i racconti erotici di desiderya

I racconti erotici del baffo

Autore: Grandevolo
Giudizio:
Letture: 565
Commenti: 3
Dimensione dei caratteri: [+] - [ - ]
Cambia lo sfondo
Premetto che il racconto che leggerete riguarda fatti realmente accaduti e dunque, oltre al rapporto fisico, carnale, all’amplesso nella sua interezza, ho voluto riportare anche sentimenti e sensazioni, riferimenti della storia.
I nomi sono veri, trattandosi di nomi propri di donna, non descrivendo le città, non la cosa non danneggia nessuna.
Non avrei sentito come naturale, come sensazione con me stesso, il dover descrivere le scene con un nome inventato, non avrei sentito quell’elettricità che realmente c’è stata.

Sono un uomo che ha superato i 40 anni da un paio, alto oltre 1.80, occhi grandi verdi, fisico magro ma normalmente ben messo, sodo, sportivo. Amo portare i capelli medio lunghi ed un baffone scuro da bandito anni’70. Ho avuto varie esperienze, ero e sono naturalmente cerebrale quanto basta. Mi sento molto maschio proprio perché nella vita ho fatto tante esperienze diverse, conosciuto molta gente come quella che si nasconde dietro occhialetti da intellettuale, titoli di studio che da soli non dicono nulla, commercianti che si nascondono dietro balle solo per interessi di lucro, gentaglia che ai limiti della legalità sfrutta il prossimo, mariti che torturano i familiarii per i loro comodi, connette vuote da due soldi, frustrati e insicuri di vario genere.
Insomma, conosco bene l’umanità che riconosco al primo sguardo; sono con soddisfazione, oggi, un tecnico che lavora in autonomia e conosco il mondo, lo guardo come comodo dall’interno di un treno in corsa, da una comoda berlina, lo vedo passare. Mi piace gustare, odorare, ascoltare.

