i racconti erotici di desiderya |
Elena & fabio - 1^ parte |
Il loro incontro era avvenuto per puro caso online in una chat. Non lo sapevano, almeno inizialmente, ma si erano già incontrati in passato e si sarebbero rivisti in futuro, ma senza mai sapere l’uno dei pensieri reconditi e dei desideri più intimi dell’altra e viceversa. Erano infatti lontani parenti. Non di quelli che si incontrano quasi tutte le domeniche; di quelli da matrimoni e funerali. Alcune cose in comune: entrambi sposati da oltre 15 anni, una vita di coppia all’inizio piacevole, poi forse il lavoro, i figli, la monotonia oppure il non essere entrato in sintonia perfetta col partner circa le proprie ambizioni e desideri, anche erotici. Sì perché per entrambi l’aspetto erotico della vita di coppia, a loro modo di vedere era molto importante ed altrettanto lasciava a desiderare.
Lei, Elena, splendida 40enne, aveva lasciato il lavoro per accudire i figli e dedicarsi totalmente alla vita di famiglia con amore, era sposata con Luca, industriale 45enne. Insieme da una vita, prima un lungo fidanzamento poi il salto al matrimonio secondo i canoni moderni : una bella casa già pronta, un marito gran lavoratore e che guadagnava bene. Insomma tutto ciò che sua madre avrebbe sperato potesse trovare. I primi anni bene, poi però l’abitudine si era portata via le emozioni, quasi come l’acqua del fiume porta via i detriti, accumulandoli da un’altra parte. Ma accumula oggi accumula domani, Elena si sentiva sempre più insoddisfatta ed aveva iniziato a sfruttare le nuove tecnologie, internet e cellulari per provare nuove emozioni od almeno provare a trovarle. Lui, Fabio, 45anni, sposato con Ramona, due figli pure loro e quasi dieci anni passati in armonia. Poi però erano affiorati in lui desideri trasgressivi che lei faticava a recepire e soprattutto ad accettare. Pudica e quasi frigida lei, come ardente e quasi spregiudicato lui. Se per Fabio la fantasia poteva essere la chiave di volta per rinnovare un rapporto ormai stanco, per Ramona esisteva solo lo stesso rapporto negli stessi luoghi e dove al massimo lei poteva proporsi minimamente in parte attiva. Insomma, prima si inizia (se proprio si deve..) prima si finisce. Se nei primi anni aveva anche osato giocare (ma sempre e solo con lui) da anni il sesso era solo un dovere coniugale. Anche andare dallo psicologo non era servito, non collaborando con lo strizzacervelli. Fabio ed Elena si trovarono in chat una prima volta il 20 luglio; lui la contattò,”perché sei qui, di dove , cosa cerchi?” insomma le solite domande stereotipate che una donna si sente porre in chat e che accetta più per cortesia ed educazione anche se pensa “uffa che pizza” mentre risponde. Però non erano distanti, 10/12 km di distanza tra due che si trovano in chat sono già un buon viatico per reincontrarsi, avendo a che fare spesso con persone distanti 100 e passa kilometri. Perché se trovare uno della stessa città è una jella nera, in quanto da mettere subito nella lista IGNORA essendo troppo pericoloso anche se maledettamente comodo; ma scomodo quando la storia finirà, potendosi spesso reincontrare in giro, magari in compagnia dei propri partners. Fabio cercava una donna già impegnata, meglio ancora se sposata e con figli, in modo che se scattasse l’amore, più per i figli che per il partner, sarebbe restata ugualmente con la famiglia. E altrettanto dicasi per luì. I figli, loro, non devono soffrire e per far ciò non deve essere scoperto il rapporto clandestino… La voleva carina, conscia della sua fisicità, di essere attraente e di saper sfruttare questo suo appeal, ma senza “tirarsela”; una donna raffinata, ma non snob o con la puzza sotto il naso. Affascinante, con charme, che apprezzasse il lato erotico della vita e fosse amante della bella lingerie e di