i racconti erotici di desiderya |
Capitolo 11-12-13 |
CAPITOLO XI° L’INIZIAZIONE
Non sapeva quale maestra avessi avuto, come mi fece notare una volta Giovanna, mi ricordo che dopo alcuni giorni dalla proposta di Elena d’iniziazione, telefonai stuzzicata alla Giovi per riferirle che accettavo e di farlo sapere alla ..padrona, lei fu molto contenta, della mia scelta, e mi confidò che non me ne sarei pentita! Nella tarda serata ricevetti una telefonata da Cin, da adesso era la mia interlocutrice, mi disse di farmi trovare puntuale alle ore 19 del sabato successivo a casa di Giovanna che sapeva lei cosa fare! Rimasi sulle spine e divorata dalla curiosità per due giorni, poi alla fine mi preparai per la mia prima prova, mi vestì molto sobria, non avendo avuto ordini a riguardo, una camicetta, un paio di jeans, e dei sandaletti con un po’ di tacco! Alle diciannove in punto ero suonavo a casa della Giovi, lei mi aprì molto gioiosa nel vedermi, e senza nemmeno fammi entrare mi baciò sulla bocca, era vestita da lavoro, mi fece accomodare nel suo bagno, dicendomi che dovevamo sbrigarci, la padrona sarebbe passata a prendermi tra un ora e mezza, io allora chiesi: - per fare cosa dovevamo sbrigarci? Giovanna prontamente mi rispose che aveva ricevuto un borsone con tutto quello che dovevo indossare e che le era stato ordinato di truccarmi come la signora aveva espressamente richiesto! Mi fece spogliare nuda, e togliere ogni oggetto personale, anelli, orecchini, orologio, percepii in lei una voglia soffocata di avermi, ma aveva degli ordini da eseguire! Cominciò scrutandomi il corpo, e guardando accuratamente i miei peletti, poi fece della ceretta di aggiustamento solo in pochi punti, l’avevamo fatta la settimana prima! Passo a laccarmi le unghie dei piedi e delle mani un rosso acceso, molto volgare, poi passo alle labbra, matita di contorno scura, …...rosso acceso anche lì, esclamai, ma così sembro una troia da strada! Brava mi disse Lei, ora hai capito! Cercai di chiedere di più, ma lei mi pregò di non chiederle oltre! Occhi marcati, una lunga parrucca rossa, girandomi intorno, esclamo perfetta, non manca nulla! Passo al vestirmi, una gonna rossa di pelle che non copriva il mio culo nudo, degli stivali bianchi alla coscia, morbidi, che fasciavano le mie gambe, una camicetta annodata davanti con molta, ma molta scollatura! Una borsetta, piccolina in tono con la gonna piena di preservativi ed una confezione di crema lubrificante, stupida chiesi ancora, ma Giovanna fece finta d non sentirmi! Avevamo appena finito che squillo il citofono, parlò un attimo e m’invitò a scendere in strada dandomi una calorosa pacca sul culo, penso per incoraggiamento! Feci quelle poche scale, e già mi sentivo in forte imbarazzo, trovai davanti al portone Cin che mi aspettava, vestita da maschietto, con una giacca leggera e pantaloni, scarpe chiuse e basse, capelli raccolti, i suoi seni non si notavano, sicuramente compressi in una fasciatura coercitiva. Mi fece strada sino ad una grossa macchina dai vetri oscurati, aprì lo sportello e seduta dietro c’era lei, Elena con cannottierina e pantalone largo il tutto di seta chiara, ballerine nere, mi disse : - Ripensamenti? Feci no con la testa, allora lei mi fece cenno di entrare! L’ asiatica si mise alla guida, e solo al suo cenno partì, Elena mi guardò, apprezzando il lavoro fatto da Giovanna, sei una porca troia, esordì! - Ora mentre andiamo ti bendo per non farti vedere dove ti porto, ed intanto ti spiego, mentre la grossa macchina procedeva veloce lei con voce molto tranquilla mi disse che avrei dovuto provare una nottata da zoccola, che avrei dovuto accettare i clienti di ogni età ed estrazione sociale, che non avrei mai dovuto dare un diniego, avrei dovuto far alzare i cazzi mosci con la bocca vestirli con il preservativo e farmi scopare, avrei accettato proposte di pompini a quindici euro e scopata completa a trenta, sino alle tre del mattino! Indosserai un microfono collegato con un ricevitore dove io potrò sentire