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Weekend a Venezia (parte seconda)


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...mi sveglio ed è buio... ti vedo vicina alla finestra, quasi nuda e debolmente illuminata dalla luna... non so a cosa tu stia pensando, resto un lungo minuto a guardarti scorrendo con lo sguardo lungo le ombre che sottolineano le tue forme armoniose appena coperte da un asciugamano... forse hai fatto una doccia dopo le "follie" di ieri sera...

Mi alzo in silenzio e mi avvicino a te, ti abbraccio da dietro e bacio il tuo collo; sento che rabbrividisci e mormori il mio nome... è una supplica di smettere? Una richiesta di continuare? Non lo so, non dici altro se non un lieve mugolio quando la mia bocca inizia a correre lungo la tua schiena...

...ora sono in ginocchio davanti a te, fra le tue gambe ed il muro sotto la finestra: bacio le tue gambe e gioco come il gatto col topo fino a che arrivo dove voglio, dove tu vuoi... bacio la tua rosa rossa che profuma di sapone e del tuo dolce liquore di passione, sento il tuo respiro farsi affannato quando succhio il tuo clitoride e quando infilo la lingua tra le tue labbra intime...una tua mano mi spinge a continuare premendomi la nuca verso il tuo ventre fino a che soffochi un urlo; le tue gocce d'amore mi colano in bocca e sul viso, ti sento fremere nel culmine del piacere...

Mi rialzo e vengo alle tue spalle... il mio pene ritto trova alloggio nel solco fra le tue natiche perfette... lo lascio scorrere dolcemente su e giù mentre con le dita raccolgo il tuo succo d'amore e lo porto alla tua stessa bocca...lecchi avida le mie dita, e non posso fare a meno di pensare se ti è mai successo prima di gustare il sapore di una donna... magari di un'altra donna... mi perdo solo un attimo in questo pensiero, in questa visione da sogno per poi correre con le mie dita che stavolta sono umide della tua saliva verso il tuo garofano bruno... lo trovo ancora rilassato dopo le dolci fatiche che ha subito qualche ora fa... trovarmi ad appoggiarvi il glande e spingere dolcemente è più veloce a farsi che anche solo a pensarlo, per poi trovarmi immerso nel tuo vellutato cunicolo... stavolta non c'è traccia di dolore o fastidio, i tuoi muscoli mi accolgono e mi avvolgono come un caldo guanto di velluto che sento sciogliere intorno a me... inizio a muovermi sempre più a fondo e

più velocemente mentra con le dita torturo dolcemente il tuo clitoride ingrossato... sento che perdi ogni inibizione e con gli occhi chiusi mi inviti a continuare con maggiore forza, quasi con violenza...la tua non è una voce, è quasi il soffio di una gatta inferocita...

Urti una, due volte il vetro della finestra e il rumore si diffonde nella notte silenziosa di Venezia... per fortuna che è notte fonda e tutto è deserto...no, c'è un uomo che cammina lungo il canale, forse un metronotte, e il rumore richiama la sua attenzione. Alza gli occhi e ti vede nuda e bellissima contro il vetro della finestra, con me alle tue spalle; ovviamente ci vede solo dalla vita in su, ma non c'è bisogno di molta fantasia per immaginare ciò che avviene più in basso. Lo vedo, vedo che strabuzza gli occhi incredulo e poi resta lì a vedere quello che forse gli sembra una visione dovuta alla fatica o a un bicchiere di troppo... ti avviso sottovoce, in un orecchio, dello spettatore imprevisto, ma tu non reagisci... forse non mi hai capito perchè sei già in viaggio verso il piacere, o forse quel briciolo di esibizionista che c'è in ogni donna ha preso il sopravvento... ti sento dirmi cose quasi insensate fra un invito e l'altro a non avere nessun ritegno, a continuare così, an

zi, di più, di più...

la mia mano è fradicia dei tuoi umori che colano giù lungo le tue gambe e macchiano il pavimento sotto di te... allungo una mano e afferro un oggetto alla cieca da sopra il comodino vicino... è una tua boccetta di profumo dalla forma affusolata; sempre entrando e uscendo dal tuo fiore segreto che ormai ha perso ogni resistenza la faccio scorrere sulle tue labbra intime e poi inizio ad affondarla lentamente nella tua vagina bollente... ti sento quasi ruggire qualcosa che non capisco e poi raggiungo il punto di non ritorno... vengo dentro di te lanciando tre, quattro, cinque fiotti di sperma bollente, ed improvviso sento che per te è troppo: ti mordi le labbra quasi a sangue per non urlare al cielo mentre il piacere ti travolge, ti inarchi all'indietro contro di me e poi sento che mi cadi tra le braccia quasi priva di sensi, come un grottesco pupazzo inanimato tenuto su dalle mie braccia e dal mio membro ancora infisso in te...

Il metronotte se ne va velocemente, mentre io resto lì a guardarti fra le mie braccia... ti bacio dolcemente le labbra come nel bacio di due ragazzini e poi ti sollevo fra le braccia per portarti a letto... buonanotte fatina mia....


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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Franko157 Invia un messaggio
Postato in data: 16/07/2010 15:49:09
Giudizio personale:
ottimo


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