tutti i piaceri della vita senza preclusione alcuna per qualsiasi cosa nel rapporto uomo-donna-amanti. Lei era tutte queste cose, almeno questo appariva dai primi colloqui in chat. Elena cercava un uomo che la riempisse di attenzioni, che le desse quelle emozioni che non suscitava più in lei Luca. Oh sì Luca era un bell’uomo, industriale e pieno di cura per i due figli, ma il lavoro era importante e ad esso dedicava le maggiori attenzioni. Non trascurava il piacere sessuale, ma la fantasia, quella non c’era. Forse era un dono di natura chissà; c’è chi nasce con le gambe lunghe come due leve e corre i 100 mt in 10 secondi e c’è chi ha le gambe normali e ne impiega 13 di secondi; non gliene si può fare una colpa, però non si può sempre chiedere a chi va più forte di adeguarsi ai ritmi dei più lenti. O a chi ha sempre fame, ma non ingrassa, di mangiare poco come il vicino di tavola. Insomma Elena si sentiva incompleta. Pur non essendo altissima non era certo la donna che passa inosservata; magra, due belle gambe, una seconda di seno proporzionata al busto, capelli corti e un bel viso ornato da una bella bocca sensuale e sempre sorridente le donavano quel certo non so che che faceva sì che l’uomo che la incontrava si voltasse a guardarla e facendo ciò non poteva non notare che anche dietro, la ancor giovane donna aveva tutte le carte in regola per far impazzire gli uomini. Dopo le prime presentazioni in rete e i successivi incontri in chat dei giorni seguenti scoprirono pian piano le affinità emergenti. Votati alla massima segretezza, ma al contempo desiderosi di colmare il grosso vuoto che opprimeva il loro essere cioè quei detriti portati dal fiume, lentamente, tutti i giorni, fino a costituire una diga quasi insormontabile: l’EROS. Avevano il sesso, ma non l’eros e si rendevano conto di ciò. Ora però avevano probabilmente trovato il medico in grado di propinare ad ognuno di loro… la cura giusta. Decisero di incontrarsi la prima volta in un bar per bere qualcosa e per una prima iniziale conoscenza. Avvenne alle 17,00 di un giorno lavorativo, lui uscito dall’ufficio anzitempo, lei lasciati i figli alla baby-sytter come quando , settimanalmente doveva andare a far spesa. Appena lei arrivò nel parcheggio, Fabio entrò nel bar ed Elena lo raggiunse, bella, leggiadra, una gonna ampia, scarpe con il tacco, semplicemente elegante senza voler strafare, non era il caso aveva pensato; lui in divisa da lavoro, la solita giacca e cravatta. Un caffè assieme, seduti a un tavolino e Fabio incantato dal suo sorriso oltre che dalle fattezze fisiche di Elena e di cui non si ricordava così bene. Lei invece attratta dal fatto di aver fatto centro nel cuore di lui; lo aveva capito dal primo sguardo che lui le aveva lanciato e lo capiva da come Fabio la stava mangiando con gli occhi. Ebbero così la conferma che finalmente le ricerche su internet, chat , blog, forum etc, dopo tanti sfortunati tentativi, avevano rivelato una loro utilità. Forse era proprio vero ciò che diceva il proverbio :”Chi la dura la vince” Uscirono poi dal locale non volendo dare troppo nell’occhio e non avendo lei troppo tempo a disposizione. Fabio l’accompagnò alla sua auto posteggiata dietro al bar, coperta da una siepe e appena arrivati in un punto non in vista, le cinse il fianco con la mano ed accostò la bocca alle labbra di lei baciandola con passione. Finalmente ! -pensò Elena-, allora non solo chiacchiere, la passione cova in quest’uomo e collaborò per un bacio degno di essere ricordato. Fabio accolse piacevolmente la collaborazione e chiese prima il bis e poi il tris ottenendolo. Si lasciarono con lei che salì e si allontanò sulla sua Punto rossa, guardando lui nello specchio retrovisore e sentendosi una donna nuova e con una rinnovata carica erotica che finalmente sarebbe