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Il prete sconcio


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Ecco il terzo racconto ricevuto da Roberto. Su gentile richiesta dell'amico Carlo, che lo ha apprezzato particolarmente. Di nuovo, consigliato solo a lettori amanti del genere scat e poco inclini al disgusto e allo scandalo. Buona lettura e... lasciate un commento in ogni caso!!





IL PRETE SCONCIO





Ora che sono passati diversi anni ho deciso finalmente di rivelare ciò che per 2 anni interi ho subito da un uomo che agli occhi di tutti era un irreprensibile sacerdote. Questa storia peccaminosa è iniziata quando avevo 14 anni e si è conclusa a 16.



A 11 anni ho iniziato a servire messa, frequentando il parroco assiduamente, anche 3 volte a settimana. Non era un uomo bello, ma presto iniziai a reagire al suo strano richiamo, che percepii per la prima volta a 13 anni. Mi chiedeva di intrattenermi in sacrestia per aiutarlo a spogliarsi, cosa che facevo volentieri perché mi piacevano le sue mani e il suo odore di maschio che mi inebriava. Spesso potevo scorgere il suo pendaglio che mi appariva enorme e successivamente scoprii che lo era davvero. Un giorno chiuse la porta a chiave e mi spinse contro un mobile, da dietro, facendomi sentire qualcosa di gonfio e duro contro il culo. Io cedetti subito, poiché ero vulnerabile e da tempo ormai fantasticavo su di lui, masturbandomi ogni sera al pensiero del suo corpo virile sotto la tunica. Da quel momento divenni la sua schiava sessuale, e mi piegai a tutte le sue esigenze più sconce. Alvevo 14 anni e lui 47, dimostrati tutti, con capelli brizzolati e rughe sul viso.



All’inizio, quello che pretendeva da me era di rannicchiarmi ogni domenica pomeriggio sotto il suo abito consacrato nel confessionale, e prendergli in bocca il membro (che spesso trovavo già gocciolante e lucido sulla punta) mentre ascoltava le sordide confessioni dei contadini che per sfogarsi montavano le loro bestie nella stalla. Più i racconti erano depravati, più il bastone pendente si irrigidiva e pretendeva di essere menato dalle mie mani, e poi scrollato con forza. Al culmine della tensione, lui mi premeva un mano sulla testa per farmelo scivolare in bocca e non mi permetteva di staccarmi finché il lungo manico non si fosse scaricato completamente, conficcato come un palo di carne nella mia giovane gola vergine. E tutto doveva avvenire nel piu’ religioso silenzio, quindi dovetti presto imparare a menare, leccare, ciucciare quel pistone e ingoiare le sue intime sostanze senza far sentire la fatica o peggio il ribrezzo per la colata densa e odorosa che produceva. Il suo membro aveva grosse vene in rilievo, era grosso, da montone, e mi riempiva completamente la bocca, che dovevo tenere ben spalancata e offerta. Lo sperma che ne usciva mentre il prete godeva, era denso e copioso e presto imparai ad apprezzarne il sapore.



Ogni domenica mi inondava lo stomaco di sborra calda e poi mi ricompensava con un bel po’ di soldi, oltre che con una pratica altrettanto perversa (ma che dava molto godimento alla mia fighetta) e alla quale lui non sapeva rinunciare. Sbavando come un toro, mi portava di nuovo in sacrestia, mi faceva inginocchiare, mi abbassava le mutandine, e da sotto la gonna veniva ad annusare la passerina, nel frattempo divenuta sudata e parecchio odorosa. Mi diceva che la mia ‘topa’ puzzava di puttana e mi ordinava di pisciargli addosso. Così mi liberavo la vescica sul suo viso, e lui apriva la bocca e beveva avidamente, sorseggiando, gorgogliando, mostrando di goderne oscenamente. Poco per volta iniziò a inserirmi nella fessura una delle sue lunghe dita, poi due, poi una candela, che faceva scorrere su e giù incoraggiandomi a muovermi e a lasciare che la mia passera si bagnasse e colasse senza ritegno sulle sue mani indiscrete. Mentre faceva questo mi passava la lingua, forte e vigorosa, sul clitoride sfregandomelo, con dei colpetti sensuali e mugolii da porco. In questo modo di solito perdevo la testa spingendo la sua bocca contro la vulva fradicia. Alla fine lui arrivò ad impalarmi a fondo con un grosso candelotto benedetto, dicendomi cose come ‘oh mia piccola troia, come godi, come coli umori…’ E io godevo davvero come una baldracca, mi piaceva sentirmi la puttanella del sacerdote.



