i racconti erotici di desiderya |
Cena e dopocena... |
Uff…! “e anche questa giornata di lavoro è finita!”, pensai mentre chiudevo lo sportello della macchina, mettendo in moto.
In effetti era stata una giornata piuttosto dura, fitta di appuntamenti, costellata di seccature. Per fortuna mi aspettava una bella cenetta, questa sera; e per dirla tutta, in cuor mio, speravo anche in qualcosa di più… Arrivai alla piccola villettina alle porte di Milano in perfetto orario: ventuno esatte. Parcheggiai appena fuori dal cancelletto, e citofonai. Vidi scostarsi la tendina della finestra all’ingresso, e pochi secondi dopo Elena mi aprì. Ero particolarmente eccitato all’idea di scoprire ogni dettaglio di questa serata da assaporare: come fosse vestita, cosa avesse cucinato per me, se aveva realmente intenzione di catturare la mia attenzione e di stuzzicarmi in qualche modo; volevo essere pronto a captare ogni segnale, ogni cedimento, ogni eventuale allusione a ciò che speravo saremmo finiti a fare nel lungo dopocena. Mi sentivo un po’ elettrizzato all’idea di scoprire e vivere tutta questa serata. Comunque quando varcai l’uscio, cercai di essere il più disinvolto possibile, così salutai Elena mentre mi toglievo il giubbotto e appoggiavo la borsa da lavoro sul pavimento all’ingresso. “Vieni, sono qui in cucina….!” Mi sentii chiamare. La sua voce era morbida e sensuale; e in una serata come questa avrei voluto sentirla miagolare anche in camera da letto…per ora però dovevamo ancora cenare! E la mia fantasia forse iniziava a correre troppo… Non volevo rovinare tutto con azioni avventate o frasi fuori tempo. Quindi mi guardai bene dal dire quello che pensavo ed entrai in cucina curioso di vederla: un 1 metro e 75 di femminilità ed erotismo, slanciata e dal profilo del corpo sinuoso e aggraziato. I capelli mori lisci le cascavano fin sotto le scapole, a coprire in parte la nudità della schiena generosamente esaltata da un vestitino davvero molto sexy, completamente rosso. Le gambe erano coperte appena fino a metà coscia e non potevo fare a meno di gustarmi le curve armoniosamente tornite e la superficie vellutata della sua pelle. Cercai di distogliere lo sguardo, per non rischiare di esagerare, ma non ci riuscivo. Lei quasi certamente lo aveva notato, ma fece finta di nulla, anche se certamente le faceva piacere. Non perdeva occasione per girare attorno al tavolo, mentre finiva di sistemare le ultime cose, passandomi provocatoriamente vicino, e mettendosi in pose evidentemente di favore, quando era girata sui fornelli. Capii che quella sera probabilmente avrei gradito senz’altro di più il dopo cena, nonostante la prelibatezza dei piatti che aveva cucinato ! Si sedette a tavola anche lei e la cena ebbe inizio. Parlammo di vari argomenti, trascorrendo una piacevole serata a base di ottima cucina, buon vino e conversazione frizzante e varia. Colsi qualche equivoca insinuazione sessuale dietro ad alcune battute e la cosa, seppure fosse – credo - semplicemente frutto della mia fantasia, fece crescere l’eccitazione in me iniziando a pervadere pensieri e gestualità. Dopo il dolce, iniziai a osservare in modo sfacciato la scollatura, che mostrava fin troppo abbondantemente un seno libero da costrizioni e perfettamente arrotondato. Lei lasciava che il mio sguardo la spogliasse, senza mostrare apparentemente alcuna reticenza. Anzi, quando si alzava per prendere qualcosa faceva ben in modo di chinarsi leggermente in avanti, mentre si metteva in piedi, appoggiandosi con una mano sul tavolo. Forse era quel po’ di alcool che avevo in circolo, forse era l’atmosfera di seduzione e intrigo che si era venuta a creare, ma bastò quella vista per sentire risvegliarsi il mio pene lì sotto, nelle mutande. Elena mi aveva mando ormai ben più di un segnale, pensai, e io iniziavo davvero ad avere voglia. Così presi l’iniziativa e decisi di cominciare il secondo tempo della serata: il tanto agognato dopocena ! Quando Elena mi ripassò davanti, allungai una mano per fermare il suo incedere sensuale e provocante esattamente davanti alla mia faccia. Le misi la mano sulla coscia, e lei in effetti si bloccò restando al gioco. Allora iniziai a risalire con la mano lungo tutta la coscia, lasciando che si insinuasse fin sotto il vestito, fin su fino al culo. Avevo la sua natica calda e soda che riempiva il palmo della mia mano, e sentivo l’uccello che iniziava a spingere fra i pantaloni. Elena mi guardò, sorrise, e si voltò del tutto mettendo il suo pube ancora coperto dal vestito a pochi centimetri dalla mia faccia. Con la mano sul culo, la tirai ancora più vicino, e con l’altra mano le sollevai il vestito fino a scoprirle la pancia oltre l’ombelico. Una pancia leggermente arrotondata, che invogliava a mordicchiarla e a palparla a piene mani. Iniziai a leccarla e la sentii fremere sotto lo scorrere della mia lingua. Gli slip bianchi iniziavano a bagnarsi e io non vedevo l’ora di affondarci la faccia fino a farla scomparire in