i racconti erotici di desiderya

Una giornata particolare....

Autore: Maja71
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Era arrivato il fatidico giorno, lo aveva aspettato tanto, temuto, accarezzato con la fantasia, approfondito in tutte le sue possibilità e sfaccettature….ora era arrivato.

Emmanuele si alzò dal letto già agitata, faceva difficoltà ad allontanare la mente da quello che sarebbe potuto succedere. Si buttò sotto la doccia, non rapidamente come sempre però.

Doveva dedicarsi del tempo, delle attenzioni particolari, prima che….lo avessero fatto altri.

Così, sotto il getto di acqua calda, si passò il sapone….cominciando dai piedi, risalì alle gambe, si accarezzò lentamente il sesso….lentamente, sentendo un calore sgorgarle dall’interno….volle assaporarlo….il dito medio entrò dentro, tutto, era morbido e tremendamente bagnato, due dita, allargandosi dolcemente….sarebbe stato così tenero il contatto con uno sconosciuto? o più rude e violento? Provò allora più forte, aumentò il ritmo e lei, sotto il getto bollente della doccia, venne velocemente…quasi a prepararsi per l’incontro.

Si appoggiò al muro, il tempo di riprendersi e poi finì di lavarsi…la pancia, le ascelle, il collo…fece lo shampoo.

Il seno lo lasciò per ultimo, le faceva sempre piacere, giocare con i capezzoli, come LUI non faceva mai. Allora li tirava, con delicatezza, fino a renderli turgidi, dolorosamente sensibili, si leccava le dita per stuzzicarli….e così si sentiva veramente donna…una donna pronta ad offrire il proprio corpo a chi….ancora non sapeva bene a chi…..

L’appuntamento era per pranzo, come al solito, si sarebbero incontrati alla stazione….un po’ di disagio, giusto i primi minuti, poi l’attrazione avrebbe fatto il resto.

Già in macchina era difficile tenere a posto le mani, quelle di LUI infilate sotto la gonna, a salutarne gli anfratti più reconditi, quelle di lei, impegnate a guidare, tese sul volante ma desiderose del suo sesso, di poterlo toccare il prima possibile.

Un’enoteca carina, una bottiglia di vino per sciogliere il ghiaccio.

Emmanuelle come al solito parlava troppo, di tutto, per riempire i silenzi, per nascondere l’eccitazione crescente.

LUI se ne accorse e le fece un cenno con la testa “ho bisogno di una sigaretta, usciamo!”. Fuori c’era il sole, la strada secondaria era deserta, LUI la guardò negli occhi, c’era intesa, sorrise e allungò una mano, la infilò tra le gambe di lei, la tirò a sé e spostando lo slip, le aprì le labbra del suo sesso…infilò un dito e con aria di sfida cominciò a masturbarla….

Le ginocchia vennero meno, lei gli strinse il braccio ma…senza fermarlo, anzi accompagnandolo in quel ritmico su e giù che rapidamente la fece venire. Era bagnata, tanto bagnata, ma non sazia, avrebbe voluto averne ancora…

In quel momento passò un signore, li guardò con curiosità e loro ricambiarono lo sguardo: LUI toccò il culo di Emmanuelle, con un gesto sfrontato, quasi a rivendicarne il possesso, lei sorrise e buttò un bacio…..ora erano pronti.

Il Privee che avevano trovato era in zona. Parcheggiarono vicino, due passi a piedi…la testa era invasa dai dubbi….. ma bastava guardare LUI negli occhi per percepire quanto lo desiderasse. L’ingresso era sobrio, dettero i documenti, pagarono ed ebbero la tessera….ora rimaneva solo varcare la soglia.

Emmanuelle allungò la mano in cerca di un contatto, LUI gliela strinse trasmettendogli quella sicurezza di cui aveva bisogno.

All’interno la musica era piacevole, come in un discobar qualcuno ballava, qualcuno al bancone beveva e conversava amichevolmente. Ordinarono due bicchieri di rosso, il vino avrebbe sicuramente sciolto gli ultimi freni inibitori. Trascorse un po’ di tempo in cui LUI ed Emmanuelle parlarono di loro, di cosa stavano cercando e di cosa avrebbero condiviso, nel frattempo le mani si frugavano e l’eccitazione cresceva.

Ad un certo punto si avvicinò un ragazzo, uno scambio di battute, poi chiese il permesso ad entrambi con lo sguardo e concessogli cominciò ad accarezzare Emmanuelle, le mani sulle spalle, sussurri nelle orecchie…lei era già pronta. Le morse il collo, da dietro, come un predatore e lei guardò LUI, era un segnale…lo voleva, lo voleva adesso….poteva farlo.

Cercarono una stanza, LUI li seguiva a distanza, osservandoli, sentiva il suo pene ingrossato spingere attraverso il pantalone. Nella camera che trovarono libera c’era un letto a baldacchino e al lato una poltrona. LUI si sedette lì e…finalmente potè liberare la sua erezione.

“Bene bene…se la vuoi…dirigo io, però…”

Entrambi mugolavano, erano vogliosi, aspettavano di potersi lasciare andare ma sapevano che era LUI a dover condurre il gioco.

