i racconti erotici di desiderya |
Incontro con coppia cuckold |
Risposi ad un annuncio, qui su desy, e dopo qualche giorno mi vidi recapitare una risposta con un numero di cell., chiamai e, dall’altra parte mi rispose un uomo (lui di coppia): si stabilì di incontrarci presso il Mc Donald di Acireale (CT), ovviamente sotto la condizione (visto che non avevamo fatto la prova della gradevolezza in cam), che se non ci fossimo piaciuti: tanti saluti e baci, e ogn’uno per la sua strada.
Premesso che la coppia che dovevo incontrare era una coppia con lui cuckold (cioè letteralmente guardone); fremevo di incontrarli, perché anni prima avevo avuto un’esperienza uguale, solo che….. allora ero agli inizi in questo mondo di seduzione e trasgressione, non avevo ancora capito l’essenza che animava questo tipo di coppia e, preso dal perbenismo che mi pervadeva, dopo il secondo incontro troncai quella relazione ritenendo lei un troione senza ritegno e lui un cornuto consensiente. Come si può intuire, non avevo capito niente della coppia cuckold, ciò che li spingeva a comportamenti di tal fatta, il motivo che li spingeva a quel comportamento per certi versi inspiegabile dove il lui partecipa mentalmente e la lei ringrazia per quella donazione, non avevo percepito allora che tra i due vi era una sottile complicità che bisognava appunto capire prima di giudicare. In seguito, credevo di avere superato quel limite, ecco perché ero alla ricerca di altra coppia cuck e riponevo certe aspettative su questo incontro, sicuramente ero andato troppo in la con la mente, costruendo castelli in aria a mio favore e distorti ovviamente, dove mi vedevo al centro dell'attenzione soprattutto della le; pensavo che avrei potuto coltivare un certo rapporto di affetto (che è poi quello che cerco principalmente in un incontro, anche se con la presenza ingombrante del lui), per cui ero elettrizzato all’idea di incontrare altra coppia di questo tipo. Ecco spiegato perché arrivai al Mc Donald con largo anticipo (all’ingresso di Acireale, subito dopo la seconda rotonda a sinistra appena uscito dall’autostrada proveniente da Catania), malgrado tutto non riuscii a dosare i giusti tempi, avevo fretta di incontrarli; arrivai mezz’ora abbondante prima, temetti quindi, che se la coppia fosse stata li prima di me, vedendomi arrivare con largo anticipo, mi avessero considerato come chi non vede l’ora (anche se in effetti era così)…. Aspettai in paziente attesa e con un po’ di nervosismo, andai a prendere un primo caffè al bar e, dopo dieci minuti un altro…; il nervosismo era giustificato da quella premessa sopra fatta (sulla quale riponevo una certa speranza) oltre che dal fatto che capita sempre così quando ci si affida all'incontro reale; avrei potuto non piacere io, oppure loro a me (metti che la lei fosse stata una bruttona, grassa, sdentata, con un occhio di vetro, sciancata con una stampella….. o Dio, che pensiero malefico); insomma si spera sempre che vada tutto per il verso giusto. Finalmente arrivarono….. su una BMW grigio metallizzato, pulita e lucida fiammante, cazzo!! Lavata e pulita come appena uscita dalla bussola del rivenditore (premetto che la mia, una fiat bravo ultimo modello di colore rigorosamente nero metallizzato, era sporchissima, perché qualche giorno prima aveva piovuto, e poi ci era caduta la terra nera dell’etna, quindi era impastata di fanghiglia, una vergogna da vedere, non avevo avuto il tempo di portarla a lavare); parcheggiarono a distanza, ma visibili di fronte a me (mi ero riservato un parcheggio dove potevo guardare chiunque entrava, al fine di vederli quando sarebbero arrivati); loro, non sapendo se c’ero (in quanto avevo dato come riferimento altra macchina per non essere individuato subito) mi telefonarono: risposi, e dissi: "vi vedo, proprio davanti a me…" e scesi dalla macchina per farmi vedere, e mi avviai per andare loro incontro; a quel punto scese anche l’uomo che mi