come ti comporti! Mi venne subito in mente, dove poterlo collocare, e glielo feci notare, lei con aria arrogante, mi riprese dicendomi che lo avevo già indosso nel risvolto della mia gonna nella cintola! Mi tolse la benda e guardandomi intorno a vidi un larga strada con grossi marciapiedi, era periferia, c’erano decine di prostitute e tante macchine che si fermavano, mi disse di non rivolgere la parola con nessuna, mi fece vedere il mio posto di….lavoro dicendomi che il protettore del zona era una sua conoscenza che era stato avvertito e che non avrei subito violenza , quantomeno dalle sue zoccole! M’indicò, dove andare dopo che fossi montata in macchina del cliente, un parcheggio poco vicino scarsamente illuminato e dove tutte portavano i clienti a scopare. L’ultima cosa che mi chiese fu se avessi voluto continuare, annui, con molta preoccupazione, ma mollare prima di iniziare mi faceva sentire una stupida! Mi aprì lo sportello, appena scesa l’auto ripartì velocemente abbandonandomi su quel marciapiede da sola, dall’orologio dell’auto avevo potuto vedere l’ora erano le ventuno e quindici, mancava tantissimo alle tre! Mi misi sotto il lampione vicino al ciglio del marciapiede, parecchie macchine con più di una persona mi accostarono, facendomi elogi non troppo ripetibili, in tanti chiedevano le tariffe, alcuni se davo anche il culo, ed in moltissimi se lo avessi fatto senza preservativo erano disposti anche a raddoppiare la tariffa! Non davano il tempo neanche di rispondere che ripartivano divertiti! Le altre mie ………colleghe si affacciavano, dai finestrini, nelle auto degli avventori, non capì mai di cosa potessero aver parlato, ridevano, bevevano, per lo più erano dell’est, moltissime Rumene, mi accorsi di essere l’unica italiana! La voce si sparse tra i ……clienti, cominciai ad avere un codazzo notevole di auto, con , adesso, proposte molto più porche, cominciai a divertirmi e a rispondere a tono! –“A bella ce fai lo sconto comitiva? Tutta tua quella roba? E dai che te ce godi! Almeno faccela vedè!! Mi alzai leggermente la gonna, e udì un boato, allora mi girai di culo piegandomi un po’ in avanti, un ovazione, mi stavo divertendo ed eccitando, quell’esibizionismo volgare faceva parte di me. Elena me lo aveva fatto conoscere, andai avanti per una mezzora a distribuire baci, occhiolini e linguacce non troppo caste, e a farmi scrutare, poi il panorama cambiò notevolmente, ora le auto con i ragazzi erano scemate e vidi alcune delle mie…………….compagne di lavoro che dopo breve trattativa venivano caricate per tornare dopo un po’! Mi si avvicinò una vecchia bwm bianca, avevo notato che aveva già fatto molti giri e aveva rallentato in prossimità di ogni puttana, da me si fermò, e mentre il finestrino andava giù, il mio cuore saltò in gola, era il mio primo cliente! Domanda di prassi: -Quanto vuoi? Non stavo nella pelle a dare quella risposta: -quindici bocca, trenta scopata! -mai sei Italiana, sei l’unica! - si sono Italiana! - dai monta, che ti faccio scopare! Montai, e mentre gli stavo per indicare il posto dove andare, mi fece segno di saperlo, e m’infilò una mano tra le cosce! Acconsentì, volevo fare l’esperta! Appena arrivati, accese la luce interna, era un maturo uomo sulla sessantina, non bello, capelli bianchi, stempiato, molto coatto, pensai tra me e me, ma guarda con chi devo cominciare! Reclinò il suo sedile, e alzò le braccia, capii che dovevo fare tutto io, gli sbottonai i pantaloni, poi rinvenni un attimo e gli chiesi i soldi, con aria di sufficienza borbottando che non c’era più fiducia nel prossimo prese il portafogli e mi diede il pattuito, si rimise in posizione, abbassai la chiusura lampo, e tra le gambe aveva un coso moscio, lo toccai, ma nulla, vedendo la sua testa nella macchina davanti sparire tra le gambe del suo……cliente , capì che dovevo farglielo alzare io con la bocca! Presi un preservativo dalla mia borsa, trattenni il fiato, e mi chinai su quel cazzo moscio! Come lo ebbi in bocca sentì un sapore