i racconti erotici di desiderya

Emma


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Emma mi investì con la sua piena...Tra noi furono subito fiumi di parole, senza voce, scritte a quattro mani con inchiostro nero come il mistero, rosso di desiderio. Gli stessi colori della pagina amica in cui confluivano. Mano a mano la nostra corrispondenza divenne spasmodica. Io anticipavo le sue parole , lei imparò a rubarmi i pensieri..Ed io non potei pensare che a lei: alla sua spavalda e sensuale ironia, alle sue domande inconsuete, alla risata impertinente che me la rendeva paurosamente desiderabile.



Bellissima, di una bellezza infantile e peccaminosa.







Ci vedemmo alla festa nella villa in collina. La riconobbi subito. I capelli neri raccolti in uno chignon, il tubino nero ed un sottile filo di perle mi rimandarono l'immagine di un' Audrey Hepburn rediviva.



Avvicinandomi tentai un ciao, strozzato e senza ricevuta di ritorno. Un sorriso le illuminò il viso mentre in silenzio mi prendeva la mano e mi trascinava nell'oscurità oltre la folla senza volto dei presenti...una parola avrebbe solo sottratto.







Ci abbracciamo , respirando la stessa aria, con la furia di chi ha consumato il tempo nell'attesa. Le presi i capelli, tirandole decisamente indietro la testa mentre la mano e la bocca cercavano il suo collo ed il seno, piccolo e sodo, venato di blu come marmo pregiato. Ne feci bocconi ingordi quando le sue mani aprirono i miei pantaloni. Fu un attimo far salire il suo tubino ed entrarle dentro con l'arroganza del padrone che non chiede .







Un ansito ci colse all'unisono... fermammo il tempo e ci conoscemmo. Io conobbi lei e me stesso, perchè capii che fino ad allora non m'ero mai saputo. E lei conobbe me e se stessa, perchè pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così tanto.



In un ritmo crescente, ad ogni colpo in lei spingevo fuori la sua storia prima di me...i dolori celati , le gioie negate, vittorie, sconfitte, tutti gli uomini che l'avevano amata...e lei a bocca aperta mi interrogava muta e stupita...



"Io, solo Io" e "Mia,solo Mia" ; rispondevo con l'estasi della passione..per quei minuti che valsero mille anni di solitudine.







Rimanemmo avvinghiati in attesa dell'autunno dei sensi, in un estate che parve non finire mai.







La tempesta pian piano passò e rimanemmo a guardare il cielo stellato in pensosa riflessione...Già attaccavo i cavalli al domani. Mi voltai verso di lei due secondi dopo mezzanotte...ed era sparita. In lontananza mi parve vedere una carrozza trainata da topolini bianchi. Di lei rimaneva in terra polvere di stelle...i resti di un sogno più vero di me.


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Giuliocarrera Invia un messaggio
Postato in data: 16/04/2010 18:22:15
Giudizio personale:
grande sensibilita\' e proprieta\'letteraria ..COMPLIMENTI!!!


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