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Naturismo esperienza bsx parte 2


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Dopo la mega scopata con il ragazzotto di colore ero ancora con una voglia addosso e la battuta della moglie in spiaggia mi aveva incuriosita parecchio.

Infatti immaginavo i toys di varie dimensioni che avrei provato e il godimento che mi avrebbe lasciato senza fiato.

Anche lo sguardo di lei era ammaliante e nello stesso tempo gli occhi facevano presagire un’indole da mistress che lasciava pietrificati.

Non potevo andarmene ed ero ormai stregata da quel viso dolcissimo ma allo stesso tempo crudele.

Dopo una ventina di minuti sdraiati al sole la coppia si alzò e mi fecero cenno di seguirli a piedi dato che abitavano non troppo distanti.

Il ragazzotto ormai era andato via e lei mi prese per mano con il marito avanti con gli asciugamano e borsa a tracollo faceva strada senza dire una parola.

Lei iniziava a parlarmi di come sarei stata felice in casa loro e di come avrei goduto e accennava pure al fatto che sarei potuta stare da loro e lasciare la casa in affitto così avrei risparmiato pure il denaro.

Ero ammaliato anche perché lo diceva non come un invito che avrei potuto accettare o meno ma quasi come un ordine al quale non potevo dire di no.

Accettai e facendo strada arrivammo davanti casa: una villetta singola con mura alte e alberi che coprivano la visuale; un cancelletto di ferro sempre occultato che rendeva impossibile guardare al di là dell’ingresso portava direttamente al portone dopo un vialetto sempre con siepi e alberi.

Pensai ad una villetta molto riservata anche perché molto distante dalle mura e ben nascosta dall’esterno.

Entrammo dentro e mi piacque molto: arredamento un po’ all’antica con salone ampio e divani di pelle; un tavolone di legno robusto con sedie antiche ecce ecc.

La donna mi disse che potevo andare in camera mia al piano di sopra dove avrei trovato oltre al bagno per farmi la doccia anche dei vestiti puliti da indossare.

Lì per lì non ci feci caso e mi avviai di sopra per darmi una rinfrescata e pulirmi soprattutto il buchetto ancora dolorante.

Arrivata sopra ed entrata in camera rimasi sbalordito: oltre alla bella camera, sul letto vidi calze autoreggenti; un perizoma; una gonnellina di stoffa tipo scozzese; una camicetta bianca a maniche corte e una parrucca bionda con capelli lunghi e ondulati; un paio di scarpe con tacco e nel bagno tutto il necessario per lavarsi e truccarsi.

Non persi tempo dato che ormai avevo capito cosa e come dovevo prepararmi e scendere giù in salone dove ci sarebbero stati i proprietari ad aspettarmi.

Dopo la doccia indossai il tutto e truccandomi mi guardavo allo specchio con soddisfazione e nello stesso tempo eccitata da quella figura.

Scendendo le scale sembravo un donna che fa il suo ingresso trionfale con spettatori che ammirano le movenze e infatti sotto c’era la donna che guardava e sorrideva.

Forse perché già sapeva cosa aveva in mente e cosa mi avrebbero fatto insieme.

Io ero eccitata e in sala feci dei giri per farmi ammirare meglio e mettere in mostra il mio culetto e le mie gambe avvolte da quelle calze velate.

Lei si avvicinò e facendomi i complimenti mi baciò sulla bocca tastandomi il culetto e strusciandomi i seni.

Pure lei si era vestita per l’occasione indossando un lungo abito nero scollato dietro e aperto davanti; i seni svettavano fuori mentre camminava con scarpe nere con tacco altissimo e notai pure che sotto era nuda.

Mi prese per mano e sempre baciandomi mi spingeva verso il tavolo fino a quando non potetti andare oltre dato che con i glutei ero bloccato dal legno ruvido e spesso.

Lei mi spinse indietro e mi fece girare e io, con naturalezza, mi adagiai e allargai le gambe come se avessi già avuto questa esperienza.

Mi sistemai per non perdere l’equilibrio e rimasi lì fermo con lo sguardo di lato e le braccia aperte sui bordi laterali del tavolo.

All’improvviso sentì delle corde che mi serravano i polsi e le caviglie e nella tensione rimasi bloccato con braccia aperte abbracciando il tavolo e le gambe sui tacchi in bilico.

Ebbi un po’ di paura dato che in quella posizione ero immobilizzato e impossibilitato a muovermi; quindi ero alla mercede dei miei padroni.

Lei iniziò a parlare e rassicurami di stare calma e che avrei pregato affinché smettessero ma poi avrei anche pregato di continuare.

Non capivo e le mie gambe vellutate tremavano al solo pensiero. Ad un tratto sentì che lei mi sfilava il perizoma e iniziava a toccarmi i glutei e il solco del culetto premendo sul buchetto.

“ il ragazzo nero ha fatto un bel lavoro vedo “ esclamò; “ ma ti assicuro che ora proverai un piacere mai provato con me e mi pregherai di continuare fino alla svenimento “ continuò sorridendo e baciandomi la schiena sempre con la mano sul buchetto.

