i racconti erotici di desiderya |
Evasione dalla solita routine di coppia |
ANNUNCIO, MAIL E CHAT
Circa un anno fa, appena iscritto su un noto sito d'incontri, ricevetti una mail ricca di meravigliosi complimenti per le mie foto, per la chiarezza e per la correttezza linguistica dell'annuncio. La mail era scritta al singolare ed era firmata con un nome femminile. Risposi ringraziando e chiedendo se anche lei avesse un annuncio da mostrarmi. Mi disse di non averne mai pubblicato, ma di avere a lungo cercato un compagno di giochi su quello e altri siti simili. Aggiunse di non essere mai stata colpita in tal modo da un annuncio, specialmente per com’era scritto. Al che fui ben felice d’avere impostato il mio annuncio come visibile anche ai non iscritti, altrimenti non avrebbe mai potuto leggerlo. Dopodiché, ci sentimmo in chat e, in seguito a un’interessantissima chiacchierata, durante la quale notammo un notevole feeling su temi di qualsiasi livello, la invitai a cena da me. Così, mi diedi una sistemata, per poi dedicarmi alla preparazione di alcune squisitezze culinarie. Prima di chiudere la chat, mi chiese se realmente le foto ritraessero me e se la giovane età dichiarata nell’annuncio corrispondesse a quella anagrafica. Le spiegai che avrei trovato patetica e infruttuosa una menzogna simile, poiché una volta scoperta si sarebbe concluso tutto con una figuraccia e con un niente di fatto. Al tempo, non ero dotato di cam, e non potei darle verifica preventiva. A quel punto, si rese conto del fatto che io non l’avessi interrogata riguardo al suo aspetto, né alla sua età; continuai a non chiedere niente, poiché il suo aspetto era di secondaria importanza rispetto all’intesa che era venuta a crearsi, e la sua età non poteva essere tanto inferiore alla mia giacché poco prima mi aveva detto di non trovare impiego nonostante la sua laurea sembrasse offrire grandi opportunità lavorative. Ciononostante, riteneva impari aver visto le mie foto senza che io potessi vedere le sue (non avendone a portata di mano), così propose di mostrarsi in cam. Non potendo fare altrettanto, risposi che non sarebbe stato equo nei suoi confronti, e che quindi avrei preferito una sorpresa. PRIMI APPROCCI VISIVI Quando aprii la porta, la vidi parlare al telefono, e invitandola con un cenno di capo ad accomodarsi nel mio soggiorno, ebbi quasi un mancamento per la bellezza e l’eleganza che la contraddistinguevano. Un gesto e uno sguardo mi diedero a intendere che sarebbe stato oltremodo sconveniente se l’interlocutore avesse sentito la mia voce, così tacqui. Le indicai il divano su cui avrebbe potuto sedersi, ma preferì chinarsi poggiando i gomiti sullo schienale, raggiungendolo dalla parte posteriore, non essendo esso attaccato al muro bensì posizionato al centro della stanza, spalle alla porta d’ingresso. Io, invece, mi sedetti sul pouf, che sta di fronte alla parte del divano su cui ci si può sedere. In questo modo, potevamo guardarci in faccia, e ci fissammo a lungo. Era arrivata un po’ in anticipo ed io ero in terribile ritardo. Indossavo ancora l’accappatoio. Notai che con maliziosa curiosità osservava le mie parti scoperte (scollatura, gambe, cosce, avambracci e collo), così le facilitai lievemente l’ispezione scoprendo un altro po’ le gambe, senza niente di scandaloso. Mi sorrise con scaltrezza e forse una puntina di sarcasmo. Accennai un giocoso spostamento dell’accappatoio e lei ebbe come un sussulto, dato dal desiderio di dare una sbirciata. Allora la accontentai, mostrandomi, e accarezzandomi fino a farlo venire duro. Al che, coprì il microfono del telefono e bisbigliò “Allora era proprio il tuo quello in foto…”. La vedevo aguzzare la vista e deglutire bramosa: stava dando di matto! DALLA VISTA AL TATTO Mi alzai lentamente, le andai dietro e con dolce fermezza le massaggiai il seno. Portò sensualmente indietro la testa, poggiando la sua guancia sulla mia. Da questo momento in poi ebbi modo di sentire distintamente le parole dell’interlocutore. Era una voce maschile, aveva un tono abbastanza irritato e distaccato. Lei, intanto, faceva dei movimenti sempre più sinuosi e con molta naturalezza allargò sensibilmente le gambe. Così, iniziai ad accarezzarle l’interno-coscia, senza arrivare alle zone intime, e questo le fecce aumentare esponenzialmente il desiderio, tant’è che fu lei a piegare di botto le ginocchia così d’abbassare il proprio baricentro finendo con le sue calde e morbide labbra sulla mia mano, che fino a quel momento aveva percorso le sue