sgradevole, amarognolo, e annusandolo puzzava, di sudore, e altre schifezze, era buio e non potevo vederlo, ma in bocca sentivo della roba schifosa! Dai, mi disse lui, sono già alla seconda stasera, datti da fare! Capì cosa fosse quel sapore sgradevole e quella robaccia in bocca, aveva sborrato da poco, sperai in un condom, e aveva avuto contatti con qualche schifosa sorca! Insistetti cercando di non odorare, anche se le mutande erano appiccicose e puzzavano, avevo voglia di vomitare, ma improvvisamente si alzò, gli infilai velocemente il profilattico, e gli montai sopra, non prima di aver spalmato abbondante cremina sulla figa, presi il suo coso e lo infilai dentro, lui inizio a fare i complimenti e a dire tante altre cose che non capii, io mi cominciai a muovere subito, ma lo stronzo era venuto da poco, e ci misi almeno quindici minuti, e dovetti dirgli una marea di cavolate, del tipo sei il mio amore, come mi scopi tu non ci riesce nessuno, e sentendo che lo facevo godere continua a parlargli del suo splendido modo di prendermi, alla fine venne ed urlai anch’io per fargli piacere, mai sono stata più falsa, mi scansai da sopra, lui prese dei fazzolettini e si asciugò, passandoli anche a me, mi chiese il mio nome, risposi Luana, faceva tanto mignotta! Mi chiese se mi avesse ritrovata lì, gli dissi che c’ero tutte le sere! Mi riaccompagnò al mio lampione, dove salutandolo gentilmente ripresi il mio posto! Avevo una boccaccia schifosa, avrei voluto lavarla con un disinfettante! Ad aspettarmi c’era già un’altra auto, pregai che volesse solo scopare e che avesse il cazzo dritto, fui esaudita, tornata con la figa che cominciava ad arrossarsi e a farmi male altre macchine, mi feci almeno cinque scopate in meno di due ore! Con almeno un assaggio si e uno no di cazzo! Poi dopo l’ultima ormai circa le 23,30 ebbi un attimo di relax, le auto diminuirono, e molte rallentavano, ma nessuna, per mia fortuna si fermò, passai la mano sulla topa, era un miscuglio di crema e lubrificante dei preservativi, ed avevo le pareti gonfie ed irritate, mi prudeva e bruciava, l’asciugai con dei fazzoletti tamponandola leggermente! Passò almeno un’altra mezz’ora prima che una macchina si fermò, erano in quattro, e mi chiesero se a turno avrebbero potuto farlo, dissi di no, allora insistettero, e alla fine mi offrirono anche più denaro, volevano giocare, non sapevo cosa dire, come comportarmi, poi alla fine accettai, erano ragazzi giovani, mi diedero subito duecento euro, ma non vollero andare al parcheggio, mi portarono in prato lì a pochi metri, scesero, e invitarono anche a me a scendere dall’auto, poi mi proposero di abbreviare i tempi, mentre spampinavo uno, l’altro da dietro mi prendeva nella figa, non mi parve una cattiva idea, accettai, vollero che sfilai la gonna completamente, accettai, poi uno di loro si mise con il sedere poggiato all’auto e l’altro mentre io mi chinavo per prenderglielo in bocca mi prendeva non dopo aver infilato il preservativo nella fica, con i primi due andò benissimo, mi sborro in bocca quasi subito mentre l’altro venne nella mia figa urlandomi …-prendi sporca zoccola, godi troia ecc. ecc. ormai, capì, che gli insulti erano un modo per ….apprezzare la scopata! Con gli altri due ebbi dei problemi, quello che doveva prendermi da dietro nella fessurina, aveva cominciato ad offrire altro denaro per avermi nel culo, io non volli saperne, ma mi trovavo, come una stupida con quattro uomini da sola e neanche al solito posto dove avevo scopato sino all’ora, ma più isolata, comincio ad insistere pesantemente, era brillo, aveva bevuto non poco, poi mi disse con voce incazzata .