i racconti erotici di desiderya

La zietta 2

Autore: Shoe_fetish
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La zia

di PEPPE



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In una calda mattina d’estate mi ero recato a far visita alla zia a Genova . Seguivo la costa come si fa a Genova, la strada grigia e caotica propria di una città industriale, era spezzata dalla visione di quel buio mare dietro ogni curva. La zia , i suoi 45 anni se lì portava egregiamente, la statura gia' come nel racconto precedentemente narrato, era aiutata dalla vertiginosa altezza dei tacchi che spesso le avevo visto portare, sempre in ordine e truccata i suoi vestiti tendevano a far notare le forme meravigliosamente armoniose, e due belle gambe. Io ero lì per una ragione ben precisa il suo computer era in tilt e la zia vi lavorava molto, in fatti scriveva per un giornale d’oggetti per la casa, da quando era in rotta con l'ultimo amichetto, non l’avevo più vista. Erano separati da circa un anno, mi aveva chiamato perché essendo agosto il suo programmatore di fiducia era in ferie, e l’unica persona che masticasse informatica di sua conoscenza ero io. Da quanto mi aveva descritto si trattava di un virus abbastanza diffuso in quei tempi "Sword"; dove un simpatico guerriero barbaro cominciava ad affettare lo schermo con tutto quanto vi era compresa buona parte della memoria. Così armato del mio potente antivirus iniziai a debellare il maledetto dall’hard disk, fu facile ma per recuperare i dati non c’era più speranza. Formattai il tutto e rinizializzai i programmi base. Chiesi alla zia di consegnarmi tutti i suoi dischetti perché vagliandoli uno ad uno avrei scoperto la provenienza del virus. Lei un po’ perplessa mi rispose.< Proprio tutti ! > le dissi che se voleva essere sicura di non ribeccarsi il virus dovevo capire la fonte, altrimenti tutti i dischetti non controllati non dovevano essere utilizzati finché lei stessa non avrebbe imparato ad usare l’antivirus, compresi tutti i cd room. In oltre ero fermamente convinto che avrebbe dovuto rettificare tutti i dati prima di scaricarseli da Internet. Avevo già eseguito gran parte del lavoro, quando la zia, vista l’ora decise di andare a far spesa per mettere qualcosa sotto i denti. Proprio in quel momento la mia attenzione fu carpita da un cd dalla copertina nera, su cui troneggiava una scarpa da donna rosso scarlatto dal tacco altissimo ed una scritta dell’identico colore chiarissima nella sua bellezza: "Raccolta impg s/m". Ora siccome anch’io conosco il significato di quelle due letterine capivo, inserii il cd immediatamente: era un cd artigianale fatto passando le foto migliori allo scanner con un breve commento fatto dall’autore che si rivelava essere lo schiavo personale della zia, nonché il suo programmatore di fiducia.Capii in quel momento di nn essere l'unko schiavo che lei avesse. Eccitato e rosso come un peperone decisi, conoscendo i gusti dell’ora più che amatissima zia padrona, di sfruttare a mio vantaggio il fatto.