Iniziai a sentire le dita con un unguento fresco che mi dava piacere e sollievo e che iniziava a saggiare l’apertura e l’interno dello sfintere. Roteavano e allargavano pressando le pareti anali per preparami alla penetrazione.

Io mugolavo di piacere cercando di muovermi ma ero bloccato. Un piacere infinito che saliva fino al cervello e che mi faceva sentire una troietta in calore.

Dopo un po’ lei si diresse su una credenza e aprendola vidi una serie di falli di diverse dimensioni.

La credenza era di lato e io con il viso piegato potevo vedere che tipo di strap-on aveva preso o fallo da farmi assaggiare.

Ce n’erano di diverse misure in lunghezza e grossezza e alcuni, anche se un po’ lontani, si capiva che erano mastodontici.

Indossato il primo si diresse dietro di me e iniziando a premere sullo sfintere entrò senza problemi dato che ero larghetto.

Pensai al ragazzo di colore che mi aveva scopata e alla cappella tipo palla da tennis e iniziai a mugolare di piacere.

“vedo che ti piace puttanella che non sei altra”; “ hai un culetto invitante e morbido e due chiappe da mordere bianche belle sode”. Continuò: “ sei aperta ma non come piace a me; questo è per farti abituare pian piano perché non voglio lacerarti il culetto e dopo metterò altra crema che ti farà pure da anestetizzante”.

Non capivo perché iniziavo a venire copiosamente sul tavolo sotto quei colpi stupendi e prolungati e chiudendo gli occhi gemevo e chiedevo anche un cazzo in bocca per sentirne il sapore.

Dopo una ventina di minuti io ero sfinito e lei si diresse nuovamente verso la credenza tirando un fallo che per lunghezza pendeva verso il basso e molto consistente.

“vediamo ora di allargare un po’ di più questo culetto bianco e vergine” esclamò con voce sorridente.

“questo sarà come se ti stessi penetrando con la mano e il pugno ma ti ci devi abituare perché da ora in poi saranno sempre al di sopra di queste dimensioni”.

Io ero ancora in trance e non capivo le parole della signora ma quando iniziai a sentire la pressione sullo sfintere pensai di immaginare le dimensioni.

Mi sentì allargare piano piano e le gambe mi tremavano sotto quella pressione continua e prolungata.

Iniziai a gemere e i gridolini anche di dolore uscivano dalle mie labbra pregandolo di fare lentamente per farmi abituare.

Rilassai i muscoli appoggiandomi solo con la pancia e quel bastone di gomma iniziò ad entrare fino all’intestino smuovendomi tutta.

“brava troietta; hai capito come si fa allora……..rilassati ……….è il solo modo per ricevere questi cazzi senza dolore”.

Continuò piano piano a scoparmi e carezzarmi la schiena e il culo.

Io ero sfinito ma godevo come una matta; ne volevo ancora e ancora e ad ogni colpo sentivo lo stomaco che si smuoveva.

Lei aveva intuito la mia voglia e sfilatomi quel cazzo non perse tempo per ritornare verso la credenza e tirare qualcosa di mostruoso.

Non avevo nemmeno il coraggio di guardare ma era grossissimo e la pregai di non provare ma di continuare con quello di prima.

“sei già pronta; altra crema e poi godrai come una matta. Ormai sei rotta e uno o due centimentri di larghezza in più non fa differenza” esclamò con voce rilassata ma autoritaria.

Indossato quel cazzo enorme di circa 8 cm di diametro con la punta ben lubrificata iniziò a premere.

Lì iniziai a sentire male e la pregavo di smettere perché non volevo allargarmi tanto.

Sentivo premere con forza per farsi spazio dentro di me e scivolava piano rompendomi come una mela.

Prima la cappella dentro e poi per tutta la lunghezza penetrò sulle mie viscere.

Ero bloccata da quel palo che si faceva strada dentro di me fino in fondo; il fiato si faceva accelerato perché cercavo di assecondare le spinte rilassando i muscoli.

Ma i muscoli ormai erano sfiniti e sentì uno strappo forte dietro il culetto allargato a dismisura; provavo dolore ma anche godimento mentre entrava ed usciva riscaldandomi con lo sfregamento le pareti dell’intestino e sbrodolavo dal culo tutta la crema che mi aveva inserito.

“stai godendo puttanella dal culo come ti avevo promesso; ormai non ti stancherai più di queste dimensioni e ne vorrai fino allo sfinimento. Ora sei mia e ti aprirò che non potrai più camminare o sederti per un bel po’”.

Ero allo stremo delle forze e dopo un paio di colpi forti che sentì lo stomaco sfondarsi persi i sensi.

Mi svegliai sopra il letto ancora vestita e con le mani mi toccai il culetto dolorante e il buchetto. Ero larga da morire e con le dita assaggiai lo sfintere che era ormai andato.

La bocca impastata di sperma che non avevo deglutito dato che ero svenuta mi fece intuire che il marito mi aveva scopata sul letto e venendomi in bocca mi aveva lasciata lì inerme e piena di nettare.

Ingoiai e con avidità leccai le labbra per pulire quello che era rimasto.



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