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Il diario di alice ( 4 )


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Raramente il mio cellulare squilla prima di mezzogiorno. Quando accade molto probabilmente è Gustavo. E il suo tono non ammette repliche : “Preparati, ho bisogno di te. La macchina passa a prenderti fra un’ora”. Clic. Una donna mi capisce se dico quanto difficile sia prepararsi al mattino, in così poco tempo, rendendosi presentabile per un appuntamento del genere. Ma del resto nel conto che presento a Gustavo c’è anche il rimborso per questo stress…..

Un’ora dopo, non un minuto prima, non un minuto dopo, il suono del citofono mi avverte che la macchina è arrivata. L’autista di Gustavo è un giovane timido e riservato, che pare chiedere continuamente scusa per essere lì. Gli rivolgo il mio sorriso più luminoso e assassino e lui sembra sprofondare negli abissi della timidezza mentre mi apre lo sportello e mi sussurra : “Dobbiamo andare al Sanremo….” inteso come Albergo e non come località. Durante il breve tragitto non manco di accavallare più volte le gambe, guardando con la coda dell’occhio l’autista che tenta di fare l’indifferente senza riuscirci. Quando arriviamo a destinazione infatti, mentre gli faccio l’occhiolino dò una rapida occhiata al cavallo dei pantaloni e non ci vuole molto a notare un inequivocabile rigonfio…

Gustavo mi aspetta nella piccola suite, indosso soltanto di una vestaglia da camera, e mentre sorseggia un aperitivo rigorosamente analcolico sfoglia con interesse una vecchia rivista porno della sua immensa collezione iniziata negli anni ’70. Notaio molto noto sia professionalmente che per la bellezza e la differenza di età con le tre mogli che ha avuto e dalle quali si è separato, pare, anche per i suoi gusti sessuali, dice di avere 45 anni ma so per certo che la verità è un po’ più in là…

Mi versa un dito di vino bianco ghiacciato che assaggio appena per evitare brutti scherzi a stomaco vuoto, poi inizia a spogliarmi iniziando dalle scarpe e le calze che annusa voluttuosamente. Tolta la vestaglia, resta completamente nudo nel suo fisico decisamente poco attraente, con le sue “maniglie dell’amore” e il cazzetto rintanato fra le coscie. Con calma e una certa abilità, frutto dell’esperienza, inizia ad indossare le mie calze tirandole su con grazia e accarezzandosi le gambe. Poi indossa un paio di scarpe leggere con un tacco non molto alto e un reggiseno di pizzo bianco decisamente imbottito. A vederlo così conciato, con la sua incipiente calvizie, fa decisamente una brutta impressione. Riprende a spogliarmi con maggiore eccitazione e velocità, togliendomi la gonna e la camicetta senza degnarle di uno sguardo. Poi il reggiseno e le mutandine che fa sparire in un attimo fra i cuscini del divano. So già che non le rivedrò più.

Poi riprende la sua vestizione. Da una capiente borsa in pelle estrae un vestitino nero da cameriera abbottonato sulla schiena, con l’immancabile grembiulino e la crestina. Si fa aiutare ad abbottonarlo mentre la sua eccitazione è palpabile e misurabile con l’aumento della sudorazione. Infine si siede davanti allo specchio e indossa una lunga parrucca rosso mattone truccandosi pesantemente le labbra con un rossetto viola che risalta decisamente sulla sua carnagione grigiastra.

E’ arrivato il momento della mia vestizione. Sculettando oscenamente mi porge un cazzo in lattice con delle cinghie per essere allacciato in vita, che indosso con un brivido di eccitazione, nonostante tutto, sotto un severo abito blu a doppio petto, ovviamente maschile, lasciando aperta la cerniera dalla quale fuoriesce il “mio” cazzo duro e svettante. Infine calzo un paio di mocassini neri e raccolgo i capelli sotto un borsalino blu nascondendo in parte il viso con un paio di occhiali neri. Un bel maschione, dopotutto…..

