i racconti erotici di desiderya

Solo una volta


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Era un giorno come tanti, mi trovavo solo con i mie pensieri, cercavo di trovare la soluzione ad un problema che mi assillava da tempo, certo starmene li seduto sul molo in una splendida giornata di sole con la gente che passava davanti a me parlando e ridendo, non era certo il modo migliore di poter venire a capo del mio dilemma, ma era ormai più di una settimana che continuavo a tormentare la mia mente con la stessa ed incessante domanda senza venirne a capo , quindi anche se il problema continuava ad esistere, decisi che per un giorno avrei cercato di dare alla mia testa un attimo di tregua.

Così con lo sguardo che fuggiva ora su un onda che veniva ad infrangersi contro gli scogli, ora su un gabbiano, che con il suo volo agile e silenzioso dava prova di tutta la sua energia e bravura, cercando di volare controvento, una parte di me poteva godersi questo spettacolo.

Non so da quanto mi trovavo li, come se fossi stato catturato da chi sa quale forza invisibile, ma improvvisamente sento che qualcosa è cambiato, sento che vicino a me c'è una nuova energia, un energia che da forza, come se un terremoto fosse venuto a scuotermi, vedo accanto a me qualcosa che nessun spettacolo potrebbe esibire con tanta grazia e bellezza, era li, seduta di fianco a me, una ragazza bellissima ,era vestita con un paio di jeans che mostravano le sue forme dolci ma allo stesso tempo forti e solide, come se fosse stata scolpita nel più bel marmo che la natura potesse concedere, i suoi seni sotto ad una maglietta viola pallido, sembravano essere due piccole colline che potevano sfidare in bellezza ed in pericolosità anche le più alte vette del mondo , i suoi capelli corti, neri, neri, color corvino, emanavano un profumo che ancora oggi non saprei descrivere, contornavano dolcemente il suo viso come se volessero assecondarla in ogni suo movimento, il suo viso era stupendo,

semplice e con un tocco di malizia, che, con la frangetta che gli cadeva sopra gli occhi le donava quell'aria di bambolina, una stupenda bambolina.

Così mi ritrovai ha fissare quello spettacolo senza più accorgermi di nulla, più la guardavo e più mi risucchiava in un vortice, come se fossi in mezzo al mare su una zattera ed all'improvviso vedere un isola di salvezza, dovevo conoscerla, dovevo sapere il suo nome, sapere tutto di lei, ma sapevo, che ogni attimo che passava, era un attimo rubato dal tempo per non farci conoscere , così con il cuore che mi batteva ad una velocità incredibile, mi rivolsi a lei: " è davvero bello questo posto " - per un attimo il silenzio, quel silenzio che ti colpisce con tutte le sue forme più basse di paura, come se solo dopo aver fatto qualcosa, ti accorgi che è tutta sbagliata e ti penti di averla fatta, poi una voce, bellissima, con un timbro caldo e dolce, mi riporta vicino all'isola: " si, davvero bello " - incominciammo a raccontarci attimi di vita vissuta, i nostri attimi di vita , ricordi di un passato che restano lì, chiusi nella nostra mente anche per anni senza mai essere presi, poi a

ll'improvviso lì riprendiamo e ci ritroviamo a raccontarli a persone che fino a pochi attimi prima non conoscevamo. Chissà per quale ragione a me piace pensarla come disse quel tale - "Una volta sulla terra esistevano piccoli villaggi, dove tutti conoscevano tutti e tutti aiutavano tutti, poi il mondo si è allargato ed i villaggi sono diventati paesi i paesi città e le città metropoli, dove nessuno conosce nessuno e tutti pensano a se stessi , però in questo mondo di individualisti per qualche strano gioco del destino capita di trovarsi per strada e con lo sguardo incontrare una persona che prima di allora non si era mai vista, ma con l'assoluta certezza di conoscerla e di avere una grande fiducia in essa , la spiegazione è che quella persona faceva parte del tuo stesso villaggio e anche se sono passati secoli, una forza lega gli uni agli altri, solo che non tutti hanno la possibilità di poter incontrarsi o parlarsi e quindi quel attimo sfugge e si dimentica"

Per me no, avevo preso l'attimo e adesso ero li a parlare con quella bellissima ragazza.

