Era sera di primavera, tornavamo da una gita in montagna ed eravamo in macchina con i suoi genitori. I suoi era davanti, io a sinistra, Dora al centro e la sorella più piccola a destra.



La mia mano era sul suo sedere da subito, appena eravamo saliti in macchina io avevo già messo le mani dentro il suo pantalone.



Dopo più di un’ora di viaggio, la sorellina più piccola si addormentò e così io potevo muovere meglio la mano per stuzzicare la sua voglia. A lei piaceva da morire e non aspettò molto a farmi notare la sua voglia.



Fece finta di dormire sulle mie gambe, in realtà tirò fuori il mio cazzo e iniziò a succhiarlo con una devozione mai vista prima d’ora ma il ritmo lo decidevo io con le dita immerse nella sua figa umida. Il movimento veloce delle dita le faceva perdere la testa e io impazzivo nel vederla completamente abbandonata al mio volere. Alternavo movimenti veloci e superficiali a gesti più lenti e profondi dentro di lei.



Sentivo il suo respiro sulle mie gambe, veloce, forte e mi piaceva, sentivo la sua lingua e la sua bocca calda succhiare il mio cazzo con decisione e fu così che non riuscii a trattenermi e la sua bocca fu invasa da uno schizzo di piacere che non riuscì a trattenere e ingoiò tutto senza nemmeno volerlo.



Questa fu la prima volta che lei sentì il mio sapore in bocca e da allora ne diventò schiava.