Questo racconto è frutto della mia fantasia ed è completamente inventato. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.


Mi chiamo Francesco, ho 35 e sono un gran bel “ragazzo”, alto, curato nel fisico e con gli attributi giusti al punto giusto, non so me mi intendete. Mia moglie, Aleksandra, una bella biondina di 28 anni, di origine polacche ma ormai da più di 25 anni in Italia, è alta poco meno di me, arrivando a 175 cm di altezza, con un fisico snello, modellato da lunghe ore in palestra, nei centri benessere e dall’estetista che, tra le altre cose, l’ha resa completamente depilata ovunque.
Aleksandra può curare il proprio corpo in modo quasi maniacale perché, non lavorando, ha parecchio tempo a disposizione: la mia professione, Agente di Commercio nel settore del vestiario di firma, ci consente un tenore di vita più che soddisfacente, pur essendo una famiglia monoreddito.

La mia giornata lavorativa è molto intensa: sono spesso in viaggio avendo clienti sparsi per tutta l’Italia del Nord. Per questo motivo godo poco la nostra casa, un bell’appartamento al V piano di un Palazzo ristrutturato da poco, in Corso Sempione a Milano: faccio colazione alla mattina, prendo la mia BMW X5 nera, un’auto che Aleksandra non ama ma che ho voluto scegliere ampia, comoda e sicura proprio in virtù dei parecchi kilometri che macino ogni giorno, imbocco l’autostrada che mi prterà dal primo cliente della giornata, rientro la sera per la cena, scopata di rito con la mogliettina, terminata la quale, lascio le profumate e accoglienti braccia di Aleksandra per accettare quelle altrettanto comode di Morfeo che lascio la mattina dopo per fare colazione e il ciclo ricomincia fino all’agognato fine settimana.

L’altro giorno, una mattina come tante, facendo colazione ricordo ad Aleksandra i miei impegni della giornata:
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affermo in modo allusivo, Aleksandra mi guarda, mi sorride e si passa la lingua sulle labbra in quel modo sensuale che sa che mi fa impazzire:
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La cosa del lavandino che perde mi aveva messo di malumore, o forse era scattato dentro di me un campanellino di allarme, una sorta di premonizione o intuizione, non saprei dire, so solo che scendendo le scale (non prendo mai l’ascensore per rimanere in forma) per arrivare la garage ero tutto meno che tranquillo e concentrato sugli impegni della giornata, come, invece, sono di solito.

L’inquietudine scatenata in me dalla conversazione con Aleksandra mi ha tormentato per tutto il tragitto cittadino e fino all’imbocco dell’autostrada quando mi sono reso conto che potesse essere dovuto a qualcosa di indefinibile nella voce di Aleksandra mentre mi parlava della perdita del lavandino una perdita di cui io non mi ero davvero accorto.

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Spostati anche gli altri appuntamenti pomeridiani, esco alla prima uscita e mi precipito di nuovo verso casa, fregandomene bellamente di Tutor e Autovelox.
Raggiungo il più velocemente possibile Corso Sempione, parcheggio l’X5 e salgo i gradini della scala del palazzo a due a due. Arrivato davanti alla porta blindata di casa mia, apro cercando di fare il minimo rumore possibile, ed entro furtivamente in casa mia, manco fossi un delinquente. Precauzione del tutto inutile, dalla camera da letto arrivano gridolini, gemiti, urla e l’inconfondibile rumore ritmico della rete del letto sul quale si sta consumando una scopata coi contro cazzi – è proprio il caso di dirlo. I due amanti, presi dalla foga della chiavata, non si sarebbero accorti neppure se fosse entrato in casa il Settimo Cavalleggeri a passo di carica.

