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Piacere dominante


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Piacere Dominante

Stavo vivendo da solo. Mi ero separato da mia moglie ed ero ritornato a Trieste.

Avevo conosciuto, al mare, una tizia assieme alla figlia piccola, e avevamo iniziato una specie di relazione; ogni tanto lei veniva a trovarmi a casa. Andò a finire, pertanto, che … andammo a letto. Lei era particolarmente “geisha”, disposta a tutto pur di soddisfare i miei desideri. Particolarmente abile nel farmi i “bocchini”, risucchiandomi ogni stilla di sperma ed ingoiandolo fino all’ultima goccia.

Io, all’epoca, sapevo far durare a lungo le mie scopate e ciò la mandava in estasi. Era tutto merito di coloro che mi avevano fatto conoscere i piaceri del sesso, omosex o etero che fosse, e mi avevano insegnato a controllare il piacere e godere solo quando il partner era soddisfatto. Prima regola: far godere il partner.

Il piacere principale nasceva dal sentire il godimento dell’altro e portarlo allo sfinimento. Una sorta di piacere sadico. Sapere di averlo sottomesso. In questo la tizia, che chiamerò Eva, era perfetta. Sottomessa, godeva da matti ed era pluriorgasmica ! Ciò, naturalmente, acuiva quel lato sadico che avevo scoperto in me e mi portava ad usarla come meglio credessi. Era diventata una sorta di “schiava” personale, tanto che, dopo averla legata al tavolo da pranzo, nuda, con le natiche completamente esposte, mi divertivo a penetrarla in tutti i suoi orifizi e poi, quando iniziava a godere a fontana, uscire e lasciarla lì a desiderare di essere nuovamente penetrata. E magari… uscivo di casa, lasciandola in quella posizione, non proprio comoda, per qualche ora.

Ogni volta mi inventavo qualcosa di nuovo: incularla mettendole nella vagina un vibratore acceso, che acuisse il suo piacere, o viceversa metterglielo nella vagina ed il vibratore nel culo, oppure… metterle nel culo le palline cinesi, quelle vibranti, e star a guardare le sue reazioni mentre me lo facevo succhiare. Godevo nell’usarla, senza farle del male fisico, che non concepisco, ma torturandola facendola godere e portandola oltre i suoi limiti. Alla fine mi stancai di lei e le dissi di scomparire ma lei….. iniziò a seguirmi e spesso a venire, la sera, a suonare al mio citofono.

Una sera, stanco del suo modo di fare, decisi di farla entrare e … sottometterla totalmente. Pertanto… feci scattare l’apri portone (avevo visto, guardando oltre le persiane che dopo aver suonato era ferma in mezzo alla strada e guardava le mie finestre) e lei lo udì e …. si avviò verso di esso. Io nel frattempo avevo lasciato la porta d’ingresso accostata e la luce accesa in soggiorno.

Entrò, lentamente, quasi spaurita, e si diresse verso la luce. Sul tavolo del soggiorno avevo fatto a tempo a lasciare un foglio con su scritto, a caratteri cubitali… SPOGLIATI ! Io la guardavo dal buio della cucina, alle sue spalle. Vide il messaggio, appoggiò la borsetta a terra e… iniziò a spogliarsi. Si denudò completamente ! Io mi gustavo la scena. Quando fu completamente nuda le dissi: “Ora appoggiati al tavolo !” E lei, ubbidiente, da vera schiava, lo fece. Solo allora mi avvicinai a lei, le accarezzai il culo, allargandoglielo un po’ ed arrivando a toccarle la fica iniziando a masturbarle il clitoride sin quando iniziò a mugolare “Sì… così…. Ti prego… fammi godere… ho voglia di te… sono tua, completamente tua…. ti prego… prendimi !” Io continuai a masturbala, senza darle tregua né accontentarla. Alla fine, accondiscendendo alle sue reiterate richieste, snudai il mio cazzo e…. la inculai. Aveva imparato presto a godere anche solo con la penetrazione anale, ma in quel caso, mentre me la inculavo, stavo continuando a masturbarle il clitoride il che la portò, in breve, a godere come una fontana.

La portai a chiedere tregua, ma non gliela diedi, portandola così ad avere un secondo ed un terzo orgasmo e, al quel punto, la riempì di sborra ! Ormai non sapeva più fare a meno di me e ogni due/tre sere veniva a suonare al mio portone. Qualche volta le aprivo, ed allora la scena si ripeteva, altre la lasciavo in strada.

