i racconti erotici di desiderya |
20 mani di poker |
Sono sempre stato molto bravo a giocare a poker..!
Un grande Viveur, ricordo diceva: “ il poker è la metafora della vita.. ti capitano situazioni di cinque carte, puoi cercare di cambiarle, tenerle o trasformarle, puoi bluffare, se vuoi vincere devi puntare, prima o poi ti devi svelare e mettere le tue carte sul tavolo”, cosa c’è di più vero? Sapere che anche tu ami questo gioco, che lo hai imparato da bambina, quando ancora non capivi i retroscena di quelle carte, è un piacere che ci accomuna, ancora una volta… Di certo due come noi sanno come fare diventare un poker un’occasione d’intrigo e allora via con 20 mani, alla fine delle quali, chi ne avrà vinte di più avrà il dominio del nostro prossimo incontro, potrà ordinare il suo piacere, avere il corpo e la mente dell’avversario, ed in più ad ogni singola vittoria fare una domanda sui segreti intimi dello sconfitto. Si mischiano le carte, si usa la carta per segnare il punteggio. Quelle quaranta dame iniziano a danzare, si mischiano, si tagliano, poi cinque di loro sono nelle nostre mani. Si snocciolano sotto i nostri occhi, si incrociano gli sguardi, ci si sfida, si punta, si cambia e si tira, poi lentamente si scoprono i giochi, uno vince l’altro sospira. Tu inizi molto bene… Maledetta! Te lo si vede sulle labbra lucide, pregusti e traspiri le tue intenzioni, so perfettamente cosa hai in mente se dovessi vincere. Intuisco il tuo progetto e mentre le tue domande appena vinte iniziano a scavare nei miei segreti, vedi già la scena della tua vittoria, mi vedi lì nudo davanti a te, forse con gli occhi bendati, con i tuoi artigli mi accarezzi, per scegliere il momento e luogo dove affondare. Mi leghi le mani dietro la schiena. Mi prendi per i capelli. Mi fai inginocchiare ai piedi del letto. Si sente il suono dei tuoi tacchi sul marmo. Mi tiri. Mi fai piegare e appoggiare il petto sul materasso. Accarezzi la riga della schiena, mi allarghi… li sta quelli che vuoi. Quello che non hai ancora avuto, ma su cui hai aperto un ipoteca di desiderio. Un’altra mano di poker dove io devo scappare, mi devo ritirare, tu un po’ più contenta di potermi forse inculare. Cazzo! Poche volte ho perso a poker, una sola contro una donna, forse è questo il motivo. Le donne sono sfacciatamente fortunate. No! Non è così a poker non conta la fortuna o almeno non è l’unico elemento determinante, devo stare calmo anche quando lei mi pone i suoi quesiti, devo capovolgere la situazione. Lo devo fare, quasi senza accorgermene. Lei ha vinto sei mani, io solo tre, restano ancora undici, nell’ultima lei ha vinto con un colore, solo chi sa giocare e osare prova a fare un colore. Rimani lucido! Rispondi con intensità alle sue domande, non perderla d’occhio nemmeno un istante. Gioca! Gioca! Ok ora tocca a me fare una domanda.. ne ho diritto grazie ad una vittoria, ricoprirei quella donna di domande, mi interessa sapere come dorme, cosa sogna, ma ora la mia fantasia e arida, faccio persino fatica a trovare gli argomenti. Sii forte, prendi fiato e raccogli tutti i punti interrogativi che hai dentro. Li usi spesso e sai usarli solitamente bene. Sferra un attacco. Tienile testa. Dalle da pensare. Servile cinque carte e chiedigli quante ne vuole cambiare. Dille che tu sei servito, che la vuoi mordere, baciare e fottere. Stupiscila. Contraddicila, facendole vedere che non hai bluffato. Va bene sto recuperando!Chissà se tu tra le cosce stai fremendo come me. Accavalli e scavalli le gambe, oggi hai degli stivali che non ho mai visto. Belli, seducenti, non eccessivi. Sono lucidi e intriganti anche senza il tacco a spillo, chissà dov’è la cerniera per toglierteli, quello è un lavoro che faccio sempre io. Potrei scrivere interi manuali sulle tue infinite calzature, stravaganti, affascinanti, comode, pericolose, sensuali, appariscenti, mai volgari. Bene, ci sono. Siamo pari. Sette vittorie a testa, le mie domande ora sono specifiche e sentire che ti apri con le tue risposte, mi da una soddisfazione simile a quando ti schiudo le cosce. Mi vengono voglie, dolci tenerezze. Ascoltare te che mi confidi le tue amarezze. Anche in quelle abbiamo ombre e luci quasi uguali. Ecco forse dove nasce un pezzo della nostra complicità, aver avuto un passato simile ci rende taglienti nello stesso modo. Su ora taglia questo mazzo, non farlo con timore solo perchè ora sono io in vantaggio… Ecco siamo alla mia ottava domanda, nel vederti distribuire le carte devo ammettere che sei veloce e decisa come un croupièr professionista. Ora la tua espressione e più perplessa., C’è meno forza. Ti guardo attentamente il viso quasi senza trucco. Il collo e le perle che indossi quasi avvinghiate a te come fossero piccoli satelliti pronti a tua disposizione. Scendono. Cadono, sul quel vestito che non ho potuto fare a meno di commentare quando ti ho aiutato a togliere la giacca. Quei rombi stravaganti che ti ricoprono i seni, per terminare in quel gonnellino, fatto per giocare con il vento e con i