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Nei giardini di piazza della repubblica 2


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Nei giardini di piazza della repubblica 2

Qualche giorno dopo, così come ci eravamo accordati, verso le 16 mi ritrovai nel locale orinatoi delle toilette del giardino di Piazza della Repubblica. Il custode, come mi vide, mi strizzò l’occhio e mi indicò gli orinatoi dove trovai, già in posizione, il tizio della volta precedente che, non appena mi vide, rinfoderò il suo attrezzo e senza frapporre indugi mi trascinò verso il custode il quale, dopo aver preso la sua mazzetta, ci riportò, come la volta precedente, nelle toilette delle signore dove peraltro non c’era quasi mai nessuna. Ce ne aprì una, bella pulita e ci rinchiuse dentro. Il tizio, questa volta, se la prese comoda, si tolse la giacca, mi si avvicinò e mi baciò. a lungo, con desiderio, assaggiando la consistenza del mio pacco oltre i pantaloni sino ad aprire la lampo e tirarmelo fuori, iniziando a masturbarmi. Dopo una decina di minuti di bacio che mi erotizzò al massimo, si accucciò e me lo prese in bocca, iniziando a farmi un pompino con i fiocchi. Quando riuscì a portarmi quasi all’orgasmo, si fermò, si rialzò e riprese a baciarmi in bocca, dandomi in mano il suo affare, affinché lo portassi alla giusta consistenza..

Una volta perfettamente eretto ( nel frattempo mi aveva calato i pantaloni e titillato il mio sfintere, mi rigirò, come l’altra volta, facendomi appoggiare alla parete, trasse dalla tasca un tubetto di Luan, me ne spalmò un bel po’ sul buco del culo e mi inculò con estremo piacere, sia suo che mio. Sentirmi riempito da quello splendido cazzo mi procurò un brivido di piacere, una inspirazione che lo aiutò a penetrarmi meglio e completamente. Ero come un pollo infilato allo spiedo e dopo un po’ iniziò a muoversi, lento ma inesorabile, facendomi sentire ogni cm. di quella verga possente. Data la posizione aveva colto l’occasione per abbracciarmi, prendere tra le dita i miei capezzoli, dopo avermi alzato la camicia, ed iniziare a torturarmeli procurandomi tali brividi di piacere che iniziai a tremare. Dio che bello essere inculati in quella maniera. La mia parte femminile si beava nel piacere che le veniva procurato e sperava che il tizio riuscisse ad andare avanti a lungo, prima di godere, cosa che in effetti avvenne poiché era uno che sapeva controllare il suo piacere. Nel mentre mi stava stantuffando già da un bel po’ il custode, impaziente di partecipare, si presentò sulla porta e come l’altra volta, mi si presentò davanti. Iniziai dapprima a masturbarlo, poi, una volta completamente sull’attenti, mi inchinai e lo imboccai per fargli un pompino dei miei.

Vennero contemporaneamente, con estremo piacere da parte mia, illanguidito dall’azione congiunta dei due. Che piacere, sentirsi desiderati e posseduti. Mi sentivo molto “troia”. Il custode, prendendomi per il viso, volle baciarmi per assaporare dalla mia bocca il suo sperma. Il tizio, che a questo punto per comodità chiamerò Carlo, mi rigirò e volle che gli ripulissi il cazzo e e subito dopo volle anche lui baciarmi. Ero elettrizzato da tutto ciò e stavo quasi per godere senza toccarmi. Evidentemente intuendo questo il custode si abbassò, prese in bocca il mio cazzo e, con un paio di succhiate, mi portò a schizzargli in bocca tutto il mio piacere che lui inghiottì tranquillamente. Tutta la scena contribuì ad rieccitare il Carlo che, pertanto, mi fece rimettere a 90° e mi inculò nuovamente, dimostrando notevole possanza. Il custode, non potendo assentarsi ulteriormente dalla sua postazione, ci lasciòdi nuovo soli e Carlo poté concentrarsi sull’opera demolitrice che stava attuando nei miei confronti: mi stava sottomettendo completamente al suo volere, voleva che fossi solamente la sua “femmina”. Stavo viaggiando su una nuvoletta del piacere, completamente erotizzato, provando brividi continui di piacere.

Dopo un bel po’ di tempo, quando le gambe non ce la facevano più a mantenermi in quella posizione, finalmente si decise a godere, riempiendomi nuovamente, nel mentre aveva iniziato a masturbarmi, portandomi a godere assieme a lui. Dio che bello, che godimento totale. Ci ricomponemmo ed uscimmo e passando davanti al custode ci salutammo dandoci appuntamento ad un paio di giorni. Fortunatamente non c’era nessuno negli orinatoi e, mentre stavamo per andarcene, il custode mi chiese se poteva dirmi due parole. Carlo però ci salutò, andandosene. Il custode mi chiese se andavo di fretta, poiché voleva sottopormi un’idea. Gli dissi che avevo tutto il tempo che voleva, ed allora, tutto contento, mi disse che intanto avrebbe voluto incularmi, visto che prima non aveva potuto farlo, e poi che voleva farmi una proposta: se avessi accettato ci sarebbe stato da guadagnare per tutti e due, poiché conosceva un sacco di avventori di quelle toilette che avrebbero fatto i salti mortali per poter disporre per una mezz’oretta di uno splendido culo quale il mio. Rimasi basito: tutto mi sarei aspettato meno che una proposta del genere. Si, spesso mi sentivo troia, ma di qua al pensare di fare realmente la troia ne passava. Gli dissi che la sua proposta mi coglieva impreparato; sì, era pur vero che mi piaceva fare sesso, ma da qui a prostituirmi…. Intanto, però, potevamo provvedere alla sua prima necessità, il desiderio di incularmi, perciò…. Se voleva fare strada…. Ci potevamo appartare. Ancora elettrizzato da tutto ciò che mi avevano fatto prima accolsi con piacere quel notevole cazzo in possesso del custode, di nome Antonio, scoprì. Si diede immediatamente da fare inculandomi con colpi profondi che mi squassavano tutto l’intestino. Era un inno all’inculata, me la godetti tutta. Una volta che godette, miriempiì completamente, tanto che iniziò a tracimare e lui dovette intervenire con della carta igienica per tamponare ciò che stava fuoriuscendo. Poi prendendo dell’altra carta mi invitò a cercare di espellere ciò che avevo dentro, nel mentre lui guardava il tutto con molta libidine. Alla fine, dopo che mi ebbe asciugato tutto, approfittando per infilarmi nuovamente due dita nel culo, ci ricomponemmo e. dopo un rapido controllo da parte sua che la strada fosse libera, ci ritrovammo nelle toilette dei maschi, e lì riprendemmo il discorso della sua proposta.

Mi chiese in quale parte della giornata avrei potuto essere disponibile ed io gli risposi che, in linea generale lo sarei stato al pomeriggio, dalle 16 in poi, ma che qualche volta, pre-concordata, avrei potuto rendermi disponibile anche la mattina, dalle 10 alle 13. A quel punto mi baciò in bocca, un bacio molto lascivo, chiedendomi poi di passare il pomeriggio successivo per accordarci meglio, poiché avrebbe sicuramente avuto dei contatti e saputo quali erano gli orari migliori. Ci salutammo con un “A domani”.



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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Ninetta69 Invia un messaggio
Postato in data: 09/07/2017 14:35:17
Giudizio personale:
grazie troia ci fai arrapare

Autore: Bobo45sex Invia un messaggio
Postato in data: 01/07/2017 22:59:50
Giudizio personale:
che porco che sei...!vere o inventate le tue storie sono tutte arrapanti da morire...


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