i racconti erotici di desiderya

History of violence 4

Autore: Fd5947
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Dopo la serata conclusasi a Torvaianica Sergio è sparito per diversi giorni. Nessuna telefonata, nessun contatto. Le sensazioni provate mi girano per la testa e per il corpo. Rodolfo, l'uomo che sto per sposare, si è accorto di qualcosa, mi trova più dura nei rapporti con lui, sbrigativa, prosaica. Non riesce a rendersi conto di cos'abbia, forse attribuisce il mio cambiamento all'ansia pre-nuziale. Lo vedo da come mi guarda, ma non mi chiede nulla. Non ancora, almeno.

E' passata un'intera settimana e Sergio non si fa sentire. Due settimane fa, appena dopo la prima violenza, avrei pagato un patrimonio che non ho perchè lui si dimenticasse di me. Ora invece mi rendo conto che penso a Sergio continuamente. Dovrei pensarlo con rabbia, disgusto, desiderio di vendetta per quello che mi ha fatto... invece no, che Iddio mi perdoni... l'idea di non rivederlo più mi pare addirittura peggiore dell'idea di rivederlo...

Sono passati nove giorni ed improvvisamente lui si fa vivo. Mi chiama di mattina sul cellulare, in ufficio. Sono in subbuglio, il cuore mi batte fortissimo. Nessuna spiegazione, mi dice solo che vuole vedermi. Mi dice che passerà a prendermi al parcheggio vicino l'ufficio dopo la chiusura. Mi chiede come sono vestita. Glielo dico, un tailleur decisamente classico con gonna. Mi dice che prima di uscire dall'ufficio devo togliermi le mutandine e riattacca senza salutare. Rimango a fissare il telefono un po' inebetita. Rieccoci. Semmai mi fossi illusa che la cosa fosse finita... beh, non lo è. Mi chiedo quanto poi mi dispiaccia che non lo sia. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, so benissimo che nel fondo di me stessa non mi dispiace affatto. So che Sergio mi costringerà a fare ciò che lui vuole, so che abuserà di me... e questo mi crea un vortice nello stomaco. Ho superato la fase in cui l'idea mi shockava, è subentrata una sorta di perversa normalità nel soggiacere alle sue voglie. Una parte di me stessa, sempre più preponderante, si compiace profondamente dello stato di prostrazione in cui la sua prepotenza sessuale mi getta... ho rivissuto mille volte nella mia mente l'assalto di quei tre sconosciuti che mi hanno posseduta. Non c'è stata notte in questi nove giorni in cui non mi sia bagnata e toccata ripensandoci, ripensando a Enzo, ripensando a Sergio che è la mia anima dannata...

Arrivano le 18.00, esco dall'ufficio. Sono passata al bagno, ho tolto le mutandine. Sotto la gonna ho i collant... decido di levarmi anche quelli, sono di marca... altrimenti figurati se Sergio non me li strappa... Mi bagno a questo pensiero, non posso farci niente. Non ho nemmeno voglia di lottare contro questo senso di disfacimento e liquefazione del mio essere, è una cosa che accade e basta. Ora voglio vederlo, ho la febbre all'idea di vederlo... Scendo in strada, cammino verso il parcheggio della mia auto cercando di individuare la macchina di Sergio quando mi sento chiamare alle spalle.

"Scusa sei te Francesca, vero?"

Mi volto, due ragazzi alti mi seguivano camminando sul marciapiede ad un paio di metri da me, non me ne ero minimamente accorta, immersa nei miei pensieri e nelle mie fantasie. Li guardo senza rispondere, non riesco ad immaginare chi sono, cosa vogliono, nè come conoscono il mio nome.

"Io sono Giorgio lui è Nicola, siamo amici di Sergio, ci ha detto lui di venire a prenderti".

Ci metto qualche secondo a digerire quella frase.

"Sei molto carina, ci piaci" aggiunge l'altro ridacchiando e avvicinandosi.

"Che cosa volete da me?" chiedo arretrando leggermente. Non so come fronteggiare la situazione, ho innegabilmente paura.

"Sergio ci ha detto che sei una troia e che adesso stai senza mutandine sotto quella bella gonna".

