i racconti erotici di desiderya |
Calda e impetuosa |
E’ calda a circa trentasei/trentotto gradi, corre impetuosa nel letto del torrente che si è scavato dalla notte dei tempi ed è solfurea. Un odore acre che si spande nell’aria ma che non da fastidio. E’ l’acqua termale che dalle viscere della terra forma un fiumiciattolo il quale ad un certo punto diventa una cascata dividendosi poi in vari rivoli e che a loro volta formano altre pozze e altre cascatelle più o meno impetuose. Da sempre in queste acque ci si bagna, tutti i giorni a tutte le ore.
E’ notte fonda... Immerso fino al collo dove l’acqua è più alta, a monte della grande cascata, in una pozza larga ed accogliente, mi appoggio alla roccia sott’acqua che probabilmente non ha mai visto la luce del sole. La corrente è molto forte, potrebbe trascinarmi via se non fosse per come ho puntato i piedi tra i sassi. Stò sotto una cascatella e la forza dell’acqua che corre chissà dove mi frusta il collo e la schiena in un benefico idromassaggio. Il rumore dell’acqua che scroscia. i grilli che cantano nella notte di giugno. Le ultime lucciole della stagione che si confondono con le stelle che brillano lassù nella notte buia. Guardo il cielo infinito e quasi mi commuovo di tanta immensità. Mi sento piccolo, piccolo. Immagino il globo nella sua interminabile millenaria rotazione, guardo i miliardi di stelle e finalmente credo di comprendere la vera vastità dell’universo. Anche se piccolo, piccolo so di far parte di tutto questo. Parte vivente di questo miracoloso insieme. Chiudo gli occhi. Le sferzate di acqua corrente calda sul collo mi rilassano, l’odore acre e solforoso punge le narici. Mi lascio andare, mi sento bene immerso qui. Non sono solo in acqua questa sera. Ci sono altre ombre che si spostano da un lato all’altro della pozza. Vedo alcune teste che vagano a pelo d’acqua, i loro corpi stanno sotto. Altre teste sono ferme a ridosso delle rocce. Alcune vicine tra di loro, molto vicine, altre più distanti. Il vapore forma una nebbiolina che si ferma a mezz’aria e copre tutto il corso del torrente. E’ una nuvola biancastra ben visibile anche al buio. E’ scuro di luna e i fasci di luce che lancia qualche macchina di passaggio sulla strada in lontananza illuminano le canne palustri che crescono alte e rigogliose ai lati del torrente. La voce dell’acqua calda che corre via non fa pause, è continua quasi monotona, monocorde. A pensarci bene, questo posto la notte ha un che di spettrale, forse un pochino infernale. Che sia anche l’odore di zolfo nell’aria? Mi viene in mente il Dante (l’Alighieri) e il suo viaggio con l’amico Virgilio nella notte, la foresta oscura, il Caronte che li traghetta sulle acque, le porte d’ingresso degli inferi. Ecco, queste teste nell’acqua che si spostano continuamente potrebbero essere le anime di peccatori messi ad espiare le loro colpe in un girone dantesco. Si, il luogo si addice al paragone perché alla fine dei conti siamo tutti qui in acqua non solo per i benefici che la stessa apporta ma sopratutto per i sollazzi fisici ed erotici che in effetti stiamo cercando. Ognuno ha le sue storie, i suoi desideri più o meno celati, i suoi peccati, la sua voglia di lussuria. Si, qui è come essere in un girone dantesco ! Sto facendo queste considerazioni quando vedo scendere cautamente in acqua tre persone. Sembrano essere due uomini e una donna. Si, è cosi! Scambiano qualche parola, noto la voce ma non le parole. Di loro si vedono solo i profili del corpo, anche se vagamente illuminati dalle stelle. E’ piuttosto raro a quest’ora di notte incontrare donne in questa pozza, generalmente sono quasi tutti uomini. Le donne le vedi insieme al loro uomo invece nella pozza sopra più a monte o in altre vasche naturali all’inizio del fiumiciattolo, oppure molto giù oltre la grande cascata. I