forme con molta discrezione. Non ci fu bisogno di sollevare la minigonna per arrivare comodamente a massaggiare anche il perineo, l’ano e i glutei. La sua voce tremava quando stimolavo certi punti, così cercai i farlo nei momenti in cui stava parlando lui e lei poteva godersi in silenzio le mie attenzioni manuali. DAL TATTO AL GUSTO Le spostai il perizoma, facendole sentire la mia lingua su ogni millimetro della propria intimità. Pur riuscendo egregiamente a contenersi, capitava che le sfuggisse qualche gemito, ma riuscì sempre ad anticiparlo tappando il microfono. Mi armai di preservativo e glielo infilai dolcemente. Questo la indusse a tagliare corto al telefono, un po’ per il terrore di farsi beccare, un po’ perché non vedeva l’ora di lasciarsi andare selvaggiamente. Terminata la chiamata, aumentai il ritmo, continuando a sbatterla a 90°, coi gomiti sullo schienale. Dopo circa 10 minuti, la esortai ad accomodarsi sul divano, seduta. Dopo averle sfilato l'intimo, le piegai le ginocchia, spingendole fino a farle poggiare sulle sue spalle, tenendole poi ferme col mio peso. In quella stessa posizione, la pompai di brutto per almeno 20 minuti. Venne 2, forse 3 volte. Le posi una mano dietro al collo, sollevandola verso me, per poi ruotarla, e farle assumere la posizione canina. Mentre perdurava la penetrazione vaginale, prese a masturbarsi sul clitoride con la mano destra, e sull’ano con la sinistra, infilandoci frequentemente un dito. Dopo il raggiungimento di un altro suo orgasmo, provai l’anal, ma mi disse che in quella posizione le faceva male. Assumemmo di nuovo quella precedente, ma procedetti comunque molto piano. Quando sentii sufficiente rilassamento delle pareti, aumentai il ritmo, e raggiungemmo entrambi un elevatissimo grado d’eccitazione. Provava un grande piacere anche per la stimolazione anale. Percependo lei l’imminenza della mia eiaculazione, disse di avere molta sete e m’intimò di farla bere. Issandomi, levai brutalmente il preservativo, lei s’inginocchiò ai miei piedi e lo prese voracemente in bocca, pensando che fosse il momento di gustare la mia dolce crema. Dopo qualche minuto, notando che ero un po' anestetizzato dall’intensa attività appena svolta, la invitai a leccarmi lo scroto mentre mi masturbavo. Ne fu lieta, e non si limitò a quello: la sua lingua raggiunse anche il mio perineo e infine l’ano, e ci si soffermò a lungo! Di lì a poco, le sparai una mitragliata in gola che non dimenticherà molto facilmente. Ero supercarico: sarà stato mezzo litro, ma non ne vidi nemmeno una goccia! CENA E DOPOCENA Ci rilassammo per qualche minuto, lei s’addormentò, così andai in cucina a ultimare ciò che avevo lasciato in sospeso prima del suo arrivo. Dopo una mezzora la cena era pronta. Posai piatti e vassoi su un tavolino basso antistante al divano, le accarezzai i capelli sussurrandole se le andasse di mangiare qualcosa. Così cenammo a sazietà per riacquistare un po’ di forze. Dopo cena mi chiese se fumassi. Risposi "Non sigarette...". Ribatté "Di quelle non ne ho!". Conclusi, retoricamente "Bene, apparecchio io?". Questa volta ci stendemmo sul lettone. La ganja offertami dalla mia nuova deliziosa e tutt'ora carissima amica era davvero ottima... e nel frattempo, quasi senza rendercene conto, ci ritrovammo in un indiavolato cannabis 69 che non finiva più. E a seguire: ogni posizione immaginabile! Non contenti, invitammo un dildo a unirsi a noi. Uno di quelli con ventosa. Lo fissammo sulla spalliera del letto, così lei poté scoparselo a pecora di santa ragione mentre mi spampinava. Dopo un lasso di tempo indefinibile, a causa delle alterazioni spazio-temporali del THC, mi alzai per farmi spazio fra lei e la spalliera, in modo da infilargliela nel culo. Intanto, continuava a sbattersi anche il dildo, e con questa doppia penetrazione perse letteralmente il senno: pronunciò frasi sconvolgenti, e non sempre di senso compiuto! Quando mi accorsi che stava per venire, le andai davanti al viso per sborrarle in bocca, in modo da raggiungere simultaneamente l’apice del piacere. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Erotismocurioso | Invia un messaggio |
Postato in data: | 06/03/2023 21:54:17 | |
Giudizio personale: |
bello anche se veramente inverosimile |
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Autore: | Firenight70 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 18/11/2015 09:17:25 | |
Giudizio personale: | Le spari un po di cazzate | |
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