i racconti erotici di desiderya

Giulia: la svolta sessuale [parte 2]

Autore: Coppiaromana38
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Mi guarda con occhi torbidi e mi mette in mano un pacchetto.

"-Benissimo, vai alla toilette, togliti le mutandine ed infilati questo nel culo. C'è un piccolo armadietto, dentro ci troverai un tubetto di lubrificante, spicciati".

Trasecolo. Non mi sarei mai aspettata una richiesta del genere. Non so proprio come reagire.

"-Senti, davvero... scusami ma una cosa del genere non credo possa...".

"-Ma che sei venuta a farmi perdere tempo?" mi incalza lui. "Vuoi divertirti o dobbiamo farci due palle così? E muoviti... vai, vai".

Lo guardo per qualche secondo, mi sento battuta. Prendo il pacchetto con aria poco convinta, entro nella toilette e lo scarto. Dentro c'è una specie di pera di gomma dalla forma allungata, con una base larga. Apro l'armadietto e trovo un flaconcino nero pieno di una sostanza fortemente oleosa. Cospargo di olio la pera, tiro su la gonna, mi sfilo il tanga e mi tasto l'ano. Penso tra me e me che sono pazza a prestarmi a quel gioco. Mi dico che devo mollare tutto e uscire da quel bar senza nemmeno voltarmi indietro. Ma non mi so risolvere a fare marcia indietro, qualcosa dentro di me mi spinge a farlo. Ho una voglia esagerata di fare delle porcherie con quell'uomo prepotente. Provo a premere il plug contro il mio sfintere anale... l'arnese è discretamente spesso e non vuole entrare. Naturamente non sono verginella lì. Sia mio marito, sia diversi altri... amici ci sono già passati, lo stesso Emilio nel mio culetto ci si diverte spesso. Ai tempi dell'università ho avuto un fidanzato che mi faceva il culo praticamente tutti i giorni... ma un aggeggio di lattice non l'avevo mai... indossato. Di solito gli uomini ci pensano loro a prepararmi il buchino come si conviene, invece adesso, da sola in questa squallida toilette di un bar... Mi infilo prima un dito e poi l'altro nell'ano, mi rilasso e faccio forza per ammorbidirlo. Sento che lo sfintere si rilassa e cede. Riprovo e stavolta la pera lubrificata scivola dentro senza troppi problemi. Appoggio le mani sul lavandino, chiudo gli occhi e mi concentro sulle sensazioni che mi arrivano dal culo occupato. Accidenti... è proprio... bello!!! Wow. Mi sento piena in maniera formidabile. Infilo le mutandine nella borsetta e riabbasso la gonna. Esco dalla toilette, molto più sicura di me stessa di quando vi sono entrata. Sto andando in estasi per le sensazioni che quella pera mi sta dando. E' bloccata nella mia ampolla rettale e ad ogni passo ne stimola e ne dilata le pareti. A me il sesso anale piace... mio marito non lo sa fare bene, ma quando mi incula Emilio per esempio riesco spesso a venire senza nemmeno toccarmi davanti. Adesso però è una faccenda diversa. Mi sento riempita da quell'aggeggio, sento la pressione dentro di me. Guardo Maurizio che mi aspetta fuori dal bar e provo stilettate di piacere. Vado verso di lui con la fica che si riempie di miele ad ogni passo.

"-Vieni Giulia, andiamo"

Mi prende per mano e camminiamo. Ancheggio leggermente per via della pera.

"-Si vede che ti piace" mi fa Maurizio. Non rispondo.

"-Ti porto nella mia garconniere dove non ci disturberà nessuno, sono dieci minuti a piedi"

Cammino in modo non proprio facile. Lui mi osserva e mi mette le mani addosso. Afferra il bordo superiore della mini e tira verso l'alto, facendola risalire qualche centimetro. Adesso le autoreggenti sono proprio scoperte.

"-Così devi camminare, così chiunque può vedere che troia sei. Cammina una decina di metri davanti a me, così sembrerà che sei da sola e in cerca di cazzi".

Quel suo modo di fare mi sconvolge. Sono abituatissima agli uomini che non fanno che mentire continuamente, che travestono sempre la loro voglia di scopare dietro presunti bisogni affettivi, che cercano di dare una veste presentabile ai propri istinti. Maurizio no, tutto il contrario. Lui mi fa capire apertamente che di me non gliene frega niente e vuole solo usarmi per il suo divertimento e godimento. Si comporta con una porca sincerità che mi piace da pazzi... che mi fa riempire la fica di umori caldi...