mezzo alle sue gambe! Probabilmente anche lei, visto che mi prese la testa e me la spinse proprio lì in mezzo. Le abbassai gli slip e il suo pube totalmente rasato si trovava ora a pochi centimetri dalle mie labbra. Me lo godetti da vicino, con lo sguardo: mi eccitava in modo incredibile vedere le sue grandi labbra così gonfie e inumidite, il monte di venere rasato e invitante; sentire l’odore del suo sesso e lasciarsi conquistare, dolcemente, dall’irrefrenabile voglia di leccarla fino a farla urlare di piacere. Iniziai allora a leccarle accuratamente l’esterno delle grandi labbra, lasciando scivolare la lingua qualche volta anche sull’interno coscia… ormai aveva la fica allagata, e iniziava ad ansimare agitando il bacino sulla mia faccia. Presi allora a infilarle la lingua dentro, penetrandola con forza e lasciando che le mie labbra le massaggiassero contemporaneamente il clitoride. Elena aveva iniziato a miagolare… quella sua voce sensuale e stuzzicante, che emetteva gemeti di piacere era un vero concerto per intenditori, un’opera lirica da seguire e condurre come un grande direttore d’orchestra. E così ad ogni cambio di ritmo, o di intensità delle mie leccate, lei gemeva e sospirava in modo diverso. Non avrei più voluto staccarmi… e lei neppure, credo ! Sentivo che si stava avvicinando il suo orgasmo, sentivo le chiappe irrigidirsi e la fica contrarsi in modo sempre più spasmodico… allora presi a massaggiarle l’ano con le dita, stuzzicandolo in modo sempre più invadente. Ad un certo punto aveva il mio dito medio nel culo e la mia lingua nella fica che la massaggiavano entrambi. Non si contenne più e iniziò a girdare di piacere… “Ooooh! Ooooooh! Siiii……. Scopami con la lingua così…. Siiii….!” Io avevo il cazzo che ormai era duro oltre il suo limite di sopportazione, lo sentivo spingere nei pantaloni quasi fino a farmi male, ma ora ero tutto concentrato su di lei e sul suo godimento… così insistetti con la lingua e con il dito, fino a che Elena non venne in un grandioso orgasmo liberatorio. Gridò così forte che credevo quasi che nella villetta di fronte potessero sentirla. E la cosa, tra l’altro, non mi avrebbe fatto neppure dispiacere ! Che lo sapessero tutti che stavamo godendo !! Poi Elena si chinò su di me, mi slacciò i pantaloni ed iniziò a spompinarmi con passione e voracità. Lo ingoiò quasi tutto, fino a spingerlo in gola. Sentii il calore della sua bocca pervadere il mio cazzo lungo tutta l’asta. Avevo la cappella ormai sensibilissima… e l’eccitazione si era totalmente impadronita del mio corpo e della mia mente. Iniziai ad ansimare, mentre Elena mi pompava sempre più velocemente: “Sì.. cazzo… sì… succhialo tutto, dai che ti piace… dai che non aspettavi altro da quando sono entrato!” … mi eccitava dire tutto quello che mi passava per la testa: “Succhialo ancora… dimmi che sei la mia troia !! dimmi che ti piace e ne vuoi ancora !”. Elena succhiava davvero come una maestra del pompino, e alle mie parole si sollevò lasciando scivolare per un attimo il pene di bocca e me lo disse, decisa e con tono arrapato: “Sì, Stefano…sono la tua troia e mi piace il tuo cazzo ! voglio il tuo cazzo dappertutto… sono eccitata come una troia in calore… voglio il tuo sperma addosso… schizzami tutta….!” A queste parole la mia eccitazione travalicò il limite della sopportazione e sentii il pene tirare a tutta forza, come un vulcano in eruzione venni copiosamente su di lei, mentre chinata fra le mie ginocchia leccava la cappella massaggiando il pene con la mano: aveva la faccia inondata e non perdeva l’occasione di leccare tutto quello che le colava vicino alle labbra. Andammo poi in camera da letto, giocando anche con i suoi giocattoli preferiti. La scopai a gambe aperte mentre si masturbava il clitoride con un vibratore a pallina, le leccai l’ano mentre la penetravo con il dildo nella fica, ci filmò mentre ci masturbavamo a vicenda…. Passammo la notte a scopare fino ad essere esausti. Elena venne ancora diverse volte, ogni volta in modo diverso e gridando e mugugnando in modo eccezionale! Ci addormentammo nudi, uno affianco all’altro. E quando mi svegliai lei si era già alzata. Restai a letto ancora qualche minuto ripensando a tutto quello che avevamo fatto la sera prima. La cena, la piacevole conversazione, l’insinuazione erotica, il sesso sfrenato. Pensai a quanto fossi fortunato ad averla sposata. Sì Elena è mia moglie. Con lei dopo tanti anni viviamo ancora di emozioni, di seduzioni mai scontate, di eccitazioni da scolaretti e di voglie che trovano soddisfazione l’uno nell’altro. La trasgressione, l’eccitazione, il proibito che diventa reale è tutto qui, nella nostra testa. E ci divertiamo come matti. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Marek66 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 05/02/2009 08:37:58 | |
Giudizio personale: | simpatico anche il finale io il matrimonio lo vivo nello stesso modo | |
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