Al suo rientro mi precipitai ad aiutarla raccogliendo l’esigua busta della spesa incominciando a belare mille scuse e quasi genuflettendomi. Subito perplessa, ma con uno sguardo divertito e birichino mi disse: "Ehi guardami, scusa di che cosa". Stando ben attento a non alzarmi perché non ordinatomi farfugliai qualcosa circa il cd e la sua natura poi sempre più timido le dissi " scusi Padrona , sono uno schiavo devoto …..". A quel dire mi ritrovai tirato per i capelli, così strattonato mi ritrovai il naso a due millimetri dallo stupendo piedino con le unghie laccate di smalto azzurro, le dita nervose ed affusolate erano totalmente scoperte tranne quel grazioso cinturino dorato che s’infilava tra l’alluce e l’altro dito, proprio delle infradito che usano tanto d’estate. La Zia disse "Sfacciato bastardo in calore, ti dai anche l’aria da timido, ora leccali perbene, per la calura sono molto sudati ".Sfilandosi le scarpette me li cacciò in bocca fin quasi a metà, uno per volta, premeva tanto che rischiavo di vomitare. Aveva ragione i piedi erano caldi e appiccicosi accompagnati da quel sapore salino e polveroso che li rende tanto appetitosi per noi cagnolini. L’effetto era prepotente il mio membro pulsava come non mai da sotto i jeans. Appena la Zia si accorse della mia erezione mi allontanò con un poderoso calcio in faccia e disse: "Sei eccitato vermiciattolo, allora vediamo come lecchi bene le suole". Rinfilandosi le ciabattine mi trascinò sempre per i capelli alla sua poltrona preferita, ordinatomi di spogliarmi mi costrinse supino a forza di calci, premendomi con forza la suola a schiacciare naso e bocca mentre con l’altro piede calzato schiacciava e torturava le mie palle tanto che l’erezione per il dolore era totalmente scomparsa. Giocò parecchio, il dolore non era causato tanto dal peso quanto dalla sapiente strofinio della suola ruvida con le parti più sensibili del mio membro. Quando mi sembrò soddisfatta reggendosi allo schienale della poltrona si erse totalmente su di me con un piede sul mio stomaco ed uno sulla bocca e mi domandò: " Stupido schiavo ora sei disposto a far godere la tua padrona?". La risposta fu attesa invano perché proprio il suo piede sulla bocca mi impediva di parlare, dopo due domande ripetute disse: " Tu verme schifoso che non sei altro ti rifiuti di risponderà alla tua Signora?" per quella mancanza rimediai un bel pestone sullo stomaco, ed ad ogni domanda inevasa, i calci si moltiplicavano e il la pressione sui denti cominciava a far sì che l’interno labbra sanguinasse leggermente. Soddisfatta lasciò che rispondessi dopo di che mettendosi a cavalcioni sulla mia faccia cominciò una danza frenetica fatta di saltelli. Sentivo a tratti il suo sesso da sotto le mutande lo sentivo pulsare bagnato ma la cosa più difficile era quella di non leccare divieto imposto e non sopportabile, Tanto che nei rari momenti di respiro concessomi, la mia infame lingua saettava, e la zia accorgendosi del misfatto una volta soddisfatta mi promise nuove sofferenze, ma questa volta mi disse: " poiché è la prima volta che io sono una padrona all’antica voglio vedere godere i miei schiavi vediamo se ci riesci".



Dopo avermi legato al muro andò verso una cassapanca estraendone un guanto di crine, avete presente quello che le donne usano per il peeling, canapa intrecciata non trattata, così ruvida da morire.



Dapprima iniziò con un massaggio leggero e dolce quando il mio membro turgido e pulsante fu cotto a puntino la stretta si fece energica e lo sfregamento velocissimo in pochi attimi il piacere divento calore poi bruciore, sconfinando nel dolere continuo ed acuto. Nel frattempo la padrona con tono canzonatorio mi derideva: " Cosa fai troietta non godi? Non ti piace forse il mio massaggio, godi puttana guarda il tua virile cazzetto come si sgonfia?" Era vero l’erezione stava svanendo ed il mio pene era rosso peperone lo sfregamento di prima e quello successivo l’avevano irritato all’inverosimile, mi concentrai sapendo che la tortura non sarebbe finita fino al mio orgasmo, fu allora che forse per pietà la zia rallentò fino a farmi godere. Congedandomi mi ordinò di prepararle la cena e mentre lei finiva il suo lavoro al computer io esauriti i compiti fui obbligato a mangiare restando sotto la sua scrivania e prendendo il cibo dalle sue adorate pantofoline,poi una volta chemi prese a noia,mi congedo',dandomi appuntamento per il giorno seguente. ringraziando me ne andai.



shoeliker@hotmail.it


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