- hai due possibilità o ti prendi altri cento euro e mi fai fare il mio comodo nel tuo buco del culo, altrimenti t’immobilizziamo e te lo prendo lo stesso a gratis! Non avevo molta scelta, mi sottomisi ad essere sodomizzata per soldi, gli misi io il profilattico dopo averglielo succhiato per un po’ poi mi accucciai sul cofano dell’auto, e in cremato il buco del culo presi il suo cazzo in mano e lo guidai sino all’ingresso del mio foro, appena lo sentì che mi poggiava contro cercai con movimenti del corpo di far passare almeno la cappella nello sfintere, ma lui spinse improvvisamente, sentì uno strappo, poi lo sentii nella pancia, emisi un urlo che fece eccitare il mio cliente e comincio a sbattermi con tutta la forza che aveva, l’altro mi mise il suo cazzo in bocca divertito ed eccitato, sentivo solo dolore, mi bruciava il culo, poi lo sentì esplodermi dentro e le contrazioni mi lacerarono la cavità anale, prima che si sfilasse mi sculacciò soddisfatto, mentre io ormai non capivo nulla di quello che stava accadendo, mi venne anche il compagno in bocca, ed io sputai quella sborra calda, quando sfilò il suo cazzo dal mio culo il mio sfintere si era così chiuso che scivolò fuori dal preservativo che mi rimase conficcato nel culo! Ripartirono lasciandomi lì dolorante, dovevo tornare al mio posto di…lavoro a piedi, non era molto distante, ma dovevo camminare a gambe larghe, quella, chiamiamola, “variazione sul tema” mi aveva distrutto, mi chinai e pisciai, mentre sfilavo quella plastica dal mio culo, era insanguinata, passai il dito sopra il buco, avevo le emorroidi fuori e gonfie, ed ero sporca di sangue, mi aveva devastato! Rinfilai la gonna che trovai in terra e lentamente mi diressi sotto al “mio” lampione! Le altre puttane mi guardavano e ridevano, avevano capito cosa mi fosse successo, una si avvicinò e mi diede una pomata, e mi disse di spalmarla dove mi faceva male, bene, ringrazia, e riempito il palmo la passai dalla figa sino nel culo, mi faceva male tutto! Dopo poco arrivò l’auto di Elena, mi accosto e aprendo lo sportello, mi fece salire dicendomi che per questa sera poteva bastare, a quelle parole rimasi terrorizzata, ci sarebbe stato anche un continuo? Mi portò in una casa vicino il mare, dove ci fece scendere a me e a Cin, -ci penserà lei a rimetterti in sesto, io devo andare, questa sera sei stata brava, vediamo come andrai nei prossimi giorni, e detto ciò ripartì lasciandomi alle cure della geisha! CAPITOLO XII° LA VICINA Questi ricordi mi erano riaffiorati alla mente nel momento di riposo che mi era stato concesso dal mio carceriere, per essermi comportata……bene, con il maschietto della numero tre, ero al buio sulla mia branda con la catena al collo, la porta tra me e lui era ancora aperta perché sentivo nitidamente i suoi lamenti! Poi quello che mi fece risvegliare fu proprio la mancanza di questi, forse mi ero addormentata e non avevo sentito il passaggio che si richiudeva, ma sentì nitidamente il rumore di quello che si apriva dall’altra parte della stanza, la “Voce mi stava mettendo in contatto con l’altra vittima la numero due! -vediamo se con una donna sai farmi eccitare come con un maschietto, m’incitò l’aguzzino! Si accesero le luci, m’infilai in quel passaggio angusto con i piedi che ormai m facevano lacrimare, ed entrata nella stanza la trovai nella posizione in cui l’avevo vista nel monitor, era scura di carnagione capelli lunghi neri, e figa non rasata, aveva peletti anche sul buco del culo, una pelle liscia e tirata, un culo grosso ma sodo, e gli doveva costare rimanere in quella posizione e vederla scendere su quel cuneo che le apriva la passera era eccitantissimo! Ai suoi piedi la “Voce” aveva messo un carellino, tipo quelli ospedalieri, con molti oggettini sopra che non solo stuzzicavano la mia fantasia, ma che mi ricordavano momenti piacevoli della mia iniziazione! Le girai intorno, e spinsi con una mano sul suo sedere sino a mandarla sopra il cono, era eccitantissimo vederla mentre si dimenava con la figa che si apriva lentamente, per poi bloccarsi appena le apriva la vulva esageratamente, e la forza che ci metteva per tenersene staccata, e mantenere il suo equilibrio in punta di piedi! Anche lei con il tubo in bocca che gliela teneva aperta emetteva suoni gutturali incomprensibili. Pensai che avesse la gola secca e che dovevo bagnargliela, presi un irrigatore di quelli