venne incontro (un signore distinto, ben vestito), ci abbracciammo come se fossimo vecchi amici: “ciao, Massimo” mi disse lui, “ciao Alessandro” gli risposi io; allora lui facendo cenno verso la sua macchina, mi disse: "la mia signora è in auto, vieni che te la presento!" e mi prese per un braccio portandomi verso di lei… infatti l’avevo vista, ma non proprio bene visto che stava seduta dentro l’abitacolo; lei nel frattempo era scesa dalla macchina, uuuhhhhhh celeste visione… che bella donna, una biondona con minigonna e cosce mozzafiato, che si intravedevano dalle falde del cappotto, con i tacchi a spillo anche più alta di me che sono 1,80… non mi aspettavo tanta bellezza sinceramente, anzi, mi preoccupai di non essere altrettanto all’altezza. Mi venne incontro con un sorriso, ci abbracciammo, e mi disse: “piacere, sono Elena” (ma guarda che nome emblematico, si chiama come la mitica Elena troiana hahahahah); scambiammo due parole, lei mi disse che ero di suo gusto, chiesi allora se avessero gradito un caffè al bar, mi risposero di no (meno male pensai, un altro caffè mi sarebbe stato letale)… meglio se fossimo andati, visto che avevano lasciato i bambini coi nonni e li dovevano andare a riprendere, meglio non perdere tempo. Mi dissero che saremmo dovuti andare in una loro villa (garçonnier che loro utilizzano per gli incontri) nelle vicinanze in tenere di Aci Castello, così ci avviamo, loro davanti a far strada con la BMW, io dietro a seguire con la mia; dopo un tortuoso andirivieni per le campagne, finalmente arrivammo, lui scese e aprì il cancello, entrò la macchina per primo, io feci lo stesso e, mi parcheggiai a fianco alla sua nell'aia antistante le scale che portavano sopra al piano rialzato dell'ingresso alla villetta, imbarazzato dalla lei che mi guardava mentre parcheggiavo, giustificai la fetenzia sulla mia macchina dicendo che non avevo avuto tempo di portarla alavare, sorrisero tutti e due e, all’unisono, “domani fai il bravo e la porti a lavare” mi dissero divertiti. Salimmo su per le scale, lui davanti e lei dietro, avanti a me che li seguivo, che belle natiche la signora, sono stato lì lì per mettere le mani quel bel culo che mi ondeggiava a portata di mani, mi frenai per non dare l’impressione che ero arrapato. Massimo aprì la porta ed entrammo, in un salone e, meraviglia delle meraviglie, avevano bel gusto nell’arredamento, all’ingresso vi era un mobile dove io appoggiai, dietro loro invito le mie cose: il borsello, le chiavi dell’auto, gli occhiali da sole. Mi indicarono in fondo una scala a chiocciola per andare su nella stanza da letto, salimmo, stavolta era la signora ad andare avanti, peccato le avrei dato volentieri una bella pacca nel sedere, salimmo… sopra vi era una bella camera da letto grliande con bagno dispensato in camera. Massimo con una scusa di dover accendere i riscaldamenti ritornava giù, lasciandoci da soli; io allora mi avvicinai a lei in piedi vicino al letto, e, stringendola la baciai appassionatamente in bocca, e poi giù per il collo, allora lei mi chiese: “ci spogliamo?” a quel punto gli bisbigliai all’orecchio: "vorrei spogliarti io"; lei annuì col capo, quindi gli tolsi il maglione, le sbottonai la camicetta sfilandogliela lentamente, poi fu la volta del reggiseno, le baciai i capezzoli, prima uno, poi l’altro, e dopo tringengoglieli per farli aderire, tutti e due leccandoglieli a ripetizione… che freddo, eravamo ancora in inverno, in quella casa, non preriscaldata i riscaldamenti anche se accesi non appena entrati, era come non ci fossero… lei, si vedeva che stava patendo il freddo per via delle pelle d’oca su tutto il corpo che era come un marchio e, in special modo sulle aureole dei capezzoli, belli eretti e turgidi….. Lei a quel punto si attivò, quasi a volersi mettere in moto per riscaldarsi, mi sfilò la giacca, mi tolse il maglione, mi slacciò la camicia e… mi sfilò via pure la maglia intima, rimasi a torso