"Che cosa volete da me, andatevene..." ripeto con voce un po' sconnessa.

Il ragazzo tira fuori una busta dalla giacca, estrae un paio di foto. Sono foto scattate da Sergio la sera del nostro secondo incontro con Enzo. Sono io, riconoscibilissima, con il viso in estasi mentre Enzo mi prende da dietro.

"Questa sei te con Enzo, vero? Guarda, se rompi le palle mettiamo queste foto nelle cassette delle lettere della tua ditta, ci vuole un attimo" fa l'altro tipo, sempre ridacchiando in maniera irritante.

Giorgio mi prende per un braccio e mi fa camminare. C'è un portone che rientra di un metro abbondante, mi ci spinge.

"Fammi sentire un po' qua sotto..."

Ho le spalle al muto, Giorgio mi infila una mano velocemente sotto la gonna, risale tra le cosce.

"Sta zoccola non ha le mutandine, Sergio ci ha proprio preso".

"Ci prende anche lei... Voleva prendere un cazzo e ora se ne prende due..." mi apostrofa l'altro addossandosi a me.

Prima che penso a come reagire mi prendono con decisione per le braccia e ci mettiamo a camminare a passo spedito. Arriviamo al parcheggio, ci fermiamo davanti ad un camper. Nicola estrae le chiavi, apre la porta centrale, entriamo.

So di dire una cosa sconcertante ma mi sono bastati pochi minuti per adattarmi alla situazione. La prepotenza, la sfacciataggine, l'irriverenza dei due uomini, la costrizione a cui mi sottopongono stimolano la paura e la paura si scioglie in eccitazione... e mi rendo conto di essere già bagnata e che mi sto abbandonando alla situazione. Saliamo, il camper ha un'ampia dinette centrale trasformata in un letto matrimoniale. Giorgio e Nicola mi fanno sedere sul letto, mi si mettono di fronte. Ridendo mi chiedono di far loro vedere se sono brava quanto Sergio ha detto. Io li guardo senza parlare, ho una sensazione di vuoto nello stomaco, ma non è spiacevole. Si sbottonano le patte dei pantaloni, mi ritrovo due grossi piselloni semieretti davanti al viso. Li impugno lentamente entrambi, li scappello una volta, poi una seconda. Prendo un leggero ritmo, ora li sto masturbando. Giorgio mi prende la testa e me la guida sul suo cazzo. Inizio a leccargli l'asta mentre l'altro ragazzo mi struscia il membro sulle guance. Mi piace profondamente quello che sto facendo, mi piace essere considerata una vacca che qualsiasi uomo può raccattare per strada e portarsi in un camper per scoparsela. L'eccitazione si trasforma in languore ed il languore in una voglia irrefrenabile di essere usata da questi due disgraziati. Passo al cazzo dell'altro ragazzo, poi mi ritrovo entrambe le cappelle che mi premono sulle labbra. Con la lingua le accarezzo entrambe, poi con una mano scendo tra le cosce, le mie dita pizzicano la clitoride. Se avessi ancora le mutandine a questo punto sarebbero già ridotte ad uno straccetto fradicio. Mentre succhio mi levo la giacca del tailleur, poi mi sbottono la camicetta. Le mani dei due uomini si insinuano a pizzicarmi i capezzoli. Mi slaccio la gonna e la sfilo, sono finalmente pronta ad offrirmi alle voglie dei due sconosciuti.

Mi rendo conto che nel giro di pochi giorni dalla brava ragazza che ero, piena di principi e buoni propositi, mi sono trasformata in una troia lasciva. L'unica cosa che mi dispiace ora è che non ci sia anche Sergio qui dentro al camper... e magari anche Enzo, perchè no?... Che cosa mi farebbero se fossero in quattro anzichè in due...

Giorgio mi afferra e mi fa girare, in un attimo mi ritrovo a pecorina sul letto del camper. Un'ondata di adrenalina mi percorre il corpo e urlo dal piacere quando Giorgio mi penetra brutalmente da dietro.

"Lo senti bene, eh, zoccolona?"

