i racconti erotici di desiderya

Intima serata

Autore: Erotic_mind
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Monica rincasò tardi quella sera, esausta si abbandonò sul comodo divano del salotto, lasciando le luci spente e godendosi il fresco frusciare delle fronde dei gelsi del suo giardino. Il suono penetrava melodico dalle finestre socchiuse, come un’antica a lontana sinfonia.

Era estate, e la brezza frizzante della sera accarezzava la pelle e i pensieri di Monica. Un brivido l’attraversò per pochi secondi. Aveva gli occhi socchiusi. Pensava, immersa in un mondo di immagini, vagava fra idee e sensazioni; si avvicinava a poco a poco, ad un mondo sempre più distante da quello quotidiano e tangibile. Apparentemente altrettanto reale, ma descritto da colori più vividi e profumi più intensi, animato da desideri finalmente non più proibiti: non dove si trovava ora. In quel momento ogni fantasia diventò possibile, ogni malizioso suggerimento poteva essere assecondato. Il suo pensiero rincorreva momenti passati, e dopo averli acciuffati li plasmava a nuove forme meno banali e più sensuali. Sospirò, lasciando che il respiro si adeguasse al ritmo del suo desiderio. Poi d’improvviso apparve lui, elegante e malizioso. Gli si fece vicino, proprio come lei desiderava, togliendosi la giacca e accomodandosi affianco a lei. Lo vide spogliarsi lentamente dei propri vestiti, mentre lei si spogliava delle proprie inibizioni. Senza che nessuna parola fosse detta, fu presa dalle sue braccia e avvicinata a pochi centimetri dal suo volto; i suoi occhi e le sue labbra ora finalmente così vicini la eccitavano e la soggiogavano allo stesso tempo. Le mani di lui ora stavano delicatamente esplorando le curve del suo corpo. Monica respirò profondamente, lasciando che il suo leggero ma prolungato sospiro solleticasse il collo dell’uomo che stava per impossessarsi di lei. Voleva lasciarsi andare, abbandonarsi definitivamente ai desideri più sconci e inconfessabili e cercava nei gesti di lui, nelle sue provocazioni, il momento perfetto per farlo. Sentiva le sue mani addosso, che la frugavano e palpavano in modo sempre più concitato. Le baciò il collo, succhiando lievemente la pelle e solleticandola con la lingua prima di rilasciarla dalla lieve stretta delle labbra. Poi la spogliò lentamente, osservando il corpo di lei fremere sotto le sue dita, sotto il suo sguardo che ora veniva incrociato con languida perversione dagli occhi di Monica colmi di lui e della propria ingordigia. Finalmente nudi uno sull’altro, Monica ricercò sotto le proprie dita l’eccitazione dura e vigorosa di lui. Ansimavano entrambi, l’uno sui genitali dell’altro; Monica sentiva la lingua di quel magnifico amante scorrere fra il monte di venere, il sesso e il pertugio più stretto fra le natiche. Non poteva più controllarsi ora, e i sospiri si fecero intensi, poi divennero parole perverse e infine mugolii di piacere. La lingua di lui si soffermava là dove il piacere era massimo, e ora che sentiva il membro così duro e liscio nelle sue mani, ne avrebbe voluto avere un secondo a portata di labbra… un altro pene davanti alla sua faccia pronto a soddisfare la sua ingordigia. E così fu… un altro uomo completamente nudo era davanti a lei, a pochi centimetri dalle sue labbra. Mentre il primo aveva preso a penetrarla vigorosamente, il secondo iniziava a farsi strada fra le sue labbra. Ora, scossa e posseduta da due uomini, Monica si sentiva femmina e desiderata più che mai… la sua eccitazione cresceva, e più cresceva più i colpi si facevano vigorosi, profondi e piacevoli… Sentiva il sapore di lui pervadere i suoi sensi e inebriala di sesso. Stava agitandosi sempre più, dimenando con la bocca e le cosce il piacere dei due uomini alla sua mercè… Voleva essere sconcia, ora voleva essere volgare, ora voleva sentire i loro cazzi dappertutto. Gridava ancora di piacere, mentre i due uomini si alternavano fra la sua bocca e la sua fica… mentre lei con un dito bagnato di saliva si massaggiava l’ano in modo sempre più invadente. Stava per venire nel primo grandioso orgasmo, e iniziò a pompare con la lingua e le guance, in modo sempre più intenso, il cazzo che la stava possedendo nella bocca. Sentiva pulsare il piacere di lui dentro di sé, sentiva il calore sulla sua lingua; quando l’uomo le venne in bocca, gridò tutto il suo piacere chiamandola per nome e prendendole la testa fra le mani, lei dal canto suo non smetteva più di succhiare, lasciandosi inondare dal piacere di lui, fino a perdere il respiro. Il cazzo che la pompava da dietro la stava facendo sussultare di piacere, e ora anche Monica non poteva trattenersi dal gridare tutto il suo piacere leccando il cazzo grondante di piacere e ancora bello turgido davanti a lei.

Anche il secondo uomo venne in quell’istante, finendo di spruzzare il suo miele sulle sue natiche e sulla sua schiena. Monica ne voleva ancora però… non era ancora soddisfatta e voleva venire di nuovo… gli uomini ripresero a palparla ovunque, porgendole entrambi la loro asta bagnata ma già magnificamente pronta per un nuovo orgasmo. Mentre Monica inizò a pomparli in bocca alternativamente, loro due iniziarono a masturbarsi a vicenda sotto i suoi occhi eccitati. Si sentiva ribollire dentro, e avrebbe voluto non due ma quattro o sei cazzi vicino a lei, pronti per inondarla al secondo e più impetuoso orgasmo… quando fu veramente vicina al venire per la seconda volta, vide mani e cazzi intorno a lei, che venivano su di lei da ogni dove, spruzzandola di caldo e denso liquido in faccia, sui seni, sulla pancia e in ogni altro anfratto la facesse fremere di godimento… venne grandiosamente, miagolando come una gatta in calore, lasciò che ogni vibrazione del suo corpo la pervadesse fino al centro del suo piacere. Poi si acquietò… restando con gli occhi socchiusi. Il mondo che stava esplorando iniziò a rarefarsi e il fruscio delle fronde degli alberi, tornò a farsi più vicino. Monica riaprì gli occhi ancora estasiata, con la mano ancora appoggiata in mezzo alle gambe, umida e affaticata. Era tornata ad essere sola nella stanza, i compagni di giochi erano svaniti. Socchiuse nuovamente gli occhi e si lasciò trasportare dai primi torpori del sonno… forse un giorno lo avrebbe fatto veramente…



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