i racconti erotici di desiderya

In palestra – atto 2°


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In Palestra – atto 2°

Nelle giornate di palestra seguenti il trio continuò a funzionare con estrema soddisfazione di tutti e tre. Come al solito ci si attardava a fare la doccia finché non erano usciti quasi tutti e poi…. ci si scatenava in un’orgia di pompini e inculate, dove io facevo la parte della troia per soddisfare i loro appetiti. In quel periodo di allenamenti avevo osservato meglio i compagni di ginnastica, spesso commentando con alcuni di essi gli esercizi che l’istruttore ci faceva fare. Tra di essi avevo notato un tizio, sulla cinquantina, estremamente interessante, che scoprì essere un architetto arredatore di barche e di yacht. Mi ero accorto che spesso e volentieri mi osservava e nel farlo quasi come nulla fosse si strofinava “il pacco”. Facendo finta di niente un giorno, giunto nello spogliatoio per prepararmi per la seduta di ginnastica, lo avevo trovato che anche lui si stava cambiando, attardandosi; mi spogliai e rimanendo in slip, molto mini, tanto che mi si infilava tra le chiappe, mi chinai a 90° per cercare nella borsa i pantaloncini da ginnastica. Così facendo gli mostravo interamente il culo e riuscendo a vedere all’indietro non mi sfuggì che la visione del mio lato B gli aveva causato un’erezione ed immediatamente si era strofinato l’uccello. Si alzò e si diresse verso la palestra, passandomi dietro e, dal momento che lo spazio era ristretto, strofinò il suo pacco sul mio culo, dandomi un brivido. E proseguì come nulla fosse.

Evidentemente, osservandomi, si rese conto che ero sempre tra gli ultimi a fare la doccia e doveva essersene chiesta la ragione.

Una sera che, come al solito, noi tre ci attardavamo, lui fece finta di uscire, salutando a voce alta e noi entrammo nelle docce. Eravamo già indaffarati quando lui entrò nel vano docce sorprendendoci così in posizioni inequivocabili. Senza dir nulla iniziò a spogliarsi. A quel punto il custode, infilandosi un accappatoio, si fiondò a chiudere la palestra, onde evitare altre intrusioni, spegnendo le luci della stessa e rientrando nelle docce quasi di corsa per non perdersi nulla della situazione.

L’architetto si presento con una dotazione di tutto rispetto: saranno stati perlomeno 23-24 cm. di lunghezza ed almeno 13-14 cm. di circonferenza.

Nel frattempo io ero rimasto sempre con ben infisso nel culo il paletto del mio compagno di allenamenti che, per comodità, chiamerò Mario. Pertanto l’architetto mi si presentò davanti e mi offrì il suo scettro affinché finissi di farglielo indurire e lo eccitassi al massimo, preparandolo, così, a quella che sarebbe stata l’azione successiva e che, mi confesserà in seguito, era stata la sua massima aspirazione fin da quando aveva avuto modo di osservare per bene il mio culo: aprirmelo completamente, godendoselo fino in fondo e riempiendomelo di sborra.

Il custode, nel frattempo, se lo stava menando e, improvvisamente, ebbe l’idea di cominciare a palpare il culo di Mario, scoprendo così che lo stesso apprezzava quelle carezze al punto che il piacere si ritrasmetteva al suo uccello, ingrossandolo e procurandomi ulteriore piacere dall’inculata che mi stava facendo. Il custode approfondì le carezze, arrivando a stuzzicare l’ano di Mario che iniziò a rilassare lo sfintere facendo sì che il custode riuscisse a penetrarlo con facilità, tanto che, dopo un po’, vi appoggiò il cazzo e se lo inculò. Eravamo un trenino molto eccitante, con io a fare da locomotiva, attaccato ai fianchi dell’architetto mentre glielo succhiavo voracemente. Mario, stimolato davanti dal mio culo che gli stava succhiando l’uccello con le contrazioni che davo al mio sfintere, e dietro dal custode che se lo stava inculando alla grande, iniziò a godere eruttando come una fontana una quantità impressionante di sborra, riempiendomi a tal punto che iniziò a traboccare dal mio culo.