stata apprezzata a dovere. Fabio risalì in auto e partì alla volta di casa, conservando ancora in bocca il sapore della lingua di lei e ripassando mentalmente i minuti appena trascorsi. I giorni passarono lentamente nell’attesa sempre più spasmodica dell’incontro che avrebbe permesso loro di spalancare le porte all’eros. Concordarono che avrebbe dovuto avvenire il 1° di agosto; tutto il personale dell’azienda ove lavorava lui sarebbe andato in ferie la sera del 31 luglio. Fabio aveva già annunciato che sarebbe venuto al lavoro anche la mattina del primo di agosto per sistemare alcune pratiche che languivano in ufficio da settimane. Andrea, il collega dell’ufficio accanto aggiunse che lo avrebbe imitato, per almeno due o tre ore. “Accidenti, sempre in mezzo ai c…ni” pensò Fabio , ma fece buon viso a cattiva sorte e contò sul pomeriggio. Aveva infatti detto a Elena che l’avrebbe contattata in chat per confermarle l’orario dell’incontro. Lei temeva un poco per il luogo dell’intrigo, ma d’altronde mica potevano andare in albergo con il rischio di incontrare un qualche conoscente o chissà chi. L’azienda di lui era appena fuori città e il vialetto non sarebbe stato frequentato il primo di agosto. Quella mattina Elena preparò i figli perché aveva già concordato con un’amica che li portasse in piscina insieme ai propri. Costumi, accappatoi e soldi per la merenda oltre ai panini già pronti alle 8,30. Un bacio e via. Luca se ne era già uscito da oltre un’ora e ora lei, dopo aver riassettato la casa si era distesa un attimo sul letto a pensare a ciò che sarebbe avvenuto o almeno sperava avvenisse con il suo amante…Amante che parolona… glielo avessero detto due anni fa…”sarai e avrai un ‘amante” avrebbe detto al suo interlocutore che era pazzo. Mai e poi mai ! E invece la vita ti prende, ti volta e ti rivolta. D’altronde non cercava solo sesso, cercava passione e amore, eros e adrenalina allo stato puro per sentirsi ancora viva, amata e desiderata, insomma una donna al 120% Così distesa sul letto e facendo lentamente scorrere la mano destra vicino al suo inguine si accorse che l’eccitazione prodotta da quei pensieri era facilmente riscontrabile anche fisicamente dai suoi umori che avevano fatto bagnare le mutandine. Piacevolmente stupita da ciò rifece pure il suo letto e preparò il pranzo poi uscì ad acquistare un completino da sfoggiare per l’occasione. Entrò in un negozio di intimò e dopo varie presentazioni scelse un perizoma nero accompagnato da un reggiseno a balconcino che faceva risaltare il suo bel seno ancora sodo e voglioso di attenzioni maschili. Se lo provò nel camerino e rimpianse solo il fatto che fosse luglio e non potesse accompagnarvi calze e reggicalze. Ma sarebbe venuto pure il momento per sfoderare certe armi che solo le donne sanno mettere in campo al momento giusto. Comprò pure qualcosa da mangiare per la serata e fece ritorno a casa giusto in tempo per accendere il pc e trovare la mail di Fabio che le annunciava di attenderla per le 15,00; avrebbe trovato il cancello aperto e avrebbe dovuto parcheggiare sul retro vicino alla sua auto per poi salire dalla porta di servizio. Così facendo anche se qualcuno fosse passato avrebbe pensato che in azienda non vi fosse alcuno. Preparato il pranzo per il marito, lo accolse come al solito con il sorriso che come al solito non venne ricambiato da un bacio ma dal solito “Sono tornato”. A tavola si parlò del più e del meno, ma Elena si sentiva leggermente in imbarazzo e cercava di parlare il meno possibile; sapeva che di lì a poco l’avrebbe tradito e almeno in parte si sentiva in colpa, da buona moglie; da donna sapeva però che aveva lanciato 10, 100, 1000 segnali d’insoddisfazione; segnali mai raccolti o mai valutati come si sarebbe dovuto. Luca se ne tornò al lavoro dopo il caffè