i racconti erotici di desiderya

Angela diabolica

Autore: Rotterdam19
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Giacchè lo giorno è bigio e assai noioso e che lento passa tra le brighe,
vorriati rallegrarlo col dire mio scherzoso, d'onde mi induco a scrivere due righe.



D'ora antelucana, in sul finir dell'anno vecchio,
l'imago tua desiata scaldommi il basso ventre
indi ,col membro in mano.. tosto.. mossi allo specchio

Ma l'omo ch' io vidi giacchè mi fei d'appresso
avea sfatto lo viso, sì torto e gobbo il dorso
alchè saltai stupito, tirandomi d'un passo

Il braccio ei pose in alto e con gran lai
puntommi dritto il dito e ratto disse
"chist'omo che tu vedi, d'oggistesso.. tu sarai."

"Non pote la natura esser si ria
un bon cristiano io fin anzi fui,
non veggio a tale pena menarmi me dovria!"

Favellai arrogante con falsa sicumera,
celando la sorpresa dell'evento,
com' un che ad ogni passo impera!

"Non cogitar colpe od a misfatti quali,
che in la tua mente la cagion indaghi
molto più basse son le cause tali.

A farti in cotal guisa fu sol esso,
che dell'abuso è nota la doglianza
tosco nel suo piacer sovente è il SESSO."

I non credea ancor al mi cascante orecchio
ciò che più al mondo aveo in diletto era,
al dir del mio riflesso, causa del mio venir immantinente vecchio.

"Ma io!.. sol con la dritta !!", posi obiezion tutto tremante
che da sconforto ero chino e soverchio
"PUR CON LA MANCA !" rimbrottòmmi cupo lo mio sembiante.

"Che già il lo menar con una, al ciel, è gran peccata "
fu a seguitar nel dire con solenne nota
" indi.. con due, la pena è raddoppiata".

"Non basti che a venir sia la vecchianza"
disse con mala bocca lo tristo vate
"a maggior doglio ti castighi .. l'IMPOTENZA !"

Del verbo appreso mi posi in tal sgomento
e repente l'occhi al ciel volti,pietando,
sanza più nullo poter, caddi in mancamento.

Ignote mi fur l'ore in cui fui lasso
chè l' tempo alla memoria mi fu assente
ma ritto che mi fui, lesto allo specchio volsi il passo.

Niuno d'ogni sorta nel vetro era presente
sol'io, com'era pria del buio arcano,
in carne, ossa e, in tutto il suo pesar,l'onor pendente.

Nol dicerotti amica cara la grande contentanza
nell'aver certo lo saver che ancor durava intatta
gioventute e ,in tutto il suo turgor, bassa possanza.

E come for dal bozzo sbatte l'ale in l'aere farfalletta
a far la prova di funzione, stesso mi posi all'ovra
e con lena da collaudo mi indussi alla manetta.

"Eureka!!...L'arnese tiene appieno la funzione"
baldo esclamai di gioia pura e schietta
"Bisogna presto addivenir alla gentil concione"

Vorria venire tivi e tollere ogni indugio
pria che torni l' gobbo disgraziato in sogno
e passarmi ore soavi in ogni tuo pertugio.

Or vedi, l'agognar mio impellente mi desta di mattina,
è come saetta che l' cielo squarcia lesta
e m'avvampa col tuo nome... diabolica Angelina .


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