Quando compii 15 anni il prete pretese una perversione maggiore; cominciò a costringermi a ben altro che a ingoiare il suo randello di 20 cm. Una volta, dopo avermi leccato il buco del culo per 10 minuti, aspirando tutti i miei aromi e introducendomi la lingua a fondo, mi disse che intendeva rendermi aperta alla sua mano. Non capii subito cosa intendesse finché mi spiegò che non desiderava altro che insinuare il suo polso nel mio intestino e rovistare dentro di me, per sentire le mie feci. Ci vollero molte sedute e parecchia vaselina, ma alla fine il mio ano si aprì alle sue voglie sconce. Quando infine ci riuscì, vidi il suo manico diventare improvvisamente turgido ed enorme. Il sacerdote , con la mano piantata nel mio retto, disse che non aveva mai fatto nulla di più celestiale e mi pompò con forza mugugnando e sudando dal piacere. Mi chiese di lasciarmi andare e dirgli tutte le porcherie che quel trattamento mi ispirava. E io iniziai: ‘Oh sì, prete schifoso, ravana nel mio sfintere, scava nel mio buco, fallo diventare una caverna puzzolente aperta alle tue perversioni immonde, mmh…’ Poi decise che voleva sborrare, ma non in gola come al solito, bensì in fondo alle mie viscere. Estrasse la mano madida, la leccò, e mi montò come una cavalla in calore, entrando col suo tremendo arnese nel mio buco sfondato e palpitante. Lo sentii grugnire di desiderio e affondare sempre più. ‘Ohhh padre come ce l’ha turgido, come mi riempie, il mio ano è dilatato e lo stringe, come se lo ciuccia…’ ‘Piccolina, il tuo culo è mio, ora te lo fotto, ora ti trombo con questo pistone…ahh troia, prenditelo, sei impalata!’ Qualche colpo di reni, qualche bestemmia grugnita con foia, e la sua calda sborra sprizzò nel mio interno. Subito dopo mi fece sedere sul suo viso e, tra scoregge odorose, dovetti spremermi l’ano, mentre lui me lo scavava con la lingua, per fargliela colare tutta in bocca, così come voleva lui. Disse che non poteva più vivere senza l’essenza del mio sedere.



