i racconti erotici di desiderya

Cose turche....1

Autore: ItalianGentleman71
Giudizio:
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Commenti: 3
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Mi ero da poco avvicinato ad internet, fino a quel momento non che fossi stato un santo ma certe cose pensavo esistessero solo nella fantasia, ignorando che a volte la realtà è più fantasiosa di ogni fantasia.



Un giorno navigando qua e la, mi imbattei in un sito web un pò particolare almeno per l'ItalianGentleman71 di quel periodo, trattavasi del più grande sito web internazionali per l'incontro tra persone ovunque sparse nel mondo, dalla cultura e quindi dalla fantasia diversa dalla mia che ero un normale ragazzo di provincia.



Così un pò per curiosità un pò per migliorare il mio inglese iniziai a mandare messaggi qua e la, chi mi chiedeva soldi, chi mi chiedeva viaggi, chi mi raccontava di tragedie familiari chi di corne coniugali, stavo quasi per alzare bandiera bianca, quando mi arrivò la risposta di una donna, turca, di cui non conoscevo nemmeno il volto che invece mi offriva, mi offriva di incontrarla a Milano, in un suo viaggio di lavoro.



Il viaggio si sarebbe tenuto un paio di mesi dopo il nostro primo contatto, ed allora iniziammo a chattare tutti i giorni, cercando di capire a che punto potesse arrivare il nostro feeling, e più scrivevamo più le nostre menti si attraevano, i nostri corpi no del resto erano lontanissimi e sconosciuti.



Per la verità anche lei mi era sconosciuta, mi diceva di essere una segretaria di un'azienda alimentare, in Italia per la ricerca di un vaccino, ed io le credetti al punto da fornirle molti contatti di lavoro, ma lei un giorno mi disse che desiderava un altro tipo di contatto, voleva che le organizzassi durante il viaggio qualche incontro con qualche bella coppia, li per li rimasi un pò perplesso, era la mia prima volta e non conoscevo per nulla tale mondo, ma non mi persi d'animo e mi misi alla ricerca di quanto dalla turca desiderato.



Così riempii il web di messaggi del tipo "Giovane coppia inesperta, incontrerebbe per amicizia ed altro, coppia culturalmente adeguata" per la verità i primi giorni furono una delusione immensa, singoli che offrivano di tutto di più, foto stomachevoli almeno per me che ero etero fino alla punta dei capelli, ma poi iniziarono ad arrivare anche belle email di persone apparentemente normali che ai centimetri del pene anteponevano i centimetri della materia grigia.



Ovviamente tale materia grigia richiedeva almeno una foto di entrambi perchè anche l'occhio vuole la sua parte, e così lei che fino a quel punto era restia a mandarmi una foto, sarà perchè era arrivato il momento sarà perchè non voleva perdersi tale conoscenze da me descritte interessantissime che si decise e mi inviò un paio di foto.



Aprendole rimasi sorpreso, da tanta grazia, da tanta eleganza da tanta classe, non perchè non gliela riconoscessi fino ad allora, ma perchè da provincialotto, pesnsavo che tanta fantasia erotica, tanta perversione, tanta libidine potesse celare una donna bella si ma con meno classe, ed invece fu allora che iniziai a credere in prima persona che le donne più eleganti sono più libidine hanno, più classe mostrano, più la loro fantasia erotica è sviluppata, e trattasi di complimento, un grande complimento almeno per me che mi conosco.



I giorni passavano, e l’incontro con la turca e con le cose turche si avvicinavano, lei continuava col dirmi di essere una segretaria, e mi chiese di trovarle un albergo economico in zona Duomo, io ingenuamente ma anche perchè la disponibilità me la riconosco, le inviai una decina di indirizzi da passare alla propria azienda per la prenotazione.



Mi misi in treno e dalla natia campania, lasciando il sole mi addentrai nella nebbia padana, per la verità le idee gia erano gia confuse per cui la nebbia dal finestrino del treno nemmeno la notai, ma come diceva Toto c’era ed anche abbondante. Nebbia o non nebbia mi ritrovai alla stazione centrale di Milano, di buon mattino, la chiamai e mi comunicò l’indirizzo dell’hotel.



Appena arrivai in prossimità dell’edificio, scorsi 2 bronzi di Riace sull’uscio dell’hotel, al che pensando alla segretaria ed alla richiesta e ricerca di un hotel economico, pensai tra me e me di aver sbagliato indirizzo, e così chiesi ai bronzi di Riace se quello era l’hotel tal dei tali, alla loro risposta affermativa mi avvicinai alla reception e chiesi se la turca era in camera, mi passarono il telefono e lei mi disse di salire che poi mi avrebbe spiegato tutto.



Chiesi il numero della camera e la receptionista mi svelò che trattavasi di una Suite, non sapevo se credere ai miei occhi o se chiedere una bacinella d’acqua fredda per svegliarmi, decisi di credere ai miei occhi e mi avviai verso la camera, bussai e lei in un elegantissimo pizzo nero da cui si scorgevano giunoniche tutte le pretuberanze mi apri e mi diede un bacio che ancora oggi a distanza di 5 anni ricordo, non perchè non ne avessi mai avuti ma perchè in tale contesto non mi era mai capitato di averli.