Lui rimane indietro, io proseguo la passeggiata in solitudine. Cammino lentamente, so che Maurizio mi guarda il culo, so che tra poco salirò nel suo appartamentino e mi farà di tutto. Si sta già realizzando uno dei miei desideri più inconfessati, mostrare al mondo intero la mia porcaggine. Niente segreti, niente facciata ripettabile... "Dama en la calle y puta en la cama" dicono in sudamerica, così deve essere la donna... e io in questo istante sono anche "puta en la calle"... oddio come mi piace che mi guardino... cammino per strada vestita come una battona, chiunque mi vede non può che pensare male di me... non può che credere che sono una donnaccia... la pera anale mi dà sensazioni sublimi, ormai sono inondata. Non indosso le mutandine e ho il piacere umido tra le cosce. Il mio unico pensiero è che tra poco Maurizio mi userà nei modi più sconci per il suo godimento... è il mio pensiero più piacevolmente ossessivo... spero che sarà tanto tanto porco... Arriviamo davanti ad un portone, Maurizio apre, mi fa strada. Percorriamo un corridoio e ci fermiamo davanti ad un ascensore, lui non parla.

Entriamo. L'ascensore si avvia.

"-Devi avere il culo allargato e la fregna che cola a quest'ora, eh, Giulietta?"

"-Abbastanza..." rispondo languida.

Entriamo in casa... spero che ora lui mi salti addosso e mi scopi selvaggiamente dovunque capiti. Invece nulla, si toglie la giacca tranquillamente e mi invita a sedermi sul divano. Va al mobile bar e prepara un beveraggio alcoolico. Mi si avvicina e mi porge il bicchiere.

"-Lo so che adesso pensi soltanto a farti chiavare, ma il cazzo lo dovrai aspettare un po"

Mi agito un po' sul divano, lo guardo... stare seduta accentua la pressione della pera nel mio culo... sono già venti minuti che la pera mi sta scopando il di dietro, ormai desidero violentemente il cazzo di Maurizio.

Mi siede in poltrona davanti a me sorseggiando il liquore e ribatte con tranquillità, fissandomi negli occhi.

"-Hai detto di volere il servizio completo, no? Una puttana malata come te ha bisogno di qualcosa di più di una sveltina, non credi?".

Rimango ancora una volta interdetta. Mi ha dato della "puttana malata". Ma cosa sta dicendo? Richiudo automaticamente le gambe mentre assorbo l'epiteto, quasi incredula.

"-Quel povero fesso di tuo marito non ha mai capito un cazzo di te, vero?" mi dice con tono tranquillo ma sferzante.

Sono spiazzata. Di solito a quel punto sono io che reggo il gioco, l'uomo è in mio potere e pur di entrarmi dentro fa tutto quello che voglio. Invece questo stronzo rimane indifferente alle mie grazie e sono io a ritrovarmi ad implorare di essere montata. E' una cosa nuova, un po' orribile e un po' sublime.

"-Potresti evitare di riferirti a mio marito, per cortesia? Cosa c'entra? Non mi piace molto questo modo di fare, scusa", abbozzo una linea di difesa.

"-Ma la pianti o no di fare la cretina, Giulia? Forse è ora che tu ti schiarisca un po' le idee, non credi?".

Queste parole dette con tranquillità mi sconvolgono. Ma la mia eccitazione non diminuisce. Mi piace che mi parli così. E' come se io fossi una... cipolla, che lui sta sfogliando, portandone alla luce le parti nascoste...

"-Dai vieni qui camminando a quattro zampe e tirami fuori l'uccello dai pantaloni, visto che ci tieni tanto".

Finalmente, penso tra me e me. Dal divanello dove sono seduto scivolo in ginocchio e a quattro zampe mi dirigo proprio davanti a Maurizio che si accende una sigaretta. Armeggio alla sua patta dei pantaloni, sbottono la lampo, frugo con la mano nei boxer, catturo il membro. E' già semieretto. Lo lecco con devozione, mi pare che adesso Maurizio voglia comportarsi in maniera opposta rispetto al nostro incontro del camerino.

"-Brava Giulia, sfilami i pantaloni, dai."-

Eseguo, gli tolgo i pantaloni e i boxer insieme, mi inginocchio tra le sue gambe pelose.

"-Inizia a leccarmi l'interno coscia" ordina lui.

Tiro fuori la lingua e gliela passo con dolcezza sulla coscia.

"Adesso piano piano estraiti il plug dal culo".

Eseguo, ho un gemito di piacere-dolore, perchè l'ano è decisamente dolente e l'estrazione non è semplicissima. Mi fa male, ma il dolore è anche piacere. Lo reinfilo... ho l'ano dolente ma... è così che voglio che sia... dolente... è bello, è profondamente bello avere l'ano dolorante e maltrattato.

"-Ora devi occuparti delle mie palle, Giulia, leccale, assaggiale, puliscile con la lingua".