“Prendiglielo in bocca” ordinò.

Il ragazzo non aspettava altro, si aprì la lampo, lasciò che fosse lei a tirarla giù lentamente e poi l’aiutò a far uscire l’asta del suo pene, così tremendamente eretta e rigida. Lui seduto sul letto, lei in ginocchio. Emmanuelle cominciò a leccarlo in tutta la sua lunghezza, accarezzandolo con entrambe le mani. Poi passò la lingua sulla punta del glande e succhiò, stando attenta ai denti, come le avevano insegnato.

“Succhialo tesoro…assaporalo bene” disse LUI, godendosi lo spettacolo da tempo fantasticato.

Lei lo guardò con fare accattivante e gli fece scivolare una mano sul sesso rigonfio.

Mugolava, mentre il ragazzo accompagnava i movimenti tenendole la testa. Era brava, leccava e succhiava alternativamente, con ritmo, tenendo con fermezza la base del pene e ogni tanto accarezzando i testicoli tesi ed allungando la mano verso il perineo….

Quando vide che il ragazzo stava per venire, LUI la tirò a sé, sorrise e le disse “Ora tocca a me”.

Lei ricominciò, con più entusiasmo ed eccitazione ancora, perché era LUI….gli piaceva, gli era sempre piaciuto, era la fantasia di tutte le sue notti e il pensiero ricorrente di tutti i suoi giorni.

Per cui prese in bocca quel pene che ben conosceva decisa a farlo impazzire di piacere.

Lo leccò, succhiò ed accarezzò con tanta passione da farlo venire senza preavviso. Lui buttò la testa all’indietro, tenendole il capo fermo mentre violenti spruzzi di sperma le inondavano la bocca. Abbassò lo sguardo e l’ammirò mentre l’orgasmo lo scuoteva e sembrava non finire mai.

Nel frattempo il ragazzo aveva terminato da solo, masturbandosi con veemenza, ma ovviamente voleva di più.

“Ora la puoi scopare…se vuoi!”. Era il lasciapassare.

Si avvicinò a lei, da dietro, Emmanuelle era a carponi, la testa poggiata sul sesso ancora rigonfio di LUI.

Il ragazzo la prese con decisione, le alzò il vestito poggiandone i lembi sulla schiena, le infilò le mani tra le gambe e la tirò a sé, infilandole lo slip tra le labbra, con forza, quasi a volerla punire di averlo lasciato solo. La posizionò meglio, col sedere esposto. “Shhh…”disse “…ora tocca nuovamente a me…”. Si prese qualche minuto per ammirare il contorno del suo corpo, lasciò scivolare lo sguardo sulle sue natiche invitanti….la curva dei fianchi, il sedere rotondo, il tatuaggio sulla nuca che sbucava dalla scollatura posteriore. Spostò lo slip, infilò un dito….lo spinse tra le sue cosce…poi risalì fino a sfiorarle l’ano…. e continuò così, andando su e giù, lentamente.

“Godi…tesoro….godi per me!” le sussurrava LUI accarezzandole i capelli e guardandola con desiderio.

Emmanuelle rabbrividì al suono cupo della sua voce. I suoi seni divennero sensibilissimi e i suoi capezzoli si indurirono all’istante.

Le dita del ragazzo si muovevano, entravano ed uscivano da lei, facendola bagnare abbondantemente.

“Scopami…per favore”…Emmanuelle mugolò, con un filo di voce.

Era pronta, calda, aperta e vogliosa, graffiava le cosce di LUI per sopportare il piacere e al tempo stesso l’attesa.

Il ragazzo allora con le proprie gambe allargò di più quelle di lei, la spinse più giù, a 90 gradi e lentamente infilò il suo pene durissimo dentro di lei.

Con un braccio le cingeva la vita, con l’altra mano le toccava il clitoride per non lasciare niente di inesplorato. Lui affondava ripetutamente nelle profondità liquide della sua fica, penetrandola per tutta la lunghezza, colmandola ed incendiandola. Finchè potenti spasmi d’orgasmo non lacerarono i loro corpi.

Ci vollero cinque minuti per riprendersi.

Il ragazzo fu il primo ad andarsene, Si tirò su i pantaloni, sussurrò un “grazie” all’orecchio di Emmanuelle ma guardando LUI, che gli aveva permesso un rapporto così soddisfacente.

Poi loro due si guardarono a lungo….si baciarono a lungo….si risistemarono e….mano nella mano uscirono dal club.

La sera era appena cominciata, la fame si era scatenata….era ora di cercare un ristorante per una cenetta…a due, questa volta!

Dedicato al MIO LUI



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Rimmel& Invia un messaggio
Postato in data: 11/07/2015 08:26:23
Giudizio personale:
Scritto molto bene ... atmosfera intrigante da privé ... sembra di essere presente.

Autore: Bsxsub30 Invia un messaggio
Postato in data: 14/01/2015 11:11:25
Giudizio personale:
Bel racconto, ben scritto e non grossolanamente volgare. Il top, direi.


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