per il clistere, ce ne erano più di uno sul ripiano del carrello scelsi quello a sacca con il tubo che terminava con un rubinetto, misi la sacca tra le mie gambe e , accucciandomi, ci pisciai abbondantemente dentro, poi sfilai la cannula con il rubinetto, lasciando solo il tubo di gomma morbida tenendolo piegato per non far uscire la mia pipì, lo comincia ad inserire nel tubo che usciva dalla sua bocca, sino a quando non la sentii contrarsi per i forzi di stomaco, allora aprì, o beveva o si strozzava, dopo il primo istante di smarrimento iniziò a deglutire velocemente, sino a bere tutto quel mio pisci caldo! Nel frattempo, presa da quella valanga di caldo liquido che le irrorava la gola si lasciò cadere sul cono, e vi rimase ormai stanca, le sistemai le labbra della figa ai lati del legno e guardai il suo spacco aperto tra quei peli neri e ricci, era stondato dalla forma del legno ed eccessivamente aperto, non toccava la base, ma almeno una decina di centimetri gli spalancavano la passera! Dal tubo uscivano energici suoni che stavano ad indicare che non fosse molto piacevole la posizione, infatti riconquistò la sua posto alzandosi faticosamente sulle punte dei piedi, tremolante ! Mentre mi carezzavo la figa eccitata, pensai di farle un clistere, le bagnai il buco leccandoglielo, i suoi peli mi solleticavano la lingua, sputai sul buco aprendolo con le mani, sino a sincerarmi, infilandole un dito, che il canale fosse umido! Percepivo il suo lamento mentre scivolava dalle punte sui talloni e s’impalava su quella “lancia “! Frugai sul carrello e presi un irrigatore medico, uno strano a attrezzo che serviva per permettere di fare lastre e perciò per far trattenere il liquido dentro, era costituito da in beccuccio, e una pallina subito sotto, che collegata ad una pompetta si gonfiava impedendo che il tutto uscisse dall’ano, e chiudendo il rubinetto a monte anche tutto il fluido potesse venire fuori! Lo inserire delicatamente, ma era lungo, compreso il palloncini, ora sgonfio, almeno una ventina di centimetri, ed era stata lubrificata solo dal mio sputo e solo in superficie. Avanzai lentamente, ripensando a come invece mi avevano traforata a me quando avevo dovuto fare la troia, ma non cambiò nulla la ragazza si agitava cadendo sul cono e aprendosi la figa, gli spalancai le chiappe e con un colpo deciso infilai almeno la metà, s’irrigidì, e emise suoni violenti, non sapeva la poverina che stava solo per iniziare il suo tormento! Aspettai un paio di minuti tenendolo pigiato nel suo culo, che cercava di evacuarlo, il beccuccio, poi inizia a pompare, una, due, tre, comincio a dimenarsi, quel palloncino gli allargava l’intestino da dentro, e sicuramente le ricordava lo speculum motorizzato che le aveva dischiuso il perineo! Provai a tirare indietro il beccuccio dal tubo che fuoriusciva dal suo culo, ma non veniva, allora per scrupolo detti un ‘altro paio di pompate, vedendola contorcersi, per quanto potesse, e mi misi al lavoro! Ero grondante, mi piaceva vedere una femmina con la sorca aperta la coda come una cagna nelle mie mani, impossibilitata ad ogni movimento, pensai alla mia signora ad Elena, a come poteva eccitarsi, ed alle sue……cagnette Cin e Giovi, ed ora anch’io, come avessimo appreso il divertimento, e l’eccitazione nel …..possedere, mi chiesi se quello di Elena fosse un dono di natura o anche lei avesse avuto una maestra! Cominciai a toccarmi, prima portavo la mano sopra, poi intingevo le dita in profondità, uscivano fradice della mia voglia! Cominciai eccitatissima a cercare il contenitore, era lo stesso dove avevo fatto pipì, mi serviva un altro liquido, ora non mi scappava, trovai delle bottiglie, non lasciate a caso, nel ripiano inferiore del carrello una d’ acqua, una di camomilla, una di sapone liquido! Versai nel contenitore camomilla e sapone liquido in eguali parti, poi vidi un asta telescopica che usciva lateralmente dal carrello, la alzai, e ci appesi la sacca dell’irrigatore colma dal miscuglio, aprì il rubinetto, la