i racconti erotici di desiderya |
Il pasticcere |
Eravamo andati al mare oltreconfine, in Croazia, su una spiaggia naturista; non era la prima volta. Ci mettevamo sempre in fondo, fra gli scogli, in una zona un po' nascosta, frequentata quasi solo da maschi (guardoni ed esibizionisti) spessissimo mia moglie era l'unica donna. Mi eccitava vedere come gli uomini guardavano mia moglie nuda, come ammiravano le sue belle tette, il notevole culo, le cosce tornite e spalancate, la fica offerta con impudicizia ai loro sguardi vogliosi.
Mi arrapava vedere che andavano avanti e indietro, talvolta ammiccando, spesso toccandosi; taluni le si piazzavano vicino o anche di fronte, ed esibivano la loro mercanzia, addirittura menandoselo. Questo eccitava pure la mia signora e poi a letto, alla sera, li ricordavamo (specialmente i più dotati) e li usavamo nelle nostre fantasie; e al centro delle porcate c'era sempre lei, con uno o più di quegli sconosciuti guardoni da spiaggia. Quella mattina, però, in spiaggia arrivò il pasticcere, proprietario del forno vicino a casa nostra. Fece finta di non conoscerci e noi facemmo altrettanto. Si spogliò e si piazzò esattamente di fronte a mia moglie, senza staccarle gli occhi di dosso. Lei prese a mettersi la crema solare, accuratamente su tutto il corpo, ungendosi a lungo i seni e massaggiandosi i capezzoloni fino a farli ingrossare e farli diventare duri e ritti, per poi passare alle gambe, carezzandosi con la crema l'interno delle cosce, dopo averle spalancate completamente. Il fornaio aveva seguito questo spettacolo con grande attenzione, sorridendo e umettandosi le labbra con la lingua e palpandosi i grossi coglioni pelosi, mentre il suo uccello iniziava a prendere una certa consistenza. Dopo essersi sfiorata la patonza con le dita, mia moglie mi chiese di spargerle la crema sulla schiena e sul posteriore. Si girò, stendendosi sulla pancia, per poi inginocchiarsi mettendosi a pecorina, con le gambe ben divaricate, in modo che l'uomo potesse vederle in pieno il culo e anche la fica ben gonfia. Io fui rapido a ungerle la schiena, ma poi mi dedicai con lentezza alle sue chiappe, tenendole aperte per offrire la rosellina agli sguardi lubrichi del maturo fornaio. Infine mia moglie si rimise supina, con le cosce apertissime, offrendo fica e tette agli occhi spalancati del grosso manzo, il quale si toccava il cazzo oramai duro, scappellando il fungo rossastro. Non ce l'aveva lunghissimo, ma era bello grosso, un cazzone pesante da contadino, sopra a due palle pelose gonfie di sperma. Passarono due ragazzi, ma lui con la mano gli fece segni di smammare. Anch'io oramai avevo una notevole erezione e suggerii a mia moglie di toccarsi fra le gambe; lei fu pronta a titillarsi le grandi labbra per poi infilarsi un dito, al che il porcone prese a masturbarsi senza vergogna. Lei , eccitata, mordendosi le labbra, si abbandonò a una sditalinata epica, fissandolo negli occhi, finchè il maschio non schizzò, a fiotti, sul telo da mare. Quindi, lui si alzò, entrò in acqua e si lavò la minchiona ostentatamente, rivolto verso di noi, poi - uscito - si asciugò con cura e indossò i bermuda, riprese la sacca e, sorridendo, ci strizzò l'occhio prima di allontanarsi. Quella sera, a letto, mia moglie si scatenò. Disse che era un vero uomo, come piaceva a lei: maturo, grosso, peloso e con la pancetta, un vero maschio pieno di voglia, e che cazzo aveva... : voleva leccargli quelle grosse palle e succhiargli la cappellona e sentirselo tutto in bocca quel salsiccione così grosso. Voleva che le riempisse la fica e voleva provarlo anche nel culo, ma voleva farlo davanti a me, mentre lui mi trattava da cornuto e mi dimostrava come si fa godere una femmina. Fu indimenticabile, la porca mi fece sborrare due volte quella notte. Era come se lui fosse con noi. Passarono mesi, andavamo sempre a prendere il pane e i dolci da lui, ma le rare volte che lo trovavamo dietro al bancone facevamo tutti finta che nulla fosse successo... Poi... Una sera tornai a casa e trovai mia moglie tutta allegra, anzi elettrizzata; indossava solo una vestaglietta leggera ed io chiesi spiegazioni e lei prima mi disse che no, era tutto normale, ma poi finì per raccontarmi... Al mattino era andata a comperare il pane, ma lui, il maturo fornaio, le aveva spiegato che quel tipo di pagnotte che di solito prendeva lei non era pronto, avevano fatto una seconda infornata e, se voleva, glielo portava a casa lui fra mezz'oretta, appena sfornato. Lei capì immediatamente e fu pronta ad accettare. Tornata a casa, si preparò: profumo sexy, niente reggiseno, camicetta sottilissima e aderente, quasi trasparente in modo da lasciar