nudo: minkia che freddo ragazzi, la pelle mi si alzò in rilievo come la carta vetrata; cazzo, anche il picio mi si era ridotto dal freddo… la vedevo nera la situazione. Lei allora mi disse: “togliti i pantaloni”, e così feci senza pensarci sopra rimanendo in mutande; lei nel frattempo si sedette sul letto e mi chiese di sfilargli gli stivali, glieli tirai via uno per volta…. Si tolse la gonna, rimase in collant e mutandine; a quella vista fui pervaso da una certa eccitazione, e fu allora che mi accorsi che dai miei boxer (si era slacciato l'unico bottone della patta), e il mio picio faceva capolino come a dire: son qua, son qua!! A quel punto lei mi tolse le mutande, non sentivo più freddo la passione si stava impossessando di me, lei seduta sul letto ed io in piedi davanti a lei, mi prese il cazzo e mi fece una sega a due mani, sembrava che si volesse riscaldare; l'eccitazione ovviamente non è controllabile, mi venne su la classica goccia seminale ad umettare lo scroto indurito, lei lo sentì appiccicaticcio tra le mani e mi disse: “vai a lavarti”, ed io:"... veramente desiderei che fossi tu a farmi il bidet...", a quel punto lei prese le mie mutante e me le tirò contro, e in modo gioviale mi disse: “vai a lavarti se mi vuoi, dai che io mi spoglio nel frattempo.” Mi lavai, e quando feci per ritornare in camera verso il letto vidi anche il lui, seduto sulla poltrona ai piedi del letto, vestito, e mentre lei andava in bagno a farsi un bidet, lui con voce tranquillizzante mi disse di fare come fossi a casa mia; per niente in tensione (solo infreddolito) mi sdraiai sul letto in modo da adagiare tra le coperte quanti più centimetri quadrati possibili, al fine di riscaldarmi almeno la schiena. Lei arrivò, nuda, si appoggiò col suo corpo sul mio ventre, raggomitolandosi su di me al fine di suggere tutto il calore che potevo offrire… a quel punto mi assalì una vampata, non sentii più freddo, lei si strusciò il mio cazzo sul suo ventre, poi si mise a pecorina dando il culo al marito (sempre seduto sulla poltrona ai piedi del letto), e mi afferrò il cazzo con le mani e la bocca, mi fece un lungo pompino, e Dio sa quanto sono sensibile ai pompini….. mi girai stando sempre di schiena sul letto e, rimanendo lei a pecora, e mi misi sotto di lei tipo 69, andandole a leccare la vulva, dapprima bella asciutta, ma fu per poco, ad ogni colpo di lingua iniziava a bagnarsi, sino a quando l’umore le scolava direttamente giù per la mia lingua sino alla mia bocca, in modo che potessi inebriarmi di quel nettare. Non mi ero accorto subito, ma il marito a quella vista si era sbottonato i pantaloni e si stava ammazzando di seghe; lei mi stava spompinando a più non posso mentre io le leccavo la figa, di punto in bianco lei si sollevò e mi disse: “chiavami”, si stese con le spalle sul letto, portandosi su le gambe in modo che a quell’apertura corrispondesse un’apertura naturale della sua fessurina, quindi in ginocchio su di lei le diedi un’ultima leccata per verificare che era inumidita per bene, e la penetrai. Ad ogni colpo lei sussultava, e non integrandosi coi miei colpi, in ritardo faceva su e giù con il corpo, tanto che ci si incontrava a mettà strada (io davo un colpo e lei andava su, quasi uscivo, e lei ritornava giù mentre io ritornavo su con un’altro colpo), non so quanto è durata la scopata, ma lei ad un certo punto è venuta, io no; si tolse il mio cazzo dalla figa, si alzò ed andò in bagno a lavarsi. Io aspettavo seduto sul fianco sinistro del letto, coi piedi per terra sullo scendiletto, avrei voluto seguirla in bagno e farle io il bidet, mi trattenni…. Lei ritornò più fresca, e venendo verso di me si mise prona in ginocchio, prendendomi il cazzo con una mano e rivolta verso il marito, gli disse: “guarda Massy, guarda come lo prendo in bocca e come lo succhio”…. lui, a quelle parole, si lasciò andare ad un bisbiglio sotto voce, che io compresi nitidamente: “quantu si buttana”. Lei