mescolanza che avevo fatto iniziò presto ad irrorare il ventre della giovane che si contorceva emettendo latrati. M’interruppi, a metà, sapevo che poteva prenderne ancora, ma gli carezzai il ventre e sentendo che brontolava, capì che le stava entrando in tutte le piegoline dell’intestino, continuai a carezzarlo mentre lei cadeva con la figa sul cono, ed io eccitatissima godevo toccandomi, avrei voluto farmela leccare, o farmelo mettere dentro, iniziai a venire mentre le accarezzavo i neri peli del pube e li tiravo verso il cuneo! Poi sentii impercettibilmente che lei si lasciava scivolare dalle punte verso il basso e oscillava in avanti, si stava masturbando sul cono, si alzava e si rilasciava facendole entrare sempre di più! Aprì di nuovo il rubinetto, ma questa volta feci uscire un filino di liquido, e messa la mano sotto la sua pancia la sentii che lentamente si gonfiava, lei presa dalla sua masturbazione quasi non si accorse che stavo riempiendo il suo culo con due litri di fluidi, le passavo il dito in tondo sulle grandi labbra, ora bagnate, l’elasticità della sua figa nel ricevere quel cono dentro mi eccitava da morire, ero di nuovo bagnata e vogliosa! CAPITOLO XIII° LA PULIZIA Ripensai a quella notte in cui mi prostituii per il piacere della signora, e che poi mi lasciò con Cin in quella casa sul mare, lì scoprì la mia elasticità, ma non della figa! L’asiatica mi fece accomodare in una stanza da letto molto grande e datomi un sacco della spazzatura, mi disse di spogliarmi e di gettare tutte le cose che avevo indosso lì dentro, mi parlava con la sua erre mancante anche se aveva una buona dizione dell’italiano, ma quello non era riuscito a correggerlo! Mentre io mi svestivo, sentivo scorrere l’acqua nel bagno adiacente alla stanza, mi stava preparando un bagno caldo, mi fece immergere nella vasca, non prima di essersi spogliata e di aver indossato un variopinto kimono e delle pianelle infradito. Poi mi diede una ciambella di plastica gonfia da mettere sotto il sedere per non far entrare a contatto le emorroidi con il fondo della vasca, erano gonfie, e mi facevano molto male, mi lavò completamente, senza farmi muovere un dito, poi mi asciugò tamponandomi con un telo di cotone morbidissimo, mi sentivo molto meglio e coccolata, non era molto loquace, ma si faceva capire benissimo! Appena terminò, mi portò nella stanza da letto e mi fece sdraiare faccia al cuscino, inizio a massaggiarmi la pelle, mi rilassò moltissimo, poi prese degli oli profumati con cui mi unse tutta, poi alla fine mi passò una cremina sul buchino e sulla figa ancora gonfia, sentì subito una sensazione di freddo intenso, poi sentì le parti addormentate! Mi assopii anche io tra quelle lenzuola di seta, ero stata molto provata, dormii profondamente! Al mattino, al risveglio trovai la colazione sul comodino, e un kimono multicolore ai piedi del letto, lo indossai e andai in bagno a fare la pipì, e sentì, mentre mi sciacquavo, che il culetto stava molto meglio, feci colazione, fette imburrate con marmellata, uno yogurt, caffè nero all’americana, come ebbi finito arrivò Cin che con un dolce sorriso mi augurò il buon giorno, era molto carina, non portava trucco, ed aveva i capelli sciolti sulle spalle un altro kimono chiaro, anzi semitrasparente ed era scalza, aveva dei piedini molto piccoli e curatissimi, li poggiava in terra con leggiadria, sparecchiò, rassettò la stanza poi volle vedere come stavano i mie buchetti, si complimentò, e mi mise altra cremina, passai così tre meravigliosi giorni curata ed accudita in tutto e per tutto, sapevo che Elena chiamava almeno un paio di volte al giorno per sincerarsi delle mie condizioni, ma non vidi mai nessuno, solo Cin! Al risveglio del quarto giorno trovai nella mia stanza, seduta su di una poltrona ai piedi del letto, lei, la padrona, mi stropicciai gli occhi, era proprio Elena, non stavo sognando, con un solito vestito lungo con ampio spacco al lato che faceva notare che sotto non portava nulla, si notava il suo pelo