Io, donna sposata, moglie felice di un uomo dolce e meraviglioso, mi ritrovo su quel tappeto a dilatarmi oscenamente il sedere con un fallo in lattice mentre con la lingua lecco le palle di questo stronzo maleducato. Dio, che schifosa sgualdrina che sono diventata, come mi sono ridotta... Passo la lingua sui peli, li insalivo, li succhio. L'odore dell'intimità di Maurizio mi inebria. Apro la bocca e prendo delicatamente un testicolo in bocca, lo massaggio con la lingua. Provo ad infilarmi entrambi i coglioni di Maurizio in bocca ma ho paura di fargli male. Lui si semialza dalla poltrona per favorire la manovra. Ora mi sta quasi sopra, ruoto la testa verso l'alto e i suoi coglioni mi si depositano in bocca quasi da soli. Maurizio si mena l'uccello sul mio viso mentre io, con la bocca invasa dai suoi coglioni pelosi ed odorosi inizio a cadere in uno stato di deliquio. Sto facendo quello che la parte più profonda di me stessa avrebbe voluto sempre fare, ma che nessuno ha mai avuto la forza di chiedermi, di impormi in quel modo: essere la schiava di un uomo. Godo per lo sfintere anale slargato dal plug e godo per quello che quel maiale mi sta facendo fare.

"-Leccami il culo, ora".

O Dio mio, provo un tuffo al cuore a questa richiesta, ormai me la aspettavo... anzi... la aspettavo... certo che te lo lecco il culo, penso, te lo lecco tutto, brutto porco che non sei altro. Maurizio mette in piedi a gambe aperte. Io striscio sotto di lui e immergo il viso tra le sue chiappe. L'odore è molto forte ma invece di nausearmi mi ingolosisce. Gli separo le chiappe con le dita e la mia lingua si dirige sul suo ano. E' una cosa calda, morbida, umida, saporita, favolosa da leccare. Passo la lingua sul buco del culo di Maurizio, glielo slappo come meglio posso.

"-Aspetta, facciamolo meglio". Mi fa sdraiare supina su divano e si siede sulla mia faccia come se dovesse farsi il bidet. Infatti sono io a fargli il bidet con la mia lingua.

"-Dai, Giulia, infila la lingua dentro", mi incita. Con una contorsione si volta verso il mio culo e prende possesso del plug. Senza nessun riguardo inizia a pistonarmi il plug con brutalità dentro e fuori del culo, strappandomi gemiti di dolore-piacere. La mia lingua si fa strada nel suo culo, entra dentro. Il sapore è fortissimo ma non mi fermo. Ora ho qualche centimetro di lingua infilato nel suo retto, provo a muoverla come se lo dovessi scopare.

"-Brava, vai avanti così per un po".

Credo che stia godendosela, perchè smette di massacrarmi il culo con il plug e inizia a sospirare, concentrandosi per un attimo sul suo piacere. Proseguo nel mio osceno lavoro per parecchi minuti, la cosa mi piace da morire... ma perchè nessuno di quei tanti fessi con cui sono stata, marito compreso, mi ha mai fatto fare queste cose meravigliosamente schifose?

"-Brava, Giulietta, vedi come le impari bene queste cose? Vedi che devi ancora imparare a godere veramente?"

Maurizio si rialza e mi prende per mano. Davanti al suo divano c'è un tavolino di legno, di quelli che si fanno in Indonesia, con le zampe tozze e robuste. Mi ordina di salirci sopra a quattrozampe, di continuare ad infilarmi il plug nel sedere e se ne va. Eseguo. Mi masturbo dolcemente il culo con il plug infilandolo ed estraendolo, gemendo di piacere.

Quando Maurizio torna ha in mano due oggetti: una spatola di cuoio, simile nell'aspetto ad un piccolo battipanni, ed un secondo plug, di dimensioni leggermente superiori a quello con cui sto giocando da un'oretta. mi sistema a quattro zampe sul tavolino, alla pecorina, la testa appoggiata sul tavolino, il sedere rivolto verso di lui, con il plug che sporge dal mio ano. Maurizio si toglie i pantaloni e rimane nudo dalla vita in giù. Con delicatezza estrae il plug dal mio ano, impugna l'altro plug, lo lubrifica e con molta circospezione inizia a dilatarmi con quello. Sono felice che usi tanta delicatezza, una volta tanto. Cerco di rilassarmi per fare entrare anche quel giocattolo. Con mia sorpresa mi ritrovo improvvisamente piena senza quasi accorgermene... piena da morire... mio dio quant'è grosso... sarà una tortura farlo uscire, mi dico. Maurizio prende la spatola di cuoio e inizia a picchiarmi. Mi sculaccia con fermezza, senza farmi troppo male... poi, man mano che le mie chiappe si arrossano prosegue con colpi sempre più secchi... la pelle del sedere inizia a riscaldarsi più che a dolere veramente... è una sensazione divina. Allargo le cosce il più possibile per fargli vedere la mia fica aperta che lui ancora non ha nemmeno sfiorato. Spero ardentemente che ci infili il suo cazzo il prima possibile ma non ho il coraggio di chiederglielo. Mi piace quello che mi sta facendo. Mi sta portando in paradiso questo mascalzone... Poi improvvisamente inizia a parlarmi. Maurizio inizia a rivolgermi frasi cadenzate, con voce suadente, con tonalità profonda, parole che seguono il ritmo delle percosse. Parole quasi ipnotiche.