Lui “lei” mi osserva attentamente leccandosi le labbra e passandosi le mani fra i “capelli” con fare lascivo. Io lo “la” osservo e poi mi siedo nel divano, con calma, lasciando le gambe divaricate. Non resiste oltre. Si inginocchia davanti a me e inizia a succhiare voluttuosamente il cazzo, facendo dei risucchi rumorosi e macchiandolo di rossetto. Il movimento fa si che la base dell’attrezzo si strofini esattamente, ad ogni affondo di bocca, contro il mio clitoride provocandomi uno stato di turbamento che non mi dispiace. Con la mano gli guido il movimento della testa, come infinite volte è stato fatto a me, e questo lo fa mugolare di piacere. Dopo qualche minuto termina il suo lungo pompino e si prepara a essere sodomizzato. Spalma con cura un po’ di crema a base di vaselina profumata sul finto cazzo, mimando per qualche istante una sega, e poi una dose generosa sul suo buchetto. Infine si solleva il vestito sulla natiche e mi mostra il culo che tiene aperto con le mani. Lo ( la ) faccio appoggiare sul bordo del tavolo e poggio il cazzo sul suo buco. Questo gli provoca una specie di trance che lo fa sobbalzare e al tempo stesso mi esorta a spingere senza esitare, muovendosi per venirmi incontro e aiutandomi ad entrare in lui ( lei ). Dopo un paio di tentativi riesco a penetrarlo completamente, e mentre lo inculo lui accompagna i miei movimenti con mugolii ritmici e rochi sospiri. Sarà il fatto che lo ( la ) vedo di spalle col suo vestito da colf sollevato sui glutei e con la parrucca da vamp, sarà la base del cazzo che mi strofina sulla figa, ma inizio a provare piacere anche io e i miei movimenti nel suo culo iniziano ad essere guidati più dalla mia crescente eccitazione che dal cervello. Dopo un po’ decide di cambiare posizione e, senza estrarre il cazzo dal culo, ci spostiamo sul divano. Io seduta e lui seduto sul mio uccello. Se lo fa sprofondare fino alla radice e in quella posizione inizia a masturbarsi furiosamente, dimenando le chiappe e provocandomi, con quel movimento, un orgasmo incredibilmente intenso. Bè…a me non è andata male in fin dei conti, mentre lui continua a dimenarsi, esageratamente sudato e disordinato, senza riuscire a concludere. So quello che si aspetta, e facendo la voce più roca che posso, inizio a insultarlo (la) “ Brutta troia, fammi usare il tuo culo per venirti dentro. Prendilo come sai fare tu, come ne hai preso altri prima di oggi.” E altre cosette carine di questo tipo. Dopo qualche istante si blocca come colpito da una sincope, stringe assurdamente nel pugno il cazzo, e poi viene con un sospiro gorgogliante facendosi colare lo sperma sulla mano e sulle cosce. “ Sei sempre molto brava” mi dice mentre si estrae il fallo finto dal culo. “Riesci sempre a darmi delle belle sensazioni”.

“ Contento tu…” gli rispondo mentre mi slaccio il coso e glielo restituisco. Nei minuti successivi ci rivestiamo in silenzio, ma dallo specchio lo noto che, credendo di non essere visto, annusa a lungo l’affare che aveva nello sfintere. Quanto è strana la gente……. Sorseggio un dito di vino mentre mi porge la busta col mio “onorario”. Senza aprirla lo guardo e sorrido. Abbassa lo sguardo . “Già…..le mutandine” sussurra…..e altri cinquanta euro finiscono nella busta assieme ai 500 del mio compenso. Non male, e non si è accorto di avermi fatto godere…….





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Autore: Peter_Ray Invia un messaggio
Postato in data: 18/07/2012 20:41:50
Giudizio personale:
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