In uno dei miei appuntamenti di lavoro, l’anno scorso, conobbi lisa, una ragazza di 27 anni, che, appena dopo la laurea in ingegneria, era entrata a lavorare in un’industria mia cliente. Insomma, lei era la persona con cui dovevo parlare per vendere i prodotti dell’azienda che rappresentavo come tecnico. La mia cultura mi fa apprezzare queste ragazze giovani che si sperimentano nelle professioni di oggi. Ci incontrammo dopo esserci sentiti al telefono. Al telefono avevo giudicato la sua voce “arrapante” . Dopo l’attesa seduto nella hole della reception di questo grosso cliente la vidi arrivare. Una bella ragazza alta 1.75, un bel seno nascosto sotto il maglione e non troppo evidente, un viso chiaro con due occhi celesti, acqua e sapone, la carnagione rosata chiarissima, un bel sorriso. Ci accomodammo in saletta.
Lisa aveva un bellissimo fondoschiena, un culo grande grande evidentemente sodo, caldo, morbidissimo, inesplorato.
Il mio rispetto per la donna in genere mi impediva, come sempre, di pensare qualsiasi cosa. Ci addentrammo nella discussione per il rapporto commerciale, comunque il nostro incontro seguiva a numerose mail scambiate. Ero ipnotizzato dagli occhi da cerbiatta di lisa, dal suo sorriso aperto e chiaro. Alla fine dell’incontro la invitai a pranzo, in un prossimo incontro. E’ una cosa che si fa spesso e di routine, o quasi, anche con interlocutori uomini, pertanto nessun secondo fine.
Lei mi salutò stringendo la mia mano calda con la sua sottile, fredda, con una stretta debole, come una donna che ha bisogno di affetto, di essere “presa”.
In settimana ci sentimmo via mail, ci scrivemmo e telefonammo un paio di volte per cose rigorosamente lavorative.
Fissammo un appuntamento per un pranzo la settimana successiva. Io sarei andato a prenderla all’uscita per la pausa pranzo dalla ditta. Puntuale arrivai, le comunicai che ero lì, lei uscì dopo poco. Entrò nella mia calda BMW serie 3 berlina, avevo una musica da inguaribile romantico in sottofondo, con il subwoofer che borbottava. Lei si meravigliò di quella mia auto in quanto i commerciali spesso viaggiavano con station wagon e poi io…”sì?”…le chiesi, io cosa? Io le apparivo come un uomo che viaggiava con un auto cui dava poca importanza, anche perché non portavo la cravatta, un uomo che le piaceva proprio perch di sostanza. Io le dissi che, pur odiando tutto quello che era apparenza e le apparenze inutili, effettivamente amavo la mia vecchia punto economica, amavo anche però le cose belle, calde, che mi facevano apprezzare il viaggio, ecco perché indossavo sempre abiti di lana, caldi, confortevoli, morbidi.
La rigidità delle giacche e dei capi spalla decisamente non faceva per me, così come le camicie e le cravatte.
Arrivammo in un ristorantino semplice, di quelli in cui si fermano i camionisti e dove si mangia bene, vicino la strada che portava alla zona industriale.
A tavola lisa e io parlammo poco del lavoro, un po’ sì, certo, ma poi fu tutto sguardi, sorrisi, d’altra parte eravamo seduti accanto.
lisa era vestita in jeans e maglione, più o meno come me, pantaloni e maglia, ma il calore che si ha dentro lo si trasmette anche senza orpelli.
ci intendemmo, vi dico solo che, dopo l’escamotage banale della mia osservazione sulla sua mano fredda, dopo il pranzo, le presi proprio la mano dicendole questo particolare, guardandola con un’occhiata d’intesa, facendole sentire la mia calda, cosa che lei non sapeva il mio bastone era in tiro.
la riaccompagnai, i giorni successivi ci sentimmo via mail e lei mi disse che aveva fatto numerose riflessioni sull’incontro, che voleva rivedermi per approfondire. così fu, stesso ristorantino, stessa ora.
mi spiegò che io, tra l’altro, le ricordavo un uomo di cui lei era stata sempre segretamente innamorata, da adolescente, un maschio maturo, prestante, vestito sempre con caldi maglioni e con due baffoni neri, come i miei.
mi esposi un po’ per dirle che la cosa mi faceva molto piacere e mi eccitava. la paura di averla urtata sparì, poiché lei convenne.
all’uscita del ristorantino lei, spontaneamente, con un’osservazione del poco tempo a disposizione mi disse che magari avremmo poi dovuto incontrarci di sera, con più clama. io risposi che era naturale, il passare tempo con lei diventava una cosa personale che piaceva a tutti e due, così decimo di estromettere quella brutta e fastidiosa parola “aziendale”, dall’incontro.
così fu, andai a prenderla di sera da casa. lisa era vestita di scuro, una lunga gonna di lana che fasciava il suo gran culo da cavalla mai domata, un leggero tacco che la portava allamia altezza, un modo di fare forse volutamente più invasivo, provocante, quasi ammiccante.
la cena leggera e piacevole, i discorsi vaghi, preludevano a quello che entrambi sapevamo, infatti all’uscita, in auto, lei mi disse la classica frase: “tu che fai adesso?” “sto con te, le dissi”, le misi una mano sulla gamba, mi avvicinai e lei iniziò a baciarmi con foga, voracità, una pantera, ad accarezzarmi. il mio arbusto èra granitico, caldo, forte, stava per esplodere dall’eccitazione.
andammo a casa mia, entrammo, chiudemmo la porta, lei guardò la sala e, dopo un complimento al mio spazio che mi rifletteva, caldo, accogliente, con tutto l’occorrente per sentire musica, si girò, io l’abbracciai e lei mi strinse come una pantera di nero vestita.
sentiva il mio arnese contro di lei, io le dissi : “ti voglio”.
ci spostammo in camera da letto, le chiesi di rinfrescarmi un attimo, lei si spogliò.
tornai dal bagno dopo aver lavato il cazzone duro.
la trovai in piedi con addosso solo un perizoma azzurro di raso. andai verso di lei, in piedi, cominciammo a baciarci con lei che gemeva e io mugugnavo. ci spostammo sul letto, lei tirò fuori dalle mutande il mio grosso e lungo bastone e si lanciò su di lui, scappellandolo, mangiandolo, divorandolo, dicendo che lo voleva tutto.
io la feci alzare, l’accarezzai, iniziai a succhiare i suoi seni e a mordicchiare i capezzoli leccando il suggestivo alone della quasi quarta di seno di lisa. la portai davanti al comò, la feci piegare in avanti, le sfilai il perizoma e mi piegai, affondai la lingua nella sua splendida fica e iniziai a leccarla intorno. lei gemeva come una cavalla in calore,” scopami subito dai”, disse.
Io mi alzai, la feci inarcare, cercai con il mio punteruolo il pertugio bagnato, ne saggiai il cedimento e la infilzai in due colpi facendola urlare. iniziai a scanalarla come un porco, mugugnandole, leccandole il collo, con lei che mi diceva che sentiva il mio gran cazzone dentro di lei, caldo, forte, duro, grande. così le alzai un braccio, mentre la scopavo mi chinai attorno sotto l’ascella, iniziai a leccarle la tetta destra e morderle il capezzolo.
poi mi eressi di nuovo, me la sistemai piegata, mi misi bene fra le sue gambe, iniziai a sfondarla ben bene cavalcandola come una puledra e facendola urlare di piacere. mi fermai, le chiesi se la eccitava o meno fare l’amore con me, il machio baffone delle sue fantasie, più grande di lei. mi rispose che la eccitava un casino, che voleva farmi godere come un porco.
così, reggendomi su un piede, spostando il peso su di lei,, tenendola per i capelli con la mano sinistra, le posi una mia coscia al fianco della sua chiappa destra, poggiando sul comò la mano sinistra, le ero in piedi in sella, praticamente avevo solo la gamba sinistra a terra, il mio cazzone di 23 cm mi consentiva di scanalarla bene anche da quell’angolazione, il suo culo grande grande, sodo, chiaro, mi eccitava come un bufalo, così incominciai a darle dei colpi forti, sentendo il rumore del mio ventre contro quel culo che desideravo penetrare, sfondare, assaggiare nel calore, ma scopandola ovviamente in fica. lei gridò e disse tantè volte sì, io, al momento di venire, estrassi il mio pistone dalla sua vagina e lo poggiai sul suo culone, inondandola con un torrente di sborra calda con un rantolo profondo.
rimanemmo abbracciati fino a notte inoltrata al letto, salvo poi riprendere per una cavalcata alla “missionaria”, dopo la quale le sborrai sulla pancia.
vi è piaciuto? scrivetemi i vostri pareri, realmente accaduto nel nord italia.