Nicola mi si mette davanti al viso, mi ritrovo il suo cazzo in gola. Il maiale mi afferra la testa e me lo spinge dentro fino a provocarmi continui conati di vomito, e la cosa anzichè disturbarmi aumenta il piacere che provo. Mugolo ed ansimo, i movimenti di Giorgio mi spingono ancora di più sul cazzo di Nicola, con una mano gli massaggio le palle pelose, con l'altra cerco di sditalinarmi. La faccenda evidentemente eccita parecchio Nicola che improvvisamente viene. Mi ritrovo la bocca inondata di sperma che in parte inghiotto e in parte sputo sulla coperta del letto. Nicola si ripulisce, si riveste ed esce dal camper mentre Giorgio non smette a prendermi alla pecorina strizzandomi i fianchi con le mani. La cosa non gli basta, estrae il membro sgocciolante dalla mia fica e me lo punta contro l'ano. Mi penetra velocemente, io sono morbida ed accogliente. Comincio ad incitarlo nel vortice del coinvolgimento e a dirgli di non fermarsi, spingo il mio bacino verso di lui. Gli basta un solo minuto per venire. Giorgio mi eiacula dentro il culo senza preservativo, emettendo versi gutturali sconnessi... mi disturba la possibilità di eventuali malattie ma godo profondamente del fatto che la mia sessualità è esplosa al punto da spiazzare e sopraffare i due soggetti, incapaci di trattenersi. Giorgio si stacca ed inizia a rivestirsi. Non dice nulla, quindi anche io recupero i miei vestiti e mi risistemo. Scendiamo dal camper, vediamo Nicola che torna verso di noi, probabimente è andato al bar a bere qualcosa.

I due mi salutano velocemente, risalgono sul camper, mettono in moto e se ne vanno. Speravo di trovare Sergio ad aspettarmi, invece nulla. Sono un disastro, spettinata, con i vestiti in disordine e puzzo di sperma. Ho tutto il viso imbrattato e mi sento appiccicosa tra le cosce. Vado al bar, entro nella toilette e mi rimetto in sesto per quello che posso, mi sciacquo bocca e viso e mi ripulisco con la carta igienica. E' stata una faccenda tanto squallida quanto veloce, 15 o 20 minuti al massimo. Sono ancora in uno stato febbrile. Esco dalla toilette ed ordino un caffè. Il ragazzo del bar mi serve. Lo osservo senza farmi notare. Mi rendo conto che in questo momento mi farei scopare da qualunque uomo che ora ci provasse con me, anche con questo ragazzo, gli basterebbe prendermi per mano e portarmi nella toilette... Pago ed esco, sono in subbuglio. Prendo il cellulare e chiamo Sergio, spero ardentemente che mi chieda di andarlo a trovare subito. Il cellulare suona a vuoto, non risponde. Non mi rimane che incamminarmi verso la mia auto. Il disgraziato mi ha dato un appuntamento e invece di presentarsi lui ha mandato quei due tizi a scoparmi al posto suo. Entro in macchina. Ora desidero Sergio in maniera dolorosa, vorrei che fosse qui, che mi saltasse addosso strappandomi i vestiti. Lo richiamo ma lui continua a non rispondere. Mi rendo conto di fare veramente schifo, devo sposare un uomo dolce e meraviglioso tra pochi giorni e sto qui a bombardare di telefonate un farabutto che mi ha violentata nella speranza che mi violenti ancora e subito. Mi guardo intorno, nel parcheggio non c'è nessuno. La mia mano corre in mezzo alle cosce, le mie dita scorrono sulla clitoride. Ripenso ai minuti appena trascorsi nel camper con i due uomini, ripenso ai tre individui della casa a Torvaianica, ripenso ad Enzo, ripenso a Sergio. Penso a quanto sono diventata troia, al mio culo ancora pieno di sperma di Giorgio, e finalmente mi abbandono ad un orgasmo solitario, terribile ed intenso...


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Federikatrav Invia un messaggio
Postato in data: 22/03/2013 13:00:57
Giudizio personale:
eccitante....da provare...

Autore: Mysterx Invia un messaggio
Postato in data: 12/11/2012 19:58:16
Giudizio personale:
perfetto. grande racconto

Autore: Soter & Magda Invia un messaggio
Postato in data: 21/09/2012 14:46:12
Giudizio personale:
Magnifique


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