Subito dopo il custode gli venne nel culo procurandogli un altro godimento, tanto che lo sentimmo borbottare: “ Sii… cosìììì… godoooo !!”

Il tempo che gli si ammosciassero i cazzi, fuoriuscendo dai culi ove erano stati infissi, che l’architetto, vedendo che avevo il culo libero, mi rivoltò, mi fece inginocchiare, e mi infilò in un colpo solo con il suo cazzo spettacolare. Ebbi un soprassalto per la brutalità del gesto e per il dolore causatomi da quella introduzione di un corpo di notevoli dimensioni, ma per fortuna, una volta apertomi ed arrivato a fine corsa, si fermò, dandomi il tempo di recuperare sia il respiro che la sensibilità. Muovendomi un po’ con il bacino lo assestai meglio, il mio sfintere iniziò ad abituarsi a quel palo che mi riempiva completamente tanto che iniziai ad avere delle contrazioni dello sfintere per sentire meglio le dimensioni di quel qualcosa che mi stava violentando e che si era appropriato del mio culo.

Dopo un po’ di contrazioni, il mio sodomizzatore capì che mi ero abituato e diede iniziò ad una inculata divina, senza soluzione di continuità, arrivandomi in gola e poi estraendolo quasi del tutto per poi rinfilarmelo totalmente. Ad un certo punto, tenendomi le chiappe allargate, lo estrasse del tutto, ammirando quanto era aperto il mio buco, tanto che si sentì un “Ohhh” di meraviglia da parte degli altri due compari che nel frattempo si stavano smanettando per riportare i loro attrezzi in erezione, e subito dopo me lo rinfilò tutto, in un unico gesto, procurandomi un piacere perverso nel sentirmi posseduto in tale maniera. E continuò così per una mezz’ora, portandomi al limite della pazzia, tanto che iniziai a dire “Sii, così… ancora… fottimi, godimi, riempimi… sono la tua troia, fai di me quello che vuoi ma… riempimi di sborra !!” Davanti a questa scena i due compari (Mario e il custode) iniziarono a riempirmi di schizzi di sborra il volto, la bocca ed il petto e ciò portò, finalmente, l’architetto a riempirmi il culo con un clistere di sborra calda, densa. Pura libidine, tanto che iniziai a godere anch’io con lunghi schizzi che si andarono a posare sul pavimento. Diventammo, da quel momento, un quartetto di strumenti a fiato: io flauto a pelle, poi il custode l’oboe, Mario il clarinetto e l’architetto il fagotto. Andammo avanti così per diverse sedute, sinché un giorno Mario ed il custode non mi fecero sdraiare con la schiena appoggiata al torace del custode, che iniziò ad incularmi e poi…. Mario iniziò, pian piano, ad infilarmelo insieme a quello del custode.

Mi sembrava mi stessero aprendo in due ma, incredibile ma vero, Mario riuscì ad infilarlo, con qualche lamento da parte mia che, però, dopo un po’ seppi adattarmi ed iniziai a godere di quella doppia penetrazione. L’architetto, intanto, se lo stava segando finché non me lo presentò davanti alla bocca, imponendomi di succhiarglielo. Elettrizzato da quei due cazzi nel culo gli feci un pompino da urlo, tanto che non ci mise molto a riempirmi la bocca di sborra, pastosa, calda, dolce, che inghiottii per non sprecarne neanche una goccia. Il mio lato “femminile” era appagato, mi sentivo una grandissima troia, una grandissima pompinara.