tre si sono immersi fino al collo e vagano qua e là adattandosi alla conformazione del fondo della pozza calda. L’acqua continua a battermi sul collo, richiudo gli occhi e dimentico il mondo. Come tutti mi sono tolto il costume. Io l’ho avvolto attorno al polso sinistro, c’è chi lo avvolge ad una caviglia e chi se lo mette attorno al collo, altri lo appoggiano sui sassi. E’ una bella sensazione quella di stare nudo sott’acqua. Tutt’uno con gli elementi di madre natura, facendone parte. Non so quanto tempo è passato ma è tempo di muovermi. Lascio la cascatella e inizio a girare pure io. Le teste nel frattempo sembrano essere aumentate. C’è ne sono altre nella pozza più su di questa, li ci saranno almeno sei, sette persone. L’acqua in quel posto è più calma ed è meno profonda, li si sta bene sdraiati a gambe distese. Mentre mi muovo sento che una mano sott’acqua mi sfiora il fianco destro, poi sale fino al petto, scende e mi esplora la pancia, continua ad esplorare quasi compiaciuta di averla trovata piatta e tonica. La mia attenzione invece cade su due ombre addossate alle rocce, sono una addosso all’altra. Si sono sistemati in modo di essere immersi solo fino all’altezza di metà torace, più o meno all’ombellico. Allontano gentilmente la mano sconosciuta che mi esplora e mi dirigo lentamente verso i due. Vorrei capire come sono sistemati e che stanno facendo. Mi avvicino e vedo la schiena di un maschio, bella larga di spalle e di pelle molto chiara, dai movimenti del bacino è ovvio che sta scopando ritmicamente quello che gli sta in piedi davanti, forse a gambe larghe. Qualcosa non torna comunque, due maschi è raro che scopino in quel modo. Sono sempre più incuriosito e ammetto che sento dentro di me come un piccolo vortice che si muove e gira, quasi un piccolo stordimento, il preludio ad uno stato di eccitazione. Ora sono molto vicino a loro, quasi alle spalle di lui e noto che un seno di donna è nella sua mano sinistra. La sta palpando bene. Sento tra il fragore dell’acqua che lei emette dei gemiti quasi ad intermittenza, butta la testa indietro fino a toccare le rocce e la riporta in avanti. Sembra avere i capelli chiari, forse biondi, non troppo lunghi e bagnati ovviamente. Continua a emettere suoni quasi gutturali. Lui le assesta dei colpi ben precisi in modo continuativo con la parte inferiore del corpo che sta sott’acqua. Le ha passato le mani sotto le ascelle e l’ha presa per le spalle, sembra che la stia strattonando in basso, continuando a pomparla sotto. Ogni tanto qualche fascio di luce di un’auto che passa lontana cade di riflesso dal muro di canne palustri sempre ferme li e illumina debolmente e brevemente la scena. Ho il cazzo duro. La vista di lui che la scopa con forza, i movimenti ritmici della sua schiena forte e larga e le tette di lei che scuotono ovunque mi fanno girare la testa. Attorno a me altre ombre si sono radunate a guardare, un paio di loro sono molto vicini, sicuramente sono eccitati e sembra che si stiano segando tra maschi sott’acqua, basterebbe allungare una mano e verificare, sicuro di essere ben accetto ad un gioco di mani a tre. Invece mi viene di pensare che se questi due stanno scopando in modo di essere visti e guardati, probabilmente sono aperti anche a giochi con altri partecipanti. Allungo la mano destra e sfioro le natiche di lui. Se mi scaccia significa che non accettano, altrimenti… Sto toccando il suo culo che sembra essere bello tosto, sento che si muove ritmicamente per dare colpi decisi affondando il cazzo nella figa di lei. Non ha fatto alcun cenno quando ha sentito la mia mano toccarlo. Bene, ora con il palmo aperto gli accarezzo le natiche ovunque, quasi un massaggio. Nulla…continua a scopare e sembra non prestare attenzione alla mia mano. Continuo ad accarezzarlo e poi decido di scendere sotto. Ora