Ormai si era fatto tardi, così ci salutammo , solo allora mi resi conto che non sapevo il suo nome, restammo per un attimo a fissarci negli occhi, chi sa che pensava, così prima di separarci le chiesi se ci saremmo rivisti , mi disse che veniva spesso qui a guardare il mare.

Andai per cinque giorni a sedermi nello stesso punto, alla stessa ora, senza più rivederla , ormai lei era il mio pensiero, sentivo che se non l'avessi rivista, sarei impazzito, finalmente il giorno seguente la vidi, seduta come quel giorno a guardare il mare, bella come non mai , mi avvicinai a le la salutai, però questa volta nel suo sguardo c'era una linea di tristezza , le chiesi come stava e se tutto andava bene, mi rispose che fra tre giorni sarebbe partita, queste poche parole mi fecero soffrire con una tale forza, che nemmeno una lama che lacera la carni sa fare, sapevo che questo voleva dire che non l'avrei più rivista, sapevo che non ci sarebbe stato più quel bellissimo sguardo a farmi dimenticare ogni disgusto della vita , così ci ritrovammo ancora una volta a parlare di ricordi, ma questa volta con una parola triste alla fine dei suoi, " chissà quando potrò rivedere questi posti ", non potevo più restarmene li ad ascoltare, il mio cuore non avrebbero resistito, così mi

alzai, la salutai con una scusa e me ne andai.

Passai un giorno davvero infernale cercando di dimenticarla , sapevo che non dovevo tornare in quel posto ne ora ne mai, però la forza che mi attirava in quel posto dove ci eravamo incontrati, era troppo forte, così il giorno seguente mi ritrovai a camminare verso quel luogo, con la speranza nel cuore di poterla rivedere, anche per un solo istante, ed il destino volle che lei era là, questa volta in piedi, era stupenda, ci ritrovammo l'uno di fronte all'altra, un breve silenzio, uno scambio di sguardi e con le mani strette la baciai, sentivo le sue morbide labbra sulle mie, sentivo tutto il calore che la sua bocca trasmetteva alla mia e la strinsi forte a me, lei mi abbraccio e mise la testa sulla spalla, sentivo il suo pianto silenzioso , gli accarezzai i capelli e le dissi di passare insieme la serata, mi rispose di si.

Restammo li abbracciati in silenzio, come se solo così, tutto quello che ci circondava avesse senso, ci baciammo ancora e ci separammo per rivederci più tardi.

Mangiammo in un bel ristorante a lume di candela in riva al mare, la luna si rispecchiava nelle acque calme, il cielo e le stelle sembravano voler sigillare per sempre quegli attimi che ci ritrovavano insieme , mangiammo senza quasi mai parlare come se le parole potessero in qualche modo interrompere il discorso dei nostri sguardi , uscimmo dal ristorante, la sera si era fatta più fresca e delle nuvole minacciavano quello stupendo cielo che fino a poche ore prima era stato un manto trapuntato di stelle e quel freddo serale mise in mostra sotto alla sua maglietta due piccoli capezzoli che si mettevano in mostra e creavano quel gioco di vedo non vedo mettendo ancora più in risalto due seni di una rotondità perfetta , camminammo come due nomadi che cercano una meta, ma in realtà nemmeno loro sanno cosa cercare, così come se una mano ci avesse guidato, ci ritrovammo nel posto dove ci eravamo incontrati, ci sedemmo in quel luogo testimone del nostro incontro e ci stringemmo baciandoci, la

sua lingua giocava con la mia come se danzassero un ballo invisibile al resto del mondo , poi un tuono annuncio l'arrivo di un temporale, uno di quei temporali estivi che arrivano con una tale forza da voler spazzare via tutto ciò che incontra, ma con la stessa forza se ne va, lasciando solo qualche piccola goccia di ricordo del suo passaggio.