Non era la segretaria ma la figlia del titolare di una multinazionale alimentare, non era un hotel 3 stelle ma uno 5 stelle lusso, l’unica cosa che era rimasta tale e quale nella trasposizione dal mondo virtuale al mondo reale, era la sua allegria contagiosa, la sua classe e la sua eleganza, ma anche la sua libidine e la sua infinita fantasia erotica, visto che la seconda cosa che mi chiese fu dell’incontro con l’altra coppia.



L’altra coppia era milanese, lui avvocato, lei commercialista, lui cinquantenne, lei un paio di anni in meno, li chiamai al telefono e fissammo un’appuntamento per la sera stessa presso un locale del centro, e mi avviai verso il bagno per farmi una doccia, lasciando lei sul letto a guardare la TV.



Mentre l’acqua fredda mai desiderata come allora scendeva sul mio corpo, e mentre la schiuma lo copriva, tra tanto gelo, sentii un bollore, erano le sue mani, che bramose di desiderio avevano afferrato il mio pene ancora incredulo di tanta grazia, grazia che scostando la schiuma dalla cappella, se lo portò nella sua bocca bollente, subii uno shock termico nel passaggio dall’acqua gelida alla bocca bollente, che il pene si gonfiò come mai avvenuto prima, e più si gonfiava più la sua lingua mulinava sulla cappella, gia pronta per esplodere dopo pochi minuti.



Per evitare tale frettolosa venuta, ma soprattuttoper gustarmi più a lungo tale realtà che pochi secondi prima sembrava solo fantasia, tolsi il pene dalla sua bocca, e la sua lingua che mulinava la cappella con tanta avidità inizio a mulinare la mia lingua altrettanto avida di peccato.



Andammo avanti qualche minuto il tempo che la cappella ritornasse sulla terra, ritornasse alla razionalità dopo essere impazzita di piacere, poi lei seminuda si calò nella vasca, sedendosi sulle mie gambe, con la sua schiena profumata sul mio addome pregno di acqua, sudore, schiuma, bollore.



In quella posizione il pene e con esso la cappella, ritornò ad impazzire, andò alla ricerca della fighetta iperbagnata, e una volta trovata l’entrata lì rimase in un dolce sfregamento in cui l’acqua diventata bollente faceva da lubrificante, per rendere la danza più agevole, più piacevole.



La danza che aveva gia vissuto alcune soste forzate, alcuni sussulti da ottavo grado della scala Richter sia sussultori che ondulatori, stava per fermarsi definitivamente, ma lei si voltò e mi disse “guarda che oltre la fighetta c’è di più” e così tolse il pene gli diede una ulteriore umiditura, qualora tutta l’acqua ed il suo miele che sgorgava a fiumi facendo traboccare il liquido dalla vasca non bastasse, assunse la sua posizione preferita e si lasciò penetrare proprio lì dove l’accesso è vietato per molti ma non per tutti.



La cappella incredula di tanto ben di dio, iniziò il suo movimento ondulatorio per cercare di esplorare questo nuovo e sconosciuto paradiso terrestre, più si addentrava nei meandri più la proprietaria di tale eden godeva della visita di tanto gradito esploratore, e più la proprietaria godeva più all’esploratore sembrava di impazzire, ma la proprietaria conosceva bene il proprio giardino, al punto da comandare le danze non sbagliando un passo, era talmente avbile che nonostante ormai l’esploratore stesse per cedere, riuscì ad afferrare in tempo il pene a portarselo alla bocca ed a fare esplodere la cappella li dove da lei desiderato.



Bevve tutto quello che c’era da bere, e quelle poche gocce rimaste a galleggiare sull’acqua furono la meta dei suoi ultimi sospiri delle sue ultime movenze, ritornammo, in camera da letto, ci mettemmo a letto, abbracciati l’un l’altro nell’attesa della sera, della coppia, che vi racconterò nella prossima puntata....continua



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Coppia M&M Napoli Invia un messaggio
Postato in data: 01/05/2009 17:02:55
Giudizio personale:
bel racconto,bravo nel raccontare a tratti minuziosi ma anke riassuntivo al punto giusto complimenti! se nn fosse vero sembrerebbe 1 favola o 1 bel romanzo ciò m porta a deurreke sai farci molto bene quindi ancor di più nn vediamo l\'ora d incontrarti ed essere anke noi spunto x tuo nuovo racconto!!

Autore: Joseph62 Invia un messaggio
Postato in data: 18/11/2008 06:42:58
Giudizio personale:
molta fantasia ....... la descrizione lascia un pò a desiderare..........
puoi migliorare
in amicizia joseph

Autore: Carino6423 Invia un messaggio
Postato in data: 17/11/2008 17:58:04
Giudizio personale:
Molto eccitante e trascinante ..........


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