La porta della camera da letto è spalancata e mi lascia vedere mia moglie in guepiere e calze bianche, la mise che usiamo per le full immersion scopatorie delle gradi occasioni, e scarpe da sera col tacco – proprio lei che se appoggio le pantofole da casa un attimo sul divano mi abbaia dietro come fosse un dobermann – messa a pecorina sul nostro matrimoniale e un bel ragazzone di colore che la prende da dietro con una certa foga:

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Il mandingo mi guarda un po’ stranito, tra il sorpreso, l’arrapato e il timoroso, direi ma trova la parola:

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Nonostante la situazione critica, il ragazzone continua a mostrare un’invidiabile erezione mentre sfila la verga dalla passera di Aleksandra la quale mi sembra quasi più indispettita per l’interruzione della trombata (che doveva essere appagante) che timorosa della conseguenze della sua flagrante infedeltà (almeno questa è la mia impressione).

Vedendo il possente cazzo del mandingo ancora in tiro e incappucciato dal profilattico (almeno era sesso protetto, con tutto quello che si sente in giro) e mia moglie nuda, troia, in guepiere con lo sguardo voglioso, libidinoso da vera porca, mi si rizza con mia grande sorpresa il cazzo, subentrando all’incazzatura una sorta di sordida eccitazione.

Mi viene una voglia insensata di provare il sapore lasciato dai liquidi della figa di mia moglie sul cazzo dell’idraulico, frammisto a quello del profilattico e della verga nera e possente:

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Non so proprio come mi è uscita ‘sta frase ma non appena l’ho pronunciata mi prendo in bocca la grossa cappella del giovane e comincio a spompinarlo con foga mentre Aleksandra mi guarda a bocca aperta, attonita, assolutamente spiazzata dalla mia reazione. La sorpresa dura pochissimo e si tramuta subito in entusiasmo, dà una spinta al mandingo e lo distende sul lettone mettendogli letteralmente in bocca la sua fighetta depilata e bagnata mentre la sua bocca viene a contendere alla mia il cazzone del suo amante. Ci passiamo, io e lei alternativamente, il membro nero nelle nostre bocche.
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A un certo punto Aleksandra si alza, si volta e si infila con un’abile mossa di mano la bega del nero nella figa e comincia a cavalcarlo sopra di lui. Io mi masturbo e le lecco avidamente il buco del culo fintantoché la mia saliva non le lubrifica perbenino il pertugio anale, quindi la penetro deciso con un colpo ben assestato del mio cazzo che, pur non arrivando alle notevoli proporzioni del nero, è un arnese di tutto rispetto.

La doppia penetrazione manda Aleksandra in estasi

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Arrivato al culmine, il mandingo, si sfila da sotto la figa di Aleksandra, e si toglie il profilattico, masturbandosi. Mia moglie si divincola dalla mia inculata e si inginocchia davanti al suo amante, aprendo e chiudendo ritmicamente la bocca, in attesa del fiotto caldo di sperma che le sarebbe arrivato in faccia. Di lì a poco, infatti, una potente sborrata le inonda il viso e le tette mentre il ragazzo le urla in faccia tutto il suo piacere. Tutta piena del seme dell’idraulico, Ale si volta e prende in bocca il mio cazzo succhiandolo come non ha mai fatto da che ci conosciamo.

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Il mio turpiloquio pare non dispiacere ad Aleksandra che intensifica gli sforzi di bocca sul mio cazzo tanto che, alla fine, arrivo anche io a un bello schizzo di sborra mentre, tenendole ambedue le mani sulla testa, impedisco ad Aleksandra di abbandonare il pompino costringendola a ingoiare tutto l’abbondante sperma che mi riempiva fino a un attimo prima i coglioni.

Una mezz’oretta dopo, una volta che l’idraulico ci ebbe lasciato per andare a sturare o ad otturare altri buchi di scarico, e dopo esserci rassettati e sciacquati, le chiedo:

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> mi dice Aleksandra indicando, con uno sguardo da puttanella, il comodino dove c’era una piccola somma di denaro atta a comprare quel forno a microonde della Siemens nuovo e superaccessoriato che avevamo visto la settimana prima al Mediaworld.