Il sacerdote mi aveva così resa un lavandino da sborra, un buco aperto e una cola-sperma. Ma ancora non era contento. La sua perversione era tale che voleva farmi diventare anche il suo cess. Un giorno mi informò che mentre defecava pensava spesso a me e ciò gli faceva venire il membro duro fino a doverlo scaricare . Mi disse che aveva perciò deciso di farmi subire la sua merda nella maniera più sporca. Un giorno mi fece sdraiare sugli abiti da cerimonia consacrati, e venne ad accovacciarsi sul mio viso come su di un cesso turco, alzandosi la tunica e mettendomi a 3 cm il culo peloso e i coglioni penzolanti. Mentre si avvicinava, qualche bolla d’aria gli scappò fuori rumorosamente arrivando con disgusto alle mie narici, e questo mi fece capire che aveva l’intestino in subbuglio e che voleva farmi assaporare anche i suoi peti. ‘Stai ferma bimba, non ti muovere, tra poco riceverai la mia benedizione…uhm…’ Aveva un buco peloso e odoroso, in rilievo, che vedevo pulsare; capii che il porco stava già spingendo. Non aspettò molto e disse ‘vacca mi scappa, devo evacuare, defecherò sul tuo bel visino candido e tu sentirai tutto l’odore delle mie feci.’ Ma anziché escrementi mi mollò una serie infinita di flatulenze liquide che mi obbligarono a gemere di disgusto. Disse che godeva di questo, di spruzzare la sua aria sul mio naso e nella mia bocca. Si girò e prese a inserire una candela nella mia figa, succhiandomi il clitoride turgido, cosa che mi fece perdere il controllo e desiderare il supplizio invece di rifiutarlo. ‘Se ora farai ciò che ti dico, ti permetterò di godermi in faccia, come piace a te, troia.’ Dunque mi lasciai convincere e si rimise nella posizione di prima, porgendomi l’ano puzzolente. Ricominciò a spingere, e io sentivo i versi che faceva quell’animale. ‘Preparati adesso arriva lo stronzo… mhh siii, ecco eccolo…uhh si, penzola, tieni prendilo in bocca ti prego, masticalo, te ne scongiuro, fammi godere così, gustatelo…’ e mentre il prete spingeva ecco che il suo manico eretto diventava sempre più gonfio. Quando vidi il terribile serpente sbucare dalla tana scura, feci come voleva: aprii la bocca e sentii lo stronzo scivolarmi dentro, sulla lingua. Lui si accovacciò meglio per vedermi masticare e mugugnare di sottomissione. ‘Ora sei il mio cesso, piccola vacca, guardati come rumini la mia merda, siii, cristo come sei lurida’ e mentre continuava a cagarmi in bocca vidi il suo palo schizzare un getto lunghissimo e potente senza che le sue mani lo avessero nemmeno sfiorato. Eccomi infine ridotta al cesso umano di un sacerdote.



L’ultima volta che lo vidi volle chiamarmi; avendomi ormai preparata la figa con le candele non temeva di spaccarmi col suo grosso arnese. Infatti il suo cazzone mi fece godere come una giumenta per più volte, data la sua potenza e la sua porcaggine.



Alla fine mi salutò dicendomi solo: ‘vai lurida porca, torna solo quando vorrai godere. Allora avrai ancora il mio buco del culo da assaggiare e le mie voglie da soddisfare’. Ma non ci sono più tornata per paura di contrarre malattie.





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I vostri commenti su questo racconto
Autore: Pensieriosceni Invia un messaggio
Postato in data: 07/06/2018 22:32:09
Giudizio personale:
Bello lo stile. Chi è l'autore?

Autore: Pensieriosceni Invia un messaggio
Postato in data: 08/05/2018 10:38:52
Giudizio personale:
Scritto ottimamente! E' bello che si possano scrivere queste storie senza temere censure. Complimenti all'autore e ai gestori del sito.

Autore: Fidelc Invia un messaggio
Postato in data: 22/10/2008 15:58:02
Giudizio personale:
X certi reati instutirei la pena di morte!

Autore: Gelso Invia un messaggio
Postato in data: 06/11/2005 22:02:31
Giudizio personale:
E\' scritto bene, le descrizioni sono molto realistiche, troppo per chi non ama il genere, ma per me arrapanti. Ha qualcosa di un personaggio di De Sade questo prete cagone, dotato di un membro enorme e bestemmiatore, e la ragazza è una parente (porca) di Justine. Brava Maddalena, vienimi a trovare in sacrestia ogni tanto

Gelso

Autore: Elcid Invia un messaggio
Postato in data: 28/09/2005 16:29:52
Giudizio personale:
Io credo sia bellissimo non tanto per la crudità ma per la capacità narrativa, e il modo in cui le situazioni vengono estresse fanno si che le parole descrivono a pieno le sensazioni e le fantasie o accadimenti di chi narra.

Autore: Lory74 Invia un messaggio
Postato in data: 26/09/2005 12:10:18
Giudizio personale:
Una vera schifezza!!! Sia come è scritto che l\'argomento

Autore: Carletto1900 Invia un messaggio
Postato in data: 25/09/2005 22:14:57
Giudizio personale:
Racconto eccitante dall’inizio alla fine, talmente coinvolgente da renderlo incredibilmente realistico. Mi fa venire ogni volta una mazza durissima. Merita il massimo dei voti…specialemente nel finale uno dei più intriganti racconti sul farting-scat (sfido chiunque a tirar fuori materiale così perverso)

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