i racconti erotici di desiderya |
Diventare una geisha |
E’ parecchio che non racconto qualche mia avventura e, se devo essere, sincera ne ho avute tante in questo periodo. Forse perché le cerco e lo faccio pure capire oppure perché mi si legge in viso la voglia che trasmetto sia a donne che uomini. Come al solito mi trovo in giro per le strade di Roma e la curiosità di sbirciare tra i negozi, specialmente quelli di intimo femminile oppure nei negozi dei cinesi, è sempre alta. Nei negozi dei cinesi trovo sempre parrucche o abitini femminili da provare e a prezzi accessibili a tutti e poi non sono sempre interessati a quello che fai e sei libera di girare senza problemi. Io ero già con un completino intimo addosso: un perizoma bianco che esaltava le mie natiche rotonde, delle calze velate bianche e una guepiere con laccetti che sostenevano le calze. Per comodità il tutto sotto una tuta per cui molto facilmente da togliere e provare nuovi abitini. Girando per i corridoi iniziai a scegliere vestiti tipo maglioncini che arrivano fino alle ginocchia a mo’ di gonna da indossare a casa e rimanere comunque in lingerie. Ne scelsi un paio di diverso colore: uno sul grigio e l’altro colorato e mi avviai verso il camerino per provarli. Mentre li indossavo non mi accorsi che la tendina era un po’ spostata ( forse lo faccio apposta per far sbirciare da fuori perché la cosa mi eccita ) e una donna cinese che stava sistemando altri indumenti iniziava a curiosare e a sorridere. Senza che io avessi detto nulla, lei aprì la tendina e iniziò ad aiutarmi e a parlare con un italiano non tanto comprensibile toccandomi da tutte le parti. Io rimasi dapprima stupito ma poi iniziai a chiedere consigli se mi stava bene o meno. Lei con tranquillità mi rispondeva che ero una troietta davvero carina e che mi avrebbe portato tutto l’occorrente per truccarmi. Dopo un po’ si presentava con il materiale e inizia a truccarmi molto pesantemente fino a farmi diventare in viso veramente una troia in calore e mi fornisce degli stivali con tacco altissimo. “tu ola venile con me da altla palte di negozio; ti plesento mie donne e puoi stale con lolo” con un italiano da strappare dei sorrisi. E prendendomi per mano mi conduce per un corridoio lunghissimo in un altro ambiente del negozio. Mi ritrovo in una sala piena di odori profumati mista a fumo e mi viene difficile guardare oltre; mi sentivo però eccitata da quella situazione strana e misteriosa allo stesso tempo. Cammino avanti e lei inizia a chiamare ad alta voce battendo le mani per richiamare l’attenzione. In pochi secondi si fanno avanti altre tre donne vestite con un camice velato bianco e trasparente che mostravano le loro nudità femminili: un pube ben rasato e dei seni piccoli ma irti e la pelle molto bianca; capelli a caschetto neri e truccate pure loro pesantemente. Li capì che mi trovavo in un luogo dove si poteva scegliere la donna e appartarsi nei vari camerini per farsi massaggiare o andare oltre e fare sesso con persone di alto rango. Loro erano donne al servizio di uomini o donne che volevano avere amplessi particolari con donne cinesi istruite in quella meravigliosa arte che è quella della Geisha o come si dice da noi della troia. Mi presero per mano e mi condussero in una stanza con lettino cosparso di petali di rose e profumo di incenso e mi fecero sdraiare ma prima togliendomi il vestitino; iniziarono a massaggiarmi su tutto il corpo con i loro corpi e mani e piedi e qualcuna, più audace, iniziò a saggiare il mio buchetto. Le sensazioni che provavo erano indescrivibili e l’eccitazione era ormai al culmine e iniziavo a bagnarmi di brutto e il presperma colava sulle mie cosce bagnandomi tutta. Ad un tratto due di loro mi allargano le gambe e la terza inizia a leccare prima il mio cazzo rivolto all’indietro e schiacciato dal mio peso per poi passare con la lingua sulle natiche e dopo soffermandosi sul mio sfintere introducendo a colpetti la lingua dentro di me. Iniziai a gemere e ad aprire sempre di più il culetto sollevandolo in aria per facilitare l’ingresso di quella lingua sublime. Dopo molti minuti oltre la lingua inizio a sentite qualcosa di duro e caldo: Tra il fumo e lo stordimento di quelle sensazioni non mi ero accorto che era entrato un omone di grandi dimensioni. Si trattava di una specie di guerriero cinese lottatore e io ero la preda preparata per il suo godimento. Pensavo comunque che i cinesi ce l’hanno minuscolo e quindi non mi preoccupai più di tanto dato che ero abituato a calibri di certe dimensioni, ma dopo alcune spinte iniziali sentì che aveva qualcosa di grosso e il suo cazzo era asinino. Iniziai a provare un certo dolore dato che lo sfintere si stava allargando a dismisura e faceva fatica ad entrare nonostante le donne mi avevano lubrificato per bene anche con unguenti. Sentì un colpo forte che mi aprì il culo e gridai per farlo smettere. Ma le donne mi tenevano stretta e rilassai i muscoli per farlo entrare dentro di me. Aveva un cazzo enorme, ed era come se mi stesse entrando un pugno sullo stomaco ma dal culetto. Mi sentivo impalata da suo cazzo e dal suo peso che premeva sulla schiena e rovistava dentro di me con movimenti lunghi e profondi. Mi aveva aperta e spaccato il culo e con movimenti lunghi e profondi arrivava fino allo stomaco facendomi male ma nello stesso tempo provavo un piacere enorme. Ora avevo capito. Se avesse scopato quelle donne forse le avrebbe squartate e le loro fiche piccoline non sarebbero servite più a niente rendendole inutilizzabili. Io invece ero la preda da sacrificare e comunque sapevano che ero troia fino in fondo e mi sarebbe piaciuta e poi, un culetto aperto è sempre utilizzabile, anzi di più, sarebbe sempre utilizzabile e aperto a nuove esperienze. L’omone si muoveva velocemente dandomi scossoni su tutto il corpo e piacere dietro dentro di me e il chè mi faceva presagire che stesse venendo. Sentì un fiume caldo sull’intestino che mi riempiva riscaldandomi la pancia e iniziai a venire pure io su quel lettino afflosciandomi e sorridendo per il piacere provato. L’omone tirò fuori il suo cazzone lasciando aperta con il culo per aria e prima che quel liquido potesse fuoriuscire, una cinesina mi lasciò la gamba e si mise a leccare e a bere quel nettare caldo e succoso che iniziava a colarmi dappertutto. Mi baciava e leccava, inghiottiva e beveva mentre mi toccava il cazzo dal di sotto continuando ad eccitarmi di brutto. Ero estasiato e sorridevo per quel piacere provato e nello stesso tempo orgoglioso di quello che avevo fatto al contrario di quelle donne che non sarebbero riuscite a far godere il lottatore. Infatti mi trattavano con molto riguardo iniziando a pulirmi e a baciarmi dappertutto. Ero la loro regina ed eroina per averle, forse salvate da quell’essere con un cazzo mostruoso e asinino. Dopo un’oretta e passa di quell’amplesso venne di nuovo la cinese anziana e sorridendo mi disse che era orgogliosa di me e mi pregava di ritornare ogni fine settimana per calmare le voglie di quel lottatore. Ero diventata la sua Geisha. |