vedere i capezzoli che spingevano il tessuto, sandali con tacco alto, autoreggenti fumé con bordo di pizzo nero, gonna lunghetta grigia scura, con bottoni davanti, slacciati fino alle cosce, slippino di pizzo bianco, trasparente, trucco leggero. Prima della mezz'ora, scampanellata imperiosa: "Sei pronta?". Ascensore. Spinge la porta con irruenza, entra e la richiude col piede. Molla il pacco del pane sulla consolle dell'ingresso. La spinge contro il muro. Le spalanca la camicetta e le prende in mano un seno, lo lecca. Poi fa saltare i bottoni della gonna e le infila una mano fra le cosce, le sposta lo slippino e le palpa la fica, le infila un dito. Lei impazzisce. Lui lo tira fuori, durissimo. Lo appoggia contro la fregna e spinge, infilandolo brutalmente. La sbatte freneticamente e si scarica, mugolando, quasi ruggendo, premendola con violenza contro il muro. La sborra, calda, densa, le cola lungo le cosce. Si è svuotato. Finalmente la bacia, la accarezza, le dice che in questi mesi è uscito di testa, che ogni volta che lei andava al forno, dopo era costretto a masturbarsi come una bestia. Che non faceva che immaginarsi di possederla in tutti i modi, che era bellissima, la femmina più sexy che avesse mai incontrato. Lui la trascina verso il divano, ma lei invece lo spinge verso la stanza da letto. Lo fa sedere sul bordo del materasso e inizia a spogliarlo; la eccita questo manzo di mezz'età, bassino, villoso, con la pancetta, le coscione, e il grosso cazzo con pesanti coglioni pelosi e con l'aria maiala, con la voglia porchissima che gli si legge in faccia. Lo ammira così, un cinghialone nudo seduto sul suo letto, sul nostro letto. Si mette davanti a lui e inizia a carezzarsi tutto il corpo, quel corpo che lui ha frettolosamente e brutalmente posseduto. Il porco riprende ad eccitarsi, la sua verga si indurisce di nuovo, lei si avvicina e gli sbatte sul viso le tette dai larghi capezzoli duri e scuri, che lui lecca e succhia e mordicchia fino a farla mugolare, Poi lei si inginocchia e inizia a leccargli le palle, stringendo in mano il grosso manico duro e strofinandolo sul proprio viso, ci fa scorrere la lingua avida fino alla cappella, e ci gira attorno, lentamente; le piace sentire il maschio che gode mentre lei si fa scivolare il grosso fungo fra le labbra e ci gioca con la lingua, leccando sulla punta le gocce vischiose. Lui le mette una mano imperiosa sulla nuca e lo spinge fino nella sua gola; le sembra di soffocare ma gode, e si sditalina mentre il bestione la chiava in bocca. Lui si alza, la spinge a terra e si mette a cavalcioni del suo busto, posandole il cazzone fra i seni che lei stringe per masturbarlo così mentre lecca la punta gocciolante del cazzo ogni volta che spunta dalle sue tette. Poi, all'improvviso, la gira e inizia a leccarle le chiappone, le tiene aperte con le mani e la slingua sul buchino roseo, finchè lei lo implora di incularla mettendosi a pecorina. Allora il vecchio stallone glielo infila pian piano, lei trattiene le urla e si sente allargata, sfondata, sventrata, si sente la sua vacca e glielo grida senza vergogna Ma lui la butta giù, stesa sul tappeto, le solleva le gambe e le allarga le cosce, appoggia il cazzone gocciolante alla fica e lo infila, iniziando a cavalcarla. Si abbassa a leccarle le tette mentre la possiede, poi la bacia, senza smettere di fotterla freneticamente, ululando quando lei stringe i muscoli vaginali per trattenere il suo cazzo, facendolo godere al massimo. Spinge dando violenti colpi di reni, lei capisce che sta per riempirla, ma il maschione lo tira fuori e lo dirige verso le tette, e le schizza a fiotti tanta sborra, fino sul collo, sul mento. E si baciano. Poi, dopo essersi rivestito, le chiede di non lavarsi e di raccontare tutto al cornuto e di farsi leccare da lui. E io infatti ho ascoltato il racconto, masturbandomi, e infine ho leccato le tette, il culo, la fica di mia moglie odorosa dello sperma del suo toro maturo. Non ho mai goduto tanto. come quella prima volta. Anche se ne sono seguite tantissime altre, pure con altri maschi. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Clapil | Invia un messaggio |
Postato in data: | 16/06/2021 15:50:26 | |
Giudizio personale: | Davvero un bel racconto ma io avrei anche partecipato leccandogli il cazzo mentre lui si sbatteva mia moglie...... | |
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Autore: | Clapil | Invia un messaggio |
Postato in data: | 16/06/2021 15:46:46 | |
Giudizio personale: | Davvero un bel racconto ma io avrei anche partecipato leccandogli il cazzo mentre lui si sbatteva mia moglie...... | |
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