tuoi movimenti. Bellissima ti desidero, anche quando l’espressione riflette la tua incertezza per quella situazione non fortunata. Un’altra sconfitta.. Dai non prendertela. Non abbiamo finito mancano ancora quattro mani e io sono in vantaggio di due, sai però che non puoi più perdere. In questo momento vorrei consolarti, magari dicendoti che perdere potrebbe risultare più coinvolgente che vincere. Sicuramente più duro e doloroso. Ma anche più intenso, piacevole, o conturbante. Ma meglio tacere per adesso, mi limito a dirti che da ora in poi non mi ritirerò più, giocherò fino alla fine al di là di quanto forte mi senta, per non bloccare l’assegnazione dei punti, d’altronde io sono uno sportivo. Lo sono sempre stato, non potrei non esserlo, con una femmina della tua caratura. Ecco qua ancora le solite cinque carte, gelide e infuocate allo stesso modo. Le mie tutte scompagnate tranne una interessante coppia d’assi. Entrambi chiediamo la sostituzione di tre carte, probabilmente anche tu hai tenuto una coppia e quando mostri il tuo risultato sul tavolo vedo che la sorte te ne ha aggiunta un’altra.. Una di re e l’altra di jack. Ti svelo 4 carte e vedi che sono tutte diverse tranne i due assi, di prima. Ma sadicamente tengo ancora in mano un carta, segnata di quadri, come il tuo vestito, secondo te sto facendo lo sbruffone. Mi dispiace non è cosi. Un asse di quadri si affianca alla coppia e un tris batte una doppia coppia. Ora sei mia! Altri due veloci mani servono per farti perdere il dubbio di una partita patta, ma sono poco più di una formalità. La perplessità e un sentimento raro sul tuo viso, coglierla… mi fa sentire il bisogno di baciarti. L’orgoglio del vincente, la rabbia della sconfitta si fondono tra le labbra, le lingue, i denti. Cazzo!! Quanta voglia ho di te. Ancora li seduta su quella sedia. Mostri una sensualità che voglio mordere. Nascondi la tua irresolutezza per non aver saputo gestire il tuo vantaggio. Il tuo vestito ora sale scoprendoti le cosce, schiacciate al quel sedile. Ti tocco mentre la lingua beve il tuo respiro. Le mani s’intrufolano sotto i tuoi slip. Dio come ho fatto a rimanere lucido fino ad ora?, Ora posso lasciarmi andare all’animalità che mi scuote. La bestia che infila il muso nelle tue gambe e si nutre della tua umidità, con foga tale da far scivolare la sedia come una slitta contro il muro. Ti inchiodo. Ti do il primo orgasmo. Godo dal tuo gusto che mi cola sul viso e delle tue grida. Muori e godi mia avversaria di gioco. Stringi e abbandona le tue gambe fasciate dalle calzature di pelle nera. Avvinghiate strette alla mia schiena, nel colmo del piacere. Ho ripreso fiato. Ti fisso mentre tu fai lo stesso. Vedere il tuo seno che da il tempo al cuore cercando di calmarlo, è un’immagine tenera, che tocca il mio il essere romantico. La mia anima. Sono stato io a causare tutto questo. Le auto celebrazioni è meglio però che non durino mai più di tre secondi. Quindi mi alzo dal tuo ventre, e accarezzandoti ti prendo in braccio, per portarti sul mio letto. E’vero non ti sollevo quasi mai in braccio, per paura di farlo in maniera maldestra. Ma ora è diverso. Ora non sei solo la donna con cui fare scopate epiche, sei il mio premio! Sudato. Meritato. Vinto senza alcuna contestazione plausibile. Devo essere sincero ci sto pensando solo ora che sei nelle mie braccia e ti appoggio sul mio morbido letto, lo faccio con delicatezza magari sei un premio fragile. Ma ne dubito. Anzi magari sei quasi infrangibile. Ora ti scarto e ti metto a posto. Prima di pensare a cosa fare di te, voglio ancora assaggiare il tuo godimento e dividerlo, mischiarlo con il mio, poi in seguito progetterò e rifletterò sul da farsi. Non essermi fatto toccare fino ad ora da questi pensieri, è probabilmente il motivo perché ho avuto la meglio, ho vinto, ho raggiunto il risultato, al posto di pensare con che cosa ti avrei voluto penetrare, legare e bendare, ho pensato solo al poker. Caspita dovrei proprio dirlo a quel viveur, se a poker e nella vita vuoi vincere, devi riuscire a non pensare alla posta in ballo. Devi solo giocare e combattere, indipendentemente che il premio sia bello, prezioso, ricercato, squisito, impagabile, sagace. Devi pensare solo a quaranta dame. Una tra loro saprà leggerti dentro! Una vera metafora della vita. |
I vostri commenti su questo racconto | ||
Autore: | Bestenema | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/06/2009 22:07:29 | |
Giudizio personale: | Discreto perchè ben scritto, ma, sembra un inno al tavolo verde più che un racconto erotico.... | |
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Autore: | Carino6423 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/06/2009 18:07:25 | |
Giudizio personale: | Bel racconto, emozionante ed eccitante. | |
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Autore: | Frizzantebiondina82 | Invia un messaggio |
Postato in data: | 25/06/2009 15:47:17 | |
Giudizio personale: | bello. | |
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