continuava ad armeggiare sul pezzo, poi con una mano mi afferrò il cazzo tirandomi verso su, facendomi comprendere che dovevo alzarmi dal letto, e mi disse: “mettiamoci qua vicino a Massy in modo che possa vedere meglio come mi inculi”, e… mi fece sedere sempre sul lato sinistro del letto ma verso i piedi dove a poca distanza si trovava la poltrona di lui; lei si girò, dandomi il culo in faccia a portata di bocca, e si abbassò a 90° porgendomi il suo buchino… a quella vista, mi avvicinai al suo culetto e iniziai a leccarla, lubrificandole per bene l’ano con la saliva, e, per fare in modo che fosse lubrificata anche dentro, le infilai nel buchetto il mio dito indice, girandolo per bene tutto intorno al condotto anale interno; a quel punto, vista la facilità con cui entrava ed usciva il mio dito, infilai insieme a quello anche il medio, l’uno e l’altro entravano ed uscivano che era una bellezza, Elena era pronta a ricevermi. La afferrai per i fianchi e la portai giù verso il mio bacino, lei da piegata in avanti con un rovescio di mano lesto mi afferrò il cazzo e lo estese al massimo in modo che le entrasse tutto dentro…. Il marito intanto lo sentivo mugolare, ma non mi curavo di lui, avevo lei a cui badare, le aprii il buco del culo al massimo con tutti e due i pollici e la infilzai portandola tutta in basso… si sedette su di me impalata con tutto il cazzo dentro, godendo soddisfatta…. che troia ragazzi!! Sostenendosi poi con le mani sulle mie ginocchia faceva su e giù sul mio cazzo, massaggiandomelo: che goduria…… non ce la feci più a resistere, e le sborrai dentro il culo; la sborra calda mi scolò lungo la verga ancora alzata… lei lussuriosamente compiaciuta si alzò da me, si girò mettendosi di fronte a me e si inginocchiò, prese il cazzo in bocca ancora una volta, leccando quel miscuglio di umori (la mia sborra mista al suo umore del deretano)….. poi dopo aver leccato per bene, si alzò e diede un bacio appassionato al suo uomo per fargli gustare quei sapori. Io a quel punto, ancora grondante, andai in bagno a lavarmi, appena uscii lei entrò per lavarsi…. mi sedetti sul letto, buttandomi con la schiena sul giaciglio, ero sfinito…. Anche Massimo era sfinito, tutto sparapanzato sulla poltrona con il suo picio ancora in mano. Quando lei ritornò dal bagno mi disse: “gioia che fai, cosa aspetti? Si è fatto tardi per noi, dobbiamo andare, vestiti!”, e andò a raccattarsi la sua roba sparsa per la stanza, rivestendosi senza appello (non potetti replicare nulla a quel punto, era risoluta a chiudere lì l’incontro, anche se avrei voluto fare bis). Mi rivestii, scesi dietro di loro nel percorso a ritroso, nel salone ripresi le mie cose lasciate sul mobile all’ingresso e seguii lei che uscì per prima, mentre Massimo chiuse i riscaldamenti e il portone di ingresso della villetta; scendemmo le scale esterne ritornando allo spiazzo iniziale, antistante nell’aia dove avevamo parcheggiato le macchine, un bacio sulla guancia come semplici conoscenti, a quel punto lei mi disse: “ciao, è stato bello” e salì in macchina, a quel punto salii anch’io nella mia macchina, avviai il motore e mi mossi verso l’uscita, Massimo mi anticipò al cancello e, mentre uscivo, dal finestrino aperto mi disse: “..ti chiameremo sempre noi, tieniti disponibile, la signora ha gradito, ed anche io ho gradito, ciao bello.”, “ciao” risposi annuendo con la testa. Così feci ritorno a casa, con molta amarezza, come si può capire; dai castelli in aria alla dura realtà, di essere stato un’oggetto nelle loro mani. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Coppiasardasf | Invia un messaggio |
Postato in data: | 30/05/2013 18:29:53 | |
Giudizio personale: | Sei stato "al tuo posto". Noi ,ad uno che ha fatto il cafone e lo stronzo, lo abbiamo cacciato via: non vieni a un incontro per insultare.Almeno a noi non piace. Tu sei stato un signore. | |
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