i racconti erotici di desiderya

Non ti posso ignorare


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E’ un sabato mattina cotto di sole e tu mi appari all’improvviso. Sto tagliando l’erba e mi saluti dalla porta finestra aperta che da’ sul giardino. Hai quella tua mise di donna in carriera, la giacca beige, la gonna sotto il ginocchio, la camicia aperta chiara con piccoli fiorellini colorati, le scarpe con i tacchi ne’alti ne’bassi. Io pantaloncini corti la maglietta del Che le Reebok scassate. Sudato e contento di esserlo. Ti guardo. Non è il momento migliore: sto respirando l’orgasmo da fatica, quello che massaggia i muscoli e mi fa’ sentire utile al mondo. Tu arrivi, chiami ed io devo adeguarmi a questo ritaglio di tempo prezioso che sei riuscita a rubare al tuo lavoro, a tuo marito, a chissà chi altro. Ti aspetti che io sia riconoscente, anche se ancora non so’ se sei venuta per dirmi addio dopo l’ultima burrascosa telefonata o per rubarmi altri istinti animali sul letto disfatto. O magari solo per farmi la solita scenata di gelosia che non puoi permetterti. Basta, penso, non è più possibile continuare questo nostro rapporto che fa pagare il piacere di orgasmi deliranti con giorni impregnati di mille capricci da adolescente. E anche di vagoni di parole crudeli e cattive che tu mi riversi addosso perché non sei mia e sai che mai lo sarai. “Ho da fare”- ti dico-”lo vedi”..Mi guardi furente, in silenzio. Io aspetto che vomiti le tue mille parole come un vulcano che scoppia. Mi guardi fisso. Ti togli la giacca (neanche un brivido attraversa la mia pelle). Le scarpe volano lontano (guardo fuori il lavoro lasciato a metà). Slacci la camicetta e la togli, la gonna cade a terra dopo un movimento sinuoso (metto le mani sui fianchi e inclino la testa). Sfili il reggiseno e con un gesto anche le mutandine scivolano veloci lungo le tue gambe (le tue autoreggenti restano: sei proprio bella..eccitante). Resto in silenzio. Non faccio alcun passo in avanti ne’ un gesto che dica “eccomi”. Mi giro verso il giardino soleggiato, là fuori. “Guardami -mi urli- guardami negli occhi, vieni qui. Prendimi i capelli. Afferrali. Mordi le mie labbra e baciami forte. Strattonami. Sgridami. Esponimi come fossi la tua preda. Costringimi ad allargare le cosce. Fammi gridare. Colpiscimi forte, insultami, rovesciami addosso parole indecenti, scopami sul tavolo. Imponiti, fammi promettere cose impossibili, possiedimi dappertutto, davanti dietro in bocca. Forzami. Fottimi, schiaffeggia forte le mie natiche, falle diventare rosse e non smettere neanche se piango. Girami e riempimi. Usami. Reinventami nuova, dominami, ma NON IGNORAR….” Non posso permettere che tu finisca quella frase. Tutto sommato il mondo è pieno di storie come la nostra fatte di corpi e parole, che mantengono ciò che promettono: battiti di cuori per fatica da orgasmo. Ti afferro i capelli……


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