ed Elena fu un razzo nel riassettare la cucina e farsi una doccia dove abbondò nel bagnoschiuma mentre la mente era già in un ufficio non molto distante. Sistemati i capelli (meno male che sono corti – pensò fra sé-) indossò quanto acquistato la mattina e davanti allo specchio ebbe la conferma dell’impressione ricevuta in mattinata in negozio. Ora aveva anche un bel tacco 10 cm e senza falsa modestia, pensò che avrebbe provocato un erezione anche in un ottantenne impotente. “Sì Elena, stai confezionando per Fabio proprio un bel pacchetto regalo che non si scorderà tanto facilmente … Speriamo sia altrettanto per me” si disse. Aggiunse una gonna blu sopra il ginocchio e dotata di un generoso spacco ed una camicetta quasi trasparente, blu con dei pois bianchi, sbottonata quel tanto da far risaltare il bel bancone di cui era dotata e che sarebbe certo stato apprezzato dal suo amante. Fabio era tutto elettrizzato ed aveva atteso senza cercare di darlo a vedere, che Andrea se ne andasse. Appena si furono salutati, egli attese che il collega fosse uscito con l’auto dal cancello per chiuderlo con il telecomando. Andò poi a posteggiare la sua auto sul retro dell’azienda in modo da nasconderla agli occhi indiscreti degli eventuali passanti. Tenne il telecomando del cancello sul tavolo in modo da utilizzarlo alle 14,55 per l’APRITI SESAMO alle porte del piacere, quando sarebbe arrivata Elena. Sperava in un incontro travolgente, ma soprattutto di piacere ad Elena almeno la metà di quanto lei piaceva a lui; e poi di fare una bella figura nei momenti cruciali. Elena arrivò puntualissima e varcò il cancello alle 15,00 esatte, mentre Fabio sbirciava da dietro le tende provvedendo subito a richiudere il cancello. L’attese poi nel suo ufficio seduto alla scrivania, facendo finta di lavorare mentre il suo cervello e non solo quello , erano in subbuglio. Ad Elena sarebbe bastato un minimo sguardo per percepire che era eccitato, eccome; lei salì le scale senza fretta, ma con il batticuore; timore, speranza, voglia erano sentimenti che si stavano accavallando nella sua mente con velocità vorticose. Arrivò sulla porta che recava scritto il cognome di Fabio e, anche se socchiusa, ritenne opportuno bussare; “Non si sa mai “pensò, anche se ci sarebbe rimasta male se ci fosse stata la presenza di una terza persona. “Avanti, vieni avanti Elena” esordì Fabio andandole incontro e fermandosi quando se la trovò davanti ad un metro di distanza. “Sei una visione celestiale Elena” continuò e le prese una mano portandosela alla bocca per baciarne la punta delle dita. Lei sfoderò un sorriso di compiacimento dimostrando di aver gradito l’apprezzamento; si diede poi una rapida occhiata in giro come a volersi sincerare che ci fossero realmente solo loro per poi fissarlo dritto negli occhi e cogliere in Fabio la grande voglia che aveva di lei. Già solo questo la eccitava terribilmente; Fabio non poteva certo definirsi un macho, di quelli tutto muscoli e senza un filo di grasso. Anzi pur essendo stato in gioventù parecchio più magro, quasi fin troppo, ora, a 45 anni aveva certo accumulato qualche kilo più del necessario pur senza figurare nel gruppo dei grassi. Pur con i capelli brizzolati, riusciva ancora a dimostrare qualche anno di meno, probabilmente grazie a quel voler essere ancora birichino e giocoso anche in certi lati della vita. Elena indietreggiò di qualche passo ed il suo complice ne approfittò per spostarla contro la porta fino a fargliela chiuderla con le spalle e ad abbracciarla baciandola con passione sempre tenendola fra sé e l’uscio. Gli occhi di Fabio, quegli occhi in cui Elena aveva sempre sognato di specchiarcisi dentro e che non aveva mai trovato, né in suo marito, né in altri uomini. Occhi che parlano, che esprimono apprezzamento, dolcezza, desiderio, passione, amore. Ora