La volta successiva l’architetto, alla fine della lezione, ci presentò il suo autista, nonché mozzo di bordo della barca da 19 m. che possedeva e…. sua “femmina” fissa. E ci convinse a farlo partecipare ai nostri giochini. Ormai il custode, ogni volta, chiudeva la palestra con noi dentro, così potevamo fare i ns. porci comodi. Diventammo, pertanto, tre maschi e due “femmine” in calore. Mentre Mario ed il custode prendevano possesso della novità, riempiendola da tutte le parti, coinvolgendola anche in una doppia, atto in cui ormai erano diventati bravissimi, l’architetto prendeva possesso di me, in tutti i sensi. Stavolta iniziò succhiandomi i capezzoli, che avevo molto sensibili, e poi iniziò a baciarmi, forzandomi ad aprire la bocca per andare a rovistarmi dentro con la sua lingua. Ora dovete sapere che sono molto sensibile al bacio che, in assoluto, è per me la cosa più erotica. Posso godere anche solo grazie ad un bacio ben dato. Pertanto, questa novità del ns. rapporto mi eccitò moltissimo e, mentre lo baciavo menandogli l’uccello per portarlo alle dimensioni adatte alla sodomizzazione, iniziai a godere grazie alle sensazioni datemi dal bacio. Ed iniziai a tremare dal piacere, cosicché, nel mentre mi baciava, iniziò a stuzzicarmi lo sfintere, allargandomelo un po’ alla volta, sin quando, sentendo che ero pronta, mi mise spalle a terra, alzò le mie gambe appoggiandosele sulle spalle e, guardandomi fisso negli occhi, disse: “Ora ti faccio mia, ti apro tutta e ti farò godere come non hai mai goduto in vita tua !” Ed iniziò una cavalcata al piccolo trotto, profonda sia in entrata che in uscita (dopo le prime volte mi ero ormai abituato alle dimensioni del suo pene) e ad ogni penetrazione mi strappava un lamento di piacere. Nel frattempo Mario, che stava sopra la nuova femmina facendo una doppia penetrazione, si sporse verso di me e dando seguito a quello che aveva iniziato l’architetto prima, iniziò a baciarmi. Queste sensazioni, sommate a quelle procuratemi da quel tronco che mi stava inculando mi mandarono fuori di testa e, mugolando, dato che non potevo parlare avendo la bocca impegnata, iniziai a godere riversando lunghi schizzi su me stesso ma anche addosso al torace di chi mi stava possedendo. Godetti come un pazzo mentre lui continuava a stantuffarmi, a stringermi i capezzoli sinché iniziò a godere, mandandomi fuori di testa. Finito di godere rimase ben infisso in me, stimolato dalle contrazioni del mio sfintere che non voleva farlo uscire e lo stava succhiando come fosse una bocca. E dopo un po’… ricominciò a trapanarmi, facendomi uscire letteralmente di testa, pregandolo di smetterla perché ero elettrico, troppe sensazioni, troppo… piacere !

Alla fine la smise, dopo avermi riempito nuovamente, e ci facemmo tutti una doccia. All’uscita dalla palestra mi mise in mano un suo biglietto da visita dicendomi di chiamarlo che avrebbe avuto piacere se, la domenica successiva, fossi uscito in barca con lui. E così fu. Lo chiamai, ci accordammo e quella domenica ci vedemmo a Fiumicino, dove lui aveva la barca, ed uscimmo per una gita. Era una barca stupenda di 19 m., con un albero alto 19 m., tutta in legno, costruita nel 1929, da lui restaurata e modificata nelle ripartizioni interne: aveva un ampia camera da letto matrimoniale ed una singola per lo skipper (il suo equipaggio fisso), un bagno ed una cucina, più i magazzini per le vele e le attrezzature varie.