le mie dita gli sfiorano le palle, belle grosse. Le immagino piene e gonfie, infatti lo sono. Certo che a lui non dispiaccia, le palle gliele stringo, le accarezzo, le massaggio. Sono eccitato da morire. Ho la mano piena. Il desiderio è quello di arrivare a toccare la figa di lei, ma per fare questo devo passare tramite lui prima, visto che sembra ben disposto. Cazzo che fortuna stasera. Ho beccato una coppia etero, esibizionista e vogliosa di giocare in un posto impensabile; la pozza frequentata dai froci. Le mie dita gli stanno solleticando ben bene le palle quando decido di scendere oltre. Sento parte della verga dura di lui, solo un po’, il resto è dentro la figa di lei. Noto però la presenza di un preservativo che lui indossa.. Che strano, una coppia che usa il condom. Le mie dita ora incominciano ad intrufolarsi come meglio possono tra lui e lei, non capisco più nulla, sento solo dei colpi. Ora lei si era accorta di una mano estranea che si insinua tra di loro. Era diventato un gioco di mano molto eccitante. Le mie dita riuscivano a salire bene o male da sotto di lei e mi accorgevo che stavo esplorando nei dintorni del suo culo, cercavo di individuare il buco. Tutto questo richiedeva da parte mia qualche contorsionismo e mi ritrovai ad essere quasi al loro fianco. Ad un tratto sento che la mano sinistra di lui si appoggia prima alla mia schiena e poi scende sulle mie chiappe a palmo aperto. Mi avvicina con forza a lui facendomi appoggiare il mio cazzo alla sua coscia. Voleva sentire la mia mazza dura sfregargli contro. Con la mano mi dava i tempi e il movimento rotatorio che voleva io tenessi. Cosi mi trovai a maneggiare sotto con la mano la figa che riceveva i colpi del suo cazzo e allo stesso tempo strusciare il mio uccello duro su di lui. Poi capii che forse voleva altro. Con un pò di coraggio appoggiai il mio uccello duro sulle sue natiche e incominciai a strusciarlo tra le sue chiappe. Era solo una strusciata esterna ma molto gradevole e ben accetta. L’acqua calda continuava a scorrere impetuosa, attorno a noi alcune ombre che guardavano. Qualcuno si masturbava seduto sui sassi. Due maschi si erano alzati sulle rocce accanto ed erano praticamente a bagno solo fino alle ginocchia, erano avvinghiati e si baciavano. Poi uno si abbassa in ginocchio davanti all’altro e inizia a succhiarlo. Tutto sotto la flebile luce delle stelle. E' a questo punto che lui incomincia ad aumentare il ritmo dei colpi di cazzo nella figa di lei. Aveva preso ad ansimare, ci dava dentro senza ritegno, incurante della sua donna. Pompava e sembrava pensasse solo al suo piacere, al suo godimento personale. Lei stava comunque bene, si gustava un bel cazzo che la stantuffava avanti e indietro, ognuno perso nel proprio mondo. Poi sento che lui emette quasi un urlo, roco, a mezza gola. I suoi colpi diminuiscono anche se sono decisi fino a fermarsi quasi del tutto. Appoggia le braccia in avanti con i palmi delle mani sulle rocce inarcando la schiena, da un ultimo colpo finale ed emette un gemito breve. Lei tira un lungo sospiro. Vedo che lui maneggia con le mani attorno al suo uccello e appoggia qualche cosa sui sassi accanto ad una borsa non troppo distante e nella quale incomincia poi a rovistare.. I mieli occhi si sono abituati all’oscurità. Io allungo ancora la mano e infilo le dita nella fica di lei, ci strofino bene dentro, le pizzico le labbra, grandi, piccole, grilletto, tutto quello che trovo. Anche se siamo sott’acqua sento comunque come sia viscida anche se è una sensazione diversa da una manipolazione a secco. Lui ritorna verso di noi, mi allunga una cosa che nella mia mano riconosco si tratta dell’involucro di un preservativo e con un bell’accento toscano mi dice: “mettiti questo e scopala, finiscila tu, io l’ho pompata per mezz’ora e ho sborrato bene, mi sono