era lì, immersa in quegli occhi, tra le sue braccia e lo stava baciando. La sua lingua accarezzava quella di Fabio, con una dolcezza e una passionalità per lei inspiegabile a parole e lui restituiva il bacio con estremo ardore. Elena si scioglieva come neve al sole ed entrambe le sue mani cominciarono a scorrere sulle spalle di lui,sul collo,salendo poi tra i suoi morbidi capelli. Anche Fabio non riusciva a tenere le mani, quelle belle mani lisce e morbide, ferme; scivolavano lungo la schiena di lei, indugiando poi su quella meravigliosa curva che sta tra la vita e i fianchi di Elena. I baci cominciarono a diventare sempre più famelici, il desiderio aumentava in maniera esponenziale finche Fabio sentì una gamba di lei strusciarsi lungo un suo fianco. Allora si immaginò la gamba di lei che tirava lo spacco della gonna, ormai alzata e mise una mano sulla coscia, come per reggerla, facendo emettere un sospiro di piacere ad Elena. Lei, in quella posizione, sentiva l’eccitazione di lui premerle sul bassoventre, eccitandosi a sua volta “Toccami…” esordì lei, con la voce ormai roca dal desiderio. Lui salì, con una mano, lungo la coscia di lei fino ad arrivare a quel piccolo lembo di perizoma, troppo facile da scostare. Le sue dita si insinuarono in quel caldo, palpitante, turgido e bagnato luogo segreto e lei, al tocco esperto di lui, mugolò dal piacere intenso. I baci continuavano, le lingue si leccavano, duellavano, si accarezzavano, finche lei si scostò un attimo, guardò negli occhi Fabio e con movimenti decisi, ansimando, slacciò la cintura e i pantaloni di lui; poi, con molta lentezza nei movimenti calò i pantaloni a terra e guardò quei boxer, ormai troppo stretti per l’eccitazione di Fabio. Liberò il sesso di lui, ergendosi altero. Fabio non esitò e si chinò davanti a lei, per primo. Lei, ancora in piedi, spiazzata, sentì le mani di lui che percorrevano le sue gambe, risalivano sulle cosce fino ad arrivare a prendere l’elastico del perizoma, tirandolo giù fino alle caviglie. A lei bastò alzare un piede, poi l’altro, per ritrovarsi libera di aprire finalmente le gambe, di alzarne una e di appoggiarla sulla spalla di lui. La lingua di Fabio trovò subito la strada che portava al piacere, insinuandosi prima tra le grandi labbra, dopo in quelle piccole, dolci e turgide, per poi tornare su, indugiando su quel bottoncino che faceva impazzire di piacere Elena; infatti ansimava, accarezzava la testa di Fabio e la premeva leggermente verso di lei, per sentirlo completamente. Un grido lungo le uscì dalla gola, pieno di piacere, segno di un orgasmo liberatorio, cercato da tanto tempo e finalmente trovato. Aspettò un attimo che il suo respiro si regolarizzasse, poi prese una mano di Fabio e lo accompagnò nella sua comoda poltrona di pelle. Lei si mise davanti a lui, gli slacciò piano la camicia, baciandolo sul petto, ad ogni bottone slacciato, fino ad arrivare all’ultimo. Gli s’inginocchiò poi davanti e prese il suo sesso tra le mani, movendolo lentamen-te. La sua lingua si posò sul glande caldo ed eccitato e lo percorse lentamente, con movimenti circolari, prendendolo poi stretto fra le labbra, leggermente e indugiando con la punta della lingua, prima sul frenulo, poi all’apice. La bocca di lei voleva esplorarlo tutto,quindi scese con la lingua fino ai testicoli, prendendoli tra le labbra, uno dopo l’altro e facendovi passare tra i due la lingua per poi risalire su, sempre più su, fino a tornare in cima. Lì, la bocca sensuale di lei si schiuse per far entrare completamente il sesso di lui. Lo tenne in bocca alcuni istanti; così, fermo, senza però mai smettere di muovere la lingua. Dunque cominciò a succhiarlo con avidità, aiutandosi anche con le mani. Sapeva che di lì a poco Fabio non avrebbe resistito… Infatti Fabio