Così la pioggia ci sorprese, eravamo ancora li a baciarci, non c'era nulla che potesse fermare la nostra passione, cominciai ad accarezzargli i capelli che cominciavano a bagnarsi, poi infilai la mia mano sotto alla sua maglietta accarezzandogli il ventre e salendo fino al suo seno, potevo sentire la dolce curva che separa un seno dal altro, sentivo il calore che il suo corpo emanava mentre accarezzai con le dita il capezzolo turgido e duro e mentre facevo questo, anche le sue mani passavano da un punto ad un altro del mio corpo , si stacco da me e si tolse la maglietta potevo vedere quei bellissimi seni in tutto il loro splendore , si avvicino e cominciai a baciarla prima sul collo poi sui seni, leccandoli, i sui capezzoli eccitati e duri, con la mano le accarezzavo il corpo , sentii una mano slacciarmi i bottoni dei jeans e infilarsi dentro i miei slip accarezzandomi il sesso portandomi ad un piacere davvero assoluto , la baciai ancora con tutta la passione che il mio corpo poteva

darle, la pioggia cadeva incessante e noi eravamo li, stretti in una danza sensuale, senza pensare ad altro che al piacere di quell'attimo, si stacco da me, si alzo, si tolse le mutandine tenendosi la gonna, alzandola fin sopra le cosce lisce e modellate, sembrava fare una danza sotto la pioggia, come accadeva secoli fa in qualche villaggio di questa terra, resto per un attimo in quella posizione con lo sguardo rivolto al cielo, lasciando il suo corpo nudo hai mie sguardi, abbasso la testa e mi guardò, mi trovò rapito da quel corpo stupendo, rapito dalla sua forza e dal suo calore, sulle sue labbra si disegno un dolce e intrigante sorriso ,come se avesse letto il mio pensiero, comincio ad ancheggiare, con le mani mi invito ad avvicinarmi, andai da lei, mi inginocchia, la guardai negli occhi e poi cominciai a baciarle le cosce, erano sode e lisce, la sentivo fremere, con le sue mani guido la mia testa al suo sesso, assaporai il suo sapore, come un uomo che disperso nel deserto, trova

un'oasi dove appagare la sua sete, sentivo il suo corpo abbandonarsi hai movimenti della mia lingua, come se non volesse perdersi un solo attimo di quel piacere, poi mi alzai e la strinsi forte a me baciandola, ci stendemmo sulla spiaggia, mi abbasso i pantaloni e mi bacio il sesso, portando la mia eccitazione ad un punto che non aveva più confini, dove non esiste più la realtà, ma tutto è passione e sogni, sentivo le sue mani prendere il mio sesso e portarlo nel suo, sentivo il suo ventre muoversi a piccoli colpi, prima regolari poi cambiando ritmo e anch'io mi muovevo, cercando di assecondare i suoi movimenti, mi bacio il petto e poi torno a baciarmi, giocando ancora con la mia lingua, sentivo i suoi seni premere sulla mia pelle, accarezzavo il suo sedere, quella curva dolce e armoniosa del suo fondo schiena, la sentivo sempre più mia, lei mi cavalcava come una valchiria cavalca il suo destriero, ormai eravamo al culmine del piacere, la sentivo ansimare, tutta la sua passione si s

cioglieva su di me mischiando i suoi umori alla pioggia, cercammo di allungare il più possibile il nostro godimento, ma ogni cosa a una fine, così ci ritrovammo abbracciati stretti l'uno all' altra con lo sguardo perso in quel vuoto che non a confini ne parole , anche la pioggia aveva finito di cadere, come se volesse ricordarci che ormai il nostro tempo era scaduto, ci lasciammo come le atre volte, solo che questa volta avevamo un bel ricordo da condividere, da portare con noi sulla strada del nostro vagare.

Tornai ancora in quel posto, un paio di volte da quella notte, senza più rivedere quella bellezza che la natura volle farmi incontrare solo per avere un attimo di vita da questa misera realtà, ma senza quel temporale estivo di "non so come si chiama", nulla può sfuggire alla realtà e quel posto vivrà nella mia mente, come "non so come si chiama" resta viva nel mio cuore .


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