rado e chiaro, indossava delle ballerine, da sotto il vestito si notavano, più scuri i due capezzoli di notevoli dimensione su di un seno quasi inesistente! Mi fece voltare un rumore, c’erano anche Giovanna e Cin che mi augurarono il buongiorno mentre stavano attrezzando un lettino ginecologico, mi venne un groppo alla gola, vedendo quel …coso ma Elena, leggendomi nel pensiero, mi rassicurò, - ormai lo sai, non voglio il tuo male, ma per raggiungere il piacere estremo qualche cosa bisogna sopportare di poco piacevole! Ripensai tra me e me, forse quello che avevo subito era andato un tantino oltre al …..poco piacevole, ma ero lì per mia scelta personale! Mi fecero salire nuda e mettere i piedi in quella strana posizione alzati su quelle crucce, e mi sentì completamente aperta ai loro occhi, sia la Giovi sia Cin indossavano dei camici bianchi, con abbottonatura davanti, e guanti monouso, si avvicinò Elena e dato l’ordine alle due “cagnette” di allargarmi le chiappe, e tenermi ferma, indossato un guanto monouso, m’infilò un dito nel buco, spingendolo in fondo, mi fece molto male, ma nulla rispetto a quello passato nei giorni prima, lo spinse guardandomi fissa negli occhi sino a farlo entrare completamente, esclamando: -ma da quando non fai la cacca? -un po’, risposi, -un po’ troppo, ribatté, e guardando le sue assistenti, le disse: - pulitemela per bene! Si allontanò dalla stanza, e mentre Cin mi bloccava i piedi e le braccia con cinghiette di cuoio, Giovanna, avanzava con una peretta enorme, verso il mio buco, la punta tonda e completamente bucherellata, lo stelo non più lungo di dieci centimetri e al termine un setto per chiudere il buco da eventuali fuoriuscite! Mi misero una padella di plastica, del tipo ospedaliero sotto il sedere, e poi Cin mi disse di stare calma e che sino a quando il liquido non fosse uscito, pulito avrebbero continuato a riempirmi e a farmi evacuare! La punta era incremata, e mi scivolò su per il canale agevolmente, quando la Giovi spinse, sentì una strana sensazione, un caldo liquido mi riempiva le viscere violentemente, dandomi subito lo stimolo ad espellere, viste le contrazioni, Cin mi disse di trattenere, che ne avrei presi molti meno, non seppi resistere, appena scivolò fuori dal mio culo, lasciai andare, cagando acqua e merda in quel catino, mentre mi sforzavo di lasciare andare tutto, Giovanna era già pronta con un'altra! -no, dissi, vi prego! Cin mi fece con il dito il cenno di tacere! Ubbidii, e un attimo dopo sentivo le mie budella contorcersi piene di quel liquido tiepido, scaricai ancora, avevo forti dolori alla pancia dalle forti contrazioni! Il tutto durò un paio d’ore e dopo cinque clisteri decisero che il mio ventre fosse pulito, chiamarono la signora, e arrivò anche il sesto, ormai dal mio culo usciva solo acqua pulita, quello era per farlo vedere alla padrona, la quale mi chiese di trattenere e farlo uscire poco alla volta, con la pancia che mi doleva, obbedii, lasciava e trattenevo a piccoli spruzzi, creando in lei una notevole eccitazione! Alzò il vestito, e mentre pigiava violentemente sulla mia pancia ed io mugolavo dal dolore nel momento in cui dovevo trattenere, fece inginocchiare Giovanna sotto il mio culo, e mentre le spruzzavo in testa il liquido del mio intestino, lei si faceva leccare il suo spacchetto, poi piegata in avanti poggio la sua testa sul mio grembo, e urlò a Cin di metterglielo nel culo! Mi sentì mordere sulla pancia e lasciai andare il liquido dal culo su Giovanna , mentre Elena venne, lasciandoci tutte e tre con molte voglie, la più eccitata era l’asiatica, il suo fino cazzo aveva fatto su e giù nel culo della padrona non abbastanza per farla sborrare, ed un bis era da escludere! La padrona si sedette ammirando quel capolavoro che aveva creato, io dolorante e legata, Giovi fradicia del mio liquido fuoriuscito dal culo, e Cin con il suo cazzetto eretto! Rise di noi, rise della situazione, rise del suo potere! Sfinita, ma eccitata, mi addormentai in quella posizione! |