divertito, ci vediamo dopo quando hai finito” Minchia…il marito che mi da in pasto la moglie…grande…! Non me lo faccio dire due volte. Mi srotolo il condom sull’uccello duro, ma fuori dall’acqua per non danneggiarlo visto che l’alta temperatura e l’acidità solforosa corrodono i preservativi. Lei non aspettava altro. Si siede sulle rocce con le gambe all’aria e la figa fuori. Scivolo dentro di lei e insieme ci caliamo sott'acqua fino all'ombellico. E’ calda e accogliente, ben allargata dalla scopata precedente. Ci do sotto e pompo duro pure io pensando a quando poco fa eravamo in tre. Mi eccita tutto l’insieme. La notte buia, l’acqua termale, le ombre che guardano, il mio cazzo che sta scopando, la figa aperta, il sentore solforoso, i tipi che si segano accanto a noi e ci guardano. Vado giù di testa quando c’è gente curiosa che guarda mentre faccio sesso. Mi viene da ridere e penso al Dante….certo, questo è sicuramente un girone dantesco, un girone infernale. Chissà quale? Dove ci avrebbe messo l’Alighieri ad espiare i nostri peccati di lussuria? Continuo a pompare di gusto. Ad un tratto mi accorgo che pure io sto pensando solo a me stesso, ho voglia di sborrare. Una bella schizzata tutta dedicata a me, tanto di questa gnocca che mi frega? Si lo voglio. Ora! Sento che il colpo di frusta ora sta salendo dalle mie viscere lungo la mia schiena. E’ un brivido intenso, butto gli occhi al cielo e vedo la via Lattea, lassù nell’immensità cosmica e miliardi di stelle. Non dura molto ma a me sembra un’eternità. Mentre mi lavo l’uccello sott’acqua, lei scivola via nuotando, mi dice, thanks, it was great. La vedo raggiungere due teste sotto la cascata, e li sento ridere insieme. Rimango un poco perplesso, non capisco. Una voce alle mie spalle dice “bella scopata vero? Hai visto come prendeva il cazzo la troia?” Mi giro ed era il lui di prima. Mi mette una mano sulla spalla e ride. “Sai che stasera credo di aver battuto il record della mia vita? L’ho pompata per almeno 40 minuti, non venivo mai e quella ,dopo il mio si è presa pure il tuo.” “Ma…non eravate una copia allora…non capisco spiegami…mi ha salutato in inglese quando se ne è andata” gli dico. Mi spiega che lei è finlandese, è arrivata con i due amici froci che l’hanno portata qui stasera e continua: “Ha avuto la fortuna di trovare subito me che ero accanto a loro quando sono scesi in acqua. Le ho messo subito le mani sulla figa e quella non ha perso l’occasione. Gli amici suoi erano ben contenti di liberarsene per un po’ e sapere che si stava pure divertendo. E come si è divertita! Poi sei arrivato tu a concludere i lavori.” “Ma scusa, gli chiedo, se anche a te piace la figa che ci facevi qui in questa pozza piena di maschi?” Ridacchia e mi dice che ogni tanto non gli dispiace inchiappettarsi un uomo se trova quello giusto. Sorride ancora divertito, mi mette le mani sul cazzo e mi stringe in pugno le palle. “Però, gran bel l’arnese pure tu” esclama. Mi mette una mano sulla spalla e mi saluta…”alla prossima…magari rimediamo una coppia insieme…ciao”. Scivola via verso le cascate. Lo vedo salire nudo sulle rocce e poi scomparire tra la nebbiolina e i vapori dell’acqua impetuosa, calda e sulfurea. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Totuccio2010 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 03/12/2023 16:16:50 | |
Giudizio personale: |
Complimenti per il racconto molto eccitante e scorrevole peccato che sia un sogno Continua a scrivere sei forte e ti auguro di fare questa esperienza nella realtà. io è da tempo che cerco di fare la mia prima esperienza con una coppia |
|
|
||
Autore: | Fabrizio77 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 13/07/2010 18:23:03 | |
Giudizio personale: | Certo che hai avuto una gran bella fortuna che capitasse una donna, in luogo per froci... | |
|