"-Tu sei qui, Giulia, per scoprire chi sei veramente.... dalla prima volta che ti ho vista in quel negozio ho capito chi eri, e ho capito che non sapevi chi sei veramente. Io sono qui apposta per fartelo scoprire, per farti capire quanto sei insoddisfatta e di quali e quante cose hai bisogno per essere te stessa..." I colpi diventano a tratti più forti, fanno quasi male, ma li sopporto benissimo. Il dolore dei colpi rivaleggia con il dolore della dilatazione del plug infilato nel culo, che non mi dà pace. Ma spero che questi dolori non finiscano mai... mi piace in maniera incommensurabile subire questo trattamento...

"Tutte le esperienze che hai cercato finora non ti hanno mai portato a godere così, vero?"

Gli rispondo di si, che non ho mai goduto tanto... gli rispondo che non mi sono mai sentita a tal punto nella situazione veramente giusta per me.

"-Vedi cosa intendo quando ti dico che tuo marito è un fesso? Nel senso che non ha l'esperienza e i mezzi per capire di cosa hai bisogno".

Gli rispondo che ha perfettamente ragione, che mio marito è decisamente un pivello.

"-Ci vuole esperienza e un po' di cattiveria per capire una donna come te, Giulia".

Maurizio va nell'altra stanza e torna con un frustino in mano, una specie di gatto a nove code formato da striscioline di cuoio.

"Ora scendi dal tavolo ed inizia a camminare a quattrozampe" Eseguo.

Cammino lentamente carponi sul tappeto mentre lui in piedi mi segue e mi bersaglia i lati esterni delle cosce di frustatine abbastanza dolorose. Il mio culo deve essere ormai del colore di una mela matura da quanto mi brucia deliziosamente, sia fuori che dentro, e adesso tocca alle cosce.

"-Guardami, Giulia e apri la bocca."

Lo guardo in viso ed apro la bocca. Lo posiziona la sua a perpendicolo sulla mia.

"-Tira fuori la lingua, dai". Eseguo e lui dall'alto lascia cadere un grosso sputo sulla mia lingua.

"-Bevilo". Tiro dentro la lingua e assaporo il suo sputo.

Si sposta di due passi e sputa per terra.

"-Lecca e pulisci, dai"

Sono in uno stato che si avvicina al trance ormai, quel trattamento che Maurizio mi sta riservando è qualcosa di viscerale che cresce dentro di me ed ogni suo ordine corrisponde ad una fitta di piacere che mi si localizza proprio al centro dello stomaco.

Seguono diversi sputi in diverse zone del pavimento che io vado a raccogliere con la lingua.

Mi prende per mano mi fa alzare.

"-Adesso si va a letto"

Lo seguo in camera da letto, aspetto i suoi ordini.

"-Sdraiati".

Mi accomodo sul letto, supina".

"-Spalanca le cosce". Eseguo.

"-Allora Giulia. A questo punto dobbiamo intenderci io e te, altrimenti è meglio che ti rivesti e te ne vai."

Non ribatto nulla, non saprei nemmeno da che parte incominciare per oppormi a qualunque sua richiesta.

E il porco questo lo sa benissimo.

"-Le sveltine o le scopatine non servono nè a me nè a te, ci stai arrivando, spero...".

"-Tu sei una cagna, Giulia, sei nata per fare la cagna e devi fare la cagna. Se vuoi che ora ti scopo è questo che devi essere per me d'ora in poi, hai capito?

Mentre pronuncia queste parole si mena il cazzo duro davanti a me e mi guarda con occhi duri. E aggiunge:

"-Altrimenti abbiamo soltanto passato un paio d'ore piacevoli io e te, ti rivesti e ti togli dalle scatole".

La mia risposta viene dal profondo di me stessa... guardo il suo bel cazzo nodoso e mormoro:

"-Tu lo sai meglio di me quello che voglio... entrami dentro... dai... sbrigati..."....

E' esattamente così che tutto è iniziato...


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 15/03/2010 17:55:22
Giudizio personale:
eccitantissimo e molto travolgente ... grazie

Autore: Levis_48 Invia un messaggio
Postato in data: 10/03/2010 18:08:56
Giudizio personale:
insomma si poteva specificare meglio i particolari di sesso


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