prese in mano la situazione. “Mettiti sulla scrivania a quattro zampe”,disse, senza giri di parole. Elena si sentì maledettamente eccitata da quell’ordine fermo. “Prendimi”, rispose, guardandolo con occhi da tigre famelica. Lui si alzò in piedi e le alzò la gonna, da dietro. Gli si presentò uno spettacolo mozzafiato: impossibile non tuffarsi dentro e banchettare tra le gambe di quella donna. “Non ora; prima ti voglio gustare come dico io”. La leccò, la mangiò tutta, entrò con dita e lingua in ogni pertugio, facendola contorcere, inarcare e gridare dall’orgasmo che le stava procurando, fin quasi a sfinirla. “Ora puoi scendere ed appoggiarti alla scrivania”. Lei obbedì. Si appoggiò con gli avambracci al grande tavolo e lui la guardò. Quanto le piaceva! “Ora ti faccio mia”. “Voglio essere tua,completamente tua. Prendimi!” Lui le fece appoggiare un ginocchio sulla poltrona in modo che Elena riuscisse ad aprire bene le gambe e la penetrò piano , come piaceva ad entrambi, sentendola schiudere al passaggio del suo sesso; poi più forte, sempre più forte fino a che lei arrivò ad un altro meraviglioso orgasmo finale, tra grida e parole dette fra i denti. Dopo un attimo, ecco il piacere più grande, per lei…una contrazione del pene di lui, un gemito del suo uomo, l’orgasmo di lui…dentro di lei…con lei…per lei… “Sei fantastica Elena! Tu mi fai impazzire!” Aggiunse Fabio mettendosi a sedere sulla poltrona in pelle, ma mantenendosi dentro Elena e tenendola sollevata in quel brevissimo movimento. Così, con la visione della schiena di lei che continuava a nutrire di piccoli e dolcissimi baci, con una mano le cingeva i fianchi affinché restasse in quella posizione e con l’altra , la destra, le accarezzava i capelli per poi girarle il capo verso di sé e baciarla languidamente. Si guardarono poi negli occhi per alcuni secondi lanciandosi messaggi subliminali che non si sarebbero potuti esprimere a parole. Elena si alzò poi per andare in bagno dopo avere afferrato alcuni clineex dalla scrivania di Fabio per non lasciar sul pavimento tracce del piacere di lui. Fabio la raggiunse alla toilette e nel ricomporsi continuarono il sottile gioco di sguardi, maliziosi ed ammiccanti, quasi con la paura di rompere quel magico incantesimo con una parola fuori posto. Una volta ripreso lo stesso aspetto ordinato che avevano all’inizio dell’incontro, si salutarono con un bacio languido che significava “a presto, ma mi mancherai!”. Un ultimo sguardo sfuggente e si lasciarono; Fabio intento a riordinare la scrivania ed Elena a pigiare sull’acceleratore per rientrare in orario per accogliere i bambini di ritorno dalla piscina. Arrivò giusto in tempo per ascoltare quanto erano stati bravi i bambini che avevano giocato tutto il tempo. Avevano pure già fatto merenda e quindi erano a posto. Ringraziò l’amica e appena chiusa la porta di casa corse in camera da letto a cambiarsi; pur essendo abituata a vestirsi in modo elegante, oggi aveva aggiunto un tocco di charme in più al proprio abbigliamento e se Luca fosse tornato e l’avesse vista così ed avesse poi notato l’intimo, si sarebbe senz’altro insospettito. Ecco quindi riposto nel cassetto il completino che Fabio aveva dimostrato di apprezzare; l’avrebbe indossato l’indomani mattina davanti a Luca e così alla sera avrebbe potuto metterlo in lavatrice, pronto per un eventuale nuovo utilizzo con Fabio… Nel frattempo Fabio, dopo aver riordinato le scartoffie se ne era uscito dopo avere inserito il codice d’allarme ed aver richiuso il cancello automatico con il telecomando che aveva in dotazione da qualche tempo. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Carino6423 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 11/03/2008 18:01:06 | |
Giudizio personale: | molto ben scritto, erotico e molto eccitante. | |
|