Una volta al largo, a vela, ci mettemmo tutti nudi. Eravamo io, lui ed il suo skipper (la sua fidanzata fissa). Era splendido sentire solo il rumore del vento nelle vele; per il resto silenzio, odore di mare e… di sesso. Sì, sesso, perché fin dai primi momenti in cui ci mettemmo nudi passò, tra di noi, una corrente magnetica di voglia di sesso, di condividere il desiderio che sin dal primo momento avevamo di ….. godere, di assaggiare il piacere dell’altro. Mentre nudo, in piedi sulla tolda, sostenendomi ad una sartia guardavo il mare, lui mi si appoggiò, da dietro, e mi strinse a se torturandomi i capezzoli. Quindi, palpandomi bene il culo, mi girò verso di se e mi baciò.. Fu un bacio lungo, possessivo, invasivo, che come al solito mi rese inerme e a disposizione dei suoi desideri, facendomi avere un’erezione incredibile e lui, immediatamente, prese in mano il mio scettro iniziando a masturbarmi mentre continuava possessivamente il bacio con cui mi aveva reso senza forze, in sua balia. Evidentemente d’accordo, mi sentì accarezzare, da dietro, ed una lingua intrufolarsi tra le mie chiappe, mentre due mani me le allargavano per riuscire a bagnare il mio sfintere, inumidirlo per bene e riuscire ad intrufolarvisi dentro. Stavo provando sensazioni incredibili. Ero tutto erotizzato e rispondevo a quel bacio in modo ed a quelle carezze con tutto me stesso. Capito di avermi in pugno, pian piano si distese, tirandomi su d se, e facendo sì che il suo partner avesse migliore accesso al mio culo, ed infatti, di lì a poco, mi sentì puntare un cazzo di tutto rispetto che, pian piano, si fece strada nel mio culo, violandolo. Avendomi lubrificato bene non provai dolore ma mi sentì riempito completamente. Rimase infisso, fermo, dentro di me per qualche minuto, godendo del possesso. Quando sentì che mi ero abituato all’intrusione, iniziò un lento va e vieni che, grazie anche al bacio con cui l’architetto continuava a erotizzarmi, mi portò, in breve, a emettere suoni disarticolati per il piacere che stavo provando. Non godette dentro di me, lasciando così il posto pulito al suo mentore che, non appena quello uscì dal mio culo smise di baciarmi, mi venne dietro e, avendo la strada già aperta, nonostante le sue dimensioni fossero maggiori, non ebbe alcuna difficoltà a penetrarmi ed iniziare immediatamente a possedermi, nel mentre il suo partner mi dava da succhiare il suo cazzo che in men che non si dica riversò nella mia bocca una sborrata pazzesca. L’architetto continuava nella sua opera di demolizione: ormai ero uno straccio tra le sue mani, alla sua completa mercé, poteva fare di me ciò che voleva, mentre il mio unico desiderio era quello di sentirlo godere, di sapere di avergli dato il piacere che cercava.

Io ero tutto un tremore dal piacere che stavo provando. Quando alfine iniziò a godere mi morse sulla spalla, quasi a segnare il suo possesso. Non la finiva più di sborrare. Mi sentivo riempito tanto che, quando finalmente uscì dal mio culo dopo una decina di minuti di sborrata, dovetti farmi forza ed andare in acqua per un bagno rigenerante e per svuotare l’intestino da quel clistere di sborra. Ritornai a bordo e mi distesi, senza forze. Viaggiavo su una nuvoletta. Poche volte mi ero sentito tanto desiderato. Dopo un po’ ci rifocillammo con dei panini che lui aveva portato e ci dissetammo con delle birre. Quindi ci distendemmo a prendere un po’ di sole ed io mi ero assopito quando fui risvegliato da una bella sensazione: qualcuno mi stava facendo un bocchino. Aprì gli occhi e vidi lo skipper, inginocchiato tra le mie gambe, che me lo stava succhiando voracemente nel mentre il suo capo lo stava sodomizzando alla grande.

La giornata trascorse così, tra un’inculata, un pompino, un bacio, un 69. Quando tornammo a Fiumicino ero talmente senza forze che feci fatica ad arrivare alla macchina. Andai altre volte a trovarlo a studio.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Ninetta69 Invia un messaggio
Postato in data: 10/07/2017 23:33:14
Giudizio personale:
Come vorrei essere al posto di quella gran troia io lo sarei più di lei, mi farei riempire il culo di sbarra in continuazione fino a vederlo scendere fino ai piedi.Sono una troia insaziabile ma all'asciutto ormai da così tanto tempo che nel mio culo si sono formate le ragnatele.

Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 13/05/2017 00:57:04
Giudizio personale:
tutti i tuoi racconti sono estremamente arrapanti. Complimenti !

Autore: Ladybutterfly Invia un messaggio
Postato in data: 30/04/2017 21:04:45
Giudizio personale:
Estremamente eccitante come tutti i tuoi racconti. Wow!!


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