giudica questo racconto

Attenzione, solo gli utenti registrati su Desiderya.it possono esprimere giudizi sui racconti

Per registrarti adesso CLICCA QUI

Se sei un utente registrato devi autenticarti sul sito: CLICCA QUI


I vostri commenti su questo racconto
Autore: Veradonnastronza Invia un messaggio
Postato in data: 30/11/2011 20:41:54
Giudizio personale:
devo confessarti che oltre alla piacevole lettura,ovviamente,mi è piaciuto il modo leggero,fluido e poco volgare con cui è stato raccontato e scritto!
Mi è parso quasi di rileggere una mia storia ;)ma non capitata al nord e non mi chiamo Lisa :)..ti saluto;
Complimenti

Autore: Grandevolo Invia un messaggio
Postato in data: 18/11/2011 20:31:40
Giudizio personale:
AVVISO PUBBLICO, COMMENTI COME QUELLO DELL'UTENTE DI CUI SOPRA SONO DA RAVVISARSI COME QUELLI DI UNO CHE NON SOLO NON è NESSUNO, NON SI CAPISCE PERCHè PROVOCHI, SCRIVE DA IGNORANTE NON SAPENDO E SOPRATTUTTO DIMOSTRA ACCIDIA, OVVERO INVIDIA RABBIOSA.
GRADIREI SE GENTE SIMILE SI ASTENESSE.
GRAZIE

Autore: Sinedie Invia un messaggio
Postato in data: 18/11/2011 14:29:59
Giudizio personale:
fantasie di un venditore di chiacchiere.


Webcam Dal Vivo!