la sua delusione per il lavoro che non riesce a trovare, il desiderio di vivere in una grande citta' …..

Anna gli si è messa sotto il braccio, lo accarezza.

Risaliamo in macchina Anna si siede dietro con lui.

Accavalla e dallo spacco esce tutta la coscia, anche la parte al di sopra dell'autoreggente.

E dice: “ora ti porto in un posto dove potrai rilassarti un po'”.

Capisco cosa vuol dire Anna e prendo la strada per la domizianaa dove ci sono paarecchi hotel ad ore.

Il ragazzo pero' dice che non è pronto per andarci in tre.

Anna con voce suadente, prendendo la sua mano e portandola tra le sue cosce gli dice: “questa volta solo io e te poi la prossima volta quando sarai piu' sciolto vedremo”.

Grande delusione per me ma non dico una parola e guido mentre da dietro si sentono sospiri.

Arriviamo ad un hotel notoriamente ad ore.

Scendono ed Anna mi dice :Ti farò uno squillo sul cerca persone mezz'ora prima.

Neanche rispondo.

Si infilano in Hotel e me ne vado.

Verso le 16, finalmente il cicalino del cerca persone squilla.

Sono rimasto nei dintorni e, contrariamente a quanto concordato mi precipito verso l'hotel.

Dopo una mezz'oretta escono.

Salgono sul sedile posteriore.

Anna si abbandona tra le sue braccia.

Mi dice : Accompagnamo XXXXXX alla stazione.

Altra mezz'ora e arriviamo.

Lo accompagnamo al treno e lui prima di salire : “ci vediamo ancora spero!”.

Anna annuisce, sorride e gli da un bacio.

In macchina Anna mi racconta un po' e mi dice che il ragazzo è un amante dell'intimo.

Sicuramente non particolarmente navigato l'aveva fatta sentire desiderata come non mai.

Ogni centimetro che la gonna andava su lui leccava e baciava cio' che si scopriva.

Ha leccato a lungo gli slip e le ha adorato le calze, odorandole, baciandole millimetro per millimetro.

Mi racconta che ha voluto scoparla facendole tenere l'intimo e senza farle togliere le calze.

E' molto soddisfatta anche perchè il ragazzo le ha rivolto anche molte attenzioni al buchino, cosa che la fa impazzire.

Questo episodio le farà prendere una decisione.

“Basta con Ernesto” dice “e visto che tu non sai come fare farò io”.

Mi sento umiliato per la mia vigliaccheria e non parlo.

Il sabato successivo attendiamo Ernesto nella sala da the di un bar appena fuori città.

Ha deciso tutto Anna.

Lui arriva, si siede.

Ordiniamo da bere.

Anna prende subito la parola.

Gli dice chiaramente che il rapporto è finito. E' stato bello ma come tutte le cose era finito.

Gli dice a muso duro che lei non gode più e che lo stesso vale per lui e che, quindi, tanto vale trovare altro.

Mi aspettavo una reazione forte invece Ernesto abbassa la testa e tace.

Anna è un fiume in piena.

Quando finalmente sembra aver esaurito gli argomenti Ernesto, a mezza voce, dice che tutto è successo perchè lui si è invaghito di lei.

Dice che quando non c'è immagina di farle di tutto ma poi quando la vede i sentimenti cambiano, la rabbia per non poterla avere come vorrebbe tutta per se prende il sopravvento e.... quel desiderio cala.

Anna lo ringrazia dei suoi nobili sentimenti ma, è passato tempo e queeste parole le ricordo come fosse ieri dice: “Vedi che il rapporto è sbagliato? Tu mi dovresti vedere come una puttana, perchè io lo sono. Tu mi hai troppo idealizzata, non funzionerà mai così.”

Ernesto è KO.

“Vorrei solo vedere come godi quando ti usano da puttana, perchè io non ti ho mai considerata per tale” dice.

Propone un incontro a quattro inserendo il suo amico Ciro.

Un passo indietro.

Ciro è un ragazzo che sfiora, credo, il quintale di peso che abita nel suo palazzo.

Arrogante e maleducato le volta che lo abbiamo incontrato nell'androne del portone del palazzo ove spesso era a non far niente faceva occhiolini ad Anna, qualche volta da dietro qualche fischio di apprezzamento e una volta che era su da Ernesto toccò il culo ad Anna la quale gli si rivoltò con rabbia e solo l'intervento di sicuramente compiacente e divertito Ernesto placò Anna.

A questo punto, se fosse un gioco a scacchi la partita potrebbe considerarsi passata nelle mani di Ernesto.

Anna è bloccata.

Questa, in poche parole, è la condizione per spezzare questo filo che ci lega ad Ernesto.

Più volte avevamo perlato di questo Ciro e sapevo Anna quanto lo odiasse.

Sentendosi “vicino allo scacco” Ernesto rincara la dose.

Dice che vuole anche vedere la persona che non ha mai potuto soffrire (io) perchè comunque mi attribuiva colpe (che non ho mai avuto) di quel fallimento, servile ed umiliata e per questo propone di vestire body, perizoma femminile e calze autoreggenti.

Sono un tipo tranquillo ma la voglia di scattare è tanta.

Non fossimo in un posto pubblico credo che ci sarebbero state urla se non rissa addirittura.

Anna mi ferma.

Tentando di riprendere il gioco si dimostra favorevole all'incontro a quattro ma chiede di poter scegliere lei il quarto.

Ernesto non le concede spazi, capisce che sta vincendo, è irremovibile.

L'incontro a casa sua, Ciro il quarto.

Anna tenta di trattare ma nulla.

E mi zittisce quando tento una trattativa sull'abbigliamento che dovrei indossare.

Ad Anna non gliene frega niente di me.

Ancora un timido tentativo che però viene troncato da un irremovibile Ernesto che fa la sua solenne promessa di chiudere poi definitivamente quel rapporto.

Ci alziamo e prima di andare via Anna ed Ernesto concordano di sentirsi il venerdì successivo per la conferma dell'appuntamento per sabato.

In macchina mi incazzo con Anna rimproverandola di non aver battuto ciglio quando Ernesto le ha prospettato di “femminilizzarmi” per l'incontro mentre di aver trattato per non scopare il ciccione.

Anna mi zittisce dicendo che anche lei si sacrificherà ma che l'importante è essere riusciti a troncare quella situazione.

Mi disse ancora che non si sentiva affatto sconfitta perchè aveva previsto un ben altro scenario con un Ernesto che avrebbe continuato ad imporre il rapporto.

In poche parole disse :”ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto!”.

Non fui mai convinto di quella affermazione e cominciai ad essere seriamente preoccupato per quel che doveva accadere sabato.

E... venne sabato, ma sarà il racconto della prossima parte.


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