Nel frattempo avevo conosciuto un’altra ragazza, più giovane, che mi sembrava avesse le caratteristiche di una geisha. La chiamerò Sonia. Non era vergine ma aveva avuto solo un amante, colui che l’aveva sverginata ma che non aveva saputo farla godere. Pian piano la sottomisi facendola impazzire dal piacere, dedicandomi a lei, suggendole la vulva sino a portarla all’orgasmo e…. continuando a farla godere, fin quando non sveniva dal piacere. Quando non poté più fare a meno del piacere che le davo la legai al tavolo, come Eva, e…. la lasciai a desiderare di essere posseduta, portandola a chiederlo con tutte le sue forze.

Una volta che riuscì a condizionarla come volevo… le feci incontrare. Una sera che Sonia era da me ed avevamo cenato assieme, mentre mi stavo accingendo a legarla al tavolo suonò Eva. Sonia, perplessa, mi chiese chi potesse essere, a quell’ora, a suonare alla mia porta. La portai a guardare dietro le persiane, indicandogliela, spiegandole cosa voleva e dicendole che, quella sera, sarebbe stata la nostra geisha.

Guardandomi negli occhi, sottomessa, mi disse: “Tutto quello che desideri !”

Così aprì il portone e, come al solito, lasciai la porta aperta. Dopo poco sentimmo il portone che si apriva e richiudeva e poi… la porta d’ingresso. Ci facemmo trovare in soggiorno, nudi. Eva arrivò e, vedendoci, venne prima vicino a me, si inginocchiò e me lo prese in bocca. Iniziò a succhiarmelo facendomelo diventare duro poi…. mi guardò negli occhi e vedendo che le accennavo Sonia…. Si diresse verso di lei, iniziò a leccarla tutta finendo per succhiarle il clitoride. Sonia si sedette, allargando le gambe per farsi leccare e succhiare meglio ed io… iniziai ad inculare Eva. Sonia vedeva tutta la scena e …. iniziò a godere sotto i colpi di lingua di Eva. Poi si distese a terra, si infilò sotto Eva e, guardando da vicino l’inculata, iniziò a leccarle la fica, cosa che portò Eva a riprendere a leccare la vulva di Sonia che gradì molto la cosa. Avevo sotto di me due geishe pronte a darsi piacere per darlo a me come meglio gradivo. Quando sentì Eva godere, senza eiaculare mi sfilai e. arrivato dalle parti di Sonia, le rialzai le gambe e, mentre Eva continuava a leccargliela, me la inculai. Sonia, davanti a quella doppia provocazione, iniziò a dare i numeri, iniziando a godere emettendo gemiti ed urletti, chiedendo di fermarci, di darle tregua, ma noi invece aumentammo le nostre stimolazioni. Stava impazzendo e iniziò nuovamente a godere, senza tregua. A quel punto la riempì di sborra e, uscendo, presentai il mio membro ad Eva per farmelo pulire. Come lo vide vicino alla sua bocca…. smise di leccare Sonia e… se lo risucchio tutto, voracemente, goduriosamente, assaporandolo, e alzò lo sguardo verso di me per vedere se gradivo la cosa. Glielo feci capire con lo sguardo e glielo affondai ancor più nella bocca. Sonia, intanto, ancora intontita dal piacere provato, trovandosi praticamente davanti agli occhi il mio culo, iniziò a leccarmelo e, pian piano, infilando tra le mie chiappe la sua lingua, giungere ad infilarmela nello sfintere facendomi provare sensazioni stupende.

A quel punto…. mi sfilai dalla bocca di Eva e ripresi fiato. Loro… si guardarono negli occhi e pensando di farmi felice… ripresero a lesbicare tra di loro. Ormai erano due schiave dei miei desideri, avevano capito che vederle lesbicare mi faceva felice e perciò ce la misero tutta per offrirmi uno spettacolo unico.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 10/06/2017 22:25:09
Giudizio personale:
non ti sei mai privato di nulla, porcone... e come le racconti bene le tue esperienze...!

Autore: Ladybutterfly Invia un messaggio
Postato in data: 10/02/